04 dicembre 2018

Don Stefano Gobbi – Testimonianze


Don Stefano Gobbi – Testimonianze




Dopo la morte di Don Stefano Gobbi, il 29 giugno 2011, è stato pubblicato il libro: “Parroco di Tutto il Mondo – Biografia di Don Stefano Gobbi”, di Mariadele Tavazzi; Edizioni San Paolo, 2015. Ma c’è stato stampato privatamente un altro bel libro: “Don Stefano Gobbi – Testimonianze, a cura di Padre Quartilio Gabrielli, Don Ivan Pojavnik, e Santina Raimondo, gennaio 2017, da Graphital – Parma, Italia. Per non perdere questo bel libro, pubblico questo libro sul Internet.



- - - - - - -


Don Stefano Gobbi
Testimonianze
A cura di:
Padre Quartilio Gabrielli
Don Ivan Pojavnik
Santina Raimondo


- - - - - - -


DON STEFANO GOBBI
Animatore del
MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO (MSM)
e del
MOVIMENTO MARIANO (MM)

Dongo, 22 marzo 1930 - Milano, 29 giugno 2011


- - - - - - -


Oggi, nella Chiesa e nel mondo,
il Movimento deve essere questa luce di Amore
che illumina
le tenebre del peccato, dell'odio, dell'egoismo,
dell'orgoglio,
che avvolgono, non solo il mondo intero,
ma anche la Chiesa
piagata dalla divisione, dall'indisciplina,
dalla confusione.
Potremo guarire solo se vivremo e praticheremo,
come il nostro fondatore,
questo messaggio che la Mamma Celeste
gli ha donato per il suo compleanno.




PERCHÉ QUESTA TESTIMONIANZA?


Sono passati solo pochi anni dalla dipartita di Don Stefano e l'OPERA che Maria ha iniziato con lui continua ancora oggi. Noi, per conservare e accrescere la sincera e pura fedeltà al suo carisma, ora più che mai, abbiamo un forte impegno: far amare e far penetrare la fede, l'amore per la Madonna, per la Chiesa, per i Sacerdoti, che lui ci ha trasmesso, nel cuore di tutti.
Poiché molti sono coloro che hanno ascoltato le sue meditazioni, che lo hanno conosciuto e incontrato in occasione dei suoi viaggi, ma pochi sono coloro che hanno vissuto strettamente a contatto con lui e che hanno potuto vederne i lati più nascosti e specifici che lo hanno contraddistinto come `strumento' nelle mani di Maria per la conoscenza e diffusione in tutto il mondo dell'Opera del Movimento Sacerdotale Mariano, ritengo sia doveroso fare tesoro della preziosa memoria storica di questi ultimi. Queste testimonianze serviranno per far conoscere:
- il suo animo semplice di bimbo e il suo totale abbandono alla missione affidatagli, che lo ha visto spendersi e consumarsi fino all'ultimo momento;
- la sua figura, come riferimento da accogliere e fare proprio, per rimotivare la nostra adesione convinta a quanto lui ci ha trasmesso e lasciato.


Il M.S.M. deve infatti continuare, in ragione delle urgenze previste, alle quali lui ci ha preparato con passione e amore, a renderci responsabili perché possano realizzarsi, col trionfo del Cuore Immacolato di Maria, i disegni di Amore e di Misericordia della Santissima Trinità. Ricordo molto chiaramente che durante una ‘fraternità' gli fu chiesto se non ritenesse necessario e opportuno indicare il suo successore. Rispose con molta determinazione che non ci pensava affatto, perché non ce n'era bisogno, in quanto il Movimento era OPERA della Madonna e quindi Lei, Maria, avrebbe condotto il Movimento al trionfo. Pertanto, ritengo che sia indispensabile mettere a fuoco alcuni lati più o meno nascosti di Don Stefano, richiamando insieme l'importanza dei messaggi, sopratutto dei primi anni del Movimento, quando la Madonna, con tanto amore, delicatezza e fortezza, da vera Mamma, formava e aiutava Don Stefano ad affidarsi totalmente a Lei e lui, come un bambino, si abbandonava alla Mamma per lasciarsi interiormente trasformare. Ne deriva di conseguenza che chi vuole far parte della `Schiera' dei Sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano deve:
- conoscere profondamente la figura di Don Stefano e incarnarne lo spirito, per viverlo e avere così la stessa forza per diffonderlo e farlo crescere;
- non cadere nell'errore di criticarlo, credendosi migliori e più capaci di lui (questo sarebbe quanto di più deleterio potrebbe accadere a tutto il Movimento);
- non dimenticare quanto espresso nell'ultimo messaggio in cui la Madonna dice:
"Ormai quanto vi dovevo dire vi è stato detto, perché tutto vi è stato svelato. Così, in questa notte, terminano i messaggi pubblici, che da venticinque anni vi ho dato: ora dovete meditarli, viverli e metterli in pratica. Allora le parole che ho fatto scendere dal mio Cuore Im­macolato, come gocce di celeste rugiada sul deserto della vostra vita tanto insidiata, produrranno frutti di grazia e di santità. D'ora innanzi mi manifesterò attraverso la parola, la persona e l'adone di questo mio piccolo figlio, che Io ho scelto per esservi guida e che ora conduco al vertice doloroso della sua missione. Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato predetto soprattutto nel suo meraviglioso e vittorioso compimento.
Vi ho annunciato il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Questo avverrà nel più grande trionfo di Gesù, che porterà nel mondo il suo glorioso regno di amore, di giustizia e di pace e farà nuove tutte le cose. Aprite i cuori alla speranza.
Spalancate le porte a Cristo che viene a voi nella gloria.
Vivete l'ora trepida di questo secondo Avvento.
Diventate così i coraggiosi annunciatori di questo suo trionfo, perché voi piccoli bambini a Me consacrati, che vivete del mio stesso spirito, siete gli apostoli di questi ultimi tempi.
Vivete come fedeli discepoli di Gesù nel disprezzo del mondo e di voi stessi, nella povertà, nella umiltà, nel silenzio, nella preghiera, nella mortificazione, nella carità e nell'unione con Dio, mentre siete sconosciuti e disprezzati dal mondo.
È giunto il momento di uscire dal vostro nascondimento per andare a illuminare la terra. Mostratevi a tutti come i miei figli, perché Io sono sempre con voi”.
(31 dicembre 1997; i dati riferiscono ai messaggi della Madonna a Don Stefano Gobbi; “Ai Sacerdoti Figli Prediletti della Madonna”; http://madonna-sacerdoti.blogspot.it/).


Don Stefano ci è stato dato come GUIDA ed ESEMPIO anche per i tempi che stiamo vivendo ora, perché la Mamma, con le parole dell'ultimo messaggio ‘tutto vi è stato svelato’, ci rivela che è Lei, insieme a Don Stefano, che guida noi, gli Apostoli degli ultimi tempi: questo può avvenire solo seguendo il carisma e l'esempio che lui ci ha lasciato per volere di Maria e vivendolo con la sua stessa semplicità, intensità e determinazione.
C'è anche un'altra espressione oltre a `tutto vi è stato svelato', che ci può aiutare a capire meglio, ed è quel `mi manifesterò', che si riferisce al futuro. Quindi, `ora e nel futuro'; perciò non occorrono ulteriori conferme da parte di nessuno.
È questo il tempo "della battaglia tra la schiera nascosta di Maria, per combattere a viso aperto, la schiera che il Demonio Mio avversario, da sempre, sta formandosi tra i Sacerdoti ".
Ci ha scelti Lei: "IO stessa sarò la vostra condottiera. Voi siate tutti fratelli, amandovi, comprendendovi, aiutandovi; non vi sia un capo fra di voi."
(16 luglio 1973)




SCELTO DA MARIA


Abbiamo visto che la Madonna ci ha dato Don Stefano come GUIDA ed ESEMPIO da seguire, quindi è indi­spensabile scoprire questa `guida' e conoscere l'esempio che ci ha lasciato.
Il modo migliore per iniziare questa conoscenza di Don Stefano Gobbi è di usare le stesse parole della Madonna nel bellissimo messaggio `Siate nella gioia' che, come sapete, è il messaggio-testamento che lui stesso ha indicato nell'ultimo incontro prima dell'infarto che lo ha portato alla morte.
"Ti ho scelto, figlio, per questa semplice ragione: perché sei il più povero, il più piccolo, il più limitato. Umanamente sei il più sprov­veduto. Ti ho scelto perché nella tua vita il mio Avversario era ormai riuscito a cantare vittoria. Nella tua esistenza ti ho fatto vivere come in anticipo quanto Io stessa farò nel momento del mio più grande trionfo.
Il mio Avversario crederà un giorno di cantare completa vittoria: sul mondo, sulla Chiesa, sulle anime. Sarà soltanto allora che Io interverrò - terribile e vittoriosa - perché la sua sconfitta sia tanto più grande, quanto più sicura era la sua certe.Z sempre.
Quanto si sta preparando è cosa tanto grande, che mai così è stata dalla creazione del mondo: per questo già tutto è stato predetto nella Bibbia." (18 ottobre 1975)


In queste parole della Madonna (per quanto ho conosciuto Don Stefano), c'è tutta la sua vita, la sua missione di `strumento' scelto da Lei per questi tempi tanto difficili per la Chiesa, per la salvezza delle anime e per un mondo alla deriva.
Una grande missione predetta nella Bibbia:
'Lui deve credere che ha tutto in mano" (18 ottobre 1975) "mai stata così dalla creazione del Mondo".
Una provocazione? Don Stefano come un S. Paolo di questi ultimi tempi, per preparare il Regno glorioso di Cristo? Perché dico questo?
La Madonna chiese di far conoscere a tutto il mondo il `segreto di Fatima' ancora negli anni 1960, ma per paura fu rinchiuso in un cassetto dal gennaio 1957 fino al 13 maggio del 2000. Lei, allora, ha dovuto agire, e ha scelto Don Stefano che, con i suoi duemila viaggi in tutti i con­tinenti, ha fatto conoscere questo divino volere.
Spesso Don Stefano diceva: "Sr. Lucia ha vissuto quasi tutta la sua vita in un convento di clausura, per questo la Madonna ha scelto il Movimento e l'elezione di Papa S. Giovanni Paolo II: per far conoscere questo grande progetto della Santissima Trinità, ossia di donare un `rifugio sicuro' alla Chiesa e all'umanità per questi ultimi tempi, attraverso il dono del Cuore Immacolato di Maria".


Di una cosa siamo certi:
- Dio sceglie quello che l'uomo scarta come inutile e incapace.
- La Madonna lo conferma dicendo: "Dio ha bisogno di tutti, soprattutto dei più piccoli, dei più limitati, dei rifiutati, di quelli scartati dagli uomini, di quelli che umanamente sono i più sprovveduti, di quelli che hanno subito sconfitte!" Quindi, coraggio!
Ora vediamo insieme alcuni aspetti che possono aiutarci
a conoscere meglio questo "piccolo bambino di due mesi" che LEI ha scelto per donare alla Chiesa il Movimento Sacerdotale Mariano.




I L SANTUARIO DELLA "MADONNA DELLE LACRIME":
PROFEZIA


Don Stefano, nella bellissima omelia della sua prima Mes­sa del 26 dicembre 1964, rivelò una profezia, affermando che quando sua madre lo portava fra le braccia davanti alla prodigiosa immagine della "Madonna delle Lacrime" a Dongo (e questo accadeva con molta frequenza) lui si sentiva attratto dal volto dolce e delicato di quella Immagine.
In seguito, appena ne fu in grado, iniziò a `servire all'altare', e siccome in quei tempi il Sacerdote celebrava guardando l'altare, non i fedeli, poté fin da quei teneri anni continuare a contemplare quella dolce immagine che lo chiamava a consacrarsi alla Vita Sacerdotale.
Il `Santuario delle Lacrime' di Dongo è sempre stato un luogo molto amato da Don Stefano, tanto da lasciar scritto nel testamento che desiderava, qualora fosse stato possi­bile, essere sepolto proprio in una cappella laterale, guardando verso l'immagine della sua cara Madonna delle Lacrime. Pertanto ciò che troviamo in questo messaggio per lui era già un programma di vita.
"Qui siete, soprattutto, da Me formati alla perfezione dell'amore. Con voi sono spiritualmente vicini tutti i vostri fratelli del Movi­mento e, in questi giorni, grazie straordinarie sono scese nei cuori dei miei figli prediletti sparsi in ogni parte della terra.
E giunto il tempo in cui voglio vivere in voi e manifestarmi attraverso di voi a tutti. Voglio amare con il vostro cuore, guardare coi vostri occhi, consolare e incoraggiare con le vostre labbra, aiutare con le vostre mani, camminare con i vostri piedi, seguire le vostre orme insanguinate e soffrire col vostro corpo crocifisso. È l'ora della battaglia conclusiva; dunque è anche l'ora della mia vittoria". (1 luglio 1981)


Le parole `Vivere, Manifestarmi, Amare in voi', contenute in questo messaggio, sono state pienamente vissute da Don Stefano e con il suo esempio è riuscito a farle vivere nella vita di tantissimi Sacerdoti in tutto il mondo.




CENNI BIOGRAFICI


All'età di undici anni, Don Stefano entrò nel Seminario Serafico di Dongo dei Padri Francescani Minori, per diventare Padre Francescano. Compì tutti gli studi ginnasiali superiori, filosofici e teologici, nei vari conventi della Lombardia ma, a pochissimi mesi dalla sua ordinazione sacerdotale, fu inspiegabilmente fermato ed espulso.
Nel discorso della sua prima Messa fece cenno a quel periodo che fu, è vero, molto doloroso e pericoloso, ma fon­damentale per quel rafforzamento nella fede che sarebbe servito per la missione che il Cuore Immacolato di Maria gli avrebbe affidato. Colloquiando con lui, mi rivelò che aveva vissuto gli anni giovanili in una grande pace, sereni­tà e tranquillità; solo dopo la professione dei voti, quando stava per arrivare al Sacerdozio, si scatenò la terribile bu­fera che durò per circa dieci anni. In questo periodo, Don Stefano dovette subire il rifiuto da parte del padre, che lo allontanò da tutta la famiglia. Solo Giovanna, la sorella maggiore, che era sposata, lo accolse per un breve perio­do, affinché potesse prepararsi per conseguire un titolo di studio e cercare un posto di lavoro: lo trovò facilmente all' I.N.D.A.P di Milano, un'agenzia assicurativa statale, dove fu assunto come responsabile del personale. Questa esperienza lo formò ulteriormente, perché conobbe la precarietà della vita nel mondo: diplomarsi, cercare un lavoro, una casa, sostenersi economicamente ecc. Fu pro­prio in quel periodo più difficile che la Madonna gli fece conoscere una giovane ragazza, più o meno della sua età, che gli fece da `Angelo custode'. In un primo tempo Don Stefano pensava fosse la persona giusta per la sua vita, ma lei aveva solo il compito di accompagnare, pregare e con­sigliare Don Stefano, affinché comprendesse e seguisse i disegni di Dio e di Maria su di lui.
Grazie alla preghiera e ai consigli di questa giovane, oggi beata, Maria Bolognesi, Don Stefano poté superare quella terribile prova. Fu lei che si adoperò perché fosse accetta­to dalla Compagnia di S. Paolo, scrivendo personalmente al superiore di quella comunità, il quale pose una con­dizione: doveva andare a Roma e frequentare un corso di laurea in teologia all'università Lateranense, visto che sia il seminario di Milano che quello di Como l'avevano rifiutato.
La Bolognesi continuò a rimanergli molto vicino per tutti i dieci anni in cui visse nel mondo lavorando e studiando, ma fu proprio nei nove lunghi mesi che precedettero l'ordinazione, in attesa della dispensa per poter accedere al sacerdozio, che lei lo sostenne in modo particolare. Don Stefano infatti fu terribilmente tormentato da profondissime crisi di sfiducia che rischiavano di mandare a monte il Sacerdozio per la seconda volta. Quando finalmente arrivò il 19 dicembre 1964, giorno dell'Ordinazione Sacerdotale, oltre a mamma Maria, accompagnata dal fratello gemello Pino, dalle sorelle e dalla cognata e da qualche altro, Maria Bolognesi si rese presente con un regalo particolare: ricamò con le sue mani il fazzoletto con cui furono legate le mani appena dopo l'unzione con il `Crisma' e il corporale per la celebrazione della Santa Messa, nonché il purificatoio per il calice.
Non poté essere presente, invece, perché incidentata, la signora Emilia, che don Stefano chiamava `la Zia'. Nei dieci anni vissuti a Milano, essa ha rappresentato per il futuro don Stefano un'ancora di salvezza, un vero rifugio. Nei primi tempi, quando ancora non aveva disponibili­tà economica, gli assicurò vitto e alloggio gratuiti. Poi, conoscendo `quel monello' vissuto in convento, dal carat­tere spensierato e privo di malizia e di difese dal mondo, fece di tutto per metterlo in guardia dai pericoli che una città come Milano rappresentava, ripetendogli a cena e a pranzo, anche se lui sembrava non ascoltare, le solite raccomandazioni: non frequentare determinate persone, stare alla larga da certi luoghi ecc.. `La Zia' fu per lui una seconda mamma!
Un'altra persona speciale presente il giorno dell'ordinazione fu la signora Battistina, presso cui Don Stefa­no aveva trovato alloggio nei tre anni di studio a Roma, quando frequentava l'Università Lateranense. Da ragazza era stata l'aiutante della regina Margherita come baby- sitter, e fu la regina stessa a regalarle l'appartamento in cui ospitò Don Stefano.
Il papà, purtroppo, non era presente; era deceduto qualche mese prima, e questa assenza procurò un grande do­lore a Don Stefano, perché se c'era uno che lo voleva sacerdote, quello era proprio papà Gaspare. Dopo l'ordinazione sacerdotale, ebbe ancora a soffrire per i contrasti in parrocchia, dove lui seguiva il `gruppo giovani': dopo averne formato un buon numero, pronto per fare da traino ad altri, venne trasferito a Milano come insegnante nel grande collegio che la Compagnia di San Paolo aveva in via Mercalli.
Qui gli vennero assegnate due classi molto turbolente, che con Don Stefano, inspiegabilmente, si calmavano: lui riusciva a svolgere le sue lezioni, mentre gli altri professori lamentavano gravi difficoltà e contestazioni dagli stessi ragazzi.
Ma anche l'esperienza della scuola, come quella della parrocchia, era destinata a durare poco, a causa del contrasto con gli altri insegnanti e del rapporto con i suoi alunni: lui era solito difenderli, se andavano difesi, e li puniva se era giusto punirli. Se questo gli procurò grande rispetto da parte dei suoi allievi, al contrario provocò una frattura nel rapporto con i colleghi, a tal punto che gli fu tolto anche l'insegnamento.
Ma tutto era nei piani di Dio. Infatti, provvidenzialmente, gli fu affidato l'incarico di accompagnare i pellegrini in vari luoghi santi, poiché la sua Congregazione aveva come scopo anche quello di organizzare pellegrinaggi in Terra Santa e nei vari Santuari del mondo. Fu proprio in occasione di uno di questi, a Fatima, che due Sacerdoti gli chiesero di portare una preghiera alla Madonna, perché erano in crisi vocazionale e desideravano lasciare il sacerdozio. Mentre lui pregava per loro nella cappellina delle apparizioni (era 1'8 maggio 1972, data della fonda­zione del Movimento Sacerdotale Mariano), la Madonna gli svelò il Suo piano di salvezza, non solo per i due Sacerdoti, ma per tantissimi altri in tutto il mondo.


Dal primo messaggio leggiamo:
"Ti sarò sempre vicina. «Rinnova la tua consacrazione al mio Cuore Immacolato: sei mio; sei mia proprietà. Devi ogni momento essere quello che Io voglio; devi in ogni momento fare quanto Io ti domanderò. Non aver paura. Io ti sarò sempre vicina. Ora ti sto preparando a cose grandi, ma a poco a poco, come fa la mamma col suo bambino...". (7 luglio 1973)
Don Stefano si dette subito da fare. Parlò con un Sacerdote, un certo Don Luigi Bianchi, parroco a Gera Lario, vicino a Dongo, e al suo Vescovo Mons. Ferraroni, e insieme fecero il primo cenacolo di preghiera. Il nome che diedero a quell'incontro fu: `Lega Sacerdotale Mariana'.
A questo primo evento Don Stefano fece seguire una bre­ve nota sull'Osservatore Romano, per divulgare la nascita del Movimento, che procurò l'adesione di vari Sacerdoti. Egli rispondeva personalmente a ognuno di essi, spiegan­do i tre impegni che la Madonna chiedeva loro:
- Fare e vivere la consacrazione al Cuore Immacolato;
- impegnarsi a pregare e aderire in totale obbedienza al Papa;
- far conoscere e amare Maria, diffondendo le Sue richieste trasmesse attraverso i Suoi messaggi.


Gli fu possibile far pubblicare sul giornale quelle poche ma importanti righe, perché aveva ricevuto un `Patentino' dalla sala stampa del Concilio Vaticano II che gli consen­tiva di assistere alle sedute e divulgarne le notizie.
Ma fu l'unica occasione in cui Don Stefano si servì della stampa, perché la Madonna gli aveva detto di non fare conto dei giornali o della televisione, ma di lasciare agire Lei. E qui sottolineo, e voglio che tutti sappiano, che Don Stefano ha sempre obbedito a questa richiesta, me­glio, a questo volere di Maria. Lui non ha mai accettato né di andare a parlare del Movimento in televisione né di soddisfare le richieste di interviste da parte dei giornalisti (e di inviti ne arrivavano continuamente). Solo negli Stati Uniti, per quanto mi risulta, ne venne rilasciata una a `Madre Angelica', nella quale gli vennero poste alcune domande riguardo Fatima. Quell'intervista divenne famosa perché Don Stefano spiegò con la sua consueta chiarezza il messaggio di Maria, ossia:
1. le grandi sofferenze che la Chiesa e l'umanità avrebbero dovuto subire;
2. il Cuore Immacolato di Maria come Rifugio Sicuro, dono della infinita Misericordia della Santissima Trinità e unico modo per superare queste difficoltà.


"Non guardare né giornali né televisione; sta' sempre sul mio Cuore in preghiera. Nessun'altra cosa ti deve interessare o importare se non quella di vivere con Me, per Me. Il Movimento Sacerdotale Mariano è ormai nato, ma è così fragile e piccolo che, per crescere, ha bisogno di tanta preghiera. Tu devi vivere solo per questo: in nessun'altra cosa troverai gusto e consolazione". (8 luglio 1973)


"Perché ti agiti? Perché ti preoccupi? Essere consacrato a Me vuol dire lasciarsi condurre da Me. Vuol dire fidarsi di Me, come un bambino che si lascia condurre dalla mamma. Allora ti devi abituare ad un altro modo di pensare, ad un altro modo di agire. Non tocca a te pensare quello che è per il tuo bene; non fare progetti, non costruire il domani perché, vedi, Io mando tutto all'aria e tu poi ci resti male. Perché non vuoi fidarti di Me? Lascia che sia Io a costruire - momento per momento - il tuo avvenire. A te basta dire, proprio come un bambino: `Mamma, mi fido di Te, mi lascio con­durre da Te. Dimmi: cosa devo fare?". Lascia anche che, attraverso di te, sia Io ad agire. Per questo come è necessario morire a te stesso! Per questo è necessario che ti abitui a soffrire: a non essere capito, ad essere trascurato, ad essere anche un poco ca pestato. Quanto ti fa male questo, vero? Ma quando parlerai ai Sacerdoti del Movi­mento, della consacragione, di come dovranno totalmente affidarsi a Me, fidarsi di Me, allora potranno guardare alla tua persona e tu stesso sarai loro di buon esempio. Non soffrire troppo, figlio: ti amo, ti amo tanto!'.
(21 luglio 1973)


"Impara a lasciarti possedere da Me, perché ogni cosa che tu fai sia Io, attraverso di te, a farla. C'è tanto bisogno oggi che sia la Mamma ad agire: e Io voglio agire per mezzo di te. Mi è piaciuta la Messa celebrata in mio onore al Santuario nazionale di Trieste, che ricorda la consacrazione dell'Italia al mio Cuore Immacolato, e quella che hai celebrato al santuario di Barbana. Dovrai ancora soffrire, ma coraggio! Io sarò sempre con te e tu godrai come nessuno le dolcezze del mio Cuore di Mamma".
(9 luglio 1973)


E con queste bellissime parole della Mamma dei primi messaggi che è iniziato il Movimento Sacerdotale Mariano, e Don Stefano è stato lo `strumento' fedele del Cuore Immacolato di Maria.


Posso testimoniare che da quell'8 maggio 1972 tutta la sua vita è sempre stata scandita e regolata dalla frase `Lo vuole la Madonna' e, quando pronunciava queste parole, nessuno poteva più fargli cambiare parere.
Il 15 agosto del 1995 subì un infarto e fu necessario eseguire un intervento chirurgico al cuore per impiantargli dei `by-pass'. Ma alcuni giorni dopo essere stato ricoverato per la riabilitazione post-operatoria, disse alla dotto­ressa che lui non poteva trattenersi a lungo, perché do­veva andare in America Latina a tenere dei cenacoli. La dottoressa gli rispose: "Dovrà ringraziare il Signore, se riuscirà a lasciare questa sua camera di degenza con i suoi stessi piedi '. Nel giro di pochi giorni, invece, firmò per uscire e partì quasi subito per quel lungo viaggio che lo portò in varie parti del Brasile, della Bolivia, del Perù e in altri stati, ove, nel corso di due mesi, ebbe modo di tenere innumerevoli cenacoli.
La cosa sorprendente fu quando il Sig. Otavio, che lo accompagnava in quei viaggi, lo fece visitare dal fratello cardiologo, che lavorava in un grande ospedale a San Paolo (Brasile), il quale lo sottopose a tutte le visite di controllo possibili e necessarie per un paziente infartuato e già operato. La grande sorpresa fu che, dall'esito dei vari accertamenti, il cuore di Don Stefano era riuscito a superare uno sforzo così grande che neppure un cuore sanissimo avrebbe sopportato senza lasciare qualche conseguenza di affaticamento.
Ma la Madonna lo aveva già maternamente assistito in un altro momento critico per il suo cuore. Ne ha dato testimonianza il Dott. Mario Botta, il quale ha raccontato che, mentre eseguiva l'intervento dopo l'infarto, trovò una situazione talmente difficile che gli sembrò impossibile continuare. Si fermò per circa quindici minuti per pregare e solo dopo la preghiera trovò la soluzione.
Per Don Stefano la Madonna era `LA MAMMA'!
Si fidava di Lei, si affidava a Lei, confidava in Lei in tutto! Ripeteva spessissimo che voleva essere come `un bambino di due mesi' che dalla mamma si aspetta di essere nutrito, pulito, consolato.
E infatti Don Stefano si è lasciato proprio condurre dalla Mamma Celeste come un bambino di due mesi, facendosi portare da Lei in più di 2000 viaggi in aereo, con la sola valigetta a mano che portava sempre con sé in cabina, contenente il Bambin Gesù che gli aveva donato Teresa Musco. Questo era un Bambinello particolare che a volte sembrava vivo e, ovunque alloggiasse, la prima cosa che Don Stefano faceva sempre era quella di aprire la valigetta ed adagiare il bambinello su un centrino appoggiato su di un tavolo o sul comodino. Non si esagera se si pensa che quel Bambinello, insieme alla Mamma Celeste, hanno condotto Don Stefano ovunque, e a volte anche con qualche rimprovero. Lo diceva lui stesso, quando ne combinava qualcuna delle sue: "Gesù mi ha rimproverato! La Mamma mi ha rimproverato!".
Di una cosa siamo certi: la Madonna stessa ha formato Don Stefano!
Lo si comprende anche dai messaggi dei primi anni come Lei abbia operato con cura e delicatezza per rendere `il suo strumento' atto a diffondere la Sua OPERA! E lui si è lasciato guidare e formare, abbandonandosi totalmente a Lei come un bimbo bisognoso di tutto.
Ecco alcuni messaggi che mostrano come Lei, la Mamma, lo abbia preparato:
"Per prima cosa questo mio Movimento si diffonderà ovunque. Radunerò da ogni parte del mondo i miei Sacerdoti prediletti che, quasi sospinti dalla forza irresistibile dello Spirito Santo, risponderanno e si riuniranno nella schiera dei miei Sacerdoti chiamati ad essere fedeli solo al Vangelo e alla Chiesa. Quando verrà il momento del terribile scontro con i Sacerdoti portatori dell'errore, che si metteranno contro il Papa e la mia Chiesa trascinando verso la perdizione un immenso numero dei miei poveri figli, voi sarete i miei Sacerdoti fedeli. Nell'oscurità che lo Spirito del male avrà ovunque diffusa, fra le molte idee errate che, sparse dallo spirito della superbia, ovunque si affermeranno e saranno quasi da tutti seguite, nel momento in cui nella Chiesa tutto verrà messo in discussione e lo stesso Vangelo di mio Figlio sarà da alcuni annunciato come leggenda, voi, Sacerdoti a Me consacrati, sarete i miei figli fedeli. Fedeli al Vangelo, fedeli alla Chiesa." (4 gennaio 1975)


Quando la Madonna ha detto che questo suo Movimento si sarebbe diffuso ovunque, `radunati dallo Spirito Santo da tutte le parti del mondo', anche per Don Stefano è stata una grande sorpresa, ma fidandosi totalmente di Maria, è andato ad incontrare Sacerdoti e fedeli.
Era solito affermare: "Io non conosco nessuna lingua straniera, ma è la Madonna che mi conduce ovunque".


Il perché lo dice in questo messaggio:
"Motivo del mio pianto (del pianto della Mamma), sono i miei figli che, in gran numero, vivono dimentichi di Dio, immersi nei piaceri della carne e corrono senza scampo verso la loro perdizione. Per molti di essi le mie lacrime sono cadute fra l'indifferenza ed invano. Soprattutto causa del mio pianto sono i Sacerdoti: i figli prediletti, la pupilla dei miei occhi, tutti questi miei figli consacrati. Vedi come non mi amano più? Come non mi vogliono più? Vedi come non ascoltano più le parole di mio Figlio? Come spesso lo tradiscono? Come Gesù presente nell'Eucaristia è da molti ignorato, lasciato solo nel Tabernacolo; spesso da essi offeso con sacrilegi, con facili trascuratezze? Oh! Tu mi hai offerto il Movimento Sacerdotale Mariano: Io accolgo sul mio Cuore e lo benedico. Saranno tutti Sacerdoti miei: a Me consacrati, che faranno tutto quanto Io ad essi comanderò. È vicino il tempo in cui farò sentire ad essi la mia voce, in cui Io stessa mi metterò alla testa di questa mia schiera preparata per la battaglia". (13 luglio 1973)


Come abbiamo già visto, questo messaggio delle lacrime della Mamma Celeste Don Stefano lo portava impresso nel suo cuore fin da piccolo, da quando mamma Maria tutti i giorni andava alla Santa Messa nel piccolo Santuario di Dongo e lui, in braccio alla mamma, contemplava quel volto della Madonna. Nel giorno della sua prima Messa a Dongo durante la predica non poté non farne cenno e disse: "Io lo devo a quel volto della Madonna delle lacrime di Dongo se oggi sono Sacerdote, perché da sempre quel volto della Mamma mi chiedeva di far conoscere il Suo Cuore Immacolato".


Era giunto il tempo, finalmente! E Don Stefano questa sua missione la svolse sempre considerandola come un `impegno' affidatogli da Lei, la Mamma.
Negli ultimi mesi diceva spesso:
"Sr. Lucia è morta, Papa Giovanni Paolo II è morto, Papa Benedetto XVI nell'anno sacerdotale ha consacrato al Cuore Immacolato tutti i Sacerdoti del mondo: la mia missione è terminata!"


La sua missione era di preparare i Sacerdoti
di tutto il mondo,
alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.


Ecco, la Mamma aveva svelato a Don Stefano la sua missione:


salvare le anime e soprattutto i numerosi Sacerdoti
tormentati da fortissime crisi spirituali.




I L MOVIMENTO - LA CRISI NELLA CHIESA
DON STEFANO


"L'umanità è caduta in balìa di Satana e del suo grande potere, esercitato con le forze sataniche e massoniche; la mia Chiesa è stata oscurata dal suo fumo che è penetrato dentro di essa. Gli errori vengono insegnati e propagandati, facendo perdere a molti la vera fede in Cristo e nel suo Vangelo; la santa Legge di Dio è apertamente violata; il peccato è commesso e spesso viene anche giustificato e così si perde la luce della grazia e della divina presenza; l'unità è profondamente incrinata da forti contestazioni al Magistero, e si estende sempre più la piaga di dolorose lacerazioni. Per dare alla Chiesa, sofferente e crocifissa del vostro tempo, il mio aiuto materno ed un sicuro rifugio, ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e l'ho diffuso in ogni parte del mondo." (31 dicembre 1997)


L'8 maggio 1972, quando Don Stefano presentò alla Mamma la richiesta dei due sacerdoti che gli avevano chiesto di pregare per la loro vocazione in crisi, la Madonna gli fece capire che non erano solo due ma tanti, tanti in tutto il mondo, e Lei aveva bisogno di lui per aiutarli. Infatti risulta che in quegli anni, dopo il Concilio Vaticano Il furono più di 70.000 i Sacerdoti che chiesero la riduzione allo stato laicale, senza gli obblighi sacerdotali; in seguito ve ne furono più di 20.000 che chiesero di ritornare a svolgere la loro missione di Sacerdoti. Si dice che nelle congregazioni più numerose come i Gesuiti, i Francescani, i Salesiani, negli anni di Paolo VI, furono migliaia e migliaia ad abbandonare il Sacerdozio. Ma quando nel 1978 fu eletto Giovanni Paolo 11, l'emorragia degli abbandoni fu arginata grazie ad una lettera che Sr. Lucia di Fatima scrisse al Papa, nella quale la Madonna chiedeva di mettere un freno agli abbandoni. Fu all'inizio del pontificato di Giovanni Paolo II che vennero stabilite delle regole per avere la dispensa dagli obblighi del Sacerdozio: solo in caso di nullità ora la Santa Sede può accogliere la richiesta.


Infatti in un altro messaggio la Madonna gli dirà:
"Mi domandi perché abbia scelto te per diffondere il mio Movimento, mentre ti senti così inadeguato e incapace. Giustamente vedi la tua nullità e le tue debolezze e mi domandi: `Perché non prendi uno più adatto e capace di me? Come ti puoi fidare quando conosci bene tutte le mie passate infedeltà?". Figlio mio, ho scelto te perché sei lo strumento meno adatto; così nessuno dirà che è opera tua. Il Movimento Sacerdotale Mariano deve essere solo Opera mia. Attraverso la tua debolezza Io manifesterò la mia forza; attraverso la tua nullità Io manifesterò la mia potenza. Io stessa sarò la Condottiera di questo esercito."
(16 luglio 1973)


Ho voluto citare questo messaggio, perché queste parole della Mamma guidarono Don Stefano durante tutta la sua vita e, in modo particolare, furono l'ispirazione per il secondo impegno del Movimento, quando si dice: "da porre una barriera al processo di contestazione del Magistero che minaccia le fondamenta stesse della Chiesa".


Posso testimoniare che per Don Stefano era un dovere grave amare la Chiesa, ed era ancora più grave amarla in questi tempi di grande confusione. Chi non ricorda le tante volte in cui ha richiamato i Sacerdoti all'obbligo dell'abito religioso, all'obbligo dei segni sacerdotali nelle celebrazioni dell'Eucaristia? Nella celebrazione della Santa Messa ha sempre indossato, anche se solo, la casula! Alcuni di noi ricordano quando raccontava che un suo confratello, dovendo celebrare in casa per diverso tempo, metteva solo la stola, e Don Stefano ne soffriva moltissimo. Quando questo Sacerdote morì, gli appariva di notte e di giorno, chiedendo preghiere di suffragio, perché nel Purgatorio doveva riparare a questa negligenza e, dal modo come chiedeva aiuto, doveva soffrire molto.
Don Stefano ha sempre vissuto nella convinzione profonda di non essere adeguato per questo disegno di Maria, ma si è totalmente affidato a Lei, e Lei lo ha preso per mano e lo ha condotto in tutto il mondo. Quante volte diceva che partiva senza neppur conoscere la lingua del paese che lo ospitava! Come accadde nel primo viaggio che fece in Oceania quando, arrivato all'aeroporto, si chiedeva: "Ci sarà qualcuno?". Con sua grande sorpresa, non solo trovò dei sacerdoti ad accoglierlo, ma anche un bel gruppo di fedeli che gli diedero il benvenuto cingen­dolo con la tradizionale corona di fiori al collo.
"Ora tu non vedi, figlio, quanto il mio Cuore Immacolato vuol fare per mezzo di te e del mio Movimento. Questo lo voglio per molti motivi. Anzitutto devi restare sempre povero, umile, semplice; devi sentirti solo il mio bambino più piccolo. Poi ti devi abituare a lasciarti condurre per mano sempre da Me. In ogni momento attenderai da Me ogni cosa. E questo il modo con cui Io voglio sia vissuta veramente la consacrazione che mi si è fatta. Non appoggiarti ad altri carismi o ad altre conferme; non guardare ad altre opere e ad altri disegni. Questa è l'Opera che lo sto facendo nella Chiesa per mezzo di te. Per questa avrai tutto da Me. Cammina nella sempli­cità e nel totale abbandono: non si turbi mai il tuo cuore. Nessuna esterna interferenga potrà mai nuocere a questa mia Opera che Io gelosamente sto facendo nascere per la salvezza della mia Chiesa. Sentiti per questo un niente, veramente incapace, perché, figlio, lo sei. Ma nella misura in cui mi offrirai tutta la tua nullità, Io potrò agire ed operare secondo i miei disegni. Ora preparati anche un poco a soffrire: voglio che sia sempre più mio e presto ti purificherò. Ma per darti un amore così grande che tu neppure immagini. o figlio". (27 maggio 1974)
Queste promesse fatte dalla Madonna a Don Stefano si sono tutte realizzate. Era veramente piacevole sentirlo raccontare i momenti in cui la Mamma aveva difeso questa sua Opera: come quando, già nei primi anni, fu invitato dal segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Bartoletti, a presentarsi a Roma per un colloquio. Don Stefano fu subito assalito da dubbi e paure, però il giorno del suo viaggio a Roma, mentre pregava, gli apparve P Pio che lo rimproverò, dicendogli di non preoccuparsi. Mons. Bartoletti, infatti, gli chiese di parlargli del Movimento e, quando Don Stefano ebbe terminato, gli disse:
"Ce ne fossero dei Sacerdoti che aiutano altri Sacerdoti a pregare come fa lei, e a vivere la propria vocazione! Vada avanti, senta paura, quello che lei fa è opera santa! La Chiesa ne è molto contenta! Ce ne fossero altri a fare quello che fa lei, la Chiesa ne ha un grande bisogno!".
Un altro episodio avvenne alcuni anni dopo in Nicaragua (America Latina), dove c'era un governo di sinistra, a cui partecipavano molti presbiteri che avevano abbandonato il Sacerdozio per la politica, ed erano molto accaniti contro la Chiesa. Durante un viaggio in aereo per andare a tenere un cenacolo proprio nella capitale, Don Stefano ebbe un momento di paura, dovuto anche ad una grande stanchezza fisica. Si mise a pregare e anche in quell'occasione P. Pio lo incoraggiò. Tenne il cenacolo nella Cattedrale gremita di fedeli e di sacerdoti e tutti si consacrarono al Cuore Immacolato di Maria. In quell'occasione annunciò anche che la Madonna avrebbe quanto prima liberato il Nicaragua dalla dittatura comunista: l'anno seguente i comunisti persero le elezioni e da allora non conquistarono più il potere.
La Mamma non gli ha mai fatto mancare l'aiuto necessario, è vero, ma non era una cosa scontata. Quante volte Don Stefano ha dovuto affrontare cocenti delusioni! Come in occasione della sospensione `a divinis' per alcuni anni del suo direttore spirituale, che, guidato da una falsa veggente che si spacciava per vera, andava affermando nei cenacoli che Don Stefano era falso', mentre la veggente che lo allontanava da lui era `vera'. Per il nascente Movimento fu una prova di fuoco, ma la Mamma Celeste glieli allontanò subito, dicendogli che non si sarebbero più incontrati: e fu così.
Posso assicurarvi, però, che Don Stefano, nonostante tutto, non lo dimenticò mai. Pochi mesi prima di morire, infatti, mi incaricò di rintracciare il suo numero telefonico; appena glielo diedi, lo chiamò e in seguito mi disse che la Madonna avrebbe concesso una grande grazia a lui prima di morire, ma soprattutto al suo vecchio padre spirituale, Sacerdote molto capace, intelligente, e che agli inizi fu per Don Stefano e per il Movimento un aiuto validissimo. Era lui che faceva stampare il libretto dei Messaggi, era lui che teneva e organizzava gli incontri per il Movimento. Famoso fu il grande raduno del 1979 a Fatima, dove si incontrarono più di 400 Sacerdoti da tutto il mondo e dove passammo una settimana di ritiro spirituale organizzato proprio dal Padre Spirituale, che fece 4 meditazioni molto profonde. Don Stefano diceva spesso che il demonio voleva distruggere il Movimento con falsi veggenti, e in quell'occasione c'era quasi riuscito. Non gli mancarono mai pesanti prove, ma riuscì a trovare la forza di superarle, solo grazie alla certezza che il Movimento era OPERA di Maria. Lui non dubitò mai e non ebbe mai paura di nessuno e, quando doveva parlare per difendere la Verità, non ha mai taciuto.
Uno degli argomenti che Don Stefano trattava magistralmente era quello dei limiti e dei difetti che tutti abbiamo, perché le parole di questo messaggio le aveva vissute tante volte sulla sua persona.
"Figli miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete: non sono i vostri difetti, le vostre cadute, i vostri grandi limiti che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il mio grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi, perché vi aiutano a sentirvi e a restare piccoli. Vi danno come la misura della vostra piccolezza. Sono i vostri attaccamenti l'unico ostacolo che vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami avete ancora, figli! A voi stessi, alle persone anche buone, anche sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri sentimenti. E ad uno ad uno questi li spezzerò perché siate solo miei. Ogni giorno che passa Io vi libererò da questi vostri legami e vi renderò sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati, finché sarete tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e di fatto il solo vostro bene". (15 febbraio 1975)


Ho citato questo messaggio in quanto mette ancora bene in evidenza il `perché' la Madonna lo ha scelto: `per la tua nullità' e per la `tua piccolezza'.
Don Stefano non si è mai vergognato dei suoi difetti e dei suoi tanti limiti. Quante volte chiedeva scusa e con quanta umiltà! Qualcuno ha detto che la Madonna ha voluto nascondere Don Stefano per mezzo dei suoi stessi difetti, per difenderlo dalla popolarità. Lei ha operato in lui come opera una Mamma che, pian piano, forma e fa gradualmente crescere il suo figlioletto: `lo ha liberato da tanti legami' anche buoni e santi, quale l'incoraggiamento di anime privilegiate, come Teresa Musco. Era andato, infatti, appositamente da lei per interpellarla riguardo a degli argomenti spirituali; bussò alla porta e fu Teresa stessa ad aprirla, ma, visto che era Don Stefano, la richiuse senza dirgli nulla.
Lui ci rimase talmente male che fu la Madonna stessa a doverlo consolare e a dargliene spiegazione in un messaggio. "Quanto ti è accaduto in questi giorni è stato da Me stessa disposto, perché da tutti possa veramente distaccarti. Anche da quelle persone che sono particolarmente amate da Me e da mio Figlio Gesù. Tu sei così piccino che, senza accorgerti, finisci con l'appoggiarti su di esse, con il dipendere da loro. E il tuo attaccamento diventa tanto più forte, quanto più queste anime mi sono vicine. Tu non hai bisogno che della loro preghiera e della loro sofferenza: e queste Io ad esse domando per te e per il mio Movimento. Tu contraccambiale con la tua preghiera e con il tuo grande amore di fratello. Ciò basta. Il resto non è da Me; il resto per te è vano e superfluo: è una vera perdita di tempo". (15 febbraio 1975)


Così Don Stefano, passato il momento, scrisse un biglietto a Teresa Musco, dove le chiedeva di pregare per lui e per tutti i Sacerdoti, come voleva la Mamma.
Negli anni vissuti vicino a lui, posso testimoniare di quanti messaggi gli venivano inviati da tutto il mondo; nella cassetta della posta ve ne erano sempre una enorme quantità. Lui, molte volte senza leggere, diceva: "Strappa, strappa!" e ci indovinava. Quante volte trovandosi all'estero mi chiamava, diceva di aprire la posta e mi dettava la risposta prima che gli leggessi la lettera, ed era giusta! In occasione di un suo viaggio in Giappone, come traduttore fu chiamato un missionario italiano. Don Stefano, durante il cenacolo, lo riprese più volte, perché non traduceva secondo quanto lui diceva, ma tendeva a interpretare. Lo costrinse in più di una occasione a ripetere la traduzione, fino a quando non avesse espresso esattamente quello che lui voleva trasmettere. Gli fu poi chiesto come avesse potuto comprendere che il missionario non stava traducendo correttamente, e lui con candore rispose che la Madonna gli faceva sentire un profumo particolare quando la frase veniva tradotta bene.


Ecco perché la Madonna dice in questo messaggio:
"Un giorno si dovrà sapere quanto Io ti ho amato, quante cose grandi Io in te ho operato. E questo solo perché tu hai totalmente offerto al mio Cuore la tua nullità. Abituati ad essere calpestato, ad essere trascurato, a non essere capito, né considerato. È necessario che per te avvenga così. E quando senti dentro di te una interiore ribellione che ti porta a dire a te stesso: `Perché? Non è giusto. Devo rivendicare i miei giusti diritti". Rispondi subito: "Va' indietro, Satana. Non berrò il calice che il Padre mi ha preparato!". Io ho fretta; l 'momenti decisivi si avvicinano e tu dovrai al più presto completare l'Opera che ti ho affidato: il Movimento dei miei Sacerdoti. Io stessa verrò in aiuto alla tua grande debolezza. Ma tu sta' in ogni istante sul mio Cuore in preghiera. Lascia che lo sempre più operi in te". (21 agosto 1973)


Queste parole che la Mamma dice a Don Stefano
le dice anche ad ogni Sacerdote a Lei consacrato.
Lei vuole la nostra debolezza, la nostra nullità,
i nostri difetti,
i nostri fallimenti.
Se noi ci abbandoniamo nelle sue braccia,
Lei compie il resto.


Un' invocazione che Don Stefano ripeteva spesso era:
MI AFFIDO A TE MAMMA,
FA DI ME QUELLO CHE VUOI,
FAMMI CONOSCERE QUELLO CHE VUOI.


C'è però anche un messaggio in cui la Madonna lo rim­provera come una mamma fa col suo bambino per farlo crescere, nel quale dice che anche tutti i suoi Sacerdoti devono lasciarsi possedere da Maria.
"Figli miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete: non sono i vostri difetti, le vostre cadute, i vostri grandi limiti che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il mio grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi, perché vi aiutano a sentirvi e a restare piccoli. Vi danno come la misura della vostra piccole j ja. Sono i vostri attaccamenti l'unico ostacolo che vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami ave­te ancora, figli! A voi stessi, alle persone anche buone, anche sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri sentimenti. E ad uno ad uno questi Io spezzerò perché siate solo miei. Ogni giorno che passa Io vi libererò da questi vostri legami e vi renderò sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati, finché sarete tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e di fatto il solo vostro bene. Allora Io potrò agire in voi e compiere la mia Opera di Mamma, che è quella di fare di ciascuno copia vivente di mio Figlio Gesù. Per questo affidatevi a Me senta paura: ogni dolore che sentirete per un nuovo distacco, sarà colmato da Me con un nuovo dono di amore. Ogni volta che vi distaccherete da una creatura, sentirete la Mamma a voi più vicina. Lasciate a Me la gioia di farvi crescere, miei piccoli figli'. (15 febbraio 1975)


Con molta franchezza posso dire che le parole della Ma­donna contenute in questi due messaggi hanno tanto aiutato Don Stefano a formare il suo carattere, soprattutto ad abituarsi a farsi calpestare. Questa è stata una prova molto dura, specie quando i suoi superiori lo deridevano e dicevano con convinzione di lui che si era inventato il Movimento per girare il mondo e per fare quello che voleva.


A questo proposito nel messaggio del 7 luglio 1973 la Madonna dice:
"Ti sarò sempre vicino".
"Non addolorarti, non ti deve dispiacere se non ti vogliono, ormai ti ho già detto è un Opera che non piace più al Mio cuore perché fanno solo per interesse e cercano solo se stessi. Ora rifanno le Costituzioni, ma non sono altro che parole. Non c'è più lo spirito. Rifanno nuovi i muri della casa, ma resteranno vuoti e senza persone. Non manderò più nessuno... non è che un ramo secco e presto il Signore la taglierà dall'albero della Sua Chiesa". (Quaderno N' l originale)
Ho voluto inserire questo messaggio, perché la terribile crisi delle Vocazioni che ha colpito tutte le Congregazioni, gli Istituti, le Vocazioni Sacerdotali è stata causata da un falso rinnovamento solo esteriore che ha secolarizzato la vita religiosa e sacerdotale e questo, dice la Madonna: "Ha provocato la terribile crisi delle Vocazioni '.


La Madonna parla del `ramo secco che sarà tagliato': proprio Don Stefano, al momento della sua morte, era l'ultimo membro ancora in vita della Compagnia di San Paolo: i pochi altri rimasti avevano trovato altra sistemazione.




A GRANDI METE DI SANTITÀ


"La tua vita, figlio, è tanto preziosa e non devi sciuparla neppure per un istante. Per questo esercitati a stare in Me, sul mio Cuore, ad agire sempre con Me: a pensare con la mia mente, a vedere le cose col mio sguardo, a toccarle con le mie mani, ad amarle con il mio Cuore.
Vi sono momenti in cui questo particolarmente l'avverti, ed è quando sei con Me nella preghiera: allora ti senti veramente il figlio sul Cuore della Mamma e la tua anima gusta così quei momenti di paradiso, che Io riservo gelosamente ai miei figli prediletti. Uscito dalla preghiera, sembra che ogni altra cosa ti stanchi e ti annoi. ,Questo è un altro dono che Io ti faccio. Perché anche quando non preghi, tu devi essere sempre in atto di preghiera, e lo sei quando vivi abitualmente in Me. Allora anche quando parli o ti diverti o fai gite, sei sempre in Me, perché fai ogni cosa con Me. Così voglio tutti i Sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano. Devono essere: Sacerdoti miei. Te lo ripeto: miei. Da quando si sono consacrati al mio Cuore Immacolato non possono più appartenere a se stessi. La loro vita, la loro anima, la loro intelligenza, il loro cuore, il loro bene, anche il male che hanno fatto e i difetti che hanno: tutto è mio, tutto mi appartiene. Il mio Cuore Immacolato è una fornace di purissimo fuoco: tutto brucia, tutto consuma, tutto trasforma. Poiché questi Sacerdoti sono miei, essi devono abituarsi a lasciarsi guidare da Me: con semplicità, con abbandono. La mia gioia è quella di condurre, come Mamma, i miei figli Sacerdoti a grandi mete di santità. Li voglio ferventi, li voglio innamorati del mio Figlio Gesù, li voglio sempre fedeli al Vangelo. Devono essere docili nelle mie mani per il grande disegno di misericordia; e per mezzo di essi salverò un numero sterminato di anime. Saranno la mia gioia, la corona più bella del mio Cuore Immacolato e Addolorato che anco­ra vuole essere il mezzo di salvezza per la Chiesa e per l'umanità". (24 Agosto 1973)


Ho voluto citare per intero questo messaggio, perché ciò che la Madonna dice a Don Stefano vale per tutti noi Sacerdoti del Movimento. Lei vuole tutto da Don Stefano, ma anche da tutti i Sacerdoti, vale a dire che si consacrino a Lei, per avere:
- mente per pensare come Lei,
- occhi per vedere con i suoi occhi,
- mani per toccare quello che Lei tocca, ma in modo particolare
- il Cuore, per amare quello che Lei ama.


A tutti noi la Madonna ripete
di essere suoi Sacerdoti, di non appartenere più a noi stessi: la nostra vita, la nostra anima, tutta la nostra esistenza
appartengono a Lei, perfino il male che compiamo,
perché il Suo Cuore Immacolato è una fornace ardentissima
che brucia e rinnova.


Don Stefano si è lasciato possedere totalmente!
Anche tutti noi dobbiamo lasciare fare tutto a Lei, che è vera Mamma nostra, se vogliamo essere `il piccolo resto che prepara il suo trionfo'.


"Con l'atto della consacrazione tu hai messo nelle mie mani tutta la tua vita: ora essa mi appartiene, è mia. Io ne ho preso possesso ed ora, a poco a poco, sto trasformandola secondo il suo volere. Ti darò un nuovo modo di vedere le cose:
vedrai con i miei stessi occhi. Tutto ciò che è del mondo ormai non ti potrà più interessare; anzi lascerà in te come una pena profonda. Dirai di queste cose: quanto sono vane, quanto sono inutili!
Ti darò anche un nuovo modo di sentire:
sentirai secondo il mio Cuore. Allora la tua capacità di amare e di soffrire verrà potenziata enormemente, perché sentirai, figlio, come sente il Cuore di tua Madre. Quale dolore sentirai per tanti che oggi rendono vana la Redenzione di mio Figlio: tutti quelli che non vogliono Dio. Lo negano, lo combattono. Quanta tenerezza proverai per tutti quelli che, senta loro colpa, si smarriscono, perché vittime ignare di questi errori.
E ti darò anche un nuovo modo di pensare:
penserai secondo il Cuore di Gesù e il mio Cuore materno, vedendo ogni cosa in Dio e da Dio, secondo lo spirito di sapienza. Ti darò la sapienza del cuore. Ecco: i Sacerdoti del mio Movimento devono tutti essere così. Poiché si sono a Me consacrati, devono sentire, vedere e pensare come Me, con Me, perché Io voglio prendere possesso di tutta la loro vita, voglio trasformarla, renderla immagine del mio Figlio Gesù, il primogenito di tanti altri miei figli'. (20 ottobre 1973)


Le parole di questo messaggio: "Ti darò un nuovo modo di vedere, di sentire, di pensare, non possono più appartenere a se stessi... tutto è Mio", sono le parole che dall' 8 maggio 1972 hanno cambiato la sua vita, perché Don Stefano le ha vissute al cento per cento, per essere di esempio per tutti i Sacerdoti che LEI avrebbe scelto per la SUA OPERA:
esempio di docilità e di totale abbandono alla MAMMA, lasciandosi completamente condurre da Lei.
Ricordo il suo ultimo viaggio in Corea. Quando ricevette il programma, rimase senza parole e mi chiese se doveva scrivere per farlo alleggerire. Gli avevano programmato più cenacoli nello stesso giorno e in luoghi diversi, calcolando il tempo esatto per gli spostamenti e, si può dire, i minuti necessari per eventuali soste. Io gli dissi di scrivere per alleggerire il programma, ma dopo un po' di tempo mi disse che avrebbe accettato come avevano deciso i responsabili, perché la Mamma voleva così. In questa, come in altre occasioni, mi sono accorto che Don Stefano prima di pregare reagiva in un modo, ma dopo aver pregato, cambiava atteggiamento, perché era subentrato il suggerimento della Mamma, che ci avrebbe pensato Lei.


Lo stesso abbandono fu ripagato in altre occasioni. Quando andò in Polonia mi disse che durante il cenacolo lessero il passo del'Apocalisse riguardante il `Dragone rosso' e, quando iniziò a commentarlo, pensò che in mezzo alla tantissime persone presenti avrebbe potuto esserci qualcuno della polizia. C'era ancora il governo comunista, quindi il pericolo di essere arrestato era reale, ma lui spiegò tutto come sempre. Al termine i presenti si congratularono e non successe niente.
Nel suo viaggio in Messico, dove era assolutamente proibito vestirsi da Sacerdoti, indossò la veste talare. Il responsabile, che era andato a riceverlo in aeroporto, pensò: "Adesso lo portano in prigione". Lui, invece, uscì tutto tranquillo, sbrigò tutte le pratiche dell'arrivo e quando fu davanti ai poliziotti la sorpresa fu che, vedendolo così sereno, gli chiesero di benedirli. Lui, con la massima semplicità, li benedisse uno ad uno.
Per conoscere meglio Don Stefano cito un altro messaggio in cui la Madonna gli descrive come sarebbe stata la sua vita, cioè:
essere chiamato a portare la croce quotidiana dei suoi tanti limiti, ma soprattutto la croce dei fallimenti, dei tradimenti, degli abbandoni dei più vicini.
A conferma di questo, era solito mostrare una foto scat­tata al primo incontro degli aderenti al Movimento a S. Vittorino Romano: su 40 Sacerdoti presenti, 15 avevano lasciato il Movimento, altri erano già in Paradiso e solo 8 ne facevano ancora parte. Quanti responsabili, infatti, dopo breve tempo si distaccarono e passarono a seguire falsi veggenti, compromettendo la sopravvivenza del Movimento stesso! Questo aspetto della vita di questo vero Apostolo di Maria pochi lo hanno colto: solo quelli che hanno avuto una certa intimità e familiarità con lui, a cui lui faceva delle confidenze, non tanto per avere conforto, ma per dare conforto e aiuto.




LA TUA PASSIONE DOLOROSA


Ecco il bellissimo messaggio in cui la Madonna gli svela, si può dire, la sua passione dolorosa.


"La croce per te, o figlio, è il volere del Padre, che compi bene solo se, in ogni momento, assecondi il disegno del mio Cuore Immacolato. Porta ogni giorno la tua croce e non uscire mai dal divino volere. Le tue ferite sono le incomprensioni, i dubbi, le perplessità, i numerosi abbandoni. Queste sono vere piaghe dell'anima, che nessuno vede, più preziose dell'oro, il cui sangue Io sempre raccolgo per irrorare il giardino delle anime aride ed assetate dei tuoi fratelli Sacerdoti. La tua salita al Calvario è il cammino che devi fare per Me, l'avanzare solo e fiducioso, fra tante tue paure e lo scetticismo orgoglioso di chi ti circonda e non crede. L'immensa stanchezza che senti, quel senso di sfinitezza che tanto ti prostra, è la tua sete. I flagelli e gli schiaffi sono le insidie e le dolorose tentazioni del mio Avversario. Le grida di condanna sono i serpenti velenosi che ostacolano il tuo cammino ed i rovi che pungono il tuo fragile corpo di bimbo tante volte percosso. L abbandono a cui ti chiamo è l'amaro sapore di sentirti sempre più solo, lontano da amici e discepoli, respinto talvolta anche dai tuoi più ferventi seguaci.
Ma accanto a te vi è la Madre addolorata; insieme a lei vivi, con amore e fiducia. la tua passione dolorosa che nessuno riesce a vedere, ma che ogni giorno ti consuma, come vittima da Me immolata per tutti i tuoi fratelli Sacerdoti. La tua morte è il silenzio più grande, il nascondimento. l'umiliazione e l'emarginazione che sempre ti chiedo. Il seno verginale di tua Madre è il nuovo sepolcro per questa tua Pasqua, che ormai si perpetua nel profondo del mio Cuore Immacolato, mio più piccolo ed amato fra i figli prediletti”. (5 aprile 1985 - Venerdì Santo)


La mamma gli predice una vita con tante croci, simile alla passione di Gesù! E, come annunciato da Maria, le Croci più pesanti furono proprio le incomprensioni, i dubbi, gli abbandoni, lo scetticismo dei superiori, il sentirsi solo. Ogni parola di questo messaggio è una fotografia perfetta' della vita di Don Stefano, e si sono realizzate tutte, si può dire, in un crescendo sempre maggiore `come vittima, da Me immolata per tutti i tuoi fratelli Sacerdoti'.
Sì, Don Stefano è stato una vera vittima peri Sacerdoti!
La sua passione l'ha vissuta con grande fedeltà per essere un testimone fedele di luce nella Chiesa, soprattutto per i Sacerdoti. Questo la Madonna lo chiedeva a lui per primo, affinché potesse essere di esempio e di forza per tutti gli altri.
Il giorno in cui fu ricoverato all'Ospedale Niguarda, con­fessò al Sig. Otavio che la Madonna sarebbe venuta a prenderlo e che sarebbe morto solo, in ospedale, come la Beata Giacinta, senza nessuno vicino. Infatti fu così: tutti noi suoi più stretti collaboratori eravamo a Collevalenza per gli esercizi spirituali annuali con tutti i responsabili delle varie nazioni. La Madonna l'ha voluto SOLO nel momento della morte, abbandonato, si può dire, come fu abbandonato Gesù sulla Croce; solo Giovanni era presente! Così per Don Stefano era presente solo Don Alberto, Sacerdote del Movimento, che era anche uno dei cappellani dell'ospedale e aveva rinunciato ad essere a Collevalenza per stare accanto a lui in quel momento.
"Non temete se verso di voi aumenteranno le incomprensioni, le critiche e le persecuzioni. E necessario che questo avvenga per voi perché, come mio Figlio Gesù, anche voi oggi siete chiamati ad essere segno di contraddizione. Sempre più sarete seguiti, sempre più sare­e anche respinti e perseguitati. quando attaccano la vostra persona o il mio Movimento, rispondete con la preghiera, con il silenrio e con il perdono. Sarete presto chiamati alla battaglia aperta quando sarà attaccato mio Figlio Gesù, Me stessa, la Chiesa e il Vangelo. Solo allora, condotti per mano da Me, dovrete uscire allo scoperto per dare finalmente la vostra pubblica testimonianza". (2 febbraio 1976)


Durante gli esercizi spirituali inseriva nell'orario `l'ora di fraternità'. Erano momenti di scambio di opinioni, di domande, di conoscenza delle attività, nonché delle varie iniziative e delle esperienze, di spiegazioni che Don Stefano dava per mettere tutti a conoscenza di tutto, specialmente riguardo ai cenacoli fatti durante l'anno. Rendeva così tutti noi partecipi di ciò che aveva fatto e delle varie avventure che gli capitavano.
Ne cito alcune.
In Brasile, mentre era in volo per andare a tenere un cenacolo, si sentì un fortissimo rumore sotto la carlinga dell'aereo, tanto da pensare di aver perso un motore. Fece subito un esorcismo e si continuò il viaggio. Appena arrivati venne subito eseguita un'ispezione all'aereo, e videro che sotto la carlinga c'era come un grande graffio fatto da una mano.
Un'altra volta, lo stesso aereo fu colpito da un fulmine mentre stava superando un fortissimo temporale. Arrivati a terra, si vide che per pochi millimetri era stato evitato il serbatoio del carburante.
In un'altra occasione ancora, invece, andò perso il portellone posteriore. Tutto questo a testimonianza che non gli sono mancate le disavventure nei suoi innumerevoli viaggi.
Voglio anche ricordare un fatto accaduto in Juguslavia ai tempi del dittatore Tito. Era uscito a fare una piccola passeggiata mentre recitava il Rosario, quando all'improvviso un cane enorme gli si fece avanti, mostrando molto chiaramente due belle file di denti. Don Stefano prese d'istinto la corona tra le mani e gliela mise davanti. Come prima reazione, il cane smise subito di mostrare i bei denti bianchi, poi, più lui mostrava la corona più il cane diventava piccolo e più diventava piccolo più piangeva, fino a quando scomparve del tutto.
Tutti questi episodi ci sono stati resi noti, perché nella fraternità i vari responsabili nazionali facevano un piccolo rapporto su quanto accadeva e sulla situazione del M.S.M. nella propria nazione.




I VIAGGI IN AUTOMOBILE


Negli ultimi cinque anni, aveva circa 80 anni, il viaggiare era diventato per lui un incubo, anche a causa di disturbi fisici che iniziavano a farsi sentire. Tornando all'ultimo viaggio che fece all'estero, in Corea, oltre al programma troppo denso, mancava l'interprete che già altre volte l'aveva aiutato; soffriva inoltre da tempo di una fastidiosa diarrea che non riusciva a curare e, conoscendo molto bene il cibo piccante di quella nazione, sapeva che la sua salute ne sarebbe rimasta compromessa. Ricordo che in quella occasione per superare le difficoltà che il demonio si divertiva a fargli percepire ingigantite, lui pregava moltissimo e chiedeva preghiere ad altri. E nel corso della sua missione, quante sono state le negatività che il nemico gli creò per scoraggiarlo!
Anche in occasione del suo trasferimento in Congo, Ruanda e Burundi, il diavolo ha lavorato alla grande, procurandogli grandi sofferenze. Per almeno un paio di volte, infatti, quando sembrava tutto pronto, scoppiarono dei subbugli in quell'area, per cui fu costretto a rinviare il viaggio.
Negli anni in cui Don Stefano ha fatto `lo Zingaro di Maria' (come diceva lui) per tenere i Cenacoli, si può dire che le avventure non gli siano mai mancate, specie nei viaggi in automobile. La prima auto, una 'Opel 1400' nuova, gli si incendiò mentre era alla guida, e lui riuscì a salvarsi per miracolo. Un'altra volta sulla tangenziale di Milano un camion urtò la sua auto, che si mise a fare un testa-coda in pieno traffico. Lui ne uscì senza neanche un graffio. Anch'io fui testimone di uno di questi episodi. Stavamo viaggiando sull'autostrada Napoli - Bari (guidavo io) e recitavamo il Rosario. Era una giornata limpida, tranquilla, con pochissimo traffico, ma all'improvviso il parabrezza fu imbrattato da una quantità di letame tale che il tergicristallo non riuscì a ripulire, impedendoci di vedere. Don Stefano, che sedeva accanto a me, iniziò subito a recitare un esorcismo, e così riuscimmo a fermarci senza sbanda­menti: in quei momenti non incrociammo nessun veicolo.




ESEMPI DI CHIAROVEGGENZA


In un'altra circostanza mi chiese di andarlo a prendere a Sale (un paese vicino a Tortona, Alessandria) per accompagnar­lo all'aeroporto di Bergamo, da dove sarebbe partito per la Francia. Erano già passate tre o quattro ore, ma dell'aereo non si vedeva neppure l'ombra. Finalmente arrivò una telefonata che informava che il velivolo non sarebbe più arrivato a causa di un guasto. Mi chiese di riaccompagnarlo indietro, ma io ero preoccupato perché dovevo celebrare la Santa Messa in un altro paese e non sarei potuto arrivare per l'ora stabilita. Lui pregò un pochino e poi mi disse di riaccompagnarlo, perché ce l'avrei fatta. Arrivai in ritardo di soli venti minuti, ma, nell'attesa, la gente che mi aspettava per la celebrazione della Santa Messa aveva iniziato a recitare il Rosario. Il fatto sorprendente fu che quei venti minuti di ritardo furono davvero provvidenziali, perché mi risparmiarono una terribile grandinata che fece danni terribili alle case, alle auto e ovunque. La Madonna ha sempre arricchito il suo piccolo bambino con tanti doni, fra cui la chiaroveggenza.
Un giorno, ad un Sacerdote che sedeva accanto a lui a pranzo, disse di andare subito in ospedale a farsi fare una visita ai reni. I medici trovarono un rene in setticemia: ancora poche ore e il pus sarebbe passato nel sangue, e non ci sarebbe stato più nulla da fare. Così fu per la `Zia Emilia', alla quale disse di andare subito in ospedale a fare delle analisi e di farsi subito operare se voleva vivere. Infatti fu così, trovarono un tumore maligno che fu asportato appena in tempo.




IL SENTIRSI SEMPRE PIÙ SOLO
E ABBANDONATO


La Madonna ha sostenuto Don Stefano anche attraverso anime privilegiate, soprattutto di Sacerdoti che, quando si recava da loro per riposarsi, lo accoglievano come se fosse stato più che un fratello.
Questi, un po' alla volta, sono andati in Cielo. Solo Dio sa la sofferenza di Don Stefano per la morte di Don Gino Salmaso, che aveva offerto tutto se stesso al Signore come vittima per Don Stefano e per il Movimento! Quanto ha pregato perché la Madonna lo guarisse! Ne era sicuro, invece non avvenne. Posso affermare che il dolore per la morte di Don Gino fu molto più grande di quello provato per la perdita del fratello gemello Pino, a cui era molto affezionato.
Un altro grande e doloroso distacco fu la morte di P. Michael Goughram, che lo aiutava a fare i cenacoli nei paesi di lingua inglese, soprattutto perché era un vero e piccolo bimbo di Maria. Con lui si consigliava spesso, perché lo considerava un fratello. Anche per Padre Michael pregò tanto la Madonna che glielo lasciasse, ma non fu così. Don Stefano ne soffrì molto.
Un'altra anima che lo ha sostenuto tantissimo e presso cui lui andava sempre volentieri a trascorrere qualche giorno di riposo (si può dire che gli facesse da mamma) era Sr. Paulina della comunità dei Sacri Cuori di Gesù e Maria di Sale (Alessandria). Lì soggiornava in un piccolo appartamento al di fuori della comunità. Poteva riposarsi, pregare in comunità e, soprattutto, ascoltare i consigli di questa anima privilegiata che la Madonna gli aveva fatto conoscere attraverso un'altra Sr. Paulina. Quest'ultima si era offerta vittima per i Sacerdoti ai Cuori di Gesù e di Maria, ancora prima che il Movimento iniziasse. Morì poco dopo aver conosciuto Don Stefano, segno che, attraverso tutte le sue sofferenze, aveva contribuito alla concretizza­zione del piano del Cuore Immacolato, vale a dire della nascita del M.S.M.
Un'altra anima apostola del Cuore Immacolato di Maria, ancora vivente, è la signorina Santina Raimondi, che la Madonna aveva scelto ancora prima che nascesse il Movimento come anima tutta dedita a pregare per i Sacerdoti. Infatti, quando incontrò Don Stefano in uno dei suoi primi viag­gi in Sicilia, per lei fu una grande sorpresa. Fu con San­tina che Don Stefano compose le parole del canto tipico del Movimento: `Immacolato Cuore di Maria, sei luce e via'.
Un altro sacerdote che non può non essere menzionato è Don Adriano Menozzi del Friuli, presso il quale Don Stefano era di casa per pregare e per visitare qualche santuario. Fu proprio in queste occasioni che la Madonna gli diede vari messaggi. E per testimoniare il legame che il Cielo ha voluto fra i due, voglio ricordare che il giorno del fune­rale di Don Stefano, a Don Adriano fu diagnosticato un tumore alla testa. Morì un mese esatto dopo il suo amico Stefano.
Una carissima anima sacerdotale, che va citata per essere stata accanto a Don Stefano come un ‘fratellino', è certamente Don Luigi Consorti di Sant' Omero in Abruzzo.
Don Stefano era solito rimanere presso di lui tutto il mese di luglio, fermandosi, a volte, anche fino alla seconda settimana di agosto. Ogni giorno era solito fare una camminata in mezzo alla bellissima campagna abruzzese, da dove poteva contemplare il Gran Sasso e respirare aria purissima in mezzo agli oliveti, alle vigne, ai campi di fru­mento e di foraggio. La sosta di riposo da Don Luigi era per Don Stefano un vero dono della Mamma, che aveva anche provveduto a donargli alcune bravissime `Marte' che non gli facevano mancare nulla.




ULTIMO MESE DI VITA DI DON STEFANO


Negli ultimi giorni, a Don Stefano non sono mancate le prove, anzi, direi con certezza, la prova suprema.
Il mese precedente la sua morte, tornando a casa in via Terruggia, dove aveva la sua camera, trovò tra la posta un foglio ciclostilato senza firma, in cui perentoriamente gli si chiedeva di sgombrare la sua camera entro un mese e di cercarsi un altro luogo dove alloggiare, perché nel fabbricato sarebbero stati fatti dei lavori di ristrutturazione, e in seguito sarebbe stato venduto.
Don Stefano apparteneva ad una famiglia religiosa che, a causa di spese avventate del superiore generale, era fallita. La sua congregazione era stata disciolta, però lui e altri due sacerdoti, tra cui uno di 98 anni, non avevano mai abbandonato la congregazione ed erano rimasti a vivere in quella casa per più di 20 anni. Ora, all'improvviso, la diocesi aveva deciso di venderla per pagare i debiti: un vero e proprio sfratto.
Don Stefano mi chiamò, volle che lo raggiungessi a Milano, si confessò, mi chiese un esorcismo e, per la prima volta, lo vidi veramente turbato. Veniva assalito da pen­sieri di ogni tipo, mi chiamava continuamente perché gli facessi degli esorcismi, ma il pensiero di non avere nean­che una camera non lo faceva neppure dormire di notte, perché non sapeva dove andare.
Questa prova causò in lui un senso di vuoto, di spogliazione totale, provò l'abbandono di Dio, sperimentò, pen­so, il Getzemani. E ora mi sembra di poter dire che è stata una spogliazione molto dolorosa che la Madonna gli ha chiesto per i suoi Sacerdoti del Movimento, per vivere il distacco dal mondo e dalle cose, da tutto.
Mi ero offerto di andare a Busto Arsizio per parlare con l'incaricato della Diocesi di Milano per la sua comunità: questi mi disse di riferire a Don Stefano di non preoccuparsi, perché vicino alla casa c'erano degli appartamenti dove lui avrebbe potuto alloggiare. Al ritorno, gli riferii questa proposta, ma subito mi rispose che aveva offerto tutto al Cuore Immacolato di Maria, perché ormai per lui l'unico posto dove andare era il Paradiso. Proprio in quella settimana, infatti, era venerdì, mi chiamò dicendomi che andando in farmacia si era sentito male, aveva avuto degli sbandamenti, ma poi si era ripreso.
Alla Domenica dovevamo incontrarci per organizzare gli esercizi spirituali di Collevalenza: lui, il Sig. Otavio (che arrivava dal Brasile), il Sig. Franco Ponzoni ed io. Nonostante fosse molto sofferente, venne ugualmente da solo in auto. Quando lo vedemmo, chiamammo subito il Dottor Botta (il medico che lo aveva operato al cuore) e il Dott. Chiesa (suo medico personale), i quali, appena lo videro, lo fecero salire sulla loro auto e di corsa lo portarono al pronto soccorso dell' Ospedale Niguarda. Appena arrivati, subì un arresto cardiaco. Assegnatogli il codice rosso, gli effettuarono il massaggio cardiaco, si riprese un poco, lo intubarono e lo portarono in terapia intensiva. Quando uscì la dottoressa che lo aveva assistito, oltre che a consegnarci i vestiti, diede a me, come sacerdote, una scatolina avvolta in un involucro. Mi disse che l'aveva con lui e sotto infarto l'aveva stretta talmente forte che quello sforzo aveva aiutato a far ripartire il cuore. Qui mi assumo la responsabilità di rivelare un piccolo segreto. A Don Stefano era stato detto da un anima particolare di chiedere al suo Vescovo se poteva portare l'Eucaristia con lui. Gli fu concesso, e da quel momento Gesù ha sempre viaggiato con lui ovunque. Questo spiega an­che il fatto che, nonostante le tantissime disavventure nei suoi innumerevoli viaggi, non ha mai avuto paura: con lui c'era Gesù Eucaristia!




TRATTI CHE LO CONTRADDISTINGUONO


Tante altre sono le cose che si possono dire di Don Stefano, ma vediamo insieme quelle di fondamentale importanza.


a) Uomo di grande preghiera


La preghiera era per lui l'impegno primario, era il suo abi­tuale stato. Appena poteva, usava la corona del Rosario per rimanere mano nella mano con la Mamma. Quando si facevano viaggi lunghi si recitavano i tre Rosari, ma quando si terminavano, lui continuava da solo, sempre. L'Adorazione Eucaristica si può dire fosse continua, perché, come ho già riferito, portava sempre con sé l'Eucaristia. È stato fedelissimo alla preghiera della Chiesa, ha sempre recitato il Breviario, anche quando era molto stanco. Più di una volta dopo cena, durante gli Esercizi Spirituali da lui predicati, lo si trovava impegnato a pregarlo. E al centro di tutto: l'Eucaristia, celebrata sempre e adorata a lungo. Nei cenacoli ha sempre voluto l'Ora di Adorazione Eucaristica e, anche se stanco, la conduceva sempre lui. Famose sono le invocazioni che faceva durante l'Adorazione Eucaristica:
Gesù, con Maria noi Ti amiamo,
Gesù, con Maria noi Ti adoriamo,
Gesù, con Maria noi ripariamo.
Gesù, donaci il Tuo Spirito!


Vieni, Spirito Santo, vieni per mezzo della potente
intercessione del Cuore Immacolato di Maria,
tua Sposa amatissima.


È sempre stato fermamente convinto che il nostro contributo al trionfo del Cuore Immacolato di Maria si potesse concretizzare solo mediante la preghiera e la sofferenza.


Per quanto riguarda la preghiera, una regola a cui teneva molto era:
giusto tempo del pregare insieme', in quanto aborriva le preghiere troppo lunghe e recitate solo perché vanno fatte. A tal proposito ripeteva molto spesso, per indicare che era sempre contrario alla preghiera in comune prolissa, troppo lunga, che:
- un'ora: è tutta del Signore,
- un'ora e mezza: il demonio si ruba qualcosa,
- due ore: il demonio se le ruba tutte;


Leggeva molto, non solo i Documenti della Santa Sede, le Encicliche, le Lettere Apostoliche (quando si trovava lontano mi telefonava perché gliele inviassi per posta celere, in modo da poterle conoscere al più presto), ma anche alcuni classici di vita spirituale, che rileggeva ripetutamente:
- Il piccolo nulla. Vita di santa Maria di Gesù Crocifisso.
(Vita di una ragazza guarita e guidata da Maria,
- Il Diario di Santa Faustina Kowalska,
- L'Imitazione di Cristo.


Ma il libro che lui aveva sempre con sé era il Libro azzurro che, più che leggere, meditava, per contemplare i disegni meravigliosi di Dio attraverso la Creatura più amata da Lui. Anche quando ci si incontrava e si parlava di qualche avvenimento o problema, più che dire il suo parere, diceva spesso: "Prendete il libro e apritelo." e indicava un messaggio che era sempre molto attinente. Così fu nell'ultimo incontro che avemmo il 12 giugno 2011, giorno di Pentecoste. Dopo la Santa Messa ci ritirammo con lui in camera ad aspettare l'ora di pranzo. Ci chiese cosa dicessero i giornali a proposto del nuovo Arcivescovo che doveva essere eletto a Milano. In quell'occasione ci invitò a non temere nulla e ci indicò il messaggio del 18 ottobre del 1975 `SIATE NELLA GIOIA', nel quale è praticamente riassunto tutto lo stato attuale della Chiesa e del mondo. È stato il messaggio di addio! Ci ha esortati a rimanere nella gioia! Lei, la Mamma, avrebbe pensato a tutto e non avrebbe mai abbandonato la Chiesa, né tanto più i suoi figli prediletti.


b) La piccolezza


Era cosciente della sua fragilità, dei suoi difetti. Non parlava mai di se stesso e, se qualche volta capitava, era per mettere in evidenza i suoi limiti. Se gli si faceva notare che qualche cosa di straordinario si era verificato durante un cenacolo (come dei profumi particolari), deviava rapida­mente il discorso con una battuta o una risata. Voleva che fossero dimenticati subito certi avvenimenti che avevano dello straordinario: come, ad esempio, quando predisse a Giovanni, l'organista, che avrebbe avuto un incidente molto grave ma che lui aveva chiesto alla `MAMMA' di lasciarlo ancora, per averlo a suonare l'organo nei Cenacoli. Anche questo è un chiaro esempio di come voleva dare importanza a Giovanni anziché a se stesso, cercando invece di coprirsi e nascondersi, nonostante il suo dono di chiaroveggenza.


c) La semplicità e l’amicizia


Grazie alla sua grande semplicità e amicizia ci si sentiva a proprio agio con lui: preferiva più ascoltare che parlare e, quando doveva farlo, era molto delicato e prudente.
Si adattava subito a tutto: se si pensa al suo continuo viaggiare a tutte le latitudini, non si è mai lamentato del cibo o di altro.
Usava moltissimo il telefono: chiamava, s'informava spessissimo, incoraggiava e consigliava.


d) Il discernimento


Se doveva prendere una decisione o fare una correzione era molto fermo, non cambiava più il suo parere: quando interveniva era evidente che aveva già chiare le sue ragioni. Sapeva scegliere!
Le scelte da lui fatte furono sempre le più giuste.


e) La povertà


La sua povertà la si notava subito nei suoi viaggi: per quarant'anni ha girato in tutto il mondo soltanto con una valigetta a mano, contenente solamente due cambi di biancheria, gli effetti personali, il Breviario e il Gesù Bambino donatogli da Teresa Musco. Don Stefano viaggiava indossando sempre la veste talare. Negli ultimi quindici anni gli era stata regalata una 'Audi' per i lunghi viaggi che faceva in Italia. Diceva che questo lo imbarazzava. Il suo desiderio prima di morire (non dovendo più muoversi tanto e sentendo il bisogno di qualcuno che lo aiutasse nella guida), era di acquistare una vettura più modesta.


f) Il suo rapporto con il denaro


Gli sono state date offerte abbastanza consistenti, ma lui non ha mai voluto impegnare questo denaro, perché diceva: "È denaro della Madonna! Lei mi dirà come devo usarlo". Per questo motivo nel suo testamento ha voluto che si facesse una "Fondazione", perché rimanesse come denaro della Mamma Celeste e nessuno potesse usarlo per altri scopi.


g) È tempo di autenticità, di verità!


Don Stefano è stato autentico come uomo, come Sacerdote e come vero Devoto di Maria!
"Oggi come una Mamma ti voglio condurre per mano: voglio condurti sempre più profondamente nell'intimo del mio Cuore Immacolato. Il mio Cuore deve essere per te come un rifugio, entro cui devi sempre vivere e da cui devi contemplare tutti gli avvenimenti di questo mondo. Se vivrai ogni momento in questo rifugio, sarai sempre riscaldato dall'amore mio e del mio Figlio Gesù. Ogni giorno che passa questo mondo piomberà sempre più nel gelo dell'egoismo, della sensualità, dell'odio, della violenza, della infelicità. Prima della grande tenebra, calerà sul mondo la notte dell'ateismo che avvolgerà ogni cosa. Il mio Cuore Immacolato soprattutto allora sarà il tuo rifugio e il tuo chiarore. Non temerai né il gelo né l'oscurità, perché tu sarai nel Cuore della Mamma, e da lì indicherai la strada ad un immenso numero di miei poveri figli smarriti. Ma il mio Cuore è anche un rifugio che ti protegge da tutti questi avvenimenti che si succedono. Sarai sereno, non ti lascerai turbare, non avrai paura. Vedrai ogni cosa come da lontano, senza lasciarti minimamente toccare da esse".
(5 gennaio 1974)


Posso affermare con piena coscienza che Don Stefano ha vissuto nel `rifugio sicuro della Mamma'. Per questo non ha mai temuto i tantissimi pericoli e disagi incontrati nei suoi numerosissimi viaggi in tutti i continenti. Come missionario, io posso dire che, quando si viaggia, i pericoli, le difficoltà e i contrattempi di ogni genere non mancano mai. A volte si definiva lo `zingaro' di Maria, e diceva: "Se il Signore mi togliesse un giorno di Purgatorio per ogni letto che ho cambiato, sono sicuro di andare direttamente in Paradiso".


h) Fidati solo di Me


"Fidati solo di Me, non dei mezzi umani; affidati solo a Me. C'è una cosa che puoi sempre fare e che è la sola che in ogni momento Io voglio da te, perché tanto mi serve per il mio Movimento: la tua preghiera, la tua sofferenza, la tua fiducia in Me. Questo Io ti domando: lasciati invece spogliare di ogni altra preoccupazione. Questo non è uno dei tanti movimenti, ma è il mio Movimento, o figlio. Lascia dunque fare a Me. Così dovranno fare tutti i miei Sacerdoti: lo farò capire facendo crollare ogni mezzo umano in cui riporranno la loro fiducia. Devono fidarsi solo di Me. So che questo costa molto alla natura umana. Ma Io voglio i Sacerdoti del mio Movimento solo miei. Se non si abituano ora a cercare Me sola, ad ascoltare Me sola, ad affidarsi a Me sola, come faranno nel momento della grande tempesta a trovarmi, quando tutto sarà piombato nell'oscurità? Si abituino fin d'ora a vedermi luce di ogni loro azione!". (28 gennaio 1974)


Ho voluto citare questo messaggio, perché Don Stefano lo ha sempre vissuto nella sua pienezza.
Diceva continuamente: "Il Movimento è della Madonna".
A questo proposito è famoso il seguente episodio. Quando diede l'incarico di presentare la 24a edizione del `Libro Azzurro' a Don Giovanni D'Ercole, questi, sotto pressione di qualcuno al di sopra di lui in Vaticano, scrisse che il contenuto era formulato in un genere letterario adottato da Don Stefano, molto devoto di Maria. Appena lesse quella presentazione, Don Stefano chiamò subito Don Giovanni D'Ercole, il quale gli confermò che era stato obbligato a scrivere quel commento. Ricordo benissimo quanto ne fosse contrariato! Affermava che nessuno po­teva fargli dire delle bugie, neanche la Santa Sede, e chiese e ottenne un colloquio con Papa Giovanni Paolo II. Al Papa Don Stefano ribadì che non poteva accettare che si affermasse una falsità, perché in tutto ciò che era scritto nel `Libro Azzurro' di suo non c'era nulla: tutto era stato ricevuto direttamente dalla Madonna sotto forma di `Locuzioni interiori'. Il Santo Padre lo rassicurò che poteva continuare come sempre, e che nelle successive edizioni avrebbe dovuto essere proprio lui, Don Stefano stesso, a dichiarare che si trattava di parole che sentiva nel suo cuore, in forma di locuzioni interiori.
In seguito scrisse infatti una presentazione dichiarando:
"Sono disposto ad assumere la piena responsabilità teologica, spirituale e pastorale di quanto nel libro si afferma e intendo ribadire che lo spirito e l'impegno del Movimento aderiscono con totale fedeltà, al Magistero del Papa e dei Vescovi uniti con Lui". (Presentazione della 26° edizione)
Nel testamento spirituale ha scritto:
"Lascio, come mio testamento spirituale tutto quanto è scritto nel libro: Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna ; ed attesto che i messaggi ivi contenuti sono stati da me ricevuti sotto forma di `locuzioni interiori’". (Testamento spirituale)


La Madonna aveva detto che Lei, con lo strumento del `Libro Azzurro', avrebbe diffuso il Movimento in tutto il mondo. E così avvenne! I primi fascicoli furono, infatti, tradotti perfino in cinese dal Beato P Allegra fin dall'anno 1973, e anche oggi in Cina il `Libro Azzurro' è il libro più letto dopo la Bibbia.
(Testimonianza di un Vescovo cinese della Chiesa del silenzio)


Leggendo in modo particolare i messaggi dei primi anni, come già detto, la Madonna forma il `suo bambino': gli insegna la necessità di vivere completamente abbandonato a Lei e a non temere nulla, perché a tutto il resto avrebbe provveduto la Mamma. Capire questo per Don Stefano non fu facile, come non lo è neanche per noi oggi, ma è così: dove a noi sembra di fallire, Lei costruisce.
Per rimanere fedele a questa richiesta di Maria, Don Stefano non è mai apparso in televisione né è mai andato a parlare alle radio, ma si è limitato a fare catechesi solo nei cenacoli di preghiera. Anche se radunava grandi folle (negli stadi del Brasile ha tenuto cenacoli con una presenza che raggiungeva fino a più di sessantamila persone), lui ripeteva che la Madonna non chiedeva il numero, ma la qualità, poiché gli diceva: "Non tanti, ma santi".


Insisteva ovunque andasse di diffondere i cenacoli familiari,
utilissimi per l'unità e la santità della famiglia, della Chiesa,
in modo particolare i cenacoli con i bambini, perché diceva:
“La preghiera dei piccoli ha una potenza molto grande".


Avvertiva spesso: "Dove tutto sembra facile, presto tutto fallisce! Dove tutto sembra perso, all'improvviso ci sarà un raccolto abbondante!
"Vi voglio umili, silenziosi, raccolti, ardenti di amore verso Gesù e le anime. Solo così diventerete grandi ai miei occhi; - vi voglio fiduciosi, abbandonati, senza preoccupazioni umane. Anche quella di voler `fare" per il mio Movimento può diventare una umana preoccupazione. Solo così il vostro animo potrà vedere la grande opera che Io sto facendo in voi e per mezzo di voi; - vi voglio mortificati nei sensi, perseveranti nella preghiera, raccolti attorno a Gesù nella Eucaristia, quali viventi lampade di amore. Solo così mi sentirete a voi vicina; - vi voglio sempre più puri; così voi mi potrete finalmente vedere. Mi vedrete con gli occhi dell'anima, se chiuderete alla vanità di questo mondo gli occhi del corpo. La vostra vita verrà da Me trasformata, mentre dolcemente e fortemente vi conduco alla santità. Solo se assecondate la mia azione, potete sfuggire al pericolo di fermarvi e di intiepidirvi nel fervore, dopo l'atto della vostra consacrazione a Me. Una docilità esteriore che vi porta oggi ad essere esempi di ubbidienza vissuta e testimoniata. Ubbidienti alla vostra Mamma che vi parla e che vi porta con la sua parola all'ubbidienza al Papa e alla Chiesa a Lui unita. Ogni giorno il mio Cuore materno viene nuovamente lacerato da atti, anche pubblici, di vera disubbidienza e ribellione al Papa. La vostra ubbidienza deve essere come la mia: umile, consapevole, perfetta. In questo modo voi assecondate la mia azione, mentre per il mio Movimento inizia come una seconda fase". (25 luglio 1977)


Abbiamo già parlato della vita di preghiera di Don Stefano (primo grande impegno del Movimento), ma voglio ricordare anche il secondo impegno, che lui ha sempre raccomandato con particolare insistenza: l'obbedienza alla Chiesa, alle direttive della Chiesa.
Per questo, come ho già espresso:
- leggeva sempre i documenti ufficiali della Chiesa e rac­comandava anche ai Sacerdoti di leggerli e di farli cono­scere ai loro fedeli;
- portava sempre l'abito talare;
- voleva che i sacerdoti, soprattutto del Movimento, fossero di esempio nell'obbedire alle direttive della Chiesa in tutto.


Nell'atto di Consacrazione, su ispirazione, ha scritto:
"Fedeltà e unità al Papa e alle sue direttive
Così da porre una barriera al processo di contestazione del magistero che minaccia le fondamenta stesse della Chiesa".


Fedeltà nella Verità:
non dimentichiamo che
l'errore che uccide la Fede va sempre smascherato,
come del resto fece Paolo con Pietro.




PAPA GIOVANNI PAOLO II E DON STEFANO


Non posso concludere questo breve ricordo di Don Stefano senza parlare del suo rapporto strettissimo con il Papa scelto e ottenuto dal Cuore Immacolato di Maria, come dono per la Chiesa.


"Oggi hai pregato per il nuovo Papa che il mio Cuore Immacolato ha ottenuto da Gesù per il bene della sua Chiesa. È figlio da Me prediletto, perché si è consacrato al mio Cuore fin dal principio del suo Sacerdozio. Unisciti, con l'amore e con la preghiera, a tutti i Sacerdoti del mio Movimento, che Io stessa conduco a sempre più grande amore al Papa e alla Chiesa a Lui unita." (17 ottobre 1978)


Certamente il Santo Padre Giovanni Paolo II è stato un dono per la Chiesa, ma lo è stato, direi in modo del tutto particolare, anche per Don Stefano, che ha trovato nella sua persona una conferma di quello che gli chiedeva la Madonna per superare la grande crisi penetrata all'interno della Chiesa stessa.
È vero, infatti, che lui nel profondo del suo cuore era consapevole della grande missione che la Madonna gli affidava con i messaggi sotto forma di `locuzioni interiori', e che le parole ricevute in quei momenti erano per lui quasi miracolose, tali da far scomparire le difficoltà, e da dare grande carica spirituale e materiale, di certezza e sicurezza; ed è pur vero che Don Stefano, prima di divulgare il messaggio, lo sottoponeva al suo Direttore Spirituale. Egli desiderava tuttavia la conferma dalla Chiesa, che arrivò dal Santo Padre: era la conferma del Cielo. Si realizzava così il grande desiderio che Don Stefano aveva coltivato nel suo cuore fin dagli inizi, e vederlo concretizzato, dopo non pochi tentativi, fu per lui un grande dono della Mamma.
Tutti gli anni inviava al Santo Padre la lettera circolare di fine anno che veniva mandata a tutti i membri, ma per anni non ebbe risposta. Allora, per fare recapitare la lettera direttamente nelle mani del Papa, chiese aiuto a un Vescovo del Movimento che lavorava in Vaticano, e subito gli furono fatte avere le giuste istruzioni per arrivare direttamente al Papa, senza passare dalla Segreteria di stato. Gli fu anche dato un numero di telefono diretto con Don Stanislao, Segretario personale di Giovanni Paolo II. L'incontro avveniva di solito in Dicembre, mese della sua ordinazione Sacerdotale, avvenuta il giorno 19. Concelebrava col Papa nella sua cappella privata, e poi seguiva il colloquio personale che riguardava il viaggi fatti nei vari paesi, i cenacoli e tutto ciò che accadeva. Fu, infatti, durante uno di questi incontri che il Santo Padre, puntando il dito verso di lui disse: "Tu parroco di tutto il mondo!". Maggior conferma non poteva avere: quella era la missione chiesta dalla Madonna l'8 maggio 1972, ed era anche la missione affidatagli dalla Chiesa. Questo fu di grandissimo conforto per Don Stefano. Negli ultimi dieci anni non gli fu più possibile avere l'in­contro personale con il Papa, ma Don Stefano continuò ad inviargli il suo dettagliato rapporto, e spesso Don Stanislao chiedeva di Don Stefano perché il Santo Padre aveva bisogno di parlare con lui. Ricordo molto bene che, quando Don Nazareno fu ucciso in Brasile, Don Stefano mi chiamò, chiedendomi di mandare subito un rapporto al Papa, il quale non tardò a ringraziare. Per questo dice­va, ancora prima che Giovanni Paolo II morisse, che lo voleva come patrono del M.S.M.




I SANTI PATRONI DEL MOVIMENTO


S. Giuseppe è certamente il patrono principale che la Mamma stessa ha voluto per il suo Movimento.
"Affidate voi e il mio Movimento alla sua potente protezione. Come ha saputo difendere la vita minacciata del Bambino Gesù, così ora difenderà questa mia Opera di amore, nei momenti in cui dal mio Avversario verrà attaccata e furiosamente combattuta. Con lui e con il nostro divin Bambino Gesù, oggi vi incoraggio e vi benedico". (19 marzo 1984)


Don Stefano poi ha voluto aggiungere come copatroni:
- Santa Teresina del Bambino Gesù,
- San Giovanni Paolo II.


Ora vorrei terminare questo breve tentativo di far conoscere il caro e piccolo bambino Don Stefano e la grande figura del grande Papa, San Giovanni Paolo II, riportando senza commenti alcuni brani dei messaggi del libro `Ai Sacerdoti, figli prediletti della Madonna', dove si vede e si tocca con mano, che il Movimento Sacerdotale Mariano è stato un grande dono del Cielo, per la Chiesa e per il mondo, e questo dono del Cuore Immacolato di Maria, ha avuto due grandi apostoli:
- San Giovanni Paolo II
- Don Stefano.


Ora, noi del Movimento, il piccolo resto che Lei, la Mamma, custodisce nel Suo Cuore Immacolato per essere gli Apostoli degli ultimi tempi, dobbiamo, imitando Don Stefano, il piccolo bambino della Madonna, continuare la nostra missione, ossia far trionfare il Cuore Immacolato di Maria sulla Chiesa e sul mondo.


"Questo è il compito che ti ho affidato: portare in ogni parte del mondo il mio materno annuncio e chiamare tutti i miei figli ad entrare, con il loro Atto di consacrazione, nel rifugio luminoso e sicuro del mio Cuore Immacolato. Perché la prova che sta per giungere a voi è tanto grande e siete chiamati tutti a soffrire con Me. Ma la vostra è come la sofferenza di una mamma che deve dare alla luce il suo bambino. Infatti l'immenso dolore di questi ultimi tempi prepara la nascita di una nuova era, dei tempi nuovi, in cui Gesù verrà nello splendore della sua gloria ed instaurerà il suo regno nel mondo." (8 settembre 1990)


"Oggi vi confermo che questo è il Papa del mio segreto; il Papa di cui ho parlato ai bambini durante le apparizioni; il Papa del mio amore e del mio dolore... Quando questo Papa avrà compiuto il compito che Gesù gli ha affidato ed Io scenderò dal Cielo ad accogliere il suo sacrificio, tutti sarete avvolti da una densa tenebra di apostasia che sarà allora diventata generale. Rimarrà fedele solo quel piccolo resto che, in questi anni, accogliendo il mio materno invito, si è lasciato racchiudere dentro il rifugio sicuro del mio Cuore Immacolato." (13 Maggio 1991)


"Le forze massoniche sono entrate nella Chiesa, in maniera subdola e nascosta, ed hanno posto la loro roccaforte nello stesso luogo ove vive ed opera il Vicario di mio Figlio Gesù. Vivete gli anni sanguinosi della battaglia, perché la grande prova è ormai giunta per tutti. Si sta realizzando quanto è contenuto nella terza parte del mio messaggio, che ancora non vi è stato svelato, ma che ormai è reso palese dagli stessi avvenimenti che state vivendo. Per prepararvi ad essi, Io ho fatto sorgere, in ogni parte del mondo, la mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano. E così ho scelto questo mio più piccolo e povero bambino e l'ho portato ovunque, come strumento del mio materno disegno di salvezza e di misericordia. Per mezzo di lui vi ho chiamato da ogni parte a consacrarvi al mio Cuore Immacolato; ad entrare tutti nel sicuro rifugio che la Mamma Celeste ha preparato per voi; a moltiplicare i Cenacoli di preghiera come parafulmini che vi proteggono dal fuoco del castigo. Quanti di voi mi hanno risposto con filiale amore e con grande generosità. Ormai il mio disegno sta per attuarsi ed il compito, che ho affidato a questo mio piccolo figlio, sta per essere compiuto." (13 maggio 1993)


"Questo Papa è il dono più grande, che il mio Cuore Immacolato vi ha dato, per il tempo della purificazione e della grande tribolazione. Parte importante del mio messaggio e del mio segreto, che ho rivelato ai tre bambini a cui sono apparsa, riguarda proprio la persona e la missione del Papa Giovanni Paolo II. Quanto è grande la sua sofferenza! Spesso è come schiacciato sotto il peso di una croce, che è diventata tanto pesante. L'umanità corre sulla strada della vio­lenza e dell'odio, delle lotte fratricide e delle guerre, nonostante il suo angosciato grido, che a tutti fa giungere, per invocare la pace". (13 maggio 1995)


"E il Messaggio di Fatima che si compie nel vostro impegno di amore, di preghiera e di unità al Papa ed alla Chiesa a Lui unita. Qui Io ho predetto ed ho mostrato in visione ai piccoli bambini, a cui sono apparsa, le sofferenze, le opposizioni e le prove sanguinose del Papa. Queste mie profezie si sono compiute soprattutto in questo mio Papa Giovanni Paolo II, che è il capolavoro formato nel mio Cuore Immacolato. Con il vostro impegno di amore e di preghiera, voi siete il suo conforto e la sua consolazione, nel momento del suo più grande sacrificio. Con la vostra docilità ed ubbidienza, voi diventate il suo aiuto più valido, perché il suo Magistero sia ovunque accolto, ascoltato e seguito. Con la vostra unità a Lui, voi siete confermati a restare nella vera fede, nei tempi qui da Me predetti, in cui la fede si sta perdendo da molti miei figli, a causa degli errori che vengono insegnati e sempre più diffusi. Io ho fatto sorgere qui, ormai da venticinque anni, il mio Movimento Sacerdotale Mariano: perché il Messaggio di Fatima, spesso contestato e da molti rifiutato, avesse ai vostri giorni il suo pieno compimento." (13 Maggio 1997)


Questi messaggi devono aiutarci a non scoraggiarci e darci la forza di mantenerci fedeli agli insegnamenti di Don Stefano, e in particolare di San Giovanni Paolo II, grande difensore del tesoro secolare della Tradizione della Chiesa, che oggi si vuol far tacere. Chiesa che si vuole distruggere, manipolando la VERITÀ con il pretesto di aggiornarla e adeguarla ai tempi.




IL COMANDAMENTO DELL'AMORE


Anche Don Stefano ha impiegato molto tempo a capire che il Movimento è Opera di Maria, e quindi è Lei che pensa a tutto. A noi è richiesto soltanto di essere dei bambini che si fidano e si affidano alla Mamma. Lei pensa a tutto il resto.
La Madonna chiedeva questo totale abbandono per insegnare a Don Stefano e a ciascuno di noi a vivere il comandamento che racchiude tutti i Comandamenti: l'amore.


"Vorresti e non puoi, perché non dipende da te; vorresti e non puoi, perché trovi difficoltà che tu da solo non puoi superare. Vorresti e non puoi, perché ad uno ad uno ti cadono tutti quegli appoggi umani su cui tanto contavi. Anche per Me, per il mio Movimento, quante volte vorresti fare e non puoi. Oh, questa impotenza di fare, la tua esperienza di fragilità, la pazienza che devi esercitare, questa attesa talvolta come ti costa, come tifa soffrire, come ti purifica! Proverai la gioia anche nel dolore; anzi tu offrirai per la mia gioia ogni tuo dolo­re, anche il più piccolo, ed Io lo accoglierò come un dono che il bimbo fa alla Mamma e te lo cambierò subito in gioia. Ma la gioia che io ti dono è profonda, non è superficiale; è quieta, non porta mai turbamento: è per te, figlio, la gioia della Croce. La gioia di restare sempre nel mio Cuore Addolorato per provarne tutta la materna, indicibile amarezza. A questa gioia voglio portare tutti i Sacerdoti del mio Movimento. Devono sapere come Io totalmente cambio e trasformo la loro esistenza, prendendo alla lettera il dono che mi hanno fatto della loro consacrazione. Li condurrò, questi miei bimbi, tanto avanti nell'amore, nella sofferenza, nella gioia della Croce." (23 marzo 1974)


"Non lasciarti prendere dalle cose: non ti preoccupare. Ti ripeto: nessuna esterna interferenza potrà nuocere a questa mia Opera. Io ti faccio sentire come voglio quest'Opera e Io stessa ti condurrò per mano per realizzare questo mio disegno. Quelli che ti dovranno aiutare Io stessa, piano piano, li distaccherò da tutto - persino da ciò che essi ritengono buono e utile per il mio Movimento - e li condurrò solo sulla strada del perfetto abbandono e del mio volere. Saranno da Me personalmente chiamati a questo distacco: e Io da loro attendo la più totale sottomissione. O figlio, sapessi quanto sto lavorando i miei Sacerdoti, come sto lavorando te stesso! Affidati sempre più a Me, lasciati condurre da Me: vedrai come la Mamma al tuo posto saprà fare bene ogni cosa". (30 luglio 1974)


Le parole di questo messaggio furono dette dalla Madon­na in un momento in cui il `Libro Azzurro' che Don Stefano pubblicava era esaurito da qualche mese. Si doveva ristamparne un'altra edizione, perché ogni giorno arrivavano richieste da moltissimi Sacerdoti, ma per motivi inspiegabili, non si riusciva a venirne a capo. Don Stefano aveva perso un po' la calma. Ed ecco che arriva questa bellissima lezione della Mamma che ci insegna a non preoccuparci più di tanto: "Offrire la propria impotenza, distaccarsi da quelli che sono gli appoggi umani, deve darti gioia - dice la Madonna -, non turbamento, perché questo ti purifica e cambia, ti fa provare la sofferenza della Croce".


Don Stefano diceva spesso che la funzione del Movimento nella Chiesa è la stessa della linfa in un albero. Il Movimento è la linfa che tiene in vita il grande albero della Chiesa in questi tempi di apostasia, di divisioni, di abbandoni e tradimenti. Diceva che la vera linfa non è la critica, la condanna, ma l'amore che la Madonna chiedeva ogni giorno come impegno principale, non solo a lui ma anche a tutti i membri consacrati al Suo Cuore Immacolato.


"Ti domando di amare sempre di più.
Ama ogni giorno, in ogni momento della tua vita.
Nulla turbi la purezza e la intensità del tuo amore.
Ama la santissima e divina Trinità,
glorificando il Padre, imitando il Figlio,
accogliendo il dono dello Spirito.
Ama, con il Cuore divino di Gesù, tutti i tuoi fratelli, specialmente i più piccoli, i più poveri, gli ultimi,
i disperati, gli emarginati, i peccatori.
Sii tu il raggio luminoso del mio amore materno e misericordioso.
Ama i tuoi fratelli Sacerdoti, specialmente
i più deboli, i più fragili,
quelli che cadono,
quelli che sono imprigionati dalle catene delle passioni,
specie dell'orgoglio e della impurità.
Per loro immolati ogni giorno nel silenzio, nel nascondimento,
nella umiltà, nella docilità.
Diventa la dolce e mansueta vittima, da Me immolata,
per il bene e per la salvezza di tutti i Sacerdoti.
Ama sempre, senza stancarti mai.
Ogni cosa sia fatta da te solo per amore.
Il cammino che devi fare per Me, per amore.
La croce che devi portare, per amore.
Il lavoro pesante che ti tocca compiere, per amore.
I Cenacoli che porti avanti, per amore.
I Paesi che attraversi, per amore.
I continenti lontani che raggiungi, per amore.
La preghiera intensa che ti chiedo, per amore.
La sofferenza che ogni giorno ti domando, per amore.
La stanchezza che ti prende, per amore.
La sfinitezza che ti prostra, per amore.
I tuoi limiti che ti mortificano, per amore.
I difetti che ti accompagnano, per amore.
Tutta la tua vita che mi doni, per amore.
Soltanto allora sarai quaggiù la gloria di Maria.
Soltanto allora potrai adempiere alla missione che Io ti ho affidato e farai fiorire nella tua persona, nella tua vita e nella tua opera
il giardino delle mie più grandi e straordinarie meraviglie." (22 marzo 1988)


Don Stefano è stato la GLORIA di Maria sulla terra e noi tutti lo possiamo testimoniare. Ma lo potremo ancora di più testimoniare, non tanto con le nostre parole o scritti, ma continuando a vivere la nostra vita come ha vissuto lui.


Cuore Immacolato di Maria, Fiducia, Salute e Vittoria mia.
Solennità dell'Immacolata Concezione 2016
P. Quartilio Gabrielli






UN SEMINATORE DI MERAVIGLIE


Nella prima metà del luglio 1977 si sono svolti i primi esercizi spirituali internazionali del MSM nell'eremo di Monte Giove (presso Fano) con i sacerdoti provenienti dall'Italia, Francia, Germania e Jugoslavia (18 partecipanti). In quell'occasione la Madonna ha dato un messaggio in cui ha detto: «E' un continuo Cenacolo, come era a Gerusalemme dopo il ritorno di mio Figlio Gesù al Padre» (M. 14. 7. 1977).
Io avevo partecipato già ai molti esercizi spirituali, ma per prima volta ho sperimentato profondamente in questo Cenacolo la Chiesa come «un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32). Si è sentita una particolare presenza della Madre di Dio e Madre della Chiesa e si è realizzata l'af­fermazione del Papa Paolo VI: «Dov' è la Madonna ivi è Gesù; ivi è la Chiesa».


Don Stefano Gobbi ha ricevuto dallo Spirito Santo il "carisma del Cenacolo" in perfetta sintonia con il Concilio Ecumenico Vaticano Il che, come inizio della seconda Pentecoste, ha rinnovato in un certo qual modo nella Chiesa il Cenacolo della prima Pentecoste. «Io vi porto la presenza della Madonna» (dichiarazione di don Stefano in un Cenacolo nazionale in Slovenia). La Madonna con la sua presenza materna nel Cenacolo confermava che don Stefano era il suo strumento autentico e che il MSM è solo Opera sua. Nel Cenacolo don Stefano è apparso "diverso" e, nel suo parlare, è stato come trasformato da una presenza particolare della Madre nell'ordine della grazia. Fuori del Cenacolo sono stati ogni tanto ben evidenti i suoi limiti umani.


Sulla base dell'insegnamento di Giovanni XXIII e dell'ultimo Concilio, Paolo VI, Giovanni Paolo Il e Benedetto XVI hanno sviluppato la dottrina sul Cenacolo e promosso la sua attuazione, ma non sono riusciti a diffonderlo nella Chiesa: essi sono stati "voci" che gridano in un de­serto. Don Stefano Gobbi, invece, è stato il Seminatore straordinario del Cenacolo: mediante la sua missione innumerevoli Cenacoli si sono diffusi nella Chiesa. Questa moltiplicazione non si può spiegare umanamente, ma costituisce un grande miracolo dello Spirito del Padre e del Figlio, compiuto con la cooperazione verginale e materna del Cuore Immacolato della sua Sposa amatissima.
Sono molto importanti i messaggi sul Cenacolo, in cui la Madonna emerge come Sposa dello Spirito Santo e Madre della Chiesa nel miracolo di Pentecoste. Sì, lo Spirito Santo è come l'anima della Chiesa, ed essa è anzitutto e soprattutto una continuazione del miracolo pentecostale e come tale nasce "dall'alto"; essa quindi non è un' organizzazione umana che sorge "dal basso", in cui facilmente predomina il "demone dell'organizzazione" (Pio XII; la Madonna ci vuole liberi dall'influsso di questo demone, cf. M. 16. 9. 1974). Dobbiamo molto ringraziare don Stefano che ci ha fatto capire, mentre dilagava paurosamente nel clero "l'eresia dell'azione" (Pio XII), che «il bisogno primo della Chiesa è di vivere sempre la Pentecoste» (Paolo VI).


Pregando il santo Rosario nel Cenacolo, insieme con Colei che è "l'Onnipotenza supplice", il MSM si trova nel cuore della realizzazione dell'ultimo Concilio e della seconda Pentecoste. Nel tempo della grande notte polare della negazione di Dio, dell'apostasia diffusa e della tribolazione apocalittica, il Cenacolo al piano superiore, cioè nel Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, è un rifugio sicuro di salvezza, dove lo Spirito del Signore si effonde in abbondanza e risplende l'inizio della seconda Pentecoste. Per questo ogni sacerdote del MSM dovrebbe essere, secondo l'esempio di don Stefano, un fervente promotore del Cenacolo.


«E' il Messaggio di Fatima che si compie e che si sta realizzando in ogni parte per l'azione misericordiosa della vostra Mamma celeste. Con esso Io ho domandato la consacrazione al mio Cuore Immacolato, come mezzo sicuro per ottenere la conversione del cuore e della vita, e per ricondurre l'umanità sulla strada del suo pieno ritorno al Signore. Per mezzo del mio Movimento Sacerdotale Mariano questa consacrazione, da Me voluta e richiesta, viene ormai fatta in tutte le parti della terra. (...)
E' il Messaggio di Fatima che si compie nella diffusione ormai a livello mondiale, dei Cenacoli, che Io vi ho domandato, per raccogliervi nella preghiera fatta con Me e per mezzo di Me» (M. Il messaggio di Fatima si compie, Fatima, 8. 5. 1997).


Dall'inizio della sua missione, don Stefano Gobbi ha testimoniato di aver ricevuto il carisma del MSM l'8 maggio 1972, proprio nel luogo delle apparizioni della Madonna ai tre piccoli bambini a Fatima: pregando nella cappellina davanti all'immagine della Mamma celeste. In virtù di questo carisma egli è divenuto un Seminatore straordinario della consacrazione vissuta al Cuore Immacolato della Madre di Dio e Madre nell'ordine della grazia. Egli ha piantato questo seme nei cuori di tutti i membri del MSM e del Movimento Mariano.
Questa moltiplicazione della consacrazione vissuta e la sua crescita nella Chiesa provengono da un'azione speciale dello Spirito del Padre e del Figlio. Sotto quest'aspetto, il MSM è una realizzazione del messaggio di Fatima. Esso ha prestato un aiuto grande ai Papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno accolto il messaggio di Fatima e hanno cercato di portare il popolo pellegrinante di Dio sulla via della consacrazione vissuta al Cuore Immacolato della sua Madre celeste.


«Sei stato scelto da Me stessa per fare comprendere a tutti- sopra­tutto ai tuoi fratelli Sacerdoti - le ricchezze e le meraviglie del mio Cuore Immacolato» (M. 9. 11. 1975).


«E' la mia Opera, che Io faccio per mezzo del mio Movimento Sacerdotale Mariano. Per questo ho scelto questo mio piccolo bambino e l'ho fatto strumento delle mie più grandi meraviglie in ogni parte del mondo» (M. 19. 6. 1993).


«Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è qualcosa, ma Dio che fa crescere. Siamo infatti collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio» (1 Cor 3,6-7. 8). Nella prospettiva della seminagione crescente della menzionata con­sacrazione vissuta e di quella dei Cenacoli, don Stefano Gobbi appare come un Seminatore straordinario di meraviglie nel campo di Dio, cioè nella Chiesa, ma non il loro Creatore. Esse sono state chiamate all'esistenza e fatte crescere unicamente da Dio Uno e Trino onnipotente, il quale le ha compiute, in Cristo e per Cristo, mediante la collaborazione del Cuore Immacolato della Madre nell'ordine della grazia e quella molto inferiore di don Stefano.
Tali meraviglie dimostrano che don Stefano è stato un collaboratore di Dio e della Madre della Chiesa, uno strumento scelto e adoperato da loro per la realizzazione di un loro disegno trascendente, ma per se stesso una nullità: «Sentiti per questo un niente, veramente incapace» (M. 27. 5. 1974).


Qui sorge una domanda importante: se don Stefano è stato un Seminatore straordinario delle meraviglie nel campo di Dio, allora è stato lui stesso capace di escogitare i messaggi del "Libro azzurro", che rivelano le ricchezze e le meraviglie del Cuore Immacolato di Maria, o essi sono piuttosto discesi, sotto forma di locuzioni interiori, nel suo cuore, dal Cuore Immacolato della Donna vestita di sole? In virtù del principio della ragione sufficiente si deve affermare che nessuno nella Chiesa, e perciò nemmeno don Stefano Gobbi, potrebbe fare umanamente una tale cosa. «Il giardino delle più grandi e straordinarie meraviglie» (M. 22. 3. 1988) del Cuore Immacolato di Maria nella vita di don Stefano non è stato e rimane anzitutto il Libro dei suoi messaggi?
La Regina dell'universo ha disseminato, mediante la missione di questo suo debole bimbo, sprovvisto di mezzi umani di propaganda, le sue più grandi meraviglie nei cinque continenti della terra.
Nell'osservazione della seminagione crescente delle suddette meraviglie in tutto il mondo, emerge che il MSM è un'Opera della Madre nell'ordine della grazia: il frutto di un intervento straordinario della Donna vestita di sole, che, mandata da Cristo (da Dio Uno e Trino), come mai discende dal cielo per aiutare maternamente la Chiesa e l'umanità durante la tribolazione apocalittica.




UNA CORONA SPLENDIDA


Il termine greco "stephanos" significa "corona". Dopo la dipartita di don Stefano da questo mondo, vediamo meglio che egli è stato veramente "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria" (cf. M. nella festa di San Stefano martire, 26. 12. 1974): in continuità con Fatima è stato il ricevitore privilegiato della più grande rivelazione privata del Cuore Immacolato della Madre di Dio e Madre della Chiesa nella storia, voluta dalla santissima Trinità nel tempo dell'attuazione piena del libro dell'Apocalisse, perché risplendesse di più «un segno grandioso nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1). Anzi addirittura come Segno unico nel cielo:
«Uno solo è il segno che Dio dà al mondo e alla Chiesa di oggi: Io stessa. Io sola sono annunciata quale grande segno nel cielo: questa donna, vestita di sole, con la luna quale tappeto ai suoi piedi e dodici stelle quale corona luminosa attorno al suo capo. E' preannunciata la mia vittoria sul Drago rosso, sull'ateismo trionfante. Questa vittoria si otterrà per mezzo del trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo, e questa mia vittoria Io raggiungerò con i Sacerdoti del mio Movimento. Non cercate altri prodigi nel cielo: questo sarà il solo prodigio» (M. 30. 11. 1974).


Don Stefano è stato una corona splendida del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole: una potente antenna spirituale ricevente e trasmittente della sua luce purissima nel tempo della notte polare crescente della negazione di Dio, mentre aumentava nella Chiesa il processo della confusione e dell'apostasia dal Vangelo e da Gesù Cristo, l'unico Salvatore del mondo. Egli ci ha indirizzati a guardare con gli occhi della fede solo verso questo Segno grandioso per ricevere la luce divina e vittoriosa del sole di Cristo (della Santissima Trinità). Come nessun altro egli ha contemplato e ci ha avvicinato il mistero di Maria nel mistero di Cristo e nel cuore della Santissima Trinità.
La rivelazione da lui ricevuta contiene pure, tra l'altro, la più profonda spiegazione del capitolo VIII della costituzione dogmatica "Lumen gentium": la beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Questo capitolo, secondo un disegno di Dio Uno e Trino, costitu­isce il vertice della costituzione sulla Chiesa e del Concilio Ecumenico Vaticano II.
A Fatima la Madonna ha dato un messaggio apocalittico che riguarda la fine dei tempi (cf. M. 13. 5. 1994). Il segreto di Fatima (il terzo?) si riferisce alla Chiesa e all'umanità alla fine dei tempi (cf. M. dato a Fatima, 11.3. 1995) ed esso sarà reso palese con lo stesso svolgimento degli avvenimenti. Don Stefano Gobbi è stato profondamente introdotto dalla Donna vestita di sole nel mistero del suo Cuore Immacolato e nel segreto di Fatima. Anche per questo egli appare oggi come una corona fulgente che ci aiuta a trovare il giusto orienta­mento "in una stagione di smarrimento", di una "apostasia silenziosa" e di una "cultura di morte" (cf. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Ecclesia in Europa, 2003, n. 7-9), nell'oscurità, nella prova e nella tribolazione apocalittica.




GLI ESERCIZI SPIRITUALI
SOPRA LE CATACOMBE


Nella prima metà del luglio 1978 si sono svolti i secondi esercizi spirituali internazionali del MSM nel convento religioso situato sopra le catacombe di San Callisto a Roma (circa 60 partecipanti). Ricordo ancora la voce di don Stefano Gobbi che in una meditazione ha gridato: «L'umiltà, l'umiltà, l'umiltà!» Egli ha compreso fino in fondo la necessità di questa virtù nel tempo in cui andava crescendo una meta-tentazione, come l'ha definita due anni più tardi Giovanni Paolo II nel discorso ai Vescovi francesi: una tentazione della superbia così profonda, universale e forte come mai è successo nella storia dell'umanità e della Chiesa.
Don Stefano si è contrapposto alla coda del drago, che tramite questa tentazione, dopo il Concilio, ha causato numerosi naufragi nella fede tra i membri del clero e ha fatto precipitare molte stelle dal cielo della Chiesa nel sotterraneo (cf. Ap 12,4). Coltivando l'umiltà e lo spirito dell'infanzia spirituale, egli ha voluto essere spiritualmente soltanto un bambino di due mesi nelle braccia della Mamma celeste, della Donna vestita di sole (cf. Ap 12,1), che con docilità si lascia portare da Lei. In questo modo egli ha camminato sopra le onde burrascose della meta-tentazione e il drago non è riuscito a fermarlo o a capovolgerlo. L'atteggiamento filiale l'ha portato a una confidenza totale nella Provvidenza del Padre celeste e all'abbandono alla sua volontà.


«Siate docili: è ciò che più mi piace e che a voi costa di più» (M. 13. 7. 1978), ha affermato l'umile Ancella del Signore nel suo messaggio ai partecipanti agli esercizi. La docilità cammina di pari passo con l'umiltà. Mentre oggi la curva della meta-tentazione avanza verso il suo massimo, noi del MSM dobbiamo più che mai seguire con umiltà e docilità le orme di don Stefano, per sfuggire alle insidie pericolosissime del drago scatenato.
Don Stefano praticava e inculcava nei membri del MSM una sottomissione umile e docile al Magistero della Chiesa, spingendoli ad apprezzare, conoscere e far conoscere i documenti dei successori di Pietro. Ciò è stato veramente provvidenziale nel tempo della contestazione al Magistero dopo il Concilio, in cui è cresciuta un'interiore divisione nella Chiesa (cf. M. 11. 2. 1979) e una persecuzione nascosta e subdola è riuscita "dall'interno" a emarginare l'insegnamento del successore di Pietro (cf. M. 3. 3. 1979), «a lasciare cadere nel vuoto il suo magistero e a fare, nella pratica, il contrario di quanto lui indica» (M. 11. 2. 1979). Mediante questo processo sono stati costruiti pian piano un falso Cristo e una falsa Chiesa (cf. M. 17. 6. 1989), senza che moltissimi se ne accorgessero.


Durante i menzionati esercizi la Vergine Santa ha detto nel messaggio: «In voi e per mezzo di voi Io stessa sono presente sotto la croce su cui il Santo Padre sta vivendo le ore della sua agonia» (M. 13. 7. 1978). Contrapponendosi alle interpretazioni parziali dell'ultimo Concilio, al processo della secolarizzazione della teologia, della protestantizzazione dell'esegesi, dell'apostasia dalla fede cattolica e alla formazione di un falso Cristo e di una falsa Chiesa, i Papi Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (sono i "Papi conciliari", perché hanno partecipato personalmente all'intero svolgimento del Concilio Vaticano) si sono conformati interiormente in gradi perfetti a Cristo Crocifisso. Non si può dimenticare quanto don Stefano ha fatto pregare nei Cenacoli per questi Papi, recando a loro un aiuto spirituale notevole. Così veramente il MSM ha assunto il ruolo dell'apostolo Giovanni sotto la croce di Gesù, accanto alla Madre sua addolorata.


Il mercoledì noi abbiamo concelebrato la Messa nella basilica di San Pietro e nel pomeriggio abbiamo partecipa­to all'ultima Udienza generale di Paolo VI. Egli infatti è andato subito dopo a Castel Gandolfo, dove è morto nel giorno della festa della Trasfigurazione del Signore. Don Stefano si è sentito in sintonia con Paolo VI, che ha ricevuto dallo Spirito Santo il "carisma della trasfigurazione" (Giovanni Paolo II) per la Chiesa sulla via della nuova era, e ancor di più con Giovanni Paolo II, che ha avuto in misura più grande lo stesso carisma. Senza la docilità al "carisma della trasfigurazione", posseduto anche da don Stefano, nessuno può addentrarsi nei messaggi del "Libro azzurro"; e neppure nell'insegnamento dei "Papi conciliari" che interpreta il Concilio Universale Vaticano II senza rottura con la sacra Tradizione come una nuova tappa dello sviluppo della dottrina per la nuova era.
Nello stesso mercoledì don Stefano Gobbi, con altri tre sacerdoti, è stato ricevuto dal Cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Franjo Seper (1905 - 1981), ed ha parlato con lui degli esercizi spirituali e del MSM. Forse per la prima ed ultima volta don Stefano ha visitato l'edificio di questa Congregazione, la quale in seguito, quando ne è stato prefetto il Cardinale Joseph Ratzinger, ha esaminato per due volte successive il "Libro azzurro".


«Il vostro è stato un vero cenacolo eucaristico: a Gesù nell'Eucaristia si è orientata la vostra preghiera, il vostro amore, la vostra vita. Siete chiamati a diventare sempre più gli apostoli e i nuovi martiri di Gesù presente nell'Eucaristia. Per questo deve aumentare la vostra riparazione, la vostra adorazione, la vostra vita di pietà. Il Cuore Eucaristico di Gesù farà cose grandi in ciascuno di voi» (M. La vostra pubblica missione, 13. 7. 1978).


In quei giorni, nel corso di un'omelia, stando sopra le tombe dei martiri del tempo dell'Impero romano, don Stefano Gobbi si è rivolto verso Oriente: verso l'Impero totalitario del comunismo nei Paesi dell'Est. Egli ha alzato la mano destra in segno di minaccia e ha pronunciato una profezia sull'avvicinarsi della fine dell'Impero comunista, che a quel tempo sembrava impensabile e impossibile. La Regina delle vittorie, mediante questo suo piccolo figlio, ha voluto ricordarci che Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (cf. Lc 1,52). Gesù, nel suo infinito abbassamento nell'Eucaristia, fa cose grandi nei cuori degli umili, che lo amano, e così forma anche i suoi nuovi apostoli: gli Apostoli degli ultimi tempi. Essi, sopra le tombe degli innumerevoli martiri dei secoli XX e XXI, durante la tribolazione apocalittica, attendono con fiducia un sorprendente, improvviso e sconfinato miracolo del sole: il trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, che coinciderà con il più grande splendore del regno eucaristico di Gesù. Don Stefano è stato annunciatore profetico di questo evento. Questo Cenacolo nel suo insieme, sopra le tombe degli innumerevoli martiri romani, è stato un evento salvifico e un segno profetico: Gesù, Re dell'eterna gloria, sconfiggerà, mediante il Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, il più gigantesco Impero anticristiano nella storia e l'abominio della desolazione nella Chiesa con la voce dei lattanti, con la preghiera dei piccoli e con la debolezza dei nuovi martiri (testimoni) "eucaristici". La Madonna ha tracciato la via della pubblica missione degli Apostoli degli ultimi tempi e del suo Movimento.




IL SANTUARIO DI CASTELMONTE:
LA MADRE DI DIO CON GESÙ LATTANTE


Don Adriano Menozzi, parroco di San Marco (Placensis, Udine), è stato fin dal 1974 un grande amico e sostenitore di don Stefano Gobbi. Nella sua canonica gli ha riservato una stanza al piano superiore, che sempre l'ha accolto, quando è venuto per soggiornare una o due settimane. Questa canonica è divenuta il punto di partenza dei viaggi di don Stefano in Jugoslavia, in Cecoslovacchia, in Ungheria e in Romania.
Negli anni 1983/4 il "Libro azzurro" è stato esaminato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale infine l'ha inviato all'arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, affinché decidesse se dare o meno il permesso alla nuova stampa del libro, appartenendo don Stefano alla sua diocesi. Don Stefano ha aspettato per mesi que­sto permesso, ma esso non arrivava mai. Allora quando è stato in Friuli, egli ha fatto un voto alla Madonna: «Se il permesso sarà concesso, ogni volta che verrò in questa regione, mi recherò come pellegrino a Castelmonte».


Castelmonte è il Santuario mariano più celebre e più frequentato nel Friuli Venezia Giulia: si trova sul vertice di un monte 8 km ad est di Cividale e quasi al confine con la Slovenia. Nel Santuario è venerata da molti secoli una statua della Madre di Dio che siede e tiene sulle ginocchia il Gesù lattante (nudo); entrambi portano sulla testa corone preziose. Il Santuario è circondato da una cinta muraria, perciò la cima del monte è anche un castello. Poco dopo il voto, il permesso è stato concesso, e don Stefano è di­venuto un pellegrino abituale di Castelmonte.


Don Stefano si recava a Castelmonte sempre accompagnato da due o tre sacerdoti. Durante il viaggio si pregava la prima parte del Rosario, nel Santuario si concelebrava la Santa Messa e si rinnovava la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Dopo la celebrazione si recitava la seconda parte del Rosario e nel ritorno la terza parte.
Nel Santuario, dopo la proclamazione del Vangelo, oppure durante o dopo la preghiera del Rosario, la Madonna ha dato alcuni messaggi. Don Adriano portava sempre con sé il registratore. Don Stefano pronunciava tali messaggi, di altissimo contenuto teologico, a viva voce, senza interrompersi, prova sicura che non li inventava con un ragionamento del suo pensiero. Don Adriano li registrava e in seguito li trascriveva con la macchina da scrivere. Poi don Stefano li rileggeva, e infine venivano pubblicati nel "Libro azzurro". Questa è stata la genesi di alcuni tra i più bei messaggi che abbiamo nel libro del Movimento.


Per, leggere il libro dei messaggi e lasciarsi formare da essi è necessario ascendere sulla montagna del Cuore Immacolato della Madre nell'ordine della grazia, sulla via dell'infanzia spirituale (cf. M. Il mio libro, Castelmonte, 21. 1. 1984; M., I miei messaggi, Castelmonte, 9. 11. 1984) che è quella regale. Per capire e vivere in profondità la parola della Vergine Madre purissima della Sapienza incarnata occorre avanzare su questa strada semplice e bella, ma difficile, per avvicinarci sempre più a Gesù lattante; la sua parola soprannaturale è infatti un fiore di Sapienza, una goccia di rugiada e una sorgente di grazie (cf. M. La mia parola, Castelmonte, 9. 2. 1985); bisogna insomma diventare puri di mente, di cuore, di corpo (cf. M. 11. 2. 1977), imitando le virtù della Madre della purezza, tutta bella (cf. M. La mia e la vostra purezza, Castelmonte, 14. 2. 1985). Questa parola è come un latte spirituale per i piccoli bambini, che li fa crescere e li aiuta a superare la moderna civiltà della superficialità, le miopi filosofie mondane, l'ateismo teorico e pratico e le ideologie materialistiche; ma sopratutto li aiuta a camminare sopra il labirinto gigantesco della più elaborata e sottile falsa scienza (gnosi) del razionalismo teologico moderno (cf. M. 28. 1. 1978). Nel percorso dell'ascensione essi trovano, dopo fatiche considerevoli, anche un castello invincibile, per essere protetti e difesi nella battaglia apocalittica.


«Ti ho scelto e ti ho preparato per il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo» (M. Il trionfo del mio Cuore Immacolato, Dongo, 19. 12.1973).


La Madonna, con i suoi messaggi, ha formato per primo don Stefano stesso, affinché, come un montanaro del suo Cuore Immacolato, si avvicinasse con l'esercizio crescente delle virtù a Gesù lattante, e si trasformasse in un lattante nell'ordine della grazia. Don Stefano si è lasciato formare con docilità dalla Mamma celeste, venendone spogliato dalle imperfezioni, dagli attaccamenti disordinati, dall'appoggiarsi agli uomini, dai pesi inutili ..., insomma dal residuo dell'uomo vecchio e dei suoi vizi. Arrivato ad alti livelli del monte, egli è stato così spogliato e nudo da assomigliare a Gesù lattante, e ciò ha attirato tante anime alla sua sequela.


«Questa è l'Opera che Io sto facendo nella Chiesa per mezzo di te» (M. 27. 5. 1974).


La Mamma celeste ha posto don Stefano come capofila perenne del suo Movimento, in cui i montanari del suo Cuore Immacolato percorrono lo stesso sentiero ascendente, con la pratica sempre più intensa delle virtù, per avvicinarsi e diventare simili a Gesù lattante. Lungo l'ascensione avviene una trasfigurazione graduale, in cui i vecchi spiritualmente (in essi il residuo dell'uomo vecchio è molto grande) diventano adulti, poi giovani, poi bambini, poi piccoli bambini e infine lattanti (in essi il residuo dell'uomo vecchio è minimo) nell'ordine della grazia.


«In questi anni, come Mamma, vi ho formato attraverso i miei messaggi. ( ..) In questi messaggi vi svelo anche il mio disegno nella sua silenziosa preparazione, nella sua dolorosa attuazione e nel suo vittorioso compimento» (M. 9. 11. 1984). Lasciandosi formare dai messaggi, il MSM partecipa per gradi, lungo la salita nelle altezze del Cuore Immacolato della Regina delle vittorie, al suo disegno, che è quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per il passaggio epocale della Chiesa e dell'umanità alla nuova era (cf. M. 5. 11. 1977); «che è quello di sconfiggere Satana, primo artefice del peccato e di tutto il male che si è diffuso nel mondo. Camminate con Me e allora voi stessi sarete nel mondo la luce immacolata che vincerà la tenebra del male e del peccato» (M. 13. 7. 1978).
Quest'ascensione interiore mirabile è la mossa decisiva, perché prepara la via al trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, predetto da lei a Fatima. Perciò è comprensibile che contro la schiera di questi montanari si scatena il drago infernale con il suo sistema satellitare e con la schiera dei suoi fedeli collaboratori sulla terra. Come capofila dei montanari, don Stefano è stato un bersaglio speciale del Maligno, che vedeva in lui un artefice formidabile, che preparava la sua grande sconfitta.


«Nessuna esterna interferenza potrà mai nuocere a questa mia Opera che Io gelosamente sto facendo nascere per la salvezza della mia Chiesa» (M. 27. 5. 1974).


La sopra delineata ascensione è essenzialmente interiore, sovracosmica (celeste), soprannaturale e naturale. Nessuna interferenza esterna può fermarla. Don Stefano ci ha più volte ammonito riguardo al fatto che solo se noi cediamo alle insidie di Satana deviamo dal retto cammino della consacrazione vissuta e torniamo indietro. Nemmeno la persecuzione, che la Madonna ha predetto, potrà fermare la sua schiera: al contrario, essa accelererà il momento del trionfo del suo Cuore con la venuta del Regno glorioso di Cristo. Don Stefano ha più volte citato la frase scritturistica in cui ha visto preannunciata la vittoria della schiera della Donna vestita di sole: «O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli» (Sal 8,2-3).




UN TRATTO SALIENTE DI DON STEFANO


In qualsiasi stagione dell'anno don Stefano Gobbi usciva dalla canonica di San Marco per fare lunghe passeggiate nei campi della pianura friulana. Io l'ho accompagnato molte volte. Prima di tutto abbiamo pregato il santo Rosario, poi abbiamo parlato del MSM e della situazione odierna della Chiesa e del mondo. In particolare don Stefano ha voluto essere informato sullo stato della teologia cattolica, delle sue varie correnti, della penetrazione delle eresie nelle scuole, sui diversi teologi ... Ricevendo una conferma umana, è stato confortato nella certezza che i messaggi riguardanti la teologia attuale erano conformi ai fatti, quindi alla verità.
Don Stefano non è stato un sacerdote ingenuo, tale da lasciarsi attirare e prendere dal vortice affascinante del trasformismo e del relativismo esploso dopo il Concilio nella Chiesa: ha sempre voluto bensì rimanere sulla solida roccia della verità. Questo suo atteggiamento è ancora più importante nei nostri giorni, in cui questo vortice sta diventando sempre più forte, invadente e divorante.


«La verità è la prima carità» (Paolo VI). Questo indirizzo è stato un tratto saliente di don Stefano Gobbi, che si poteva ben scorgere nelle sue meditazioni. «Non guardate in faccia chi sta in alto o in basso», ci diceva don Stefano, esortandoci ad affermare sinceramente la verità ed a far «splendere la luce del Vangelo» (M. 20. 10. 1973).
Sospinto dallo Spirito della Verità, come piccola piuma sull'onda della sua pienezza, don Stefano trasmetteva un raggio luminoso della verità integrale nel tempo della crescente confusione dottrinale e disciplinare, del mare nebbioso della mediocrità e della tenebra dilagante dell'errore. Ciò ha attirato numerosi Vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici a entrare nel MSM. Questa verità è stata però in lui connessa con l'amore soprannaturale, simile a quello materno della Madonna. Egli ha parlato un linguaggio semplice, cioè sapienziale, che è stato comprensibile a tutte le categorie di ascoltatori.


Don Stefano si è contrapposto al fumo del padre della menzogna, che stava penetrando nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, con «il coraggio della verità» (Paolo VI), smascherando gli errori e le eresie che portano alla perdita della fede globale e quindi all'apostasia. Egli, quale "corona del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria", è stato un grande difensore dell'intero cerchio delle verità rivelate: dell'integrità del deposito della fede, mentre il neomodernismo razionalista lo disgregava in maniera "scientifica". Ecco il processo dolorosissimo e devastante di una "decadenza modernista" (Paolo VI). Don Stefano inoltre ha tolto la maschera dalla faccia delle potenti bestie apocalittiche che minacciano la sopravivenza della Chiesa e dell'umanità. Per fare questo, non è stato forse necessario che egli esercitasse in misura grande la virtù soprannaturale della fortezza?
Il pluralismo teologico centrifugo senza fine, che frantumava il deposito della fede, è stato anzitutto una fuga da Cristo Crocifisso-Verità, Segno supremo della contraddizione. Esso ha attirato e sedotto una parte di cattolici, formando «una Chiesa senza dogmi e senza Croce di Cristo» (Paolo VI) e «senza moralità oggettiva» (Giovanni Paolo II), cioè una Chiesa capovolta, secolarizzata, terrestre e sotterranea. Mediante la consacrazione vissuta al suo Cuore Immacolato, la Vergine Madre, quale "Donna della verità" (Giovanni Paolo II), ha condotto don Stefano a una testimonianza eroica della verità, ed ha plasmato il suo cuore secondo il Cuore di Gesù, e di Gesù Crocifisso. Con i suoi innumerevoli viaggi, fatiche e sofferenze egli è stato chiamato a formare il MSM sull'esempio dell'Apostolo Giovanni, che ha seguito fedelmente il Maestro divino nella salita del Calvario ed è rimasto sotto la sua croce, accanto alla Madre Addolorata.




UN GRANDE APOSTOLO
DELLA VERITÀ E DELLA CARITÀ


Lasciandosi muovere dallo Spirito della Verità e dell'Amore, il cristiano cammina, in Cristo Crocifisso e Risorto, sulla strada centrale e globale della verità e della carità. «In Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità» (Gal 5,6). L'ottica soprannaturale della fede illumina con la luce della verità divina la capacità soprannaturale della volontà, la quale così guidata compie gli atti della carità divina. Allora il cristiano, quale uomo interiore (cuore), cammina e avanza in Cristo, sorretto al tempo stesso dalla virtù soprannaturale della speranza. Nell'ordine dell'agire sono però decisivi gli atti della virtù della carità, con i quali egli sale in alto sul monte di Cristo Crocifisso e Risorto. Introducendo la separazione tra la verità e la carità, il cristiano, quale uomo interiore, esce dal Cuore di Cristo Crocifisso e Risorto (dal Regno di Uno e Trino), dal Cuore della Madre nell'ordine della grazia e dal cuore della Chiesa: precipita nel regno sotterraneo e nella schiavitù del padre della menzogna.
«Per camminare sulla mia strada non si può scendere al compromesso con il male, perché essa si snoda solo sulla inimicizia fra queste due opposte realtà. Mio Figlio Gesù diventa il segno di questa contraddizione e vi è donato dal Padre per la salvezza e per la rovina di molti. Oggi vivete tempi oscuri, perché si cerca di giungere in tutti i modi al compromesso fra Dio e Satana; fra il bene e il male; fra lo spirito di Gesù e lo spirito del mondo. Molti corrono il pericolo di diventare vittime di questa generale confusione ed anche nella mia Chiesa vorrebbe diffondersi un falso spirito, che non è quello di Gesù Figlio di Dio. Come un invisibile nube tossica si espande lo spirito di mescolanza fra Dio e il mondo, e si giunge a togliere il vigore alla Parola di Dio, spogliando della sua forza l'annuncio del Vangelo» (M. 8. 12. 1982).


«Annunciate sempre con fedeltà e chiarezza il Vangelo che vivete. Il vostro parlare sia: "Sì, sì; no no”; il resto viene dal Maligno» (M. Segno di contraddizione, 2. 2. 1976).


«La verità senza la carità e la carità senza la verità diventano entrambe menzogna distruttiva» (Giovanni Paolo 11). Nel XX secolo è continuata a ingrandirsi la più vasta e profonda città dell'ambiguità e della confusione, che nel nostro secolo avanza verso il suo culmine (cf. At 17: la famosa grande prostituta, la città di Babilonia). Mediante il processo della secolarizzazione della Chiesa, dopo il Concilio aumentava la confusione tra la verità e la carità, come pure della loro separazione e contrapposizione; e crescevano la confusione e il compromesso tra la verità e l'errore, tra il bene e il male. Nel campo teologico questo processo, con un falso aggiornamento, ha sovvertito le fondamentali verità della fede cattolica, privandole del loro contenuto divino, universale e immutabile. «Non si negano apertamente, ma si accolgono in maniera equivoca giungendo nella dottrina al più grave compromesso con l'errore che mai si sia compiuto» (M. 2. 2. 1976).
Certamente don Stefano Gobbi non è stato un sacerdote del compromesso! Dalla Condottiera celeste è stato formato a camminare sulla strada centrale e universale della Verità e della Carità. In questo modo è divenuto un grande Apostolo della verità e della carità. Egli si è contrapposto con sorprendente fortezza allo "splendido e babelico secolo XX" (Paolo VI) e al processo dell'auto-demolizione della teologia e della Chiesa. Come ben deciso avversario egli ha combattuto "l'errore che è una verità parziale" (Pio XI), e la "falsità che è il marchio del diavolo" (Benedetto XVI).
Don Stefano Gobbi era convinto che Gesù Cristo avrebbe annunciato oggi il Vangelo con la stessa chiarezza e fortezza con cui lo fece nel suo tempo. Cercando di vivere il Vangelo «con la semplicità dei piccoli, con l'ardore dei martiri, con la fedeltà di coraggiosi testimoni» (M. 21. 1. 1984), don Stefano è divenuto un grande Apostolo della seconda evangelizzazione, somigliante a San Giovanni Paolo II. Chi sa quanto don Stefano ha contribuito alla santificazione e alla salvezza dei membri del clero secolare e religioso e dei fedeli laici? Solo il Cielo potrebbe fornirci la giusta risposta.


«Come Apostoli degli ultimi tempi, dovete annunciare con coraggio tutte le verità della fede cattolica, proclamare con forza il Vangelo, smascherare con decisione le pericolose eresie, che si travestono di verità, per meglio ingannare le menti e così allontanare un grande numero dei miei figli dalla vera fede» (M. 8. 6. 1991).


Nella misura in cui un sacerdote (o un fedele laico) si lascia trasformare dallo Spirito della Verità e dell'Amore in "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria", egli diviene Apostolo degli ultimi tempi. Salendo nel Cuore della Donna vestita di sole il monte di Cristo Crocifisso e Risorto, egli risplende sempre più come una corona luminosa: come un'antenna spirituale riceve e irradia la verità e la carità globali. Trasmette la luce della verità con la forza e il calore della carità e può discernere, sotto la veste della verità, gli errori gravi e le eresie pericolose, ed è capace di smascherarle e di combatterle.
Don Stefano Gobbi ci ha preceduti lungo questa ascensione dolorosa e gloriosa, aprendo come un "alpinista" coraggioso un nuovo sentiero sul monte magnifico del Cuore Immacolato di Maria: è emerso così come un antesignano dell'era nuova. Quanto più è dimenticato questo detto, comprovato dalla storia della Chiesa, tanto più noi dobbiamo ricordarlo: «Tu sola (la Madonna hai distrutto tutte le eresie nell'universo mondo».


La testimonianza eroica alla verità, quindi all'integrità del deposito divino della fede, è un'esigenza della carità sempre più urgente. Essa però comporta l'accettazione generosa della Croce di Cristo: del dolore dell'emarginazione e della persecuzione e, per alcuni del martirio. Don Stefano è stato posto dalla Regina delle vittorie come condottiero della sua schiera, cioè dei «sacerdoti umili e coraggiosi: pronti a farsi deridere, pronti a farsi calpestarsi per Me» (M. 1. 8. 1973). Con questa sua schiera l'umile Serva del Signore vincerà la superba e potente schiera dei carrieristi miopi, privi dell'ottica globale dell'eternità, cioè della fede.




IL SOSTEGNO ORANTE DEI MONASTERI


Prima di arrivare in automobile a don Adriano Menozzi, don Stefano Gobbi era solito sostare a San Vito al Taglia­mento presso il monastero della Visitazione, entrato al completo nel Movimento. Egli vi celebrava la Santa Messa, rinnovando con le monache la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e parlando dei suoi viaggi e della diffusione del MSM nella Chiesa. Chiedeva loro di sostenerlo nei viaggi con la preghiera. Il monastero ha infatti pregato per lui, in modo particolare durante i suoi viaggi all'estero. Egli ha contato molto su questo sostegno orante ed è stato riconoscente al monastero. Sappiamo però che sono stati molti monasteri che hanno pregato per don Stefano e la sua missione.
Quasi sempre don Stefano si è incontrato nel monastero anche con Sr. Maria Consolata Taucer. Essa già prima di lui ha vissuto con tale intensità e fiducia filiale la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, da sembrare una lattante della Mamma celeste. Egli ha amato scambiare con lei le esperienze spirituali e le opinioni sulla situazione della Chiesa. Si sentiva confortato dalla vicinanza di quest'anima, che era anche spiritualmente collegata con Sr. Paolina, altra suora dotata di doni mistici.
Una suora di questo monastero preparava ogni anno un santino con un'immagine della Madonna, su cui era riportata una frase di un messaggio del "Libro azzurro" in diverse lingue. Il santino veniva in seguito distribuito ai partecipanti agli esercizi spirituali del MSM a San Marino e, per alcuni anni ancora, a Collevalenza. La frase costituiva per chi la riceveva un motto da seguire fino all'anno seguente.
Sulla scia di don Stefano è un bene che il MSM resti collegato spiritualmente con diversi monasteri contemplativi, per indicare loro la via della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e per ricevere da loro un aiuto orante. E' la Donna vestita di sole che nel suo Cuore materno costruisce quest'unione, tanto preziosa nel tempo della più grande battaglia spirituale nella storia.




UN NUOVO MONTE TABOR


Vivendo la consacrazione al Cuore Immacolato della "Madre dell'Eucaristia", don Stefano Gobbi è divenuto un innamorato di Gesù eucaristico, perciò un`anima eucaristica". La Madonna l'ha introdotto in un'intimità del tutto speciale con Gesù nascosto sotto il bianco velo dell'Ostia consacrata, in cui egli ha raggiunto il culmine della vita di consacrazione.
Don Stefano è stato unito con un legame particolare a don Gino Salmaso, pure lui un innamorato di Gesù eucaristico, e perciò un`anima eucaristica". Per questo don Stefano volentieri si faceva ospitare, durante la Settimana Santa e nel periodo natalizio, nella canonica di don Gino a Rubbio (Vicenza) e in seguito a Capoliveri (l'isola d'Elba, Livorno), dove ha ricevuto diversi messaggi, pubblicati nel "Libro azzurro".


Come poi non ricordare gli splendidi Cenacoli presieduti per molti anni da don Stefano a Rubbio nel mese di agosto, prima della festa dell'Assunta? A essi hanno partecipato un gruppo cospicuo di sacerdoti del MSM e parecchie migliaia dei fedeli, venuti dalle varie regioni d'Italia e saliti dalla pianura padana, dove dominava tanta afa, all'aria pura e fresca di alta montagna. Per tutti, questi Cenacoli sono stati un evento luminoso e un'esperienza trasformante. Sotto quest'aspetto Rubbio, una piccolissima parrocchia quasi sulla cima di un alto monte (circa 1100 m), che si erge sopra Bassano del Grappa, è stato chiamato dalla Madonna "un nuovo Tabor".


Nella prospettiva di questo "Monte della trasfigurazione" occorre contemplare i due bellissimi messaggi eucaristici donati dalla Madonna a Rubbio: "Madre dell'Eucaristia" (8. 8. 1986) e "Madre dell'adorazione e della riparazione" (21. 8. 1987). Tutto ciò sembra essere quasi una prefigu­razione della nuova era, perché dopo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, mediante una trasfigurazione ad un alto livello del Cuore della "Madre dell'Eucaristia", emergerà come mai prima la "Chiesa eucaristica". La Chiesa, in cui sarà radunata l'umanità superstite, come un'alta montagna luminosa, sarà infatti tutta e perfettamente immersa nel Cuore eucaristico di Gesù e concentrata nell'adorazione e glorificazione della santissima Trinità. Allora «la civiltà dell'amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana» (Paolo VI, Discorso nella Notte Santa del Natale, 25. 12. 1975).


Il Regno di Dio sarà da Dio «alla fine dei secoli ... portato anche a compimento, quando apparirà Cristo, la nostra vita (cf. Col 3,4), e la creazione "sarà lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" (Rm 8,21). Perciò questo popolo messianico, benché non comprenda attualmente tutti gli uomini e appaia talora come un piccolo gregge, è tuttavia un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza per tutto il genere umano» (Concilio Vaticano II, LG 9,2).
Don Stefano Gobbi e don Gino Salmaso, quali montanari straordinari del Cuore Immacolato della "Madre dell'Eucaristia", sono stati antesignani di questa nuova "era eucaristica". Noi nel MSM siamo chiamati a seguire con entusiasmo le loro orme. Verso la fine della grande tribolazione e della persecuzione apocalittica (il terzo se­greto di Fatima non ancora pienamente compiuto, cf. Benedetto XVI, Discorso a Fatima del 13 maggio 2010: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa...») rimarrà forse soltanto una "parrocchia" a livello dell'altopiano del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole. Tale "piccolo gregge eucaristico" della Chiesa nel tempo finale della transizione epocale sarà però un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza per tutto il genere umano. Risplenderà come un faro di luce durante un generale smarrimento e nella profonda disperazione sarà portatore della beata speranza nell'avvento del Regno glorioso ed eucaristico di Gesù.


«Oh, dopo il mio trionfo, essi saranno luce per tutta la Chiesa; al­lora si capirà quanto Io ho fatto in questi anni per voi» (M. I miei messaggi, Santuario di Castelmonte, 9. 11. 1984).


Dopo il trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole e dopo una trasfigurazione epocale dell'umanità e della Chiesa, tutti vivranno in un'alleanza globale rin­novata con la Madre della Chiesa e con Gesù Cristo (con la Santissima Trinità). Tutti perciò, come ha spiegato una volta don Stefano Gobbi, vivranno la consacrazione al Cuore Immacolato della Mamma celeste. Allora davvero il "Libro azzurro" sarà luce per tutta la Chiesa, e le nuove generazioni di montanari spirituali capiranno quanto la Madre nell'ordine della grazia ha operato in questi anni per la nostra salvezza.
Quanto don Stefano ha sofferto, dall'inizio della sua missione fino alla sua morte, per affermare e difendere l'autenticità dei messaggi della Madonna, e dunque la loro origine soprannaturale! Le sue parole poco prima del passaggio all'eternità sono come il sigillo supremo e definitivo: «Lascio come mio testamento spirituale tutto quanto è scritto nel libro: Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna'; ed attesto che l 'messaggi ivi contenuti sono stati ricevuti da me sotto forma di locuzioni interiori» (Testamento Spirituale di don Stefano Gobbi, 1. 1. 2011).
Analogamente il MSM soffre e dovrà soffrire nella grande prova, mentre la Madre dell'Agnello di Dio, Donna vestita di sole, aprirà sempre più nel suo Cuore Immacolato ai suoi figli docili il libro sette volte sigillato dell'Apocalisse. Essa lo ha già fatto con il "suo" Papa Giovanni Paolo II nell'ultimo periodo del suo Pontificato, come manifesta il suo insegnamento.




UN GRANDE PROFETA
DEL SECONDO AVVENTO


Il santo Padre Giovanni XXIII, un mese prima dell'inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, ha spalancato nel suo ispirato discorso un orizzonte luminoso di speranza: «Siamo dunque, con la grazia di Dio, al punto giusto. Le profetiche parole di Gesù, pronunciate in vista del compiersi della finale consumazione dei secoli, incoraggiano le buone e generose disposizioni degli uomini, in modo particolare in alcune ore storiche della Chiesa, aperte ad uno slancio nuovo di elevazione verso le cime più alte: "Levate capita vestra, quoniam appropinquat redempio vestra: sollevate la testa, perché è prossima la vostra liberazione" (Lc 21, 28)» (Radiomessaggio a tutti cristiani, 11. 9. 1962). In seguito il Papa ha citato in maniera abbreviata le pa­role di Gesù: quando vedete gli alberi che già rimettono le foglie, voi conoscete da voi stessi che s'appressa l'esta­te; allo stesso modo anche voi, quando vedete avverarsi queste cose, sappiate che è vicino il regno di Dio (cf. Lc 21,29-31).
Papa Giovanni XXIII si è riferito al discorso escatologico di Gesù secondo Luca:
Lc 21,25-26: la tribolazione apocalittica;
Lc 21,27: la venuta del Figlio dell'uomo su una nube in potenza e gloria grande;
Lc 21,28-31: le piante germogliano, ciò significa che la tribolazione apocalittica è il preludio del ritorno di Cristo nella gloria.


E' molto importante, anzi determinante, questa intuizione profetica: la "finale consumazione dei secoli", che è poi stata chiamata da Giovanni Paolo II la "fine dei tempi". Ancora prima di lui, la Vergine Maria aveva dato, tramite Don Stefano, un messaggio dal titolo "La fine dei tempi": «E' vicina la fine dei tempi, con il ritorno di Gesù nella gloria. "Dalla pianta deifichi, imparate questa parabola: quando i suoi rami diventano teneri e spuntano le prime foglie, voi capite che l'estate è vicina. Allo stesso modo, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che la vostra liberazione è vicina". (Mt 24, 32-33)» (M. 31. 12. 1992).


Nella prospettiva della finale consumazione dei secoli, San Giovanni XXIII, quale Padre spirituale dell'ultimo Concilio, ha voluto che esso assuma il ruolo di Giovanni Battista, e prepari la Chiesa (e tramite essa l'umanità) alla venuta del Signore nella gloria. Il Concilio infatti ha assunto e svolto al suo livello questo ruolo (cf. AG 1,3), perché la venuta del Signore nella gloria è vicina (cf. GS 45,3).


Volendo superare il grande Profeta Giovanni XXIII, e perciò lasciando da parte il suo magistero, una corrente teologica ha fatalmente smarrito la prospettiva della "finale consumazione dei secoli" ed ha deviato in parziali interpretazioni del Concilio Universale Vaticano II e del suo "aggiornamento evangelico" della Chiesa, che culminerà nel "grande giorno del Signore": dopo di esso, nella nuova era, come mai prima risplenderà il "Vangelo, sole fulgente di dottrina celeste" (Giovanni XXIII). Di conseguenza questa corrente capovolta, secolarizzata, terrestre e sotterranea, ha dilaniato il Vangelo del Logos (della Sapienza) di Dio incarnato con le nuove interpretazioni "scientifiche" (razionalistiche), diffondendo eresie perniciose e gravi errori (cf. 2 Pt 2,1-3) e provocando così la grande apostasia predetta da San Paolo (cf. 2 Ts 2,3): ciò costituisce il primo segno della fine dei tempi (cf. M. 31. 12. 1992).
San Giovanni Paolo II (cf. il M. che si riferisce a lui: "Il Papa della mia Luce", 13. 8. 1987) ha sviluppato in modo straordinario l'insegnamento di Giovanni XXIII e quello del Concilio sulla prossima venuta del Signore. Egli, quale grande Profeta del secondo Avvento, ha preparato la Chie­sa con un crescendo inarrestabile, durante il suo Pontificato, alla venuta del Signore nella gloria. Egli è stato un Precursore del Signore, camminando sulla strada luminosa della consacrazione vissuta al Cuore della Donna vestita di sole, e annunziando che "si avvicina l'ora del parto per la Madre del nuovo Avvento".
Purtroppo il suo magistero (come quello di Paolo VI) è stato emarginato dalla corrente teologica sopra descritta. Giovanni Paolo II è stato un Profeta, la cui voce è risuonata in un grande deserto. Essa, infatti, è stata soverchiata dalle voci di una folla di falsi profeti, le quali hanno addormentato una parte dei cattolici, seducendoli con un aggiornamento secolaristico e conducendoli nella notte polare del mondo moderno. Inoltre il frastuono soverchiante delle mille voci dei famosi mezzi di comunicazione sociale, ovvero il "suggestivo incantesimo delle immagini e dei suoni che trasferisce il linguaggio dal regno del pensie­ro a quello dei sensi" (Paolo VI), ha addormentato innu­merevoli cattolici, facendoli trasmigrare nella profonda e fredda notte polare del mondo contemporaneo. Negando Dio e il suo regno, l'ateismo (il materialismo, il secolarismo ...), infatti, distendeva "una notte senza stelle sui destini umani" (Paolo VI).


«Sono la Madre del secondo Avvento. Io vi preparo alla sua venuta. Io apro la strada a Gesù che torna a voi nella gloria» (M. Madre del secondo Avvento, Rubbio 1. 1. 1990).


«Il mio Cuore Immacolato è la strada luminosa, che vi conduce al gioioso incontro con Gesù, che sta per tornare a voi nella gloria. Allora assecondate la mia pressante richiesta, che vi faccio per mezzo della mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano e di questo mio piccolo figlio, che ancora conduco in ogni parte del mondo, per portare tutti alla consacrazione al mio Cuore Immacolato. Partecipate così al mio materno disegno, che è quello di preparare i cuori e le anime a ricevere il Signore che viene. (...)
Sono stata scelta dalla Santissima Trinità a diventare la Madre del secondo Avvento, e così mio compito materno è quello di preparare la Chiesa e tutta l'umanità ad accogliere Gesù che torna a voi nella gloria» (M. 8. 12. 1990).


Mediante la consacrazione vissuta don Stefano Gobbi si è addentrato profondamente nel mistero del Cuore Immacolato della Madre del secondo Avvento: anch'egli è così divenuto un grande Profeta del secondo Avvento. Contrapponendosi all'enorme folla dei profeti miopi, egli è stato un Profeta lunghi-veggente, una "voce", che si diffondeva in un deserto spaventoso.
E' stato un grande merito di don Stefano 1' aver indirizzato la nostra attenzione al magistero di Giovanni Paolo II, e l'aver accolto con fede il suo annuncio profetico sul secondo Avvento. Con i suoi innumerevoli viaggi, don Stefano ha diffuso quest'annuncio nella Chiesa, mostrando che i messaggi della Madonna nel "Libro azzurro" sono in piena sintonia con esso. Nella notte profonda dell'incredulità e dell'apostasia da Gesù Cristo, egli ha acceso ovunque la fiaccola della speranza messianica nel vicino ritorno del Signore.


Sant'Agostino d'Ippona (+ 430) ha predetto che, prima del ritorno di Cristo nella gloria, si moltiplicheranno gli scandali nella Chiesa e i mali nel mondo. Davvero, mentre si stava avvicinando la fine dei tempi, sono aumentati gli scandali nella Chiesa e gli orrori nella notte profonda del mondo.
Don Stefano è stato pertanto trasformato dallo Spirito del Signore in "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato della Madre del secondo Avvento". Egli ha contemplato stupefatto le ricchezze e le meraviglie di questo Cuore, cioè la "Grotta luminosa", in cui il Padre, per opera dello Spirito di Amore, prepara la nascita del suo Figlio Gesù nella gloria. Lo testimoniano i messaggi meravigliosi che egli ha ricevuto nel periodo dell'Avvento e in quello natalizio.
Come una Corona luminosa, egli ha irradiato una grande luce, con cui ha invitato e chiamato tutti a consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria, per entrare così nella "Grotta luminosa", che sempre più risplende nel cielo come unico Segno, e per partecipare al materno disegno di Maria e al mistero del ritorno glorioso del Signore alla fine dei tempi.


«Il mio tempo è giunto. Ormai siete chiamati a vedere le grandi meraviglie del Signore nel trionfo del mio Cuore Immacolato» (M. 8.9. 1987).


In tutto il mondo don Stefano ha contemplato le grandi meraviglie del Signore, che Egli sta compiendo negli umili, nei piccoli, nei docili, negli emarginati e nei perseguitati a causa della giustizia ... Con essi la Mamma celeste si sta formando la sua schiera, come un intreccio mirabile di corone luminose dell'Avvento, che essa pone intorno al Cuore divino e umano del Signore della gloria. Don Stefano ha affermato di aver visto questa schiera, e in essa ha intuito il preludio del trionfo del Cuore Immacolato della Madre del secondo Avvento. Con la Mamma celeste egli ha cantato con gioia il "Magnificat" per le sorprendenti e stupende opere del Signore.
Nell'ultimo periodo della sua vita, don Stefano Gobbi ha ravvivato continuamente, nei Cenacoli del MSM, l'attesa del vicino avvento glorioso di Cristo. Seguendo i suoi passi, il MSM si è addentrato sempre più nella Grotta luminosa e calda del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, camminando nella notte del secondo Avvento verso il Natale di Gesù nella gloria. Deve ora rallentarsi o, al contrario, accelerarsi quest'avanzata stupenda e decisiva del MSM, mentre si sta avvicinando la mezzanotte e il Natale di Gesù nella gloria?


d. Ivan Pojavnik






COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM! ADVENIAT PER MARIAM!


Collesano, 18 ottobre 2016


Carissimo Padre Quartilio,
Come avevamo promesso, nell'eventualità di procedimento di Causa di beatificazione del nostro carissimo Sacerdote Don Stefano Gobbi, vorrei dare la mia testimonianza di fatti avvenuti nella verità e perché tutto sia soltanto per dare gloria a Dio, che tutto opera, spesso attraverso strumenti umanamente inadatti.
Quante circolari del Movimento Sacerdotale Mariano (M.S.M.) ho ricevuto da lei, dietro incarico di Don Stefano! Forse lei a volte si è chiesto, ma che ci sta a fare questa Santina? Chi l'ha portata in quest'ambito prettamente sacerdotale? Ecco la mia piccola storia:
mi avevano chiesto di pregare per due sacerdoti e mentre pregavo per loro, la sera dell'Immacolata, l'8-12-1949, la Mamma mi manifestò il Suo Immacolato Cuore e con locuzione interiore, maternamente mi disse: «Abbi fiducia, c'è il mio Cuore Immacolato».
Da quel momento ho compreso che, non solamente dovevo consacrarmi e vivere io con questa fiducia, ma esortare quante più persone.
Nel 1964 mi fu affidata la «Peregrinatio Ma riae» e quindi cenacoli e consacrazione delle famiglie al Cuore Immacolato.
Nel 1972, sentii interiormente con insistenza: «quello che, sorretta da Me, hai cercato di fare, nello spirito del messaggio di Fatima, è necessario che si faccia per i Sacerdoti» la mia sofferenza più grande. Dicevo alla Mamma Immacolata, al Signore; io sono donna, non so come corrispondere... «tormenta un Sacerdote»!
Non avrei mai immaginato quello che accadde contemporaneamente a Fatima l'otto maggio 1972 a Don Stefano Gobbi e che ben presto l'avrei conosciuto. Interiormente sentivo che era qualcosa di grande che veniva richiesto e che la Mamma Immacolata preparava tante altre piccole anime nel silenzio e nel nascondimento.
Quando Don Stefano Gobbi nel 15 dicembre del 1972 diede notizia sull'Osservatore Romano del sorgere del Movimento Sacerdotale Mariano, Padre Emanuele Dispensa, Sacerdote della mia parrocchia, Rettore della Chiesa di S. Domenico, diede la sua adesione al M.S.M. e mi diede il giornale. Io ringraziai e subito compresi che quello era il grande progetto che il Signore voleva realizzare per il bene dei Sacerdoti, della Chiesa, dell'umanità. Piuttosto restia a farmi conoscere, per quell'occasione invece, presi un piccolo biglietto e lo spedii a quel Sacerdote sconosciuto, Don Stefano Gobbi, per incoraggiarlo a proseguire perché il Signore avrebbe compiuto la sua opera e la materna assistenza del Cuore Immacolato di Maria non sarebbe mai venuta meno. Don Stefano rispose con una lettera come a persona direi conoscente. Da questo inizio fino alla sua dipartita in cielo, nel Cuore Immacolato di Maria, siamo stati in continua unione di santi ideali per compiere la volontà del Padre e corrispondere a tutte le richieste di preghiera, sofferenza e possibilità di raggiungere quanti più Sacerdoti, affinché potessero esperimentare il dono grande di vivere come veri figli di Maria e divenire sempre più somiglianti al suo Figlio Gesù Eterno Sacerdote. Intanto mentre il M.S.M. inizialmente era esclusivamente per i Sacerdoti, io piccola, nascosta ero pienamente coinvolta e più tardi i laici avrebbero formato il Movimento Mariano. Nel novembre del 1974 quando Don Stefano venne in Sicilia, direttamente a Collesano per la conclusione della «Peregrinatio Mariae», arrivò accompagnato da padre Patrizio Gariboli, francescano dei Frati Minori, il quale aveva già dato la sua adesione al M.S.M., aveva partecipato al cenacolo di S. Vittorino, era stato nominato responsabile regionale per la Sicilia. Questo sacerdote fu sempre vicino a Don Stefano nei vari spostamenti per i cenacoli, lavorò intensamente per il M.S.M. quasi fino alla morte (prevista da Don Stefano) e fu lui a far conoscere il M.S.M. al confratello padre Gabriele Maria Allegra, il quale nella lontana Cina, tradusse in lingua cinese il primo opuscoletto del M.S.M. e Don Stefano ne fu entusiasta! [P. Gabriele Maria Allegra tradusse la Bibbia in cinese e morì il 26 gennaio 1976, venendo beatificato il 29 gennaio 2012 a Catania.]


Prima di venire in Sicilia, Don Stefano mi aveva scritto una lettera incaricandomi di preparare un cenacolo per i Sacerdoti: cosa potevo fare? Comunicai il tutto al padre francescano P. Patrizio Gariboli e così con inviti personali, la Mamma Immacolata chiamò diocesani, salesiani, francescani, rinnovati ecc... Il 19 novembre 1974 tutti per il primo cenacolo del M.S.M. di Sicilia, al santuario mariano di Gibilmanna! Ma per quanti si doveva preparare il pranzo? Nessuno sapeva il numero degli eventuali partecipanti, allora ho chiesto a Don Stefano e lui mi rispose con sicurezza: per 25 sacerdoti; effettivamente la Mamma Immacolata ne chiamò 25. Ricordo ancora la gioia fraterna di questi sacerdoti! Nei primi anni Don Stefano veniva due volte l'anno a Collesano e da questo sperduto paesino ci si muoveva per i vari cenacoli sempre numerosi, partecipati con entusiasmo ed in diversi luoghi realizzati mensilmente.
Intanto vorrei semplicemente trascrivere qualche stralcio di scritti e discorsi di Don Stefano.


Lourdes, 29 giugno 1974
Cara Santina, ti mando il mio affettuoso saluto e la mia benedizione. Il Movimento Sacerdotale Mariano si sta ovunque diffondendo. Dovrò venire in Sicilia, perché la Madonna lo vuole. Prega tanto per me.
Don Stefano Gobbi


Milano, 1 luglio 1977
Santina, sorellina carissima nel Cuore Immacolato della Nostra Mamma Celeste... ora interiormente sento la fretta della nostra Mamma del cielo: fretta di radunare tutti i suoi figli prediletti, soprattutto la fretta di renderli tutti secondo i desideri e il disegno del suo Cuore Immacolato. È a questo punto che satana si scatena con l'azione di disturbo di cui tu stessa mi parli... tentazioni... Il rimedio mi pare quello che la Mamma fa così tanto sentire nel tuo animo: la fiducia continua, l'abbandono completo nel Suo Cuore Immacolato. Una fiducia che Mamma vuole eroica che spingerà la Mamma al suo ultimo e decisivo intervento. E poi la sofferenza e la preghiera in umile e ,generosa offerta di vittima. Ed è qui che ti confermo la realtà che ancora hai intuito nel mio disegno attuale e futuro. Mai come in questi giorni Gesù mi fa sentire di offrirmi al Suo Amore misericordioso, perché in me riviva tutti i dolori della sua Passione così da aiutare tutti e portare tutti i Sacerdoti del M.S.M. ad essere com­pletamente quello che la Mamma Celeste desidera: solo così sarà realizzato il suo Movimento! Per questo sempre più accentuata si fa l'azione di Gesù in me e pur nella mia piccolezza e miseria, devo sempre più abbandonarmi alla sua azione purificatrice e santificante. Il Crocifisso: il vertice della mia vocazione; essere crocifisso vivente il culmine della mia missione per tutto il M.S.M.. In questa opera dolorosa Ti chiedo di essermi sempre accanto con la tua preghiera, la tua sofferenza, la tua offerta di vit­tima scelta dalla Mamma anche per me... ti benedico. Nel Cuore Immacolato della Mamma Celeste.
Don Stefano Gobbi


Milano, 13 marzo 1975
Carissima Santina... ora ti accludo le due circolari per l'incontro di Catania e di Bagheria.
Bisogna pregare, pregare molto. Pensa tu di raggiungere quelli che ti sono i più disponibili assecondando quanto il Cuore Immacolato ti suggerisce. Io ho prenotato per circa 50 sacerdoti... la Mamma li farà venire.
Per tutto quello che fai ti benedico. Nel Cuore Immacolato di Maria.
Don Stefano Gobbi


Martedì 20 maggio 1975 - Collesano
Partiamo da Collesano per partecipare al cenacolo del M. S. M. presso il villaggio «La Madonnina» di Mons. Buttitta, parroco del Santo Sepolcro, in Bagheria, in località «Traversa», dove erano accolti bambini in difficoltà, sacerdoti ed a volte Vescovi per incontri di spiritualità, per motivi diversi, avevo accettato la proposta di realizzare il cenacolo in quelle zone. Mentre c'inoltravamo in macchina pregando, Don Stefano stranamente comincia a dirmi: come ti è venuto in mente di preparare un cenacolo qui, non vengono macchine, sembra deserto, oggi andrà male... Era l'ora della fiducia eroica e la paura per un momento aveva preso il sopravvento! Io ho fatto silenzio. Appena arrivati, come solevo sempre fare, sono andata subito davanti a Gesù Eucarestia e Don Stefano ad incontrare i sacerdoti. Prima del pranzo venne a dir­mi: sai vi sono cinquanta sacerdoti e tre vescovi: Mons. Rizzo, Mons. Mingo e Mons. Cassisa, vescovo della mia diocesi di Cefalù. (E' la Mamma che porta avanti tutto, a noi solamente rimane la piccolezza e spesso nel buio più doloroso, una fiducia veramente eroica).
Tutto è documentato da foto, anche nel cenacolo di Catania (15-5-75) presenti parecchi sacerdoti ed un Vescovo.


N.B. Nei cenacoli di Siracusa, quando era possibile partecipava Mons. Calogero Lauricella, precedentemente vescovo di Cefalù. Aveva dato la sua adesione al M. S. M.


Fatima 2 luglio 1979
Cenacolo internazionale di 400 sacerdoti del M. S. M. di 35 nazioni. Per volontà del Signore, espressa con insistenza da Don Stefano, sono stata eccezionalmente con i sacerdoti a Fatima. Parlando ai sacerdoti Don Stefano ha detto: Fatima è altare del mondo.
Abbiamo un mondo che si è ribellato a Dio. Il mondo deve essere ricondotto alla luce, alla vita, al motivo per cui è stato creato: la gloria di Dio. Attraverso ciascuno di noi la Mamma, deve poter dire, Magnificat anima mea Dominum. La salvezza di questo mondo passa attraverso ciascuno di noi.
Ciascuno di noi è chiamato ad essere un seme che deve marcire e morire perché la Chiesa rifiorisca e risplenda... Il M. S. M. è nato a Fatima 1'8-5-1972. Noi quando vogliamo fare qualcosa scegliamo gli strumenti più perfetti, la Madonna sceglie i meno adatti per darci la prova che è Lei ad agire... intercalando, riferendosi a se stesso si e quasi definito: un bambino che ha paura di tutto. Perché il M. S. M. sorge nel 1972? Perché ci inoltriamo nei tempi della battaglia decisiva, e noi siamo figli della tempesta, non figli della quiete. Dal 1972 incomincia il tempo di satana, delle più grandi prove...
Vescovo di Leiria. Primo mio compito fare di Fatima un centro di irradiazione spirituale per tutti i sacerdoti del mondo. Per la salvezza del mondo è necessaria la santità sacerdotale. Convertitevi, ritornate più santi. Cova d'Iria luogo di conversione per i sacerdoti. Tutti dobbiamo convertirci.


Messina, 17-2-1978 [dal diario di Don Stefano]
«Ho voluto che fosse con voi Santina, questa mia figlia prediletta, che in certo modo per voi ha rappresentato me stessa: la mia presenza accanto a Gesù da tutti abbandonato ... Benedico Santina che ormai realizza la sua missione di essere Maria accanto ai miei sacerdoti».
A Messina siamo stati ospitati all'Ignatianum, presso i Gesuiti dove faceva parte della comunità fratello Antonio Richiusa il quale fin dall'inizio del M. S. M. collaborò con la preghiera e la sua incisiva azione alla diffusione di stampa e soprattutto nel comunicare il suo intenso amore per il Cuore Immacolato di Maria.


Collesano, 6 marzo 1994
Lettera di Don Angelo Onorato ai parrocchiani in occasione di un cenacolo del M. S. M.:
«Ancora una volta Don Stefano Gobbi, domenica 13-3, alle ore 16,30, sarà nella nostra Basilica, per guidare un cenacolo di preghiera... tra i cenacoli da tenersi a Caltanissetta, Catania, Enna, Siracusa e a Palermo... anche Collesano. Ritengo grazia di Dio, particolare favore della Madonna, privilegio per la nostra Parrocchia per la realizzazione di un cenacolo... grazia di cui il Signore ci chiederà conto!...» Cordialmente. Il parroco sac. Angelo Onorato.
N.B. Parole che esprimono la grande stima verso un confratello sacerdote di spiritualità non comune.


Collesano, Basilica S. Pietro 13 marzo 1994
Cenacolo, ore 16,30. Don Stefano Gobbi parlando del M. S. M. ha detto: Il M. S. M. è nato a Fatima in data 8-5-1972. La Mamma Immacolata mi ha chiesto di pregare. Soffrire, offrire, tacere. Nel 1973, l'edizione dell'opuscolo. Collesano: il cuore da cui è partito questo movimento sacerdotale. Richieste della Madonna: consacrazione al Cuore Im­macolata di Maria. Glorificare il Signore facendo la sua volontà... Il posto che si occupa non conta niente, stare con amore dove il Signore ci mette... Fedeltà al Papa, al magistero della Chiesa, ai vescovi ed ai sacerdoti uniti al Papa... problemi nella famiglia... L'Europa è pronta per il suo castigo... diffondere i cenacoli familiari. Far conoscere sempre di più i tesori di grazia del Cuore Immacolato di Maria.


Io avrei tanto da raccontare di Don Stefano, dopo quarant'anni di spirituale comunione nel M. S. M. posso testimoniare nei tanti viaggi di cenacoli la sua incessante preghiera... se qualcuno faceva qualche osservazione non necessaria, la sua risposta era: «si, va bene, ma ora preghiamo!» Dopo ogni rosario sempre la preghiera per il Papa ed il canto: tempora bona veniant. Pax Christi veniat.. Nel suo ministero sacerdotale si avvertiva l'amore per l'Eucarestia, per la celebrazione della S. Messa, del soprannaturale che lo legava al Cuore Immacolato di Maria... e che si riversava su persone riportate alla grazia e spiritualmente convertite... quanti episodi nel corso di tutti questi anni! Ma tutto ciò dava grande fastidio a satana. Un giorno Don Stefano mi raccontò che mentre pregava il Rosario camminando, vide venirgli incontro un demonio sotto l'aspetto di una bestia strana. Mi disse: ho avuto veramente paura, ma quando mi fu vicino gli diedi un colpo con il mio Rosario: subito si rimpicciolì e si allontanò. La Mamma Immacolata lo custodiva sempre e lo difendeva da tanti pericoli e Don Stefano faceva sempre riferimento a Lei ed ogni bene lo attribuiva a Lei. Così, pur avendo una fragile natura, con un temperamento non facilmente adatto a quanto fa chiamato ad operare, fu pauroso come un fanciullo e nel medesimo tempo intrepido, deciso, inarrestabile. Stanco a volte, ma senza dimostrarlo, sofferente, ma senza lamentarsi, pronto ad ogni situazione sconosciuta, fidandosi sempre della Mamma, rifugiato nel Suo Cuore Immacolato, sobrio, povero, puro, mite, umile; tutto per grazia e per una qualsiasi tangibile assistenza da parte della Mamma Immacolata. Fu senza esibizionismo, un sacerdote che viveva soffrendo, quanto diceva ad altri esortando con passione ad amare Gesù Eucarestia ed il Cuore Immacolato di Maria, quasi volendone affrettare il trion­fo perfetto a Fatima. A proposito di Fatima quando Papa Benedetto XVI consacrò tutti i sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria, Don Stefano mi disse: sento che ormai la mia missione sulla terra è finita e veramente fu così. Il suo amore per la Chiesa e per il Papa era stato grande ed il 29 giugno 2011 festa di S. Pietro, la Mamma Immacolata Lo racchiuse definitivamente nel suo Cuore per portarlo in Cielo. Prima di terminare vorrei chiarire qualcosa circa la strofetta riguardante i sacerdoti, nell'inno del M. S. M. Fu quasi all'inizio dei cenacoli in Sicilia. Mentre andavamo in macchina pregando e cantando, ho fatto osservare a Don Stefano che mancava qualcosa riguardo ai sacerdoti. Don Stefano mi rispose: scrivila tu. Io subito senza riflettere scrissi le parole che spontaneamente affiorarono alla mia mente, rileggendo, la parola "somiglianti", mi lasciava perplessa, Don Stefano mi disse: va bene così. Sono cosciente che tutto è venuto dal Cuore Immacolato di Maria. Io sono stata semplicemente la penna e un umilissimo strumento della Mamma Immacolata. Soltanto a Lei la lode, il ringraziamento, con l'augurio che le note di questo canto, possano innalzarsi verso il cielo per implo­rare misericordia su tutti i Sacerdoti del mondo affinché per l'avvento del Regno di Cristo, possano divenire santi e santificatori.


In fede
Santina Raimondo


«I Sacerdoti a te consacrati
guarda con amore,
stringili al tuo Cuore
falli somiglianti al tuo figlio Gesù»


Collesano, 18-10-2016
Diocesi di Cefalù (PA)




Nel mio piccolo bagaglio di ricordi mi considero anche io un povero testimone dell'opera del movimento sacerdotale mariano e delle sue origini e radici tra le mura della Parrocchia San Pietro di Collesano. Questo perché io sono nato e cresciuto a Collesano. Ho avuto modo anche io prima come giovane di Azione Cattolica e poi come seminarista di partecipare e ascoltare don Stefano in alcuni cenacoli. Il suo cuore era un riflesso della Luce dell'Amore che sgorga dal Cuore di Gesù e di Maria Sua Madre, Madre dei presbiteri e dell'umanità intera.
Il parroco
Collesano, 14-10-2016




- - - - - - -


C'è meno preghiera che mai, più peccato che mai, ancora peggio, l'indifferenza come il peccato non esistesse più, e perciò abbiamo dato tanto potere al “padre della menzogna”, Satana (Gv 8,44). In particolare Satana ha più potere di “mascherarsi come un angelo di luce” (2Cor 11,14), per offrire le sue belle bugie mortali come fossero “la verità che ci fa liberi” (Gv 8,32)!
Perciò è molto importante in questi tempi di grande confusione, quando perfino i vescovi cattolici non sono più d’accordo in quanto riguarda le cose fondamentali della fede e della morale, di non soltanto pregare molto e di studiare il Catechismo della Chiesa Cattolica degli adulti, ma di tenere i nostri occhi aperti per non cadere nelle belle bugie di Satana presentate come fossero la Verità!!!
PER GLI AGGIORNAMENTI sugli inganni fondamentali, nascosti e mascherati del antico serpente, visitate uno dei miei siti indici per vedere gli ultimi articoli più importanti:
(e anche I DOCUMENTI DELLA APPROVAZIONE ECCLESIASTICA della TESTIMONIANZA di GLORIA POLO).
Don Jo (Joseph) Dwight








Don Jo (Joseph) Dwight con Don Stefano Gobbi nella sacristia a Collevalenza, Italia, il 24 marzo 2011, dopo aver concelebrata la Santa Messa insieme.




1 commento:

Unknown ha detto...

MERAVIGLIOSO PADRE STEFANO OGNI ANNO AD APRILE INCONTRATO AL SANTUARIO DI POMPEI...LA MIA PRIMA NIPOTINA MARIA E' NATA IL 22 MARZO 2011, IL 22 MARZO NACQUE STEFANO GOBBI...GRAZIE, AVE MARIA SEMPRE !