Don
Stefano Gobbi – Testimonianze
Dopo
la morte di Don Stefano Gobbi, il 29 giugno 2011, è stato pubblicato
il libro: “Parroco di Tutto il Mondo – Biografia di Don Stefano
Gobbi”, di Mariadele Tavazzi; Edizioni San Paolo, 2015. Ma c’è stato stampato privatamente un altro bel libro: “Don
Stefano Gobbi – Testimonianze, a cura di Padre Quartilio Gabrielli,
Don Ivan Pojavnik, e Santina Raimondo, gennaio 2017, da Graphital –
Parma, Italia. Per non perdere questo bel libro, pubblico questo
libro sul Internet.
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Don
Stefano Gobbi
Testimonianze
A
cura di:
Padre
Quartilio Gabrielli
Don
Ivan Pojavnik
Santina
Raimondo
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DON
STEFANO GOBBI
Animatore del
MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO (MSM)
e del
MOVIMENTO MARIANO (MM)
Dongo, 22 marzo 1930 - Milano, 29 giugno 2011
Animatore del
MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO (MSM)
e del
MOVIMENTO MARIANO (MM)
Dongo, 22 marzo 1930 - Milano, 29 giugno 2011
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Oggi,
nella Chiesa e nel mondo,
il Movimento deve essere questa luce di Amore
che illumina
le tenebre del peccato, dell'odio, dell'egoismo,
dell'orgoglio,
che avvolgono, non solo il mondo intero,
ma anche la Chiesa
piagata dalla divisione, dall'indisciplina,
dalla confusione.
il Movimento deve essere questa luce di Amore
che illumina
le tenebre del peccato, dell'odio, dell'egoismo,
dell'orgoglio,
che avvolgono, non solo il mondo intero,
ma anche la Chiesa
piagata dalla divisione, dall'indisciplina,
dalla confusione.
Potremo
guarire solo se vivremo e praticheremo,
come il nostro fondatore,
questo messaggio che la Mamma Celeste
gli ha donato per il suo compleanno.
come il nostro fondatore,
questo messaggio che la Mamma Celeste
gli ha donato per il suo compleanno.
PERCHÉ
QUESTA TESTIMONIANZA?
Sono
passati solo pochi anni dalla dipartita di Don Stefano e l'OPERA
che Maria ha iniziato con lui continua ancora oggi. Noi, per
conservare e accrescere la sincera e pura fedeltà al suo carisma,
ora più che mai, abbiamo un forte impegno: far amare e far penetrare
la fede, l'amore per la Madonna, per la Chiesa, per i Sacerdoti, che
lui ci ha trasmesso, nel cuore di tutti.
Poiché
molti sono coloro che hanno ascoltato le sue meditazioni, che lo
hanno conosciuto e incontrato in occasione dei suoi viaggi, ma pochi
sono coloro che hanno vissuto strettamente a contatto con lui e che
hanno potuto vederne i lati più nascosti e specifici che lo hanno
contraddistinto come `strumento' nelle mani di Maria
per la conoscenza e diffusione in tutto il mondo dell'Opera del
Movimento Sacerdotale Mariano, ritengo sia doveroso fare tesoro
della preziosa memoria storica di questi ultimi. Queste testimonianze
serviranno per far conoscere:
-
il suo animo semplice di bimbo e il suo totale abbandono alla
missione affidatagli, che lo ha visto spendersi e consumarsi fino
all'ultimo momento;
-
la sua figura, come riferimento da accogliere e fare proprio, per
rimotivare la nostra adesione convinta a quanto lui ci ha trasmesso e
lasciato.
Il
M.S.M. deve infatti continuare, in ragione delle urgenze previste,
alle quali lui ci ha preparato con passione e amore, a renderci
responsabili perché possano realizzarsi, col trionfo del Cuore
Immacolato di Maria, i disegni di Amore e di Misericordia della
Santissima Trinità. Ricordo molto chiaramente che durante una
‘fraternità' gli fu chiesto se non ritenesse necessario e
opportuno indicare il suo successore. Rispose con molta
determinazione che non ci pensava affatto, perché non ce n'era
bisogno, in quanto il Movimento era OPERA della Madonna
e quindi Lei, Maria, avrebbe condotto il Movimento al trionfo.
Pertanto, ritengo che sia indispensabile mettere a fuoco alcuni lati
più o meno nascosti di Don Stefano, richiamando insieme l'importanza
dei messaggi, sopratutto dei primi anni del Movimento, quando la
Madonna, con tanto amore, delicatezza e fortezza, da vera Mamma,
formava e aiutava Don Stefano ad affidarsi totalmente a Lei e lui,
come un bambino, si abbandonava alla Mamma per lasciarsi
interiormente trasformare. Ne deriva di conseguenza che chi vuole far
parte della `Schiera' dei Sacerdoti del Movimento Sacerdotale
Mariano deve:
-
conoscere profondamente la figura di Don Stefano e incarnarne lo
spirito, per viverlo e avere così la stessa forza per diffonderlo e
farlo crescere;
-
non cadere nell'errore di criticarlo, credendosi migliori e più
capaci di lui (questo sarebbe quanto di più deleterio potrebbe
accadere a tutto il Movimento);
-
non dimenticare quanto espresso nell'ultimo messaggio in cui la
Madonna dice:
"Ormai
quanto vi dovevo dire vi è stato detto, perché tutto vi è stato
svelato. Così, in questa notte, terminano i messaggi pubblici, che
da venticinque anni vi ho dato: ora dovete meditarli, viverli e
metterli in pratica. Allora le parole che ho fatto scendere dal mio
Cuore Immacolato, come gocce di celeste rugiada sul deserto
della vostra vita tanto insidiata, produrranno frutti di grazia e di
santità. D'ora innanzi mi manifesterò attraverso la
parola, la persona e l'adone di questo mio
piccolo figlio, che Io ho scelto per esservi guida e
che ora conduco al vertice doloroso della sua missione. Tutto vi è
stato svelato: il mio disegno vi è stato predetto
soprattutto nel suo meraviglioso e vittorioso
compimento.
Vi
ho annunciato il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo. Alla
fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Questo avverrà nel più
grande trionfo di Gesù, che porterà nel mondo il suo glorioso regno
di amore, di giustizia e di pace e farà nuove tutte le cose. Aprite
i cuori alla speranza.
Spalancate
le porte a Cristo che viene a voi nella gloria.
Vivete
l'ora trepida di questo secondo Avvento.
Diventate
così i coraggiosi annunciatori di questo suo trionfo, perché voi
piccoli bambini a Me consacrati, che vivete del mio stesso spirito,
siete gli apostoli di questi ultimi tempi.
Vivete
come fedeli discepoli di Gesù nel disprezzo del mondo e di voi
stessi, nella povertà, nella umiltà, nel silenzio, nella preghiera,
nella mortificazione, nella carità e nell'unione con Dio, mentre
siete sconosciuti e disprezzati dal mondo.
È
giunto il momento di uscire dal vostro nascondimento per andare a
illuminare la terra. Mostratevi a tutti come i miei figli, perché Io
sono sempre con voi”.
(31
dicembre 1997; i dati riferiscono ai messaggi della Madonna a Don
Stefano Gobbi; “Ai Sacerdoti Figli Prediletti della Madonna”;
http://madonna-sacerdoti.blogspot.it/).
Don
Stefano ci è stato dato come GUIDA ed ESEMPIO anche
per i tempi che stiamo vivendo ora, perché la Mamma, con le parole
dell'ultimo messaggio ‘tutto vi è stato svelato’, ci
rivela che è Lei, insieme a Don Stefano, che guida noi, gli Apostoli
degli ultimi tempi: questo può avvenire solo seguendo il carisma
e l'esempio che lui ci ha lasciato per volere di Maria e vivendolo
con la sua stessa semplicità, intensità e determinazione.
C'è
anche un'altra espressione oltre a `tutto vi è stato svelato',
che ci può aiutare a capire meglio, ed è quel `mi
manifesterò', che si riferisce al futuro. Quindi,
`ora e nel futuro'; perciò non occorrono ulteriori conferme
da parte di nessuno.
È
questo il tempo "della battaglia tra la schiera nascosta di
Maria, per combattere a viso aperto, la schiera che il Demonio Mio
avversario, da sempre, sta formandosi tra i Sacerdoti ".
Ci
ha scelti Lei: "IO stessa sarò la vostra condottiera. Voi
siate tutti fratelli, amandovi, comprendendovi, aiutandovi; non vi
sia un capo fra di voi."
(16
luglio 1973)
SCELTO
DA MARIA
Abbiamo
visto che la Madonna ci ha dato Don Stefano come GUIDA ed
ESEMPIO da seguire, quindi è indispensabile scoprire
questa `guida' e conoscere l'esempio che ci ha lasciato.
Il
modo migliore per iniziare questa conoscenza di Don Stefano Gobbi è
di usare le stesse parole della Madonna nel bellissimo messaggio
`Siate nella gioia' che, come sapete, è il
messaggio-testamento che lui stesso ha indicato nell'ultimo incontro
prima dell'infarto che lo ha portato alla morte.
"Ti
ho scelto, figlio, per questa semplice ragione: perché sei il più
povero, il più piccolo, il più limitato. Umanamente sei il più
sprovveduto. Ti ho scelto perché nella tua vita il
mio Avversario era ormai riuscito a cantare
vittoria. Nella tua esistenza ti ho fatto vivere
come in anticipo quanto Io stessa farò nel momento del mio
più grande trionfo.
Il
mio Avversario crederà un giorno di cantare completa vittoria:
sul mondo, sulla Chiesa, sulle anime. Sarà soltanto allora
che Io interverrò - terribile e vittoriosa -
perché la sua sconfitta sia tanto più grande,
quanto più sicura era la sua certe.Z
sempre.
Quanto
si sta preparando è cosa tanto grande, che mai così è stata
dalla creazione del mondo: per questo già tutto è stato
predetto nella Bibbia." (18 ottobre
1975)
In
queste parole della Madonna (per quanto ho conosciuto Don Stefano),
c'è tutta la sua vita, la sua missione di `strumento' scelto
da Lei per questi tempi tanto difficili per la Chiesa, per la
salvezza delle anime e per un mondo alla deriva.
Una
grande missione predetta nella Bibbia:
'Lui
deve credere che ha tutto in mano" (18 ottobre 1975) "mai
stata così dalla creazione del Mondo".
Una
provocazione? Don Stefano come un S. Paolo di questi ultimi tempi,
per preparare il Regno glorioso di Cristo? Perché dico questo?
La
Madonna chiese di far conoscere a tutto il mondo il `segreto di
Fatima' ancora negli anni 1960, ma per paura fu rinchiuso in un
cassetto dal gennaio 1957 fino al 13 maggio del 2000. Lei, allora, ha
dovuto agire, e ha scelto Don Stefano che, con i suoi duemila viaggi
in tutti i continenti, ha fatto conoscere questo divino volere.
Spesso
Don Stefano diceva: "Sr. Lucia ha vissuto quasi tutta la sua
vita in un convento di clausura, per questo la Madonna ha scelto il
Movimento e l'elezione di Papa S. Giovanni Paolo II: per far
conoscere questo grande progetto della Santissima Trinità, ossia di
donare un `rifugio sicuro' alla Chiesa e all'umanità per questi
ultimi tempi, attraverso il dono del Cuore Immacolato di Maria".
Di
una cosa siamo certi:
-
Dio sceglie quello che l'uomo scarta come inutile e incapace.
-
La Madonna lo conferma dicendo: "Dio ha bisogno di tutti,
soprattutto dei più piccoli, dei più limitati, dei rifiutati, di
quelli scartati dagli uomini, di quelli che umanamente sono i più
sprovveduti, di quelli che hanno subito sconfitte!" Quindi,
coraggio!
Ora
vediamo insieme alcuni aspetti che possono aiutarci
a
conoscere meglio questo "piccolo bambino di due mesi"
che LEI ha scelto per donare alla Chiesa il Movimento
Sacerdotale Mariano.
I
L SANTUARIO DELLA "MADONNA DELLE LACRIME":
PROFEZIA
Don
Stefano, nella bellissima omelia della sua prima Messa del 26
dicembre 1964, rivelò una profezia, affermando che quando sua madre
lo portava fra le braccia davanti alla prodigiosa immagine della
"Madonna delle Lacrime" a Dongo (e questo accadeva
con molta frequenza) lui si sentiva attratto dal volto dolce e
delicato di quella Immagine.
In
seguito, appena ne fu in grado, iniziò a `servire all'altare', e
siccome in quei tempi il Sacerdote celebrava guardando l'altare, non
i fedeli, poté fin da quei teneri anni continuare a contemplare
quella dolce immagine che lo chiamava a consacrarsi alla Vita
Sacerdotale.
Il
`Santuario delle Lacrime' di Dongo è sempre stato un luogo molto
amato da Don Stefano, tanto da lasciar scritto nel testamento che
desiderava, qualora fosse stato possibile, essere sepolto
proprio in una cappella laterale, guardando verso l'immagine della
sua cara Madonna delle Lacrime. Pertanto ciò che troviamo in
questo messaggio per lui era già un programma di vita.
"Qui
siete, soprattutto, da Me formati alla perfezione dell'amore. Con voi
sono spiritualmente vicini tutti i vostri fratelli del Movimento
e, in questi giorni, grazie straordinarie sono scese nei cuori dei
miei figli prediletti sparsi in ogni parte della terra.
E
giunto il tempo in cui voglio vivere in voi e manifestarmi attraverso
di voi a tutti. Voglio amare con il vostro cuore, guardare coi vostri
occhi, consolare e incoraggiare con le vostre labbra, aiutare con le
vostre mani, camminare con i vostri piedi, seguire le vostre orme
insanguinate e soffrire col vostro corpo crocifisso. È l'ora della
battaglia conclusiva; dunque è anche l'ora della mia vittoria".
(1 luglio 1981)
Le
parole `Vivere, Manifestarmi, Amare in voi', contenute in
questo messaggio, sono state pienamente vissute da Don Stefano e
con il suo esempio è riuscito a farle vivere nella vita di
tantissimi Sacerdoti in tutto il mondo.
CENNI
BIOGRAFICI
All'età
di undici anni, Don Stefano entrò nel Seminario Serafico di Dongo
dei Padri Francescani Minori, per diventare Padre Francescano. Compì
tutti gli studi ginnasiali superiori, filosofici e teologici, nei
vari conventi della Lombardia ma, a pochissimi mesi dalla sua
ordinazione sacerdotale, fu inspiegabilmente fermato ed espulso.
Nel
discorso della sua prima Messa fece cenno a quel periodo che fu, è
vero, molto doloroso e pericoloso, ma fondamentale per quel
rafforzamento nella fede che sarebbe servito per la missione che il
Cuore Immacolato di Maria gli avrebbe affidato. Colloquiando con lui,
mi rivelò che aveva vissuto gli anni giovanili in una grande pace,
serenità e tranquillità; solo dopo la professione dei voti,
quando stava per arrivare al Sacerdozio, si scatenò la terribile
bufera che durò per circa dieci anni. In questo periodo, Don
Stefano dovette subire il rifiuto da parte del padre, che lo
allontanò da tutta la famiglia. Solo Giovanna, la sorella maggiore,
che era sposata, lo accolse per un breve periodo, affinché
potesse prepararsi per conseguire un titolo di studio e cercare un
posto di lavoro: lo trovò facilmente all' I.N.D.A.P di Milano,
un'agenzia assicurativa statale, dove fu assunto come responsabile
del personale. Questa esperienza lo formò ulteriormente, perché
conobbe la precarietà della vita nel mondo: diplomarsi, cercare un
lavoro, una casa, sostenersi economicamente ecc. Fu proprio in
quel periodo più difficile che la Madonna gli fece conoscere una
giovane ragazza, più o meno della sua età, che gli fece da `Angelo
custode'. In un primo tempo Don Stefano pensava fosse la
persona giusta per la sua vita, ma lei aveva solo il compito di
accompagnare, pregare e consigliare Don Stefano, affinché
comprendesse e seguisse i disegni di Dio e di Maria su di lui.
Grazie
alla preghiera e ai consigli di questa giovane, oggi beata, Maria
Bolognesi, Don Stefano poté superare quella terribile prova. Fu lei
che si adoperò perché fosse accettato dalla Compagnia di S.
Paolo, scrivendo personalmente al superiore di quella comunità, il
quale pose una condizione: doveva andare a Roma e frequentare un
corso di laurea in teologia all'università Lateranense, visto che
sia il seminario di Milano che quello di Como l'avevano rifiutato.
La
Bolognesi continuò a rimanergli molto vicino per tutti i dieci anni
in cui visse nel mondo lavorando e studiando, ma fu proprio nei nove
lunghi mesi che precedettero l'ordinazione, in attesa della dispensa
per poter accedere al sacerdozio, che lei lo sostenne in modo
particolare. Don Stefano infatti fu terribilmente tormentato da
profondissime crisi di sfiducia che rischiavano di mandare a monte il
Sacerdozio per la seconda volta. Quando finalmente arrivò il 19
dicembre 1964, giorno dell'Ordinazione Sacerdotale, oltre a mamma
Maria, accompagnata dal fratello gemello Pino, dalle sorelle e dalla
cognata e da qualche altro, Maria Bolognesi si rese presente con un
regalo particolare: ricamò con le sue mani il fazzoletto con cui
furono legate le mani appena dopo l'unzione con il `Crisma' e
il corporale per la celebrazione della Santa Messa, nonché il
purificatoio per il calice.
Non
poté essere presente, invece, perché incidentata, la signora
Emilia, che don Stefano chiamava `la Zia'. Nei dieci anni
vissuti a Milano, essa ha rappresentato per il futuro don Stefano
un'ancora di salvezza, un vero rifugio. Nei primi tempi, quando
ancora non aveva disponibilità economica, gli assicurò vitto e
alloggio gratuiti. Poi, conoscendo `quel monello' vissuto in
convento, dal carattere spensierato e privo di malizia e di
difese dal mondo, fece di tutto per metterlo in guardia dai pericoli
che una città come Milano rappresentava, ripetendogli a cena e a
pranzo, anche se lui sembrava non ascoltare, le solite
raccomandazioni: non frequentare determinate persone, stare alla
larga da certi luoghi ecc.. `La Zia' fu per lui una seconda
mamma!
Un'altra
persona speciale presente il giorno dell'ordinazione fu la signora
Battistina, presso cui Don Stefano aveva trovato alloggio nei
tre anni di studio a Roma, quando frequentava l'Università
Lateranense. Da ragazza era stata l'aiutante della regina Margherita
come baby- sitter, e fu la regina stessa a regalarle l'appartamento
in cui ospitò Don Stefano.
Il
papà, purtroppo, non era presente; era deceduto qualche mese prima,
e questa assenza procurò un grande dolore a Don Stefano, perché
se c'era uno che lo voleva sacerdote, quello era proprio papà
Gaspare. Dopo l'ordinazione sacerdotale, ebbe ancora a soffrire per i
contrasti in parrocchia, dove lui seguiva il `gruppo giovani':
dopo averne formato un buon numero, pronto per fare da traino ad
altri, venne trasferito a Milano come insegnante nel grande collegio
che la Compagnia di San Paolo aveva in via Mercalli.
Qui
gli vennero assegnate due classi molto turbolente, che con Don
Stefano, inspiegabilmente, si calmavano: lui riusciva a svolgere le
sue lezioni, mentre gli altri professori lamentavano gravi difficoltà
e contestazioni dagli stessi ragazzi.
Ma
anche l'esperienza della scuola, come quella della parrocchia, era
destinata a durare poco, a causa del contrasto con gli altri
insegnanti e del rapporto con i suoi alunni: lui era solito
difenderli, se andavano difesi, e li puniva se era giusto punirli. Se
questo gli procurò grande rispetto da parte dei suoi allievi, al
contrario provocò una frattura nel rapporto con i colleghi, a tal
punto che gli fu tolto anche l'insegnamento.
Ma
tutto era nei piani di Dio. Infatti, provvidenzialmente, gli fu
affidato l'incarico di accompagnare i pellegrini in vari luoghi
santi, poiché la sua Congregazione aveva come scopo anche quello di
organizzare pellegrinaggi in Terra Santa e nei vari Santuari del
mondo. Fu proprio in occasione di uno di questi, a Fatima, che due
Sacerdoti gli chiesero di portare una preghiera alla Madonna, perché
erano in crisi vocazionale e desideravano lasciare il sacerdozio.
Mentre lui pregava per loro nella cappellina delle apparizioni (era
1'8 maggio 1972, data della fondazione del Movimento Sacerdotale
Mariano), la Madonna gli svelò il Suo piano di salvezza, non solo
per i due Sacerdoti, ma per tantissimi altri in tutto il mondo.
Dal
primo messaggio leggiamo:
"Ti
sarò sempre vicina. «Rinnova la tua consacrazione al mio Cuore
Immacolato: sei mio; sei mia proprietà. Devi ogni momento essere
quello che Io voglio; devi in ogni momento fare quanto Io ti
domanderò. Non aver paura. Io ti sarò sempre vicina. Ora ti sto
preparando a cose grandi, ma a poco a poco, come fa la mamma col suo
bambino...". (7 luglio 1973)
Don
Stefano si dette subito da fare. Parlò con un Sacerdote, un certo
Don Luigi Bianchi, parroco a Gera Lario, vicino a Dongo, e al suo
Vescovo Mons. Ferraroni, e insieme fecero il primo cenacolo di
preghiera. Il nome che diedero a quell'incontro fu: `Lega
Sacerdotale Mariana'.
A
questo primo evento Don Stefano fece seguire una breve nota
sull'Osservatore Romano, per divulgare la nascita del Movimento,
che procurò l'adesione di vari Sacerdoti. Egli rispondeva
personalmente a ognuno di essi, spiegando i tre impegni che la
Madonna chiedeva loro:
-
Fare e vivere la consacrazione al Cuore Immacolato;
-
impegnarsi a pregare e aderire in totale obbedienza al Papa;
-
far conoscere e amare Maria, diffondendo le Sue richieste trasmesse
attraverso i Suoi messaggi.
Gli
fu possibile far pubblicare sul giornale quelle poche ma importanti
righe, perché aveva ricevuto un `Patentino' dalla sala stampa
del Concilio Vaticano II che gli consentiva di assistere alle
sedute e divulgarne le notizie.
Ma
fu l'unica occasione in cui Don Stefano si servì della stampa,
perché la Madonna gli aveva detto di non fare conto dei giornali o
della televisione, ma di lasciare agire Lei. E qui sottolineo, e
voglio che tutti sappiano, che Don Stefano ha sempre obbedito a
questa richiesta, meglio, a questo volere di Maria. Lui non ha
mai accettato né di andare a parlare del Movimento in televisione né
di soddisfare le richieste di interviste da parte dei giornalisti (e
di inviti ne arrivavano continuamente). Solo negli Stati Uniti, per
quanto mi risulta, ne venne rilasciata una a `Madre Angelica',
nella quale gli vennero poste alcune domande riguardo Fatima.
Quell'intervista divenne famosa perché Don Stefano spiegò con la
sua consueta chiarezza il messaggio di Maria, ossia:
1.
le grandi sofferenze che la Chiesa e l'umanità avrebbero dovuto
subire;
2.
il Cuore Immacolato di Maria come Rifugio Sicuro, dono della infinita
Misericordia della Santissima Trinità e unico modo per superare
queste difficoltà.
"Non
guardare né giornali né televisione; sta' sempre sul mio Cuore in
preghiera. Nessun'altra cosa ti deve interessare o importare se non
quella di vivere con Me, per Me. Il Movimento Sacerdotale Mariano è
ormai nato, ma è così fragile e piccolo che, per crescere, ha
bisogno di tanta preghiera. Tu devi vivere solo per questo: in
nessun'altra cosa troverai gusto e consolazione". (8 luglio
1973)
"Perché
ti agiti? Perché ti preoccupi? Essere consacrato a Me vuol dire
lasciarsi condurre da Me. Vuol dire fidarsi di Me, come un bambino
che si lascia condurre dalla mamma. Allora ti devi abituare ad un
altro modo di pensare, ad un altro modo di agire. Non tocca a te
pensare quello che è per il tuo bene; non fare progetti, non
costruire il domani perché, vedi, Io mando tutto all'aria e tu poi
ci resti male. Perché non vuoi fidarti di Me? Lascia che sia Io a
costruire - momento per momento - il tuo avvenire. A te basta dire,
proprio come un bambino: `Mamma, mi fido di Te, mi lascio condurre
da Te. Dimmi: cosa devo fare?". Lascia anche che, attraverso di
te, sia Io ad agire. Per questo come è necessario morire a te
stesso! Per questo è necessario che ti abitui a soffrire: a non
essere capito, ad essere trascurato, ad essere anche un poco ca
pestato. Quanto ti fa male questo, vero? Ma quando parlerai ai
Sacerdoti del Movimento, della consacragione, di come dovranno
totalmente affidarsi a Me, fidarsi di Me, allora potranno guardare
alla tua persona e tu stesso sarai loro di buon esempio. Non soffrire
troppo, figlio: ti amo, ti amo tanto!'.
(21
luglio 1973)
"Impara
a lasciarti possedere da Me, perché ogni cosa che tu fai sia Io,
attraverso di te, a farla. C'è tanto bisogno oggi che sia la Mamma
ad agire: e Io voglio agire per mezzo di te. Mi è piaciuta la Messa
celebrata in mio onore al Santuario nazionale di Trieste, che ricorda
la consacrazione dell'Italia al mio Cuore Immacolato, e quella che
hai celebrato al santuario di Barbana. Dovrai ancora soffrire, ma
coraggio! Io sarò sempre con te e tu godrai come nessuno le dolcezze
del mio Cuore di Mamma".
(9
luglio 1973)
E
con queste bellissime parole della Mamma dei primi messaggi che è
iniziato il Movimento Sacerdotale Mariano, e Don Stefano è
stato lo `strumento' fedele del Cuore Immacolato di Maria.
Posso
testimoniare che da quell'8 maggio 1972 tutta la sua vita è sempre
stata scandita e regolata dalla frase `Lo vuole la Madonna' e,
quando pronunciava queste parole, nessuno poteva più fargli
cambiare parere.
Il
15 agosto del 1995 subì un infarto e fu necessario eseguire un
intervento chirurgico al cuore per impiantargli dei `by-pass'. Ma
alcuni giorni dopo essere stato ricoverato per la riabilitazione
post-operatoria, disse alla dottoressa che lui non poteva
trattenersi a lungo, perché doveva andare in America Latina a
tenere dei cenacoli. La dottoressa gli rispose: "Dovrà
ringraziare il Signore, se riuscirà a lasciare questa sua camera di
degenza con i suoi stessi piedi '. Nel giro di pochi giorni,
invece, firmò per uscire e partì quasi subito per quel lungo
viaggio che lo portò in varie parti del Brasile, della Bolivia, del
Perù e in altri stati, ove, nel corso di due mesi, ebbe modo di
tenere innumerevoli cenacoli.
La
cosa sorprendente fu quando il Sig. Otavio, che lo accompagnava in
quei viaggi, lo fece visitare dal fratello cardiologo, che lavorava
in un grande ospedale a San Paolo (Brasile), il quale lo sottopose a
tutte le visite di controllo possibili e necessarie per un paziente
infartuato e già operato. La grande sorpresa fu che, dall'esito dei
vari accertamenti, il cuore di Don Stefano era riuscito a superare
uno sforzo così grande che neppure un cuore sanissimo avrebbe
sopportato senza lasciare qualche conseguenza di affaticamento.
Ma
la Madonna lo aveva già maternamente assistito in un altro momento
critico per il suo cuore. Ne ha dato testimonianza il Dott. Mario
Botta, il quale ha raccontato che, mentre eseguiva l'intervento dopo
l'infarto, trovò una situazione talmente difficile che gli sembrò
impossibile continuare. Si fermò per circa quindici minuti per
pregare e solo dopo la preghiera trovò la soluzione.
Per
Don Stefano la Madonna era `LA MAMMA'!
Si
fidava di Lei, si affidava a Lei, confidava in Lei in tutto! Ripeteva
spessissimo che voleva essere come `un bambino di due mesi' che
dalla mamma si aspetta di essere nutrito, pulito, consolato.
E
infatti Don Stefano si è lasciato proprio condurre dalla Mamma
Celeste come un bambino di due mesi, facendosi portare da Lei in più
di 2000 viaggi in aereo, con la sola valigetta a mano che portava
sempre con sé in cabina, contenente il Bambin Gesù che gli aveva
donato Teresa Musco. Questo era un Bambinello particolare che a volte
sembrava vivo e, ovunque alloggiasse, la prima cosa che Don Stefano
faceva sempre era quella di aprire la valigetta ed adagiare il
bambinello su un centrino appoggiato su di un tavolo o sul comodino.
Non si esagera se si pensa che quel Bambinello, insieme alla Mamma
Celeste, hanno condotto Don Stefano ovunque, e a volte anche con
qualche rimprovero. Lo diceva lui stesso, quando ne combinava
qualcuna delle sue: "Gesù mi ha rimproverato! La Mamma mi ha
rimproverato!".
Di
una cosa siamo certi: la Madonna stessa ha formato Don Stefano!
Lo
si comprende anche dai messaggi dei primi anni come Lei abbia operato
con cura e delicatezza per rendere `il suo strumento' atto a
diffondere la Sua OPERA! E lui si è lasciato guidare e
formare, abbandonandosi totalmente a Lei come un bimbo bisognoso di
tutto.
Ecco
alcuni messaggi che mostrano come Lei, la Mamma, lo abbia preparato:
"Per
prima cosa questo mio Movimento si diffonderà ovunque. Radunerò da
ogni parte del mondo i miei Sacerdoti prediletti che, quasi sospinti
dalla forza irresistibile dello Spirito Santo, risponderanno e si
riuniranno nella schiera dei miei Sacerdoti chiamati ad essere fedeli
solo al Vangelo e alla Chiesa. Quando verrà il momento del terribile
scontro con i Sacerdoti portatori dell'errore, che si metteranno
contro il Papa e la mia Chiesa trascinando verso la perdizione un
immenso numero dei miei poveri figli, voi sarete i miei Sacerdoti
fedeli. Nell'oscurità che lo Spirito del male avrà ovunque diffusa,
fra le molte idee errate che, sparse dallo spirito della superbia,
ovunque si affermeranno e saranno quasi da tutti seguite, nel momento
in cui nella Chiesa tutto verrà messo in discussione e lo stesso
Vangelo di mio Figlio sarà da alcuni annunciato come leggenda, voi,
Sacerdoti a Me consacrati, sarete i miei figli fedeli. Fedeli al
Vangelo, fedeli alla Chiesa." (4 gennaio 1975)
Quando
la Madonna ha detto che questo suo Movimento si sarebbe
diffuso ovunque, `radunati dallo Spirito Santo da tutte le parti
del mondo', anche per Don Stefano è stata una grande
sorpresa, ma fidandosi totalmente di Maria, è andato ad
incontrare Sacerdoti e fedeli.
Era
solito affermare: "Io non conosco nessuna lingua straniera,
ma è la Madonna che mi conduce ovunque".
Il
perché lo dice in questo messaggio:
"Motivo
del mio pianto (del pianto della Mamma), sono i miei figli che, in
gran numero, vivono dimentichi di Dio, immersi nei piaceri della
carne e corrono senza scampo verso la loro perdizione. Per molti di
essi le mie lacrime sono cadute fra l'indifferenza ed invano.
Soprattutto causa del mio pianto sono i Sacerdoti: i figli
prediletti, la pupilla dei miei occhi, tutti questi miei figli
consacrati. Vedi come non mi amano più? Come non mi vogliono più?
Vedi come non ascoltano più le parole di mio Figlio? Come spesso lo
tradiscono? Come Gesù presente nell'Eucaristia è da molti ignorato,
lasciato solo nel Tabernacolo; spesso da essi offeso con sacrilegi,
con facili trascuratezze? Oh! Tu mi hai offerto il Movimento
Sacerdotale Mariano: Io accolgo sul mio Cuore e lo benedico. Saranno
tutti Sacerdoti miei: a Me consacrati, che faranno tutto quanto Io ad
essi comanderò. È vicino il tempo in cui farò sentire ad essi la
mia voce, in cui Io stessa mi metterò alla testa di questa mia
schiera preparata per la battaglia". (13 luglio 1973)
Come
abbiamo già visto, questo messaggio delle lacrime della Mamma
Celeste Don Stefano lo portava impresso nel suo cuore fin da piccolo,
da quando mamma Maria tutti i giorni andava alla Santa Messa nel
piccolo Santuario di Dongo e lui, in braccio alla mamma, contemplava
quel volto della Madonna. Nel giorno della sua prima Messa a Dongo
durante la predica non poté non farne cenno e disse: "Io lo
devo a quel volto della Madonna delle lacrime di Dongo se oggi sono
Sacerdote, perché da sempre quel volto della Mamma mi chiedeva di
far conoscere il Suo Cuore Immacolato".
Era
giunto il tempo, finalmente! E Don Stefano questa sua missione la
svolse sempre considerandola come un `impegno' affidatogli da
Lei, la Mamma.
Negli
ultimi mesi diceva spesso:
"Sr.
Lucia è morta, Papa Giovanni Paolo II è morto, Papa Benedetto XVI
nell'anno sacerdotale ha consacrato al Cuore Immacolato tutti i
Sacerdoti del mondo: la mia missione è terminata!"
La
sua missione era di preparare i Sacerdoti
di tutto il mondo,
alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
di tutto il mondo,
alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Ecco,
la Mamma aveva svelato a Don Stefano la sua missione:
salvare
le anime e soprattutto i numerosi Sacerdoti
tormentati da fortissime crisi spirituali.
tormentati da fortissime crisi spirituali.
I
L MOVIMENTO - LA CRISI NELLA CHIESA
DON
STEFANO
"L'umanità
è caduta in balìa di Satana e del suo grande potere, esercitato con
le forze sataniche e massoniche; la mia Chiesa è stata oscurata dal
suo fumo che è penetrato dentro di essa. Gli errori vengono
insegnati e propagandati, facendo perdere a molti la vera fede in
Cristo e nel suo Vangelo; la santa Legge di Dio è apertamente
violata; il peccato è commesso e spesso viene anche giustificato e
così si perde la luce della grazia e della divina presenza; l'unità
è profondamente incrinata da forti contestazioni al Magistero, e si
estende sempre più la piaga di dolorose lacerazioni. Per dare alla
Chiesa, sofferente e crocifissa del vostro tempo, il mio aiuto
materno ed un sicuro rifugio, ho fatto sorgere il Movimento
Sacerdotale Mariano e l'ho diffuso in ogni parte del mondo." (31
dicembre 1997)
L'8
maggio 1972, quando Don Stefano presentò alla Mamma la richiesta dei
due sacerdoti che gli avevano chiesto di pregare per la loro
vocazione in crisi, la Madonna gli fece capire che non erano solo due
ma tanti, tanti in tutto il mondo, e Lei aveva bisogno di lui per
aiutarli. Infatti risulta che in quegli anni, dopo il Concilio
Vaticano Il furono più di 70.000 i Sacerdoti che chiesero la
riduzione allo stato laicale, senza gli obblighi sacerdotali; in
seguito ve ne furono più di 20.000 che chiesero di ritornare a
svolgere la loro missione di Sacerdoti. Si dice che nelle
congregazioni più numerose come i Gesuiti, i Francescani, i
Salesiani, negli anni di Paolo VI, furono migliaia e migliaia ad
abbandonare il Sacerdozio. Ma quando nel 1978 fu eletto Giovanni
Paolo 11, l'emorragia degli abbandoni fu arginata grazie ad una
lettera che Sr. Lucia di Fatima scrisse al Papa, nella quale la
Madonna chiedeva di mettere un freno agli abbandoni. Fu all'inizio
del pontificato di Giovanni Paolo II che vennero stabilite delle
regole per avere la dispensa dagli obblighi del Sacerdozio: solo
in caso di nullità ora la Santa Sede può accogliere la richiesta.
Infatti
in un altro messaggio la Madonna gli dirà:
"Mi
domandi perché abbia scelto te per diffondere il mio Movimento,
mentre ti senti così inadeguato e incapace. Giustamente vedi la tua
nullità e le tue debolezze e mi domandi: `Perché non prendi uno più
adatto e capace di me? Come ti puoi fidare quando conosci bene tutte
le mie passate infedeltà?". Figlio mio, ho scelto te perché
sei lo strumento meno adatto; così nessuno dirà che è opera tua.
Il Movimento Sacerdotale Mariano deve essere solo Opera mia.
Attraverso la tua debolezza Io manifesterò la mia forza; attraverso
la tua nullità Io manifesterò la mia potenza. Io stessa sarò la
Condottiera di questo esercito."
(16
luglio 1973)
Ho
voluto citare questo messaggio, perché queste parole della Mamma
guidarono Don Stefano durante tutta la sua vita e, in modo
particolare, furono l'ispirazione per il secondo impegno del
Movimento, quando si dice: "da porre una barriera al
processo di contestazione del Magistero che minaccia
le fondamenta stesse della Chiesa".
Posso
testimoniare che per Don Stefano era un dovere grave amare la Chiesa,
ed era ancora più grave amarla in questi tempi di grande confusione.
Chi non ricorda le tante volte in cui ha richiamato i Sacerdoti
all'obbligo dell'abito religioso, all'obbligo dei segni sacerdotali
nelle celebrazioni dell'Eucaristia? Nella celebrazione della Santa
Messa ha sempre indossato, anche se solo, la casula! Alcuni di noi
ricordano quando raccontava che un suo confratello, dovendo celebrare
in casa per diverso tempo, metteva solo la stola, e Don Stefano ne
soffriva moltissimo. Quando questo Sacerdote morì, gli appariva di
notte e di giorno, chiedendo preghiere di suffragio, perché nel
Purgatorio doveva riparare a questa negligenza e, dal modo come
chiedeva aiuto, doveva soffrire molto.
Don
Stefano ha sempre vissuto nella convinzione profonda di non essere
adeguato per questo disegno di Maria, ma si è totalmente affidato a
Lei, e Lei lo ha preso per mano e lo ha condotto in tutto il mondo.
Quante volte diceva che partiva senza neppur conoscere la lingua del
paese che lo ospitava! Come accadde nel primo viaggio che fece in
Oceania quando, arrivato all'aeroporto, si chiedeva: "Ci sarà
qualcuno?". Con sua grande sorpresa, non solo trovò dei
sacerdoti ad accoglierlo, ma anche un bel gruppo di fedeli che gli
diedero il benvenuto cingendolo con la tradizionale corona di
fiori al collo.
"Ora
tu non vedi, figlio, quanto il mio Cuore Immacolato vuol fare per
mezzo di te e del mio Movimento. Questo lo voglio per molti motivi.
Anzitutto devi restare sempre povero, umile, semplice; devi sentirti
solo il mio bambino più piccolo. Poi ti devi abituare a lasciarti
condurre per mano sempre da Me. In ogni momento attenderai da Me ogni
cosa. E questo il modo con cui Io voglio sia vissuta veramente la
consacrazione che mi si è fatta. Non appoggiarti ad altri carismi o
ad altre conferme; non guardare ad altre opere e ad altri disegni.
Questa è l'Opera che lo sto facendo nella Chiesa per mezzo di te.
Per questa avrai tutto da Me. Cammina nella semplicità e nel
totale abbandono: non si turbi mai il tuo cuore. Nessuna
esterna interferenga potrà mai nuocere a questa mia Opera
che Io gelosamente sto facendo nascere per la
salvezza della mia Chiesa. Sentiti per questo un
niente, veramente incapace, perché, figlio, lo sei.
Ma nella misura in cui mi offrirai tutta la tua nullità, Io potrò
agire ed operare secondo i miei disegni. Ora preparati
anche un poco a soffrire: voglio che sia sempre
più mio e presto ti purificherò. Ma per darti
un amore così grande che tu neppure immagini. o figlio".
(27 maggio 1974)
Queste
promesse fatte dalla Madonna a Don Stefano si sono tutte realizzate.
Era veramente piacevole sentirlo raccontare i momenti in cui la Mamma
aveva difeso questa sua Opera: come quando, già nei primi anni, fu
invitato dal segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Mons.
Bartoletti, a presentarsi a Roma per un colloquio. Don Stefano fu
subito assalito da dubbi e paure, però il giorno del suo viaggio a
Roma, mentre pregava, gli apparve P Pio che lo rimproverò,
dicendogli di non preoccuparsi. Mons. Bartoletti, infatti, gli chiese
di parlargli del Movimento e, quando Don Stefano ebbe
terminato, gli disse:
"Ce
ne fossero dei Sacerdoti che aiutano altri Sacerdoti a pregare come
fa lei, e a vivere la propria vocazione! Vada avanti, senta paura,
quello che lei fa è opera santa! La Chiesa ne è molto contenta! Ce
ne fossero altri a fare quello che fa lei, la Chiesa ne ha un grande
bisogno!".
Un
altro episodio avvenne alcuni anni dopo in Nicaragua (America
Latina), dove c'era un governo di sinistra, a cui partecipavano molti
presbiteri che avevano abbandonato il Sacerdozio per la politica, ed
erano molto accaniti contro la Chiesa. Durante un viaggio in aereo
per andare a tenere un cenacolo proprio nella capitale, Don Stefano
ebbe un momento di paura, dovuto anche ad una grande stanchezza
fisica. Si mise a pregare e anche in quell'occasione P. Pio lo
incoraggiò. Tenne il cenacolo nella Cattedrale gremita di fedeli e
di sacerdoti e tutti si consacrarono al Cuore Immacolato di Maria. In
quell'occasione annunciò anche che la Madonna avrebbe quanto prima
liberato il Nicaragua dalla dittatura comunista: l'anno seguente i
comunisti persero le elezioni e da allora non conquistarono più il
potere.
La
Mamma non gli ha mai fatto mancare l'aiuto necessario, è vero, ma
non era una cosa scontata. Quante volte Don Stefano ha dovuto
affrontare cocenti delusioni! Come in occasione della sospensione `a
divinis' per alcuni anni del suo direttore spirituale, che,
guidato da una falsa veggente che si spacciava per vera, andava
affermando nei cenacoli che Don Stefano era falso', mentre la
veggente che lo allontanava da lui era `vera'. Per il nascente
Movimento fu una prova di fuoco, ma la Mamma Celeste glieli allontanò
subito, dicendogli che non si sarebbero più incontrati: e fu così.
Posso
assicurarvi, però, che Don Stefano, nonostante tutto, non lo
dimenticò mai. Pochi mesi prima di morire, infatti, mi incaricò di
rintracciare il suo numero telefonico; appena glielo diedi, lo chiamò
e in seguito mi disse che la Madonna avrebbe concesso una grande
grazia a lui prima di morire, ma soprattutto al suo vecchio padre
spirituale, Sacerdote molto capace, intelligente, e che agli inizi fu
per Don Stefano e per il Movimento un aiuto validissimo. Era lui che
faceva stampare il libretto dei Messaggi, era lui che teneva e
organizzava gli incontri per il Movimento. Famoso fu il grande raduno
del 1979 a Fatima, dove si incontrarono più di 400 Sacerdoti da
tutto il mondo e dove passammo una settimana di ritiro spirituale
organizzato proprio dal Padre Spirituale, che fece 4 meditazioni
molto profonde. Don Stefano diceva spesso che il demonio voleva
distruggere il Movimento con falsi veggenti, e in
quell'occasione c'era quasi riuscito. Non gli mancarono mai pesanti
prove, ma riuscì a trovare la forza di superarle, solo grazie alla
certezza che il Movimento era OPERA di Maria. Lui non
dubitò mai e non ebbe mai paura di nessuno e, quando doveva parlare
per difendere la Verità, non ha mai taciuto.
Uno
degli argomenti che Don Stefano trattava magistralmente era quello
dei limiti e dei difetti che tutti abbiamo, perché le parole di
questo messaggio le aveva vissute tante volte sulla sua persona.
"Figli
miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete:
non sono i vostri difetti, le vostre cadute, i vostri grandi limiti
che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il mio
grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi,
perché vi aiutano a sentirvi e a restare piccoli. Vi danno come la
misura della vostra piccolezza. Sono i vostri attaccamenti l'unico
ostacolo che vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami
avete ancora, figli! A voi stessi, alle persone anche buone, anche
sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri sentimenti.
E ad uno ad uno questi li spezzerò perché siate solo miei. Ogni
giorno che passa Io vi libererò da questi vostri legami e vi renderò
sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati, finché sarete
tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e di fatto il
solo vostro bene". (15 febbraio 1975)
Ho
citato questo messaggio in quanto mette ancora bene in evidenza il
`perché' la Madonna lo ha scelto: `per la tua nullità' e
per la `tua piccolezza'.
Don
Stefano non si è mai vergognato dei suoi difetti e dei suoi tanti
limiti. Quante volte chiedeva scusa e con quanta umiltà! Qualcuno ha
detto che la Madonna ha voluto nascondere Don Stefano per mezzo dei
suoi stessi difetti, per difenderlo dalla popolarità. Lei ha operato
in lui come opera una Mamma che, pian piano, forma e fa gradualmente
crescere il suo figlioletto: `lo ha liberato da tanti legami'
anche buoni e santi, quale l'incoraggiamento di anime
privilegiate, come Teresa Musco. Era andato, infatti, appositamente
da lei per interpellarla riguardo a degli argomenti spirituali; bussò
alla porta e fu Teresa stessa ad aprirla, ma, visto che era Don
Stefano, la richiuse senza dirgli nulla.
Lui
ci rimase talmente male che fu la Madonna stessa a doverlo consolare
e a dargliene spiegazione in un messaggio. "Quanto ti è
accaduto in questi giorni è stato da Me stessa disposto, perché da
tutti possa veramente distaccarti. Anche da quelle persone che sono
particolarmente amate da Me e da mio Figlio Gesù. Tu sei così
piccino che, senza accorgerti, finisci con l'appoggiarti su di esse,
con il dipendere da loro. E il tuo attaccamento diventa tanto più
forte, quanto più queste anime mi sono vicine. Tu non hai bisogno
che della loro preghiera e della loro sofferenza: e queste Io ad esse
domando per te e per il mio Movimento. Tu contraccambiale con la tua
preghiera e con il tuo grande amore di fratello. Ciò basta. Il resto
non è da Me; il resto per te è vano e superfluo: è una vera
perdita di tempo". (15 febbraio 1975)
Così
Don Stefano, passato il momento, scrisse un biglietto a Teresa Musco,
dove le chiedeva di pregare per lui e per tutti i Sacerdoti, come
voleva la Mamma.
Negli
anni vissuti vicino a lui, posso testimoniare di quanti messaggi gli
venivano inviati da tutto il mondo; nella cassetta della posta ve ne
erano sempre una enorme quantità. Lui, molte volte senza leggere,
diceva: "Strappa, strappa!" e ci indovinava. Quante
volte trovandosi all'estero mi chiamava, diceva di aprire la posta e
mi dettava la risposta prima che gli leggessi la lettera, ed era
giusta! In occasione di un suo viaggio in Giappone, come traduttore
fu chiamato un missionario italiano. Don Stefano, durante il
cenacolo, lo riprese più volte, perché non traduceva secondo quanto
lui diceva, ma tendeva a interpretare. Lo costrinse in più di una
occasione a ripetere la traduzione, fino a quando non avesse espresso
esattamente quello che lui voleva trasmettere. Gli fu poi chiesto
come avesse potuto comprendere che il missionario non stava
traducendo correttamente, e lui con candore rispose che la Madonna
gli faceva sentire un profumo particolare quando la frase veniva
tradotta bene.
Ecco
perché la Madonna dice in questo messaggio:
"Un
giorno si dovrà sapere quanto Io ti ho amato, quante cose grandi Io
in te ho operato. E questo solo perché tu hai totalmente offerto al
mio Cuore la tua nullità. Abituati ad essere calpestato, ad essere
trascurato, a non essere capito, né considerato. È necessario che
per te avvenga così. E quando senti dentro di te una interiore
ribellione che ti porta a dire a te stesso: `Perché? Non è giusto.
Devo rivendicare i miei giusti diritti". Rispondi subito: "Va'
indietro, Satana. Non berrò il calice che il Padre mi ha
preparato!". Io ho fretta; l 'momenti decisivi si avvicinano e
tu dovrai al più presto completare l'Opera che ti ho affidato: il
Movimento dei miei Sacerdoti. Io stessa verrò in aiuto alla tua
grande debolezza. Ma tu sta' in ogni istante sul mio Cuore in
preghiera. Lascia che lo sempre più operi in te". (21
agosto 1973)
Queste
parole che la Mamma dice a Don Stefano
le dice anche ad ogni Sacerdote a Lei consacrato.
Lei vuole la nostra debolezza, la nostra nullità,
i nostri difetti,
i nostri fallimenti.
Se noi ci abbandoniamo nelle sue braccia,
Lei compie il resto.
le dice anche ad ogni Sacerdote a Lei consacrato.
Lei vuole la nostra debolezza, la nostra nullità,
i nostri difetti,
i nostri fallimenti.
Se noi ci abbandoniamo nelle sue braccia,
Lei compie il resto.
Un'
invocazione che Don Stefano ripeteva spesso era:
MI
AFFIDO A TE MAMMA,
FA DI ME QUELLO CHE VUOI,
FAMMI CONOSCERE QUELLO CHE VUOI.
FA DI ME QUELLO CHE VUOI,
FAMMI CONOSCERE QUELLO CHE VUOI.
C'è
però anche un messaggio in cui la Madonna lo rimprovera come
una mamma fa col suo bambino per farlo crescere, nel quale dice che
anche tutti i suoi Sacerdoti devono lasciarsi possedere da Maria.
"Figli
miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete:
non sono i vostri difetti, le vostre cadute, i vostri grandi limiti
che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il mio
grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi,
perché vi aiutano a sentirvi e a restare piccoli. Vi danno
come la misura della vostra piccole j ja.
Sono i vostri attaccamenti l'unico ostacolo che
vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami
avete ancora, figli! A voi stessi, alle persone anche buone,
anche sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri
sentimenti. E ad uno ad uno questi Io spezzerò perché siate solo
miei. Ogni giorno che passa Io vi libererò da questi vostri legami e
vi renderò sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati,
finché sarete tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e
di fatto il solo vostro bene. Allora Io potrò agire in voi e
compiere la mia Opera di Mamma, che è quella di fare di ciascuno
copia vivente di mio Figlio Gesù. Per questo affidatevi a Me senta
paura: ogni dolore che sentirete per un nuovo distacco, sarà colmato
da Me con un nuovo dono di amore. Ogni volta che vi distaccherete da
una creatura, sentirete la Mamma a voi più vicina. Lasciate a Me la
gioia di farvi crescere, miei piccoli figli'. (15 febbraio 1975)
Con
molta franchezza posso dire che le parole della Madonna
contenute in questi due messaggi hanno tanto aiutato Don Stefano a
formare il suo carattere, soprattutto ad abituarsi a farsi
calpestare. Questa è stata una prova molto dura, specie quando i
suoi superiori lo deridevano e dicevano con convinzione di lui che si
era inventato il Movimento per girare il mondo e per fare
quello che voleva.
A
questo proposito nel messaggio del 7 luglio 1973 la Madonna dice:
"Ti
sarò sempre vicino".
"Non
addolorarti, non ti deve dispiacere se non ti vogliono, ormai ti ho
già detto è un Opera che non piace più al Mio cuore perché fanno
solo per interesse e cercano solo se stessi. Ora rifanno le
Costituzioni, ma non sono altro che parole. Non c'è più lo spirito.
Rifanno nuovi i muri della casa, ma resteranno vuoti e senza persone.
Non manderò più nessuno... non è che un ramo secco e presto il
Signore la taglierà dall'albero della Sua Chiesa". (Quaderno N'
l originale)
Ho
voluto inserire questo messaggio, perché la terribile crisi delle
Vocazioni che ha colpito tutte le Congregazioni, gli Istituti, le
Vocazioni Sacerdotali è stata causata da un falso rinnovamento solo
esteriore che ha secolarizzato la vita religiosa e sacerdotale e
questo, dice la Madonna: "Ha provocato la terribile crisi
delle Vocazioni '.
La
Madonna parla del `ramo secco che sarà tagliato': proprio Don
Stefano, al momento della sua morte, era l'ultimo membro ancora in
vita della Compagnia di San Paolo: i pochi altri rimasti avevano
trovato altra sistemazione.
A
GRANDI METE DI SANTITÀ
"La
tua vita, figlio, è tanto preziosa e non devi sciuparla neppure per
un istante. Per questo esercitati a stare in Me, sul mio Cuore, ad
agire sempre con Me: a pensare con la mia mente, a vedere le cose col
mio sguardo, a toccarle con le mie mani, ad amarle con il mio Cuore.
Vi
sono momenti in cui questo particolarmente l'avverti, ed è quando
sei con Me nella preghiera: allora ti senti veramente il figlio sul
Cuore della Mamma e la tua anima gusta così quei momenti di
paradiso, che Io riservo gelosamente ai miei figli prediletti. Uscito
dalla preghiera, sembra che ogni altra cosa ti stanchi e ti annoi.
,Questo è un altro dono che Io ti faccio. Perché anche quando non
preghi, tu devi essere sempre in atto di preghiera, e lo sei quando
vivi abitualmente in Me. Allora anche quando parli o ti diverti o fai
gite, sei sempre in Me, perché fai ogni cosa con Me. Così voglio
tutti i Sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano. Devono essere:
Sacerdoti miei. Te lo ripeto: miei. Da quando si sono consacrati al
mio Cuore Immacolato non possono più appartenere a se stessi. La
loro vita, la loro anima, la loro intelligenza, il loro cuore, il
loro bene, anche il male che hanno fatto e i difetti che hanno: tutto
è mio, tutto mi appartiene. Il mio Cuore Immacolato è una fornace
di purissimo fuoco: tutto brucia, tutto consuma, tutto trasforma.
Poiché questi Sacerdoti sono miei, essi devono abituarsi a lasciarsi
guidare da Me: con semplicità, con abbandono. La mia gioia è quella
di condurre, come Mamma, i miei figli Sacerdoti a grandi mete di
santità. Li voglio ferventi, li voglio innamorati del mio Figlio
Gesù, li voglio sempre fedeli al Vangelo. Devono essere docili nelle
mie mani per il grande disegno di misericordia; e per mezzo di essi
salverò un numero sterminato di anime. Saranno la mia gioia, la
corona più bella del mio Cuore Immacolato e Addolorato che ancora
vuole essere il mezzo di salvezza per la Chiesa e per l'umanità".
(24 Agosto 1973)
Ho
voluto citare per intero questo messaggio, perché ciò che la
Madonna dice a Don Stefano vale per tutti noi Sacerdoti del
Movimento. Lei vuole tutto da Don Stefano, ma anche da tutti
i Sacerdoti, vale a dire che si consacrino a Lei, per
avere:
-
mente per pensare come Lei,
-
occhi per vedere con i suoi occhi,
-
mani per toccare quello che Lei tocca, ma in modo particolare
-
il Cuore, per amare quello che Lei ama.
A
tutti noi la Madonna ripete
di essere suoi Sacerdoti, di non appartenere più a noi stessi: la nostra vita, la nostra anima, tutta la nostra esistenza
appartengono a Lei, perfino il male che compiamo,
perché il Suo Cuore Immacolato è una fornace ardentissima
che brucia e rinnova.
di essere suoi Sacerdoti, di non appartenere più a noi stessi: la nostra vita, la nostra anima, tutta la nostra esistenza
appartengono a Lei, perfino il male che compiamo,
perché il Suo Cuore Immacolato è una fornace ardentissima
che brucia e rinnova.
Don
Stefano si è lasciato possedere totalmente!
Anche
tutti noi dobbiamo lasciare fare tutto a Lei, che è vera Mamma
nostra, se vogliamo essere `il piccolo resto che prepara il suo
trionfo'.
"Con
l'atto della consacrazione tu hai messo nelle mie mani tutta la tua
vita: ora essa mi appartiene, è mia. Io ne ho preso possesso ed ora,
a poco a poco, sto trasformandola secondo il suo volere. Ti darò un
nuovo modo di vedere le cose:
vedrai
con i miei stessi occhi. Tutto ciò che è del mondo ormai non ti
potrà più interessare; anzi lascerà in te come una pena profonda.
Dirai di queste cose: quanto sono vane, quanto sono inutili!
Ti
darò anche un nuovo modo di sentire:
sentirai
secondo il mio Cuore. Allora la tua capacità di amare e di soffrire
verrà potenziata enormemente, perché sentirai, figlio, come sente
il Cuore di tua Madre. Quale dolore sentirai per tanti che oggi
rendono vana la Redenzione di mio Figlio: tutti quelli che non
vogliono Dio. Lo negano, lo combattono. Quanta tenerezza proverai per
tutti quelli che, senta loro colpa, si smarriscono, perché vittime
ignare di questi errori.
E
ti darò anche un nuovo modo di pensare:
penserai
secondo il Cuore di Gesù e il mio Cuore materno, vedendo ogni cosa
in Dio e da Dio, secondo lo spirito di sapienza. Ti darò la sapienza
del cuore. Ecco: i Sacerdoti del mio Movimento devono tutti essere
così. Poiché si sono a Me consacrati, devono sentire, vedere e
pensare come Me, con Me, perché Io voglio prendere possesso di tutta
la loro vita, voglio trasformarla, renderla immagine del mio Figlio
Gesù, il primogenito di tanti altri miei figli'. (20 ottobre
1973)
Le
parole di questo messaggio: "Ti darò un nuovo modo di
vedere, di sentire, di pensare, non possono più appartenere a se
stessi... tutto è Mio", sono le parole che dall' 8 maggio
1972 hanno cambiato la sua vita, perché Don Stefano le ha vissute al
cento per cento, per essere di esempio per tutti i Sacerdoti che LEI
avrebbe scelto per la SUA OPERA:
esempio
di docilità e di totale abbandono alla MAMMA, lasciandosi
completamente condurre da Lei.
Ricordo
il suo ultimo viaggio in Corea. Quando ricevette il programma, rimase
senza parole e mi chiese se doveva scrivere per farlo alleggerire.
Gli avevano programmato più cenacoli nello stesso giorno e in luoghi
diversi, calcolando il tempo esatto per gli spostamenti e, si può
dire, i minuti necessari per eventuali soste. Io gli dissi di
scrivere per alleggerire il programma, ma dopo un po' di tempo mi
disse che avrebbe accettato come avevano deciso i responsabili,
perché la Mamma voleva così. In questa, come in altre occasioni, mi
sono accorto che Don Stefano prima di pregare reagiva in un modo, ma
dopo aver pregato, cambiava atteggiamento, perché era subentrato il
suggerimento della Mamma, che ci avrebbe pensato Lei.
Lo
stesso abbandono fu ripagato in altre occasioni. Quando andò in
Polonia mi disse che durante il cenacolo lessero il passo
del'Apocalisse riguardante il `Dragone rosso' e, quando iniziò
a commentarlo, pensò che in mezzo alla tantissime persone presenti
avrebbe potuto esserci qualcuno della polizia. C'era ancora il
governo comunista, quindi il pericolo di essere arrestato era reale,
ma lui spiegò tutto come sempre. Al termine i presenti si
congratularono e non successe niente.
Nel
suo viaggio in Messico, dove era assolutamente proibito vestirsi da
Sacerdoti, indossò la veste talare. Il responsabile, che era andato
a riceverlo in aeroporto, pensò: "Adesso lo portano in
prigione". Lui, invece, uscì tutto tranquillo, sbrigò
tutte le pratiche dell'arrivo e quando fu davanti ai poliziotti la
sorpresa fu che, vedendolo così sereno, gli chiesero di benedirli.
Lui, con la massima semplicità, li benedisse uno ad uno.
Per
conoscere meglio Don Stefano cito un altro messaggio in cui la
Madonna gli descrive come sarebbe stata la sua vita, cioè:
essere
chiamato a portare la croce quotidiana dei suoi tanti limiti, ma
soprattutto la croce dei fallimenti, dei tradimenti, degli abbandoni
dei più vicini.
A
conferma di questo, era solito mostrare una foto scattata al
primo incontro degli aderenti al Movimento a S.
Vittorino Romano: su 40 Sacerdoti presenti, 15 avevano lasciato il
Movimento, altri erano già in Paradiso e solo 8 ne facevano
ancora parte. Quanti responsabili, infatti, dopo breve tempo si
distaccarono e passarono a seguire falsi veggenti, compromettendo la
sopravvivenza del Movimento stesso! Questo aspetto della vita di
questo vero Apostolo di Maria pochi lo hanno colto: solo quelli che
hanno avuto una certa intimità e familiarità con lui, a cui lui
faceva delle confidenze, non tanto per avere conforto, ma per dare
conforto e aiuto.
LA
TUA PASSIONE DOLOROSA
Ecco
il bellissimo messaggio in cui la Madonna gli svela, si può dire, la
sua passione dolorosa.
"La
croce per te, o figlio, è il volere del Padre, che compi bene solo
se, in ogni momento, assecondi il disegno del mio Cuore Immacolato.
Porta ogni giorno la tua croce e non uscire mai dal divino volere. Le
tue ferite sono le incomprensioni, i dubbi, le perplessità, i
numerosi abbandoni. Queste sono vere piaghe dell'anima, che nessuno
vede, più preziose dell'oro, il cui sangue Io sempre raccolgo per
irrorare il giardino delle anime aride ed assetate dei tuoi fratelli
Sacerdoti. La tua salita al Calvario è il cammino che devi fare per
Me, l'avanzare solo e fiducioso, fra tante tue paure e lo scetticismo
orgoglioso di chi ti circonda e non crede. L'immensa stanchezza che
senti, quel senso di sfinitezza che tanto ti prostra, è la tua sete.
I flagelli e gli schiaffi sono le insidie e le dolorose tentazioni
del mio Avversario. Le grida di condanna sono i serpenti velenosi che
ostacolano il tuo cammino ed i rovi che pungono il tuo fragile corpo
di bimbo tante volte percosso. L abbandono a cui ti chiamo è l'amaro
sapore di sentirti sempre più solo, lontano da amici e discepoli,
respinto talvolta anche dai tuoi più ferventi seguaci.
Ma
accanto a te vi è la Madre addolorata; insieme a lei vivi, con
amore e fiducia. la
tua passione dolorosa che nessuno riesce a vedere, ma
che ogni giorno ti consuma, come vittima da Me immolata per
tutti i tuoi fratelli Sacerdoti. La tua morte è il
silenzio più grande, il nascondimento. l'umiliazione e
l'emarginazione che sempre ti chiedo. Il seno
verginale di tua Madre è il nuovo sepolcro per questa tua
Pasqua, che ormai si perpetua nel profondo del mio Cuore Immacolato,
mio più piccolo ed amato fra i figli prediletti”. (5
aprile 1985 - Venerdì Santo)
La
mamma gli predice una vita con tante croci, simile alla passione di
Gesù! E, come annunciato da Maria, le Croci più pesanti furono
proprio le incomprensioni, i dubbi, gli abbandoni, lo scetticismo dei
superiori, il sentirsi solo. Ogni parola di questo messaggio è una
fotografia perfetta' della vita di Don Stefano, e si sono
realizzate tutte, si può dire, in un crescendo sempre maggiore `come
vittima, da Me immolata per tutti i tuoi fratelli Sacerdoti'.
Sì,
Don Stefano è stato una vera vittima peri Sacerdoti!
La
sua passione l'ha vissuta con grande fedeltà per essere un testimone
fedele di luce nella Chiesa, soprattutto per i Sacerdoti. Questo la
Madonna lo chiedeva a lui per primo, affinché potesse essere di
esempio e di forza per tutti gli altri.
Il
giorno in cui fu ricoverato all'Ospedale Niguarda, confessò al
Sig. Otavio che la Madonna sarebbe venuta a prenderlo e che sarebbe
morto solo, in ospedale, come la Beata Giacinta, senza nessuno
vicino. Infatti fu così: tutti noi suoi più stretti collaboratori
eravamo a Collevalenza per gli esercizi spirituali annuali con tutti
i responsabili delle varie nazioni. La Madonna l'ha voluto SOLO nel
momento della morte, abbandonato, si può dire, come fu abbandonato
Gesù sulla Croce; solo Giovanni era presente! Così per Don Stefano
era presente solo Don Alberto, Sacerdote del Movimento, che era anche
uno dei cappellani dell'ospedale e aveva rinunciato ad essere a
Collevalenza per stare accanto a lui in quel momento.
"Non
temete se verso di voi aumenteranno le incomprensioni, le critiche e
le persecuzioni. E necessario che questo avvenga per voi perché,
come mio Figlio Gesù, anche voi oggi siete chiamati ad essere segno
di contraddizione. Sempre più sarete seguiti, sempre più saree
anche respinti e perseguitati. quando attaccano la vostra
persona o il mio Movimento, rispondete con la
preghiera, con il silenrio e con il perdono.
Sarete presto chiamati alla battaglia aperta quando sarà attaccato
mio Figlio Gesù, Me stessa, la Chiesa e il Vangelo. Solo allora,
condotti per mano da Me, dovrete uscire allo scoperto per dare
finalmente la vostra pubblica testimonianza". (2 febbraio
1976)
Durante
gli esercizi spirituali inseriva nell'orario `l'ora di
fraternità'. Erano momenti di scambio di opinioni, di domande,
di conoscenza delle attività, nonché delle varie iniziative e delle
esperienze, di spiegazioni che Don Stefano dava per mettere tutti a
conoscenza di tutto, specialmente riguardo ai cenacoli fatti durante
l'anno. Rendeva così tutti noi partecipi di ciò che aveva fatto e
delle varie avventure che gli capitavano.
Ne
cito alcune.
In
Brasile, mentre era in volo per andare a tenere un cenacolo, si sentì
un fortissimo rumore sotto la carlinga dell'aereo, tanto da pensare
di aver perso un motore. Fece subito un esorcismo e si continuò il
viaggio. Appena arrivati venne subito eseguita un'ispezione
all'aereo, e videro che sotto la carlinga c'era come un grande
graffio fatto da una mano.
Un'altra
volta, lo stesso aereo fu colpito da un fulmine mentre stava
superando un fortissimo temporale. Arrivati a terra, si vide che per
pochi millimetri era stato evitato il serbatoio del carburante.
In
un'altra occasione ancora, invece, andò perso il portellone
posteriore. Tutto questo a testimonianza che non gli sono mancate le
disavventure nei suoi innumerevoli viaggi.
Voglio
anche ricordare un fatto accaduto in Juguslavia ai tempi del
dittatore Tito. Era uscito a fare una piccola passeggiata mentre
recitava il Rosario, quando all'improvviso un cane enorme gli si fece
avanti, mostrando molto chiaramente due belle file di denti. Don
Stefano prese d'istinto la corona tra le mani e gliela mise davanti.
Come prima reazione, il cane smise subito di mostrare i bei denti
bianchi, poi, più lui mostrava la corona più il cane diventava
piccolo e più diventava piccolo più piangeva, fino a quando
scomparve del tutto.
Tutti
questi episodi ci sono stati resi noti, perché nella fraternità i
vari responsabili nazionali facevano un piccolo rapporto su quanto
accadeva e sulla situazione del M.S.M. nella propria nazione.
I
VIAGGI IN AUTOMOBILE
Negli
ultimi cinque anni, aveva circa 80 anni, il viaggiare era diventato
per lui un incubo, anche a causa di disturbi fisici che iniziavano a
farsi sentire. Tornando all'ultimo viaggio che fece all'estero, in
Corea, oltre al programma troppo denso, mancava l'interprete che già
altre volte l'aveva aiutato; soffriva inoltre da tempo di una
fastidiosa diarrea che non riusciva a curare e, conoscendo molto bene
il cibo piccante di quella nazione, sapeva che la sua salute ne
sarebbe rimasta compromessa. Ricordo che in quella occasione per
superare le difficoltà che il demonio si divertiva a fargli
percepire ingigantite, lui pregava moltissimo e chiedeva preghiere ad
altri. E nel corso della sua missione, quante sono state le
negatività che il nemico gli creò per scoraggiarlo!
Anche
in occasione del suo trasferimento in Congo, Ruanda e Burundi, il
diavolo ha lavorato alla grande, procurandogli grandi sofferenze. Per
almeno un paio di volte, infatti, quando sembrava tutto pronto,
scoppiarono dei subbugli in quell'area, per cui fu costretto a
rinviare il viaggio.
Negli
anni in cui Don Stefano ha fatto `lo Zingaro di Maria' (come
diceva lui) per tenere i Cenacoli, si può dire che le avventure non
gli siano mai mancate, specie nei viaggi in automobile. La prima
auto, una 'Opel 1400' nuova, gli si incendiò mentre era alla
guida, e lui riuscì a salvarsi per miracolo. Un'altra volta sulla
tangenziale di Milano un camion urtò la sua auto, che si mise a fare
un testa-coda in pieno traffico. Lui ne uscì senza neanche un
graffio. Anch'io fui testimone di uno di questi episodi. Stavamo
viaggiando sull'autostrada Napoli - Bari (guidavo io) e recitavamo il
Rosario. Era una giornata limpida, tranquilla, con pochissimo
traffico, ma all'improvviso il parabrezza fu imbrattato da una
quantità di letame tale che il tergicristallo non riuscì a
ripulire, impedendoci di vedere. Don Stefano, che sedeva accanto a
me, iniziò subito a recitare un esorcismo, e così riuscimmo a
fermarci senza sbandamenti: in quei momenti non incrociammo
nessun veicolo.
ESEMPI
DI CHIAROVEGGENZA
In
un'altra circostanza mi chiese di andarlo a prendere a Sale (un paese
vicino a Tortona, Alessandria) per accompagnarlo all'aeroporto
di Bergamo, da dove sarebbe partito per la Francia. Erano già
passate tre o quattro ore, ma dell'aereo non si vedeva neppure
l'ombra. Finalmente arrivò una telefonata che informava che il
velivolo non sarebbe più arrivato a causa di un guasto. Mi chiese di
riaccompagnarlo indietro, ma io ero preoccupato perché dovevo
celebrare la Santa Messa in un altro paese e non sarei potuto
arrivare per l'ora stabilita. Lui pregò un pochino e poi mi disse di
riaccompagnarlo, perché ce l'avrei fatta. Arrivai in ritardo di soli
venti minuti, ma, nell'attesa, la gente che mi aspettava per la
celebrazione della Santa Messa aveva iniziato a recitare il Rosario.
Il fatto sorprendente fu che quei venti minuti di ritardo furono
davvero provvidenziali, perché mi risparmiarono una terribile
grandinata che fece danni terribili alle case, alle auto e ovunque.
La Madonna ha sempre arricchito il suo piccolo bambino con tanti
doni, fra cui la chiaroveggenza.
Un
giorno, ad un Sacerdote che sedeva accanto a lui a pranzo, disse di
andare subito in ospedale a farsi fare una visita ai reni. I medici
trovarono un rene in setticemia: ancora poche ore e il pus sarebbe
passato nel sangue, e non ci sarebbe stato più nulla da fare. Così
fu per la `Zia Emilia', alla quale disse di andare subito in
ospedale a fare delle analisi e di farsi subito operare se voleva
vivere. Infatti fu così, trovarono un tumore maligno che fu
asportato appena in tempo.
IL
SENTIRSI SEMPRE PIÙ SOLO
E ABBANDONATO
E ABBANDONATO
La
Madonna ha sostenuto Don Stefano anche attraverso anime privilegiate,
soprattutto di Sacerdoti che, quando si recava da loro per riposarsi,
lo accoglievano come se fosse stato più che un fratello.
Questi,
un po' alla volta, sono andati in Cielo. Solo Dio sa la sofferenza di
Don Stefano per la morte di Don Gino Salmaso, che aveva
offerto tutto se stesso al Signore come vittima per Don Stefano e per
il Movimento! Quanto ha pregato perché la Madonna lo
guarisse! Ne era sicuro, invece non avvenne. Posso affermare che il
dolore per la morte di Don Gino fu molto più grande di quello
provato per la perdita del fratello gemello Pino, a cui era molto
affezionato.
Un
altro grande e doloroso distacco fu la morte di P. Michael
Goughram, che lo aiutava a fare i cenacoli nei paesi di lingua
inglese, soprattutto perché era un vero e piccolo bimbo di Maria.
Con lui si consigliava spesso, perché lo considerava un fratello.
Anche per Padre Michael pregò tanto la Madonna che glielo lasciasse,
ma non fu così. Don Stefano ne soffrì molto.
Un'altra
anima che lo ha sostenuto tantissimo e presso cui lui andava sempre
volentieri a trascorrere qualche giorno di riposo (si può dire che
gli facesse da mamma) era Sr. Paulina della comunità dei
Sacri Cuori di Gesù e Maria di Sale (Alessandria). Lì soggiornava
in un piccolo appartamento al di fuori della comunità. Poteva
riposarsi, pregare in comunità e, soprattutto, ascoltare i consigli
di questa anima privilegiata che la Madonna gli aveva fatto conoscere
attraverso un'altra Sr. Paulina. Quest'ultima si era offerta
vittima per i Sacerdoti ai Cuori di Gesù e di Maria, ancora prima
che il Movimento iniziasse. Morì poco dopo aver conosciuto
Don Stefano, segno che, attraverso tutte le sue sofferenze, aveva
contribuito alla concretizzazione del piano del Cuore
Immacolato, vale a dire della nascita del M.S.M.
Un'altra
anima apostola del Cuore Immacolato di Maria, ancora vivente, è la
signorina Santina Raimondi, che la Madonna aveva scelto ancora
prima che nascesse il Movimento come anima tutta dedita a
pregare per i Sacerdoti. Infatti, quando incontrò Don Stefano in uno
dei suoi primi viaggi in Sicilia, per lei fu una grande
sorpresa. Fu con Santina che Don Stefano compose le parole del
canto tipico del Movimento: `Immacolato Cuore di Maria, sei luce e
via'.
Un
altro sacerdote che non può non essere menzionato è Don Adriano
Menozzi del Friuli, presso il quale Don Stefano era di casa per
pregare e per visitare qualche santuario. Fu proprio in queste
occasioni che la Madonna gli diede vari messaggi. E per testimoniare
il legame che il Cielo ha voluto fra i due, voglio ricordare che il
giorno del funerale di Don Stefano, a Don Adriano fu
diagnosticato un tumore alla testa. Morì un mese esatto dopo il suo
amico Stefano.
Una
carissima anima sacerdotale, che va citata per essere stata accanto a
Don Stefano come un ‘fratellino', è certamente Don Luigi
Consorti di Sant' Omero in Abruzzo.
Don
Stefano era solito rimanere presso di lui tutto il mese di luglio,
fermandosi, a volte, anche fino alla seconda settimana di agosto.
Ogni giorno era solito fare una camminata in mezzo alla bellissima
campagna abruzzese, da dove poteva contemplare il Gran Sasso e
respirare aria purissima in mezzo agli oliveti, alle vigne, ai campi
di frumento e di foraggio. La sosta di riposo da Don Luigi era
per Don Stefano un vero dono della Mamma, che aveva anche provveduto
a donargli alcune bravissime `Marte' che non gli facevano
mancare nulla.
ULTIMO
MESE DI VITA DI DON STEFANO
Negli
ultimi giorni, a Don Stefano non sono mancate le prove, anzi, direi
con certezza, la prova suprema.
Il
mese precedente la sua morte, tornando a casa in via Terruggia, dove
aveva la sua camera, trovò tra la posta un foglio ciclostilato senza
firma, in cui perentoriamente gli si chiedeva di sgombrare la sua
camera entro un mese e di cercarsi un altro luogo dove alloggiare,
perché nel fabbricato sarebbero stati fatti dei lavori di
ristrutturazione, e in seguito sarebbe stato venduto.
Don
Stefano apparteneva ad una famiglia religiosa che, a causa di spese
avventate del superiore generale, era fallita. La sua congregazione
era stata disciolta, però lui e altri due sacerdoti, tra cui uno di
98 anni, non avevano mai abbandonato la congregazione ed erano
rimasti a vivere in quella casa per più di 20 anni. Ora,
all'improvviso, la diocesi aveva deciso di venderla per pagare i
debiti: un vero e proprio sfratto.
Don
Stefano mi chiamò, volle che lo raggiungessi a Milano, si confessò,
mi chiese un esorcismo e, per la prima volta, lo vidi veramente
turbato. Veniva assalito da pensieri di ogni tipo, mi chiamava
continuamente perché gli facessi degli esorcismi, ma il pensiero di
non avere neanche una camera non lo faceva neppure dormire di
notte, perché non sapeva dove andare.
Questa
prova causò in lui un senso di vuoto, di spogliazione totale, provò
l'abbandono di Dio, sperimentò, penso, il Getzemani. E ora mi
sembra di poter dire che è stata una spogliazione molto dolorosa che
la Madonna gli ha chiesto per i suoi Sacerdoti del Movimento, per
vivere il distacco dal mondo e dalle cose, da tutto.
Mi
ero offerto di andare a Busto Arsizio per parlare con l'incaricato
della Diocesi di Milano per la sua comunità: questi mi disse di
riferire a Don Stefano di non preoccuparsi, perché vicino alla casa
c'erano degli appartamenti dove lui avrebbe potuto alloggiare. Al
ritorno, gli riferii questa proposta, ma subito mi rispose che aveva
offerto tutto al Cuore Immacolato di Maria, perché ormai per lui
l'unico posto dove andare era il Paradiso. Proprio in quella
settimana, infatti, era venerdì, mi chiamò dicendomi che andando in
farmacia si era sentito male, aveva avuto degli sbandamenti, ma poi
si era ripreso.
Alla
Domenica dovevamo incontrarci per organizzare gli esercizi spirituali
di Collevalenza: lui, il Sig. Otavio (che arrivava dal Brasile), il
Sig. Franco Ponzoni ed io. Nonostante fosse molto sofferente, venne
ugualmente da solo in auto. Quando lo vedemmo, chiamammo subito il
Dottor Botta (il medico che lo aveva operato al cuore) e il Dott.
Chiesa (suo medico personale), i quali, appena lo videro, lo fecero
salire sulla loro auto e di corsa lo portarono al pronto soccorso
dell' Ospedale Niguarda. Appena arrivati, subì un arresto cardiaco.
Assegnatogli il codice rosso, gli effettuarono il massaggio cardiaco,
si riprese un poco, lo intubarono e lo portarono in terapia
intensiva. Quando uscì la dottoressa che lo aveva assistito, oltre
che a consegnarci i vestiti, diede a me, come sacerdote, una
scatolina avvolta in un involucro. Mi disse che l'aveva con lui e
sotto infarto l'aveva stretta talmente forte che quello sforzo aveva
aiutato a far ripartire il cuore. Qui mi assumo la responsabilità di
rivelare un piccolo segreto. A Don Stefano era stato detto da un
anima particolare di chiedere al suo Vescovo se poteva portare
l'Eucaristia con lui. Gli fu concesso, e da quel momento Gesù ha
sempre viaggiato con lui ovunque. Questo spiega anche il fatto
che, nonostante le tantissime disavventure nei suoi innumerevoli
viaggi, non ha mai avuto paura: con lui c'era Gesù Eucaristia!
TRATTI
CHE LO CONTRADDISTINGUONO
Tante
altre sono le cose che si possono dire di Don Stefano, ma vediamo
insieme quelle di fondamentale importanza.
a)
Uomo di grande preghiera
La
preghiera era per lui l'impegno primario, era il suo abituale
stato. Appena poteva, usava la corona del Rosario per rimanere mano
nella mano con la Mamma. Quando si facevano viaggi lunghi si
recitavano i tre Rosari, ma quando si terminavano, lui continuava da
solo, sempre. L'Adorazione Eucaristica si può dire fosse continua,
perché, come ho già riferito, portava sempre con sé l'Eucaristia.
È stato fedelissimo alla preghiera della Chiesa, ha sempre recitato
il Breviario, anche quando era molto stanco. Più di una volta dopo
cena, durante gli Esercizi Spirituali da lui predicati, lo si trovava
impegnato a pregarlo. E al centro di tutto: l'Eucaristia,
celebrata sempre e adorata a lungo. Nei
cenacoli ha sempre voluto l'Ora di Adorazione Eucaristica
e, anche se stanco, la conduceva sempre lui. Famose sono le
invocazioni che faceva durante l'Adorazione Eucaristica:
Gesù,
con Maria noi Ti amiamo,
Gesù, con Maria noi Ti adoriamo,
Gesù, con Maria noi ripariamo.
Gesù, donaci il Tuo Spirito!
Gesù, con Maria noi Ti adoriamo,
Gesù, con Maria noi ripariamo.
Gesù, donaci il Tuo Spirito!
Vieni,
Spirito Santo, vieni per mezzo della potente
intercessione del Cuore Immacolato di Maria,
tua Sposa amatissima.
intercessione del Cuore Immacolato di Maria,
tua Sposa amatissima.
È
sempre stato fermamente convinto che il nostro contributo al trionfo
del Cuore Immacolato di Maria si potesse concretizzare solo mediante
la preghiera e la sofferenza.
Per
quanto riguarda la preghiera, una regola a cui teneva molto era:
giusto
tempo del pregare insieme', in quanto aborriva le preghiere
troppo lunghe e recitate solo perché vanno fatte. A tal proposito
ripeteva molto spesso, per indicare che era sempre contrario alla
preghiera in comune prolissa, troppo lunga, che:
-
un'ora: è tutta del Signore,
-
un'ora e mezza: il demonio si ruba qualcosa,
-
due ore: il demonio se le ruba tutte;
Leggeva
molto, non solo i Documenti della Santa Sede, le Encicliche, le
Lettere Apostoliche (quando si trovava lontano mi telefonava perché
gliele inviassi per posta celere, in modo da poterle conoscere al più
presto), ma anche alcuni classici di vita spirituale, che rileggeva
ripetutamente:
-
Il piccolo nulla. Vita di santa Maria di Gesù Crocifisso.
(Vita
di una ragazza guarita e guidata da Maria,
-
Il Diario di Santa Faustina Kowalska,
-
L'Imitazione di Cristo.
Ma
il libro che lui aveva sempre con sé era il Libro azzurro che,
più che leggere, meditava, per contemplare i disegni meravigliosi di
Dio attraverso la Creatura più amata da Lui. Anche quando ci si
incontrava e si parlava di qualche avvenimento o problema, più che
dire il suo parere, diceva spesso: "Prendete il libro e
apritelo." e indicava un messaggio che era sempre molto
attinente. Così fu nell'ultimo incontro che avemmo il 12 giugno
2011, giorno di Pentecoste. Dopo la Santa Messa ci ritirammo con lui
in camera ad aspettare l'ora di pranzo. Ci chiese cosa dicessero i
giornali a proposto del nuovo Arcivescovo che doveva essere eletto a
Milano. In quell'occasione ci invitò a non temere nulla e ci indicò
il messaggio del 18 ottobre del 1975 `SIATE NELLA GIOIA', nel
quale è praticamente riassunto tutto lo stato attuale della Chiesa e
del mondo. È stato il messaggio di addio! Ci ha esortati a rimanere
nella gioia! Lei, la Mamma, avrebbe pensato a tutto e non avrebbe mai
abbandonato la Chiesa, né tanto più i suoi figli prediletti.
b)
La piccolezza
Era
cosciente della sua fragilità, dei suoi difetti. Non parlava mai di
se stesso e, se qualche volta capitava, era per mettere in evidenza i
suoi limiti. Se gli si faceva notare che qualche cosa di
straordinario si era verificato durante un cenacolo (come dei profumi
particolari), deviava rapidamente il discorso con una battuta o
una risata. Voleva che fossero dimenticati subito certi avvenimenti
che avevano dello straordinario: come, ad esempio, quando predisse a
Giovanni, l'organista, che avrebbe avuto un incidente molto grave ma
che lui aveva chiesto alla `MAMMA' di lasciarlo ancora, per
averlo a suonare l'organo nei Cenacoli. Anche questo è un chiaro
esempio di come voleva dare importanza a Giovanni anziché a se
stesso, cercando invece di coprirsi e nascondersi, nonostante il suo
dono di chiaroveggenza.
c)
La semplicità e l’amicizia
Grazie
alla sua grande semplicità e amicizia ci si sentiva a proprio agio
con lui: preferiva più ascoltare che parlare e, quando doveva farlo,
era molto delicato e prudente.
Si
adattava subito a tutto: se si pensa al suo continuo viaggiare a
tutte le latitudini, non si è mai lamentato del cibo o di altro.
Usava
moltissimo il telefono: chiamava, s'informava spessissimo,
incoraggiava e consigliava.
d)
Il discernimento
Se
doveva prendere una decisione o fare una correzione era molto fermo,
non cambiava più il suo parere: quando interveniva era evidente che
aveva già chiare le sue ragioni. Sapeva scegliere!
Le
scelte da lui fatte furono sempre le più giuste.
e)
La povertà
La
sua povertà la si notava subito nei suoi viaggi: per quarant'anni ha
girato in tutto il mondo soltanto con una valigetta a mano,
contenente solamente due cambi di biancheria, gli effetti personali,
il Breviario e il Gesù Bambino donatogli da Teresa Musco. Don
Stefano viaggiava indossando sempre la veste talare. Negli
ultimi quindici anni gli era stata regalata una 'Audi' per i
lunghi viaggi che faceva in Italia. Diceva che questo lo imbarazzava.
Il suo desiderio prima di morire (non dovendo più muoversi tanto e
sentendo il bisogno di qualcuno che lo aiutasse nella guida), era di
acquistare una vettura più modesta.
f)
Il suo rapporto con il denaro
Gli
sono state date offerte abbastanza consistenti, ma lui non ha mai
voluto impegnare questo denaro, perché diceva: "È denaro
della Madonna! Lei mi dirà come devo usarlo". Per questo
motivo nel suo testamento ha voluto che si facesse una "Fondazione",
perché rimanesse come denaro della Mamma Celeste e nessuno
potesse usarlo per altri scopi.
g)
È tempo di autenticità, di verità!
Don
Stefano è stato autentico come uomo, come Sacerdote e come vero
Devoto di Maria!
"Oggi
come una Mamma ti voglio condurre per mano: voglio condurti sempre
più profondamente nell'intimo del mio Cuore Immacolato. Il mio Cuore
deve essere per te come un rifugio, entro cui devi sempre vivere e da
cui devi contemplare tutti gli avvenimenti di questo mondo. Se vivrai
ogni momento in questo rifugio, sarai sempre riscaldato dall'amore
mio e del mio Figlio Gesù. Ogni giorno che passa questo mondo
piomberà sempre più nel gelo dell'egoismo, della sensualità,
dell'odio, della violenza, della infelicità. Prima della grande
tenebra, calerà sul mondo la notte dell'ateismo che avvolgerà ogni
cosa. Il mio Cuore Immacolato soprattutto allora sarà il tuo rifugio
e il tuo chiarore. Non temerai né il gelo né l'oscurità, perché
tu sarai nel Cuore della Mamma, e da lì indicherai la strada ad un
immenso numero di miei poveri figli smarriti. Ma il mio Cuore è
anche un rifugio che ti protegge da tutti questi avvenimenti che si
succedono. Sarai sereno, non ti lascerai turbare, non avrai paura.
Vedrai ogni cosa come da lontano, senza lasciarti minimamente toccare
da esse".
(5
gennaio 1974)
Posso
affermare con piena coscienza che Don Stefano ha vissuto nel `rifugio
sicuro della Mamma'. Per questo non ha mai temuto i tantissimi
pericoli e disagi incontrati nei suoi numerosissimi viaggi in tutti i
continenti. Come missionario, io posso dire che, quando si viaggia, i
pericoli, le difficoltà e i contrattempi di ogni genere non mancano
mai. A volte si definiva lo `zingaro' di Maria, e diceva: "Se
il Signore mi togliesse un giorno di Purgatorio per ogni letto che ho
cambiato, sono sicuro di andare direttamente in Paradiso".
h)
Fidati solo di Me
"Fidati
solo di Me, non dei mezzi umani; affidati solo a Me. C'è una cosa
che puoi sempre fare e che è la sola che in ogni momento Io voglio
da te, perché tanto mi serve per il mio Movimento: la tua preghiera,
la tua sofferenza, la tua fiducia in Me. Questo Io ti domando:
lasciati invece spogliare di ogni altra preoccupazione. Questo non è
uno dei tanti movimenti, ma è il mio Movimento, o figlio. Lascia
dunque fare a Me. Così dovranno fare tutti i miei Sacerdoti: lo farò
capire facendo crollare ogni mezzo umano in cui riporranno la loro
fiducia. Devono fidarsi solo di Me. So che questo costa molto alla
natura umana. Ma Io voglio i Sacerdoti del mio Movimento solo miei.
Se non si abituano ora a cercare Me sola, ad ascoltare Me sola, ad
affidarsi a Me sola, come faranno nel momento della grande tempesta a
trovarmi, quando tutto sarà piombato nell'oscurità? Si abituino fin
d'ora a vedermi luce di ogni loro azione!". (28 gennaio
1974)
Ho
voluto citare questo messaggio, perché Don Stefano lo ha sempre
vissuto nella sua pienezza.
Diceva
continuamente: "Il Movimento è della Madonna".
A
questo proposito è famoso il seguente episodio. Quando diede
l'incarico di presentare la 24a edizione del `Libro Azzurro' a
Don Giovanni D'Ercole, questi, sotto pressione di qualcuno al di
sopra di lui in Vaticano, scrisse che il contenuto era formulato in
un genere letterario adottato da Don Stefano, molto devoto di Maria.
Appena lesse quella presentazione, Don Stefano chiamò subito Don
Giovanni D'Ercole, il quale gli confermò che era stato obbligato a
scrivere quel commento. Ricordo benissimo quanto ne fosse
contrariato! Affermava che nessuno poteva fargli dire delle
bugie, neanche la Santa Sede, e chiese e ottenne un colloquio con
Papa Giovanni Paolo II. Al Papa Don Stefano ribadì che non poteva
accettare che si affermasse una falsità, perché in tutto ciò che
era scritto nel `Libro Azzurro' di suo non c'era nulla: tutto
era stato ricevuto direttamente dalla Madonna sotto forma di
`Locuzioni interiori'. Il Santo Padre lo rassicurò che poteva
continuare come sempre, e che nelle successive edizioni avrebbe
dovuto essere proprio lui, Don Stefano stesso, a dichiarare che si
trattava di parole che sentiva nel suo cuore, in forma di locuzioni
interiori.
In
seguito scrisse infatti una presentazione dichiarando:
"Sono
disposto ad assumere la piena responsabilità teologica, spirituale e
pastorale di quanto nel libro si afferma e intendo ribadire che lo
spirito e l'impegno del Movimento aderiscono con totale fedeltà, al
Magistero del Papa e dei Vescovi uniti con Lui". (Presentazione
della 26° edizione)
Nel
testamento spirituale ha scritto:
"Lascio,
come mio testamento spirituale tutto quanto è scritto nel libro: Ai
Sacerdoti figli prediletti della Madonna ; ed attesto che i messaggi
ivi contenuti sono stati da me ricevuti sotto forma di `locuzioni
interiori’". (Testamento spirituale)
La
Madonna aveva detto che Lei, con lo strumento del `Libro Azzurro',
avrebbe diffuso il Movimento in tutto il mondo. E così avvenne!
I primi fascicoli furono, infatti, tradotti perfino in cinese dal
Beato P Allegra fin dall'anno 1973, e anche oggi in Cina il `Libro
Azzurro' è il libro più letto dopo la Bibbia.
(Testimonianza
di un Vescovo cinese della Chiesa del silenzio)
Leggendo
in modo particolare i messaggi dei primi anni, come già detto, la
Madonna forma il `suo bambino': gli insegna la necessità di
vivere completamente abbandonato a Lei e a non temere nulla, perché
a tutto il resto avrebbe provveduto la Mamma. Capire questo per Don
Stefano non fu facile, come non lo è neanche per noi oggi, ma è
così: dove a noi sembra di fallire, Lei costruisce.
Per
rimanere fedele a questa richiesta di Maria, Don Stefano non è mai
apparso in televisione né è mai andato a parlare alle radio, ma si
è limitato a fare catechesi solo nei cenacoli di preghiera. Anche se
radunava grandi folle (negli stadi del Brasile ha tenuto cenacoli con
una presenza che raggiungeva fino a più di sessantamila persone),
lui ripeteva che la Madonna non chiedeva il numero, ma la qualità,
poiché gli diceva: "Non tanti, ma santi".
Insisteva
ovunque andasse di diffondere i cenacoli familiari,
utilissimi per l'unità e la santità della famiglia, della Chiesa,
in modo particolare i cenacoli con i bambini, perché diceva:
“La preghiera dei piccoli ha una potenza molto grande".
utilissimi per l'unità e la santità della famiglia, della Chiesa,
in modo particolare i cenacoli con i bambini, perché diceva:
“La preghiera dei piccoli ha una potenza molto grande".
Avvertiva
spesso: "Dove tutto sembra facile, presto tutto fallisce!
Dove tutto sembra perso, all'improvviso ci sarà un raccolto
abbondante!
"Vi
voglio umili, silenziosi, raccolti, ardenti di amore verso Gesù e le
anime. Solo così diventerete grandi ai miei occhi; - vi voglio
fiduciosi, abbandonati, senza preoccupazioni umane. Anche quella di
voler `fare" per il mio Movimento può diventare una umana
preoccupazione. Solo così il vostro animo potrà vedere la grande
opera che Io sto facendo in voi e per mezzo di voi; - vi voglio
mortificati nei sensi, perseveranti nella preghiera, raccolti attorno
a Gesù nella Eucaristia, quali viventi lampade di amore. Solo così
mi sentirete a voi vicina; - vi voglio sempre più puri; così voi mi
potrete finalmente vedere. Mi vedrete con gli occhi dell'anima, se
chiuderete alla vanità di questo mondo gli occhi del corpo. La
vostra vita verrà da Me trasformata, mentre dolcemente e fortemente
vi conduco alla santità. Solo se assecondate la mia azione, potete
sfuggire al pericolo di fermarvi e di intiepidirvi nel fervore, dopo
l'atto della vostra consacrazione a Me. Una docilità esteriore che
vi porta oggi ad essere esempi di ubbidienza vissuta e testimoniata.
Ubbidienti alla vostra Mamma che vi parla e che vi porta con la sua
parola all'ubbidienza al Papa e alla Chiesa a Lui unita. Ogni giorno
il mio Cuore materno viene nuovamente lacerato da atti, anche
pubblici, di vera disubbidienza e ribellione al Papa. La vostra
ubbidienza deve essere come la mia: umile, consapevole, perfetta. In
questo modo voi assecondate la mia azione, mentre per il mio
Movimento inizia come una seconda fase". (25 luglio 1977)
Abbiamo
già parlato della vita di preghiera di Don Stefano (primo
grande impegno del Movimento), ma voglio ricordare anche il
secondo impegno, che lui ha sempre raccomandato con
particolare insistenza: l'obbedienza alla Chiesa, alle direttive
della Chiesa.
Per
questo, come ho già espresso:
-
leggeva sempre i documenti ufficiali della Chiesa e raccomandava
anche ai Sacerdoti di leggerli e di farli conoscere ai loro
fedeli;
-
portava sempre l'abito talare;
-
voleva che i sacerdoti, soprattutto del Movimento, fossero di esempio
nell'obbedire alle direttive della Chiesa in tutto.
Nell'atto
di Consacrazione, su ispirazione, ha scritto:
"Fedeltà
e unità al Papa e alle sue direttive
Così
da porre una barriera al processo di contestazione del magistero che
minaccia le fondamenta stesse della Chiesa".
Fedeltà
nella Verità:
non dimentichiamo che
l'errore che uccide la Fede va sempre smascherato,
come del resto fece Paolo con Pietro.
non dimentichiamo che
l'errore che uccide la Fede va sempre smascherato,
come del resto fece Paolo con Pietro.
PAPA
GIOVANNI PAOLO II E DON STEFANO
Non
posso concludere questo breve ricordo di Don Stefano senza parlare
del suo rapporto strettissimo con il Papa scelto e ottenuto dal Cuore
Immacolato di Maria, come dono per la Chiesa.
"Oggi
hai pregato per il nuovo Papa che il mio Cuore Immacolato ha ottenuto
da Gesù per il bene della sua Chiesa. È figlio da Me prediletto,
perché si è consacrato al mio Cuore fin dal principio del suo
Sacerdozio. Unisciti, con l'amore e con la preghiera, a tutti i
Sacerdoti del mio Movimento, che Io stessa conduco a sempre più
grande amore al Papa e alla Chiesa a Lui unita." (17 ottobre
1978)
Certamente
il Santo Padre Giovanni Paolo II è stato un dono per la Chiesa, ma
lo è stato, direi in modo del tutto particolare, anche per Don
Stefano, che ha trovato nella sua persona una conferma di quello che
gli chiedeva la Madonna per superare la grande crisi penetrata
all'interno della Chiesa stessa.
È
vero, infatti, che lui nel profondo del suo cuore era consapevole
della grande missione che la Madonna gli affidava con i messaggi
sotto forma di `locuzioni interiori', e che le parole ricevute
in quei momenti erano per lui quasi miracolose, tali da far
scomparire le difficoltà, e da dare grande carica spirituale e
materiale, di certezza e sicurezza; ed è pur vero che Don Stefano,
prima di divulgare il messaggio, lo sottoponeva al suo Direttore
Spirituale. Egli desiderava tuttavia la conferma dalla Chiesa, che
arrivò dal Santo Padre: era la conferma del Cielo. Si realizzava
così il grande desiderio che Don Stefano aveva coltivato nel suo
cuore fin dagli inizi, e vederlo concretizzato, dopo non pochi
tentativi, fu per lui un grande dono della Mamma.
Tutti
gli anni inviava al Santo Padre la lettera circolare di fine anno che
veniva mandata a tutti i membri, ma per anni non ebbe risposta.
Allora, per fare recapitare la lettera direttamente nelle mani del
Papa, chiese aiuto a un Vescovo del Movimento che lavorava in
Vaticano, e subito gli furono fatte avere le giuste istruzioni per
arrivare direttamente al Papa, senza passare dalla Segreteria di
stato. Gli fu anche dato un numero di telefono diretto con Don
Stanislao, Segretario personale di Giovanni Paolo II. L'incontro
avveniva di solito in Dicembre, mese della sua ordinazione
Sacerdotale, avvenuta il giorno 19. Concelebrava col Papa nella sua
cappella privata, e poi seguiva il colloquio personale che riguardava
il viaggi fatti nei vari paesi, i cenacoli e tutto ciò che accadeva.
Fu, infatti, durante uno di questi incontri che il Santo Padre,
puntando il dito verso di lui disse: "Tu parroco di tutto il
mondo!". Maggior conferma non poteva avere: quella era la
missione chiesta dalla Madonna l'8 maggio 1972, ed era anche la
missione affidatagli dalla Chiesa. Questo fu di grandissimo conforto
per Don Stefano. Negli ultimi dieci anni non gli fu più possibile
avere l'incontro personale con il Papa, ma Don Stefano continuò
ad inviargli il suo dettagliato rapporto, e spesso Don Stanislao
chiedeva di Don Stefano perché il Santo Padre aveva bisogno di
parlare con lui. Ricordo molto bene che, quando Don Nazareno fu
ucciso in Brasile, Don Stefano mi chiamò, chiedendomi di mandare
subito un rapporto al Papa, il quale non tardò a ringraziare. Per
questo diceva, ancora prima che Giovanni Paolo II morisse, che
lo voleva come patrono del M.S.M.
I
SANTI PATRONI DEL MOVIMENTO
S.
Giuseppe è certamente il patrono principale che la Mamma stessa
ha voluto per il suo Movimento.
"Affidate
voi e il mio Movimento alla sua potente protezione. Come ha saputo
difendere la vita minacciata del Bambino Gesù, così ora difenderà
questa mia Opera di amore, nei momenti in cui dal mio Avversario
verrà attaccata e furiosamente combattuta. Con lui e con il nostro
divin Bambino Gesù, oggi vi incoraggio e vi benedico". (19
marzo 1984)
Don
Stefano poi ha voluto aggiungere come copatroni:
-
Santa Teresina del Bambino Gesù,
-
San Giovanni Paolo II.
Ora
vorrei terminare questo breve tentativo di far conoscere il caro e
piccolo bambino Don Stefano e la grande figura del grande Papa, San
Giovanni Paolo II, riportando senza commenti alcuni brani dei
messaggi del libro `Ai Sacerdoti, figli prediletti della Madonna',
dove si vede e si tocca con mano, che il Movimento Sacerdotale
Mariano è stato un grande dono del Cielo, per la Chiesa e per
il mondo, e questo dono del Cuore Immacolato di Maria, ha avuto
due grandi apostoli:
-
San Giovanni Paolo II
-
Don Stefano.
Ora,
noi del Movimento, il piccolo resto che Lei, la Mamma, custodisce nel
Suo Cuore Immacolato per essere gli Apostoli degli ultimi tempi,
dobbiamo, imitando Don Stefano, il piccolo bambino della Madonna,
continuare la nostra missione, ossia far trionfare il Cuore
Immacolato di Maria sulla Chiesa e sul mondo.
"Questo
è il compito che ti ho affidato: portare in ogni parte del mondo il
mio materno annuncio e chiamare tutti i miei figli ad entrare, con il
loro Atto di consacrazione, nel rifugio luminoso e sicuro del mio
Cuore Immacolato. Perché la prova che sta per giungere a voi è
tanto grande e siete chiamati tutti a soffrire con Me. Ma la vostra è
come la sofferenza di una mamma che deve dare alla luce il suo
bambino. Infatti l'immenso dolore di questi ultimi tempi prepara la
nascita di una nuova era, dei tempi nuovi, in cui Gesù verrà nello
splendore della sua gloria ed instaurerà il suo regno nel mondo."
(8 settembre 1990)
"Oggi
vi confermo che questo è il Papa del mio segreto; il Papa di cui ho
parlato ai bambini durante le apparizioni; il Papa del mio amore e
del mio dolore... Quando questo Papa avrà compiuto il compito che
Gesù gli ha affidato ed Io scenderò dal Cielo ad accogliere il suo
sacrificio, tutti sarete avvolti da una densa tenebra di apostasia
che sarà allora diventata generale. Rimarrà fedele solo quel
piccolo resto che, in questi anni, accogliendo il mio materno invito,
si è lasciato racchiudere dentro il rifugio sicuro del mio Cuore
Immacolato." (13 Maggio 1991)
"Le
forze massoniche sono entrate nella Chiesa, in maniera subdola e
nascosta, ed hanno posto la loro roccaforte nello stesso luogo ove
vive ed opera il Vicario di mio Figlio Gesù. Vivete gli anni
sanguinosi della battaglia, perché la grande prova è ormai giunta
per tutti. Si sta realizzando quanto è contenuto nella terza parte
del mio messaggio, che ancora non vi è stato svelato, ma che ormai è
reso palese dagli stessi avvenimenti che state vivendo. Per
prepararvi ad essi, Io ho fatto sorgere, in ogni parte del mondo, la
mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano. E così ho scelto questo
mio più piccolo e povero bambino e l'ho portato ovunque, come
strumento del mio materno disegno di salvezza e di misericordia. Per
mezzo di lui vi ho chiamato da ogni parte a consacrarvi al mio Cuore
Immacolato; ad entrare tutti nel sicuro rifugio che la Mamma Celeste
ha preparato per voi; a moltiplicare i Cenacoli di preghiera come
parafulmini che vi proteggono dal fuoco del castigo. Quanti di voi mi
hanno risposto con filiale amore e con grande generosità. Ormai il
mio disegno sta per attuarsi ed il compito, che ho affidato a questo
mio piccolo figlio, sta per essere compiuto." (13 maggio
1993)
"Questo
Papa è il dono più grande, che il mio Cuore Immacolato vi ha dato,
per il tempo della purificazione e della grande tribolazione. Parte
importante del mio messaggio e del mio segreto, che ho rivelato ai
tre bambini a cui sono apparsa, riguarda proprio la persona e la
missione del Papa Giovanni Paolo II. Quanto è grande la sua
sofferenza! Spesso è come schiacciato sotto il peso di una croce,
che è diventata tanto pesante. L'umanità corre sulla strada della
violenza e dell'odio, delle lotte fratricide e delle guerre,
nonostante il suo angosciato grido, che a tutti fa giungere, per
invocare la pace". (13 maggio 1995)
"E
il Messaggio di Fatima che si compie nel vostro impegno di amore, di
preghiera e di unità al Papa ed alla Chiesa a Lui unita. Qui Io ho
predetto ed ho mostrato in visione ai piccoli bambini, a cui sono
apparsa, le sofferenze, le opposizioni e le prove sanguinose del
Papa. Queste mie profezie si sono compiute soprattutto in questo mio
Papa Giovanni Paolo II, che è il capolavoro formato nel mio Cuore
Immacolato. Con il vostro impegno di amore e di preghiera, voi siete
il suo conforto e la sua consolazione, nel momento del suo più
grande sacrificio. Con la vostra docilità ed ubbidienza, voi
diventate il suo aiuto più valido, perché il suo Magistero sia
ovunque accolto, ascoltato e seguito. Con la vostra unità a Lui, voi
siete confermati a restare nella vera fede, nei tempi qui da Me
predetti, in cui la fede si sta perdendo da molti miei figli, a causa
degli errori che vengono insegnati e sempre più diffusi. Io ho fatto
sorgere qui, ormai da venticinque anni, il mio Movimento Sacerdotale
Mariano: perché il Messaggio di Fatima, spesso contestato e da molti
rifiutato, avesse ai vostri giorni il suo pieno compimento." (13
Maggio 1997)
Questi
messaggi devono aiutarci a non scoraggiarci e darci la forza di
mantenerci fedeli agli insegnamenti di Don Stefano, e in particolare
di San Giovanni Paolo II, grande difensore del tesoro secolare della
Tradizione della Chiesa, che oggi si vuol far tacere. Chiesa che si
vuole distruggere, manipolando la VERITÀ con il pretesto di
aggiornarla e adeguarla ai tempi.
IL
COMANDAMENTO DELL'AMORE
Anche
Don Stefano ha impiegato molto tempo a capire che il Movimento è
Opera di Maria, e quindi è Lei che pensa a tutto. A noi è richiesto
soltanto di essere dei bambini che si fidano e si affidano alla
Mamma. Lei pensa a tutto il resto.
La
Madonna chiedeva questo totale abbandono per insegnare a Don Stefano
e a ciascuno di noi a vivere il comandamento che racchiude tutti i
Comandamenti: l'amore.
"Vorresti
e non puoi, perché non dipende da te; vorresti e non puoi, perché
trovi difficoltà che tu da solo non puoi superare. Vorresti e non
puoi, perché ad uno ad uno ti cadono tutti quegli appoggi umani su
cui tanto contavi. Anche per Me, per il mio Movimento, quante volte
vorresti fare e non puoi. Oh, questa impotenza di fare, la tua
esperienza di fragilità, la pazienza che devi esercitare, questa
attesa talvolta come ti costa, come tifa soffrire, come ti purifica!
Proverai la gioia anche nel dolore; anzi tu offrirai per la mia gioia
ogni tuo dolore, anche il più piccolo, ed Io lo accoglierò
come un dono che il bimbo fa alla Mamma e te lo cambierò subito in
gioia. Ma la gioia che io ti dono è profonda, non è superficiale; è
quieta, non porta mai turbamento: è per te, figlio, la gioia della
Croce. La gioia di restare sempre nel mio Cuore Addolorato per
provarne tutta la materna, indicibile amarezza. A questa gioia voglio
portare tutti i Sacerdoti del mio Movimento. Devono sapere come Io
totalmente cambio e trasformo la loro esistenza, prendendo alla
lettera il dono che mi hanno fatto della loro consacrazione. Li
condurrò, questi miei bimbi, tanto avanti nell'amore, nella
sofferenza, nella gioia della Croce." (23 marzo 1974)
"Non
lasciarti prendere dalle cose: non ti preoccupare. Ti ripeto: nessuna
esterna interferenza potrà nuocere a questa mia Opera. Io ti faccio
sentire come voglio quest'Opera e Io stessa ti condurrò per mano per
realizzare questo mio disegno. Quelli che ti dovranno aiutare Io
stessa, piano piano, li distaccherò da tutto - persino da ciò che
essi ritengono buono e utile per il mio Movimento - e li condurrò
solo sulla strada del perfetto abbandono e del mio volere. Saranno da
Me personalmente chiamati a questo distacco: e Io da loro attendo la
più totale sottomissione. O figlio, sapessi quanto sto lavorando i
miei Sacerdoti, come sto lavorando te stesso! Affidati sempre più a
Me, lasciati condurre da Me: vedrai come la Mamma al tuo posto saprà
fare bene ogni cosa". (30 luglio 1974)
Le
parole di questo messaggio furono dette dalla Madonna in un
momento in cui il `Libro Azzurro' che Don Stefano pubblicava
era esaurito da qualche mese. Si doveva ristamparne un'altra
edizione, perché ogni giorno arrivavano richieste da moltissimi
Sacerdoti, ma per motivi inspiegabili, non si riusciva a venirne a
capo. Don Stefano aveva perso un po' la calma. Ed ecco che arriva
questa bellissima lezione della Mamma che ci insegna a non
preoccuparci più di tanto: "Offrire la propria impotenza,
distaccarsi da quelli che sono gli appoggi umani, deve darti gioia -
dice la Madonna -, non turbamento, perché questo ti purifica
e cambia, ti fa provare la sofferenza della Croce".
Don
Stefano diceva spesso che la funzione del Movimento nella
Chiesa è la stessa della linfa in un albero. Il Movimento è la
linfa che tiene in vita il grande albero della Chiesa in questi tempi
di apostasia, di divisioni, di abbandoni e tradimenti. Diceva che la
vera linfa non è la critica, la condanna, ma l'amore che la Madonna
chiedeva ogni giorno come impegno principale, non solo a lui ma anche
a tutti i membri consacrati al Suo Cuore Immacolato.
"Ti
domando di amare sempre di più.
Ama
ogni giorno, in ogni momento della tua vita.
Nulla
turbi la purezza e la intensità del tuo amore.
Ama
la santissima e divina Trinità,
glorificando
il Padre, imitando il Figlio,
accogliendo
il dono dello Spirito.
Ama,
con il Cuore divino di Gesù, tutti i tuoi fratelli, specialmente i
più piccoli, i più poveri, gli ultimi,
i
disperati, gli emarginati, i peccatori.
Sii
tu il raggio luminoso del mio amore materno e misericordioso.
Ama
i tuoi fratelli Sacerdoti, specialmente
i
più deboli, i più fragili,
quelli
che cadono,
quelli
che sono imprigionati dalle catene delle passioni,
specie
dell'orgoglio e della impurità.
Per
loro immolati ogni giorno nel silenzio, nel nascondimento,
nella
umiltà, nella docilità.
Diventa
la dolce e mansueta vittima, da Me immolata,
per
il bene e per la salvezza di tutti i Sacerdoti.
Ama
sempre, senza stancarti mai.
Ogni
cosa sia fatta da te solo per amore.
Il
cammino che devi fare per Me, per amore.
La
croce che devi portare, per amore.
Il
lavoro pesante che ti tocca compiere, per amore.
I
Cenacoli che porti avanti, per amore.
I
Paesi che attraversi, per amore.
I
continenti lontani che raggiungi, per amore.
La
preghiera intensa che ti chiedo, per amore.
La
sofferenza che ogni giorno ti domando, per amore.
La
stanchezza che ti prende, per amore.
La
sfinitezza che ti prostra, per amore.
I
tuoi limiti che ti mortificano, per amore.
I
difetti che ti accompagnano, per amore.
Tutta
la tua vita che mi doni, per amore.
Soltanto
allora sarai quaggiù la gloria di Maria.
Soltanto
allora potrai adempiere alla missione che Io ti ho affidato e farai
fiorire nella tua persona, nella tua vita e nella tua opera
il
giardino delle mie più grandi e straordinarie meraviglie." (22
marzo 1988)
Don
Stefano è stato la GLORIA di Maria sulla terra e noi tutti lo
possiamo testimoniare. Ma lo potremo ancora di più testimoniare, non
tanto con le nostre parole o scritti, ma continuando a vivere la
nostra vita come ha vissuto lui.
Cuore
Immacolato di Maria, Fiducia, Salute e Vittoria mia.
Solennità
dell'Immacolata Concezione 2016
P.
Quartilio Gabrielli
UN
SEMINATORE DI MERAVIGLIE
Nella
prima metà del luglio 1977 si sono svolti i primi esercizi
spirituali internazionali del MSM nell'eremo di Monte Giove (presso
Fano) con i sacerdoti provenienti dall'Italia, Francia, Germania e
Jugoslavia (18 partecipanti). In quell'occasione la Madonna ha dato
un messaggio in cui ha detto: «E' un continuo Cenacolo, come era
a Gerusalemme dopo il ritorno di mio Figlio Gesù al Padre» (M.
14. 7. 1977).
Io
avevo partecipato già ai molti esercizi spirituali, ma per prima
volta ho sperimentato profondamente in questo Cenacolo la Chiesa come
«un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32). Si è sentita una
particolare presenza della Madre di Dio e Madre della Chiesa e si è
realizzata l'affermazione del Papa Paolo VI: «Dov' è la
Madonna ivi è Gesù; ivi è la Chiesa».
Don
Stefano Gobbi ha ricevuto dallo Spirito Santo il "carisma del
Cenacolo" in perfetta sintonia con il Concilio Ecumenico
Vaticano Il che, come inizio della seconda Pentecoste, ha rinnovato
in un certo qual modo nella Chiesa il Cenacolo della prima
Pentecoste. «Io vi porto la presenza della Madonna» (dichiarazione
di don Stefano in un Cenacolo nazionale in Slovenia). La Madonna con
la sua presenza materna nel Cenacolo confermava che don Stefano era
il suo strumento autentico e che il MSM è solo Opera sua. Nel
Cenacolo don Stefano è apparso "diverso" e, nel suo
parlare, è stato come trasformato da una presenza particolare della
Madre nell'ordine della grazia. Fuori del Cenacolo sono stati ogni
tanto ben evidenti i suoi limiti umani.
Sulla
base dell'insegnamento di Giovanni XXIII e dell'ultimo Concilio,
Paolo VI, Giovanni Paolo Il e Benedetto XVI hanno sviluppato la
dottrina sul Cenacolo e promosso la sua attuazione, ma non sono
riusciti a diffonderlo nella Chiesa: essi sono stati "voci"
che gridano in un deserto. Don Stefano Gobbi, invece, è stato
il Seminatore straordinario del Cenacolo: mediante la sua missione
innumerevoli Cenacoli si sono diffusi nella Chiesa. Questa
moltiplicazione non si può spiegare umanamente, ma costituisce un
grande miracolo dello Spirito del Padre e del Figlio, compiuto con la
cooperazione verginale e materna del Cuore Immacolato della sua Sposa
amatissima.
Sono
molto importanti i messaggi sul Cenacolo, in cui la Madonna emerge
come Sposa dello Spirito Santo e Madre della Chiesa nel miracolo di
Pentecoste. Sì, lo Spirito Santo è come l'anima della Chiesa, ed
essa è anzitutto e soprattutto una continuazione del miracolo
pentecostale e come tale nasce "dall'alto"; essa quindi non
è un' organizzazione umana che sorge "dal basso", in cui
facilmente predomina il "demone dell'organizzazione" (Pio
XII; la Madonna ci vuole liberi dall'influsso di questo demone, cf.
M. 16. 9. 1974). Dobbiamo molto ringraziare don Stefano che ci ha
fatto capire, mentre dilagava paurosamente nel clero "l'eresia
dell'azione" (Pio XII), che «il bisogno primo della Chiesa è
di vivere sempre la Pentecoste» (Paolo VI).
Pregando
il santo Rosario nel Cenacolo, insieme con Colei che è
"l'Onnipotenza supplice", il MSM si trova nel cuore della
realizzazione dell'ultimo Concilio e della seconda Pentecoste. Nel
tempo della grande notte polare della negazione di Dio,
dell'apostasia diffusa e della tribolazione apocalittica, il Cenacolo
al piano superiore, cioè nel Cuore Immacolato della Donna vestita di
sole, è un rifugio sicuro di salvezza, dove lo Spirito del Signore
si effonde in abbondanza e risplende l'inizio della seconda
Pentecoste. Per questo ogni sacerdote del MSM dovrebbe essere,
secondo l'esempio di don Stefano, un fervente promotore del Cenacolo.
«E'
il Messaggio di Fatima che si compie e che si sta realizzando in ogni
parte per l'azione misericordiosa della vostra Mamma celeste. Con
esso Io ho domandato la consacrazione al mio Cuore Immacolato, come
mezzo sicuro per ottenere la conversione del cuore e della vita, e
per ricondurre l'umanità sulla strada del suo pieno ritorno al
Signore. Per mezzo del mio Movimento Sacerdotale Mariano questa
consacrazione, da Me voluta e richiesta, viene ormai fatta in tutte
le parti della terra. (...)
E'
il Messaggio di Fatima che si compie nella diffusione ormai a livello
mondiale, dei Cenacoli, che Io vi ho domandato, per raccogliervi
nella preghiera fatta con Me e per mezzo di Me» (M. Il messaggio
di Fatima si compie, Fatima, 8. 5. 1997).
Dall'inizio
della sua missione, don Stefano Gobbi ha testimoniato di aver
ricevuto il carisma del MSM l'8 maggio 1972, proprio nel luogo delle
apparizioni della Madonna ai tre piccoli bambini a Fatima: pregando
nella cappellina davanti all'immagine della Mamma celeste. In virtù
di questo carisma egli è divenuto un Seminatore straordinario della
consacrazione vissuta al Cuore Immacolato della Madre di Dio e Madre
nell'ordine della grazia. Egli ha piantato questo seme nei cuori di
tutti i membri del MSM e del Movimento Mariano.
Questa
moltiplicazione della consacrazione vissuta e la sua crescita nella
Chiesa provengono da un'azione speciale dello Spirito del Padre e del
Figlio. Sotto quest'aspetto, il MSM è una realizzazione del
messaggio di Fatima. Esso ha prestato un aiuto grande ai Papi Paolo
VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno accolto il messaggio
di Fatima e hanno cercato di portare il popolo pellegrinante di Dio
sulla via della consacrazione vissuta al Cuore Immacolato della sua
Madre celeste.
«Sei
stato scelto da Me stessa per fare comprendere a tutti- sopratutto
ai tuoi fratelli Sacerdoti - le ricchezze e le meraviglie del mio
Cuore Immacolato» (M. 9. 11. 1975).
«E'
la mia Opera, che Io faccio per mezzo del mio Movimento Sacerdotale
Mariano. Per questo ho scelto questo mio piccolo bambino e l'ho fatto
strumento delle mie più grandi meraviglie in ogni parte del mondo»
(M. 19. 6. 1993).
«Io
ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora
né chi pianta, né chi irriga è qualcosa, ma Dio che fa crescere.
Siamo infatti collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio» (1
Cor 3,6-7. 8). Nella prospettiva della seminagione crescente della
menzionata consacrazione vissuta e di quella dei Cenacoli, don
Stefano Gobbi appare come un Seminatore straordinario di meraviglie
nel campo di Dio, cioè nella Chiesa, ma non il loro Creatore. Esse
sono state chiamate all'esistenza e fatte crescere unicamente da Dio
Uno e Trino onnipotente, il quale le ha compiute, in Cristo e per
Cristo, mediante la collaborazione del Cuore Immacolato della Madre
nell'ordine della grazia e quella molto inferiore di don Stefano.
Tali
meraviglie dimostrano che don Stefano è stato un collaboratore di
Dio e della Madre della Chiesa, uno strumento scelto e adoperato da
loro per la realizzazione di un loro disegno trascendente, ma per se
stesso una nullità: «Sentiti per questo un niente, veramente
incapace» (M. 27. 5. 1974).
Qui
sorge una domanda importante: se don Stefano è stato un Seminatore
straordinario delle meraviglie nel campo di Dio, allora è stato lui
stesso capace di escogitare i messaggi del "Libro azzurro",
che rivelano le ricchezze e le meraviglie del Cuore Immacolato di
Maria, o essi sono piuttosto discesi, sotto forma di locuzioni
interiori, nel suo cuore, dal Cuore Immacolato della Donna vestita di
sole? In virtù del principio della ragione sufficiente si deve
affermare che nessuno nella Chiesa, e perciò nemmeno don Stefano
Gobbi, potrebbe fare umanamente una tale cosa. «Il giardino delle
più grandi e straordinarie meraviglie» (M. 22. 3. 1988) del
Cuore Immacolato di Maria nella vita di don Stefano non è stato e
rimane anzitutto il Libro dei suoi messaggi?
La
Regina dell'universo ha disseminato, mediante la missione di questo
suo debole bimbo, sprovvisto di mezzi umani di propaganda, le sue più
grandi meraviglie nei cinque continenti della terra.
Nell'osservazione
della seminagione crescente delle suddette meraviglie in tutto il
mondo, emerge che il MSM è un'Opera della Madre nell'ordine della
grazia: il frutto di un intervento straordinario della Donna vestita
di sole, che, mandata da Cristo (da Dio Uno e Trino), come mai
discende dal cielo per aiutare maternamente la Chiesa e l'umanità
durante la tribolazione apocalittica.
UNA
CORONA SPLENDIDA
Il
termine greco "stephanos" significa "corona".
Dopo la dipartita di don Stefano da questo mondo, vediamo meglio che
egli è stato veramente "una corona del Cuore Immacolato ed
Addolorato di Maria" (cf. M. nella festa di San Stefano
martire, 26. 12. 1974): in continuità con Fatima è stato il
ricevitore privilegiato della più grande rivelazione privata del
Cuore Immacolato della Madre di Dio e Madre della Chiesa nella
storia, voluta dalla santissima Trinità nel tempo dell'attuazione
piena del libro dell'Apocalisse, perché risplendesse di più «un
segno grandioso nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna
sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle» (Ap
12,1). Anzi addirittura come Segno unico nel cielo:
«Uno
solo è il segno che Dio dà al mondo e alla Chiesa di oggi: Io
stessa. Io sola sono annunciata quale grande segno nel cielo: questa
donna, vestita di sole, con la luna quale tappeto ai suoi piedi e
dodici stelle quale corona luminosa attorno al suo capo. E'
preannunciata la mia vittoria sul Drago rosso, sull'ateismo
trionfante. Questa vittoria si otterrà per mezzo del trionfo del mio
Cuore Immacolato nel mondo, e questa mia vittoria Io raggiungerò con
i Sacerdoti del mio Movimento. Non cercate altri prodigi nel cielo:
questo sarà il solo prodigio» (M. 30. 11. 1974).
Don
Stefano è stato una corona splendida del Cuore Immacolato della
Donna vestita di sole: una potente antenna spirituale ricevente e
trasmittente della sua luce purissima nel tempo della notte polare
crescente della negazione di Dio, mentre aumentava nella Chiesa il
processo della confusione e dell'apostasia dal Vangelo e da Gesù
Cristo, l'unico Salvatore del mondo. Egli ci ha indirizzati a
guardare con gli occhi della fede solo verso questo Segno grandioso
per ricevere la luce divina e vittoriosa del sole di Cristo (della
Santissima Trinità). Come nessun altro egli ha contemplato e ci ha
avvicinato il mistero di Maria nel mistero di Cristo e nel cuore
della Santissima Trinità.
La
rivelazione da lui ricevuta contiene pure, tra l'altro, la più
profonda spiegazione del capitolo VIII della costituzione dogmatica
"Lumen gentium": la beata Vergine Maria Madre di Dio nel
mistero di Cristo e della Chiesa. Questo capitolo, secondo un disegno
di Dio Uno e Trino, costituisce il vertice della costituzione
sulla Chiesa e del Concilio Ecumenico Vaticano II.
A
Fatima la Madonna ha dato un messaggio apocalittico che riguarda la
fine dei tempi (cf. M. 13. 5. 1994). Il segreto di Fatima (il terzo?)
si riferisce alla Chiesa e all'umanità alla fine dei tempi (cf. M.
dato a Fatima, 11.3. 1995) ed esso sarà reso palese con lo stesso
svolgimento degli avvenimenti. Don Stefano Gobbi è stato
profondamente introdotto dalla Donna vestita di sole nel mistero del
suo Cuore Immacolato e nel segreto di Fatima. Anche per questo egli
appare oggi come una corona fulgente che ci aiuta a trovare il giusto
orientamento "in una stagione di smarrimento", di una
"apostasia silenziosa" e di una "cultura di morte"
(cf. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Ecclesia in Europa,
2003, n. 7-9), nell'oscurità, nella prova e nella tribolazione
apocalittica.
GLI
ESERCIZI SPIRITUALI
SOPRA LE CATACOMBE
SOPRA LE CATACOMBE
Nella
prima metà del luglio 1978 si sono svolti i secondi esercizi
spirituali internazionali del MSM nel convento religioso situato
sopra le catacombe di San Callisto a Roma (circa 60 partecipanti).
Ricordo ancora la voce di don Stefano Gobbi che in una meditazione ha
gridato: «L'umiltà, l'umiltà, l'umiltà!» Egli ha compreso fino
in fondo la necessità di questa virtù nel tempo in cui andava
crescendo una meta-tentazione, come l'ha definita due anni più tardi
Giovanni Paolo II nel discorso ai Vescovi francesi: una tentazione
della superbia così profonda, universale e forte come mai è
successo nella storia dell'umanità e della Chiesa.
Don
Stefano si è contrapposto alla coda del drago, che tramite questa
tentazione, dopo il Concilio, ha causato numerosi naufragi nella fede
tra i membri del clero e ha fatto precipitare molte stelle dal cielo
della Chiesa nel sotterraneo (cf. Ap 12,4). Coltivando l'umiltà e lo
spirito dell'infanzia spirituale, egli ha voluto essere
spiritualmente soltanto un bambino di due mesi nelle braccia della
Mamma celeste, della Donna vestita di sole (cf. Ap 12,1), che con
docilità si lascia portare da Lei. In questo modo egli ha camminato
sopra le onde burrascose della meta-tentazione e il drago non è
riuscito a fermarlo o a capovolgerlo. L'atteggiamento filiale l'ha
portato a una confidenza totale nella Provvidenza del Padre celeste e
all'abbandono alla sua volontà.
«Siate
docili: è ciò che più mi piace e che a voi costa di più» (M. 13.
7. 1978), ha affermato l'umile Ancella del Signore nel suo
messaggio ai partecipanti agli esercizi. La docilità cammina di pari
passo con l'umiltà. Mentre oggi la curva della meta-tentazione
avanza verso il suo massimo, noi del MSM dobbiamo più che mai
seguire con umiltà e docilità le orme di don Stefano, per sfuggire
alle insidie pericolosissime del drago scatenato.
Don
Stefano praticava e inculcava nei membri del MSM una sottomissione
umile e docile al Magistero della Chiesa, spingendoli ad apprezzare,
conoscere e far conoscere i documenti dei successori di Pietro. Ciò
è stato veramente provvidenziale nel tempo della contestazione al
Magistero dopo il Concilio, in cui è cresciuta un'interiore
divisione nella Chiesa (cf. M. 11. 2. 1979) e una persecuzione
nascosta e subdola è riuscita "dall'interno" a emarginare
l'insegnamento del successore di Pietro (cf. M. 3. 3. 1979), «a
lasciare cadere nel vuoto il suo magistero e a fare, nella pratica,
il contrario di quanto lui indica» (M. 11. 2. 1979). Mediante
questo processo sono stati costruiti pian piano un falso Cristo e una
falsa Chiesa (cf. M. 17. 6. 1989), senza che moltissimi se ne
accorgessero.
Durante
i menzionati esercizi la Vergine Santa ha detto nel messaggio: «In
voi e per mezzo di voi Io stessa sono presente sotto la croce su cui
il Santo Padre sta vivendo le ore della sua agonia» (M. 13. 7.
1978). Contrapponendosi alle interpretazioni parziali dell'ultimo
Concilio, al processo della secolarizzazione della teologia, della
protestantizzazione dell'esegesi, dell'apostasia dalla fede cattolica
e alla formazione di un falso Cristo e di una falsa Chiesa, i Papi
Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (sono i
"Papi conciliari", perché hanno partecipato personalmente
all'intero svolgimento del Concilio Vaticano) si sono conformati
interiormente in gradi perfetti a Cristo Crocifisso. Non si può
dimenticare quanto don Stefano ha fatto pregare nei Cenacoli per
questi Papi, recando a loro un aiuto spirituale notevole. Così
veramente il MSM ha assunto il ruolo dell'apostolo Giovanni sotto la
croce di Gesù, accanto alla Madre sua addolorata.
Il
mercoledì noi abbiamo concelebrato la Messa nella basilica di San
Pietro e nel pomeriggio abbiamo partecipato all'ultima Udienza
generale di Paolo VI. Egli infatti è andato subito dopo a Castel
Gandolfo, dove è morto nel giorno della festa della Trasfigurazione
del Signore. Don Stefano si è sentito in sintonia con Paolo VI, che
ha ricevuto dallo Spirito Santo il "carisma della
trasfigurazione" (Giovanni Paolo II) per la Chiesa sulla via
della nuova era, e ancor di più con Giovanni Paolo II, che ha avuto
in misura più grande lo stesso carisma. Senza la docilità al
"carisma della trasfigurazione", posseduto anche da don
Stefano, nessuno può addentrarsi nei messaggi del "Libro
azzurro"; e neppure nell'insegnamento dei "Papi conciliari"
che interpreta il Concilio Universale Vaticano II senza rottura con
la sacra Tradizione come una nuova tappa dello sviluppo della
dottrina per la nuova era.
Nello
stesso mercoledì don Stefano Gobbi, con altri tre sacerdoti, è
stato ricevuto dal Cardinale prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede, Franjo Seper (1905 - 1981), ed ha parlato con
lui degli esercizi spirituali e del MSM. Forse per la prima ed ultima
volta don Stefano ha visitato l'edificio di questa Congregazione, la
quale in seguito, quando ne è stato prefetto il Cardinale Joseph
Ratzinger, ha esaminato per due volte successive il "Libro
azzurro".
«Il
vostro è stato un vero cenacolo eucaristico: a Gesù nell'Eucaristia
si è orientata la vostra preghiera, il vostro amore, la vostra vita.
Siete chiamati a diventare sempre più gli apostoli e i nuovi martiri
di Gesù presente nell'Eucaristia. Per questo deve aumentare la
vostra riparazione, la vostra adorazione, la vostra vita di pietà.
Il Cuore Eucaristico di Gesù farà cose grandi in ciascuno di voi»
(M. La vostra pubblica missione, 13. 7. 1978).
In
quei giorni, nel corso di un'omelia, stando sopra le tombe dei
martiri del tempo dell'Impero romano, don Stefano Gobbi si è rivolto
verso Oriente: verso l'Impero totalitario del comunismo nei Paesi
dell'Est. Egli ha alzato la mano destra in segno di minaccia e ha
pronunciato una profezia sull'avvicinarsi della fine dell'Impero
comunista, che a quel tempo sembrava impensabile e impossibile. La
Regina delle vittorie, mediante questo suo piccolo figlio, ha voluto
ricordarci che Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili
(cf. Lc 1,52). Gesù, nel suo infinito abbassamento nell'Eucaristia,
fa cose grandi nei cuori degli umili, che lo amano, e così forma
anche i suoi nuovi apostoli: gli Apostoli degli ultimi tempi. Essi,
sopra le tombe degli innumerevoli martiri dei secoli XX e XXI,
durante la tribolazione apocalittica, attendono con fiducia un
sorprendente, improvviso e sconfinato miracolo del sole: il trionfo
del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, che coinciderà con
il più grande splendore del regno eucaristico di Gesù. Don Stefano
è stato annunciatore profetico di questo evento. Questo Cenacolo nel
suo insieme, sopra le tombe degli innumerevoli martiri romani, è
stato un evento salvifico e un segno profetico: Gesù, Re dell'eterna
gloria, sconfiggerà, mediante il Cuore Immacolato della Donna
vestita di sole, il più gigantesco Impero anticristiano nella storia
e l'abominio della desolazione nella Chiesa con la voce dei lattanti,
con la preghiera dei piccoli e con la debolezza dei nuovi martiri
(testimoni) "eucaristici". La Madonna ha tracciato la via
della pubblica missione degli Apostoli degli ultimi tempi e del suo
Movimento.
IL
SANTUARIO DI CASTELMONTE:
LA MADRE DI DIO CON GESÙ LATTANTE
LA MADRE DI DIO CON GESÙ LATTANTE
Don
Adriano Menozzi, parroco di San Marco (Placensis, Udine), è stato
fin dal 1974 un grande amico e sostenitore di don Stefano Gobbi.
Nella sua canonica gli ha riservato una stanza al piano superiore,
che sempre l'ha accolto, quando è venuto per soggiornare una o due
settimane. Questa canonica è divenuta il punto di partenza dei
viaggi di don Stefano in Jugoslavia, in Cecoslovacchia, in Ungheria e
in Romania.
Negli
anni 1983/4 il "Libro azzurro" è stato esaminato dalla
Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale infine l'ha
inviato all'arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, affinché
decidesse se dare o meno il permesso alla nuova stampa del libro,
appartenendo don Stefano alla sua diocesi. Don Stefano ha aspettato
per mesi questo permesso, ma esso non arrivava mai. Allora
quando è stato in Friuli, egli ha fatto un voto alla Madonna: «Se
il permesso sarà concesso, ogni volta che verrò in questa regione,
mi recherò come pellegrino a Castelmonte».
Castelmonte
è il Santuario mariano più celebre e più frequentato nel Friuli
Venezia Giulia: si trova sul vertice di un monte 8 km ad est di
Cividale e quasi al confine con la Slovenia. Nel Santuario è
venerata da molti secoli una statua della Madre di Dio che siede e
tiene sulle ginocchia il Gesù lattante (nudo); entrambi portano
sulla testa corone preziose. Il Santuario è circondato da una cinta
muraria, perciò la cima del monte è anche un castello. Poco dopo il
voto, il permesso è stato concesso, e don Stefano è divenuto
un pellegrino abituale di Castelmonte.
Don
Stefano si recava a Castelmonte sempre accompagnato da due o tre
sacerdoti. Durante il viaggio si pregava la prima parte del Rosario,
nel Santuario si concelebrava la Santa Messa e si rinnovava la
consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Dopo la celebrazione si
recitava la seconda parte del Rosario e nel ritorno la terza parte.
Nel
Santuario, dopo la proclamazione del Vangelo, oppure durante o dopo
la preghiera del Rosario, la Madonna ha dato alcuni messaggi. Don
Adriano portava sempre con sé il registratore. Don Stefano
pronunciava tali messaggi, di altissimo contenuto teologico, a viva
voce, senza interrompersi, prova sicura che non li inventava con un
ragionamento del suo pensiero. Don Adriano li registrava e in seguito
li trascriveva con la macchina da scrivere. Poi don Stefano li
rileggeva, e infine venivano pubblicati nel "Libro azzurro".
Questa è stata la genesi di alcuni tra i più bei messaggi che
abbiamo nel libro del Movimento.
Per,
leggere il libro dei messaggi e lasciarsi formare da essi è
necessario ascendere sulla montagna del Cuore Immacolato della Madre
nell'ordine della grazia, sulla via dell'infanzia spirituale (cf. M.
Il mio libro, Castelmonte, 21. 1. 1984; M., I miei messaggi,
Castelmonte, 9. 11. 1984) che è quella regale. Per capire e vivere
in profondità la parola della Vergine Madre purissima della Sapienza
incarnata occorre avanzare su questa strada semplice e bella, ma
difficile, per avvicinarci sempre più a Gesù lattante; la sua
parola soprannaturale è infatti un fiore di Sapienza, una goccia di
rugiada e una sorgente di grazie (cf. M. La mia parola, Castelmonte,
9. 2. 1985); bisogna insomma diventare puri di mente, di cuore, di
corpo (cf. M. 11. 2. 1977), imitando le virtù della Madre della
purezza, tutta bella (cf. M. La mia e la vostra purezza, Castelmonte,
14. 2. 1985). Questa parola è come un latte spirituale per i piccoli
bambini, che li fa crescere e li aiuta a superare la moderna civiltà
della superficialità, le miopi filosofie mondane, l'ateismo teorico
e pratico e le ideologie materialistiche; ma sopratutto li aiuta a
camminare sopra il labirinto gigantesco della più elaborata e
sottile falsa scienza (gnosi) del razionalismo teologico moderno (cf.
M. 28. 1. 1978). Nel percorso dell'ascensione essi trovano, dopo
fatiche considerevoli, anche un castello invincibile, per essere
protetti e difesi nella battaglia apocalittica.
«Ti
ho scelto e ti ho preparato per il trionfo del mio Cuore Immacolato
nel mondo» (M. Il trionfo del mio Cuore Immacolato, Dongo, 19.
12.1973).
La
Madonna, con i suoi messaggi, ha formato per primo don Stefano
stesso, affinché, come un montanaro del suo Cuore Immacolato, si
avvicinasse con l'esercizio crescente delle virtù a Gesù lattante,
e si trasformasse in un lattante nell'ordine della grazia. Don
Stefano si è lasciato formare con docilità dalla Mamma celeste,
venendone spogliato dalle imperfezioni, dagli attaccamenti
disordinati, dall'appoggiarsi agli uomini, dai pesi inutili ...,
insomma dal residuo dell'uomo vecchio e dei suoi vizi. Arrivato ad
alti livelli del monte, egli è stato così spogliato e nudo da
assomigliare a Gesù lattante, e ciò ha attirato tante anime alla
sua sequela.
«Questa
è l'Opera che Io sto facendo nella Chiesa per mezzo di te» (M.
27. 5. 1974).
La
Mamma celeste ha posto don Stefano come capofila perenne del suo
Movimento, in cui i montanari del suo Cuore Immacolato percorrono lo
stesso sentiero ascendente, con la pratica sempre più intensa delle
virtù, per avvicinarsi e diventare simili a Gesù lattante. Lungo
l'ascensione avviene una trasfigurazione graduale, in cui i vecchi
spiritualmente (in essi il residuo dell'uomo vecchio è molto grande)
diventano adulti, poi giovani, poi bambini, poi piccoli bambini e
infine lattanti (in essi il residuo dell'uomo vecchio è minimo)
nell'ordine della grazia.
«In
questi anni, come Mamma, vi ho formato attraverso i miei messaggi. (
..) In questi messaggi vi svelo anche il mio disegno nella sua
silenziosa preparazione, nella sua dolorosa attuazione e nel suo
vittorioso compimento» (M. 9. 11. 1984). Lasciandosi formare dai
messaggi, il MSM partecipa per gradi, lungo la salita nelle altezze
del Cuore Immacolato della Regina delle vittorie, al suo disegno, che
è quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per il
passaggio epocale della Chiesa e dell'umanità alla nuova era (cf. M.
5. 11. 1977); «che è quello di sconfiggere Satana, primo
artefice del peccato e di tutto il male che si è diffuso nel mondo.
Camminate con Me e allora voi stessi sarete nel mondo la luce
immacolata che vincerà la tenebra del male e del peccato» (M.
13. 7. 1978).
Quest'ascensione
interiore mirabile è la mossa decisiva, perché prepara la via al
trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, predetto da
lei a Fatima. Perciò è comprensibile che contro la schiera di
questi montanari si scatena il drago infernale con il suo sistema
satellitare e con la schiera dei suoi fedeli collaboratori sulla
terra. Come capofila dei montanari, don Stefano è stato un bersaglio
speciale del Maligno, che vedeva in lui un artefice formidabile, che
preparava la sua grande sconfitta.
«Nessuna
esterna interferenza potrà mai nuocere a questa mia Opera che Io
gelosamente sto facendo nascere per la salvezza della mia Chiesa»
(M. 27. 5. 1974).
La
sopra delineata ascensione è essenzialmente interiore, sovracosmica
(celeste), soprannaturale e naturale. Nessuna interferenza esterna
può fermarla. Don Stefano ci ha più volte ammonito riguardo al
fatto che solo se noi cediamo alle insidie di Satana deviamo dal
retto cammino della consacrazione vissuta e torniamo indietro.
Nemmeno la persecuzione, che la Madonna ha predetto, potrà fermare
la sua schiera: al contrario, essa accelererà il momento del trionfo
del suo Cuore con la venuta del Regno glorioso di Cristo. Don Stefano
ha più volte citato la frase scritturistica in cui ha visto
preannunciata la vittoria della schiera della Donna vestita di sole:
«O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la
terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con bocca dei
bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli» (Sal 8,2-3).
UN
TRATTO SALIENTE DI DON STEFANO
In
qualsiasi stagione dell'anno don Stefano Gobbi usciva dalla canonica
di San Marco per fare lunghe passeggiate nei campi della pianura
friulana. Io l'ho accompagnato molte volte. Prima di tutto abbiamo
pregato il santo Rosario, poi abbiamo parlato del MSM e della
situazione odierna della Chiesa e del mondo. In particolare don
Stefano ha voluto essere informato sullo stato della teologia
cattolica, delle sue varie correnti, della penetrazione delle eresie
nelle scuole, sui diversi teologi ... Ricevendo una conferma umana, è
stato confortato nella certezza che i messaggi riguardanti la
teologia attuale erano conformi ai fatti, quindi alla verità.
Don
Stefano non è stato un sacerdote ingenuo, tale da lasciarsi attirare
e prendere dal vortice affascinante del trasformismo e del
relativismo esploso dopo il Concilio nella Chiesa: ha sempre voluto
bensì rimanere sulla solida roccia della verità. Questo suo
atteggiamento è ancora più importante nei nostri giorni, in cui
questo vortice sta diventando sempre più forte, invadente e
divorante.
«La
verità è la prima carità» (Paolo VI). Questo indirizzo è stato
un tratto saliente di don Stefano Gobbi, che si poteva ben scorgere
nelle sue meditazioni. «Non guardate in faccia chi sta in alto o in
basso», ci diceva don Stefano, esortandoci ad affermare sinceramente
la verità ed a far «splendere la luce del Vangelo» (M. 20. 10.
1973).
Sospinto
dallo Spirito della Verità, come piccola piuma sull'onda della sua
pienezza, don Stefano trasmetteva un raggio luminoso della verità
integrale nel tempo della crescente confusione dottrinale e
disciplinare, del mare nebbioso della mediocrità e della tenebra
dilagante dell'errore. Ciò ha attirato numerosi Vescovi, sacerdoti,
religiosi e fedeli laici a entrare nel MSM. Questa verità è stata
però in lui connessa con l'amore soprannaturale, simile a quello
materno della Madonna. Egli ha parlato un linguaggio semplice, cioè
sapienziale, che è stato comprensibile a tutte le categorie di
ascoltatori.
Don
Stefano si è contrapposto al fumo del padre della menzogna, che
stava penetrando nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, con «il
coraggio della verità» (Paolo VI), smascherando gli errori e le
eresie che portano alla perdita della fede globale e quindi
all'apostasia. Egli, quale "corona del Cuore Immacolato ed
Addolorato di Maria", è stato un grande difensore
dell'intero cerchio delle verità rivelate: dell'integrità del
deposito della fede, mentre il neomodernismo razionalista lo
disgregava in maniera "scientifica". Ecco il processo
dolorosissimo e devastante di una "decadenza modernista"
(Paolo VI). Don Stefano inoltre ha tolto la maschera dalla faccia
delle potenti bestie apocalittiche che minacciano la sopravivenza
della Chiesa e dell'umanità. Per fare questo, non è stato forse
necessario che egli esercitasse in misura grande la virtù
soprannaturale della fortezza?
Il
pluralismo teologico centrifugo senza fine, che frantumava il
deposito della fede, è stato anzitutto una fuga da Cristo
Crocifisso-Verità, Segno supremo della contraddizione. Esso ha
attirato e sedotto una parte di cattolici, formando «una Chiesa
senza dogmi e senza Croce di Cristo» (Paolo VI) e «senza moralità
oggettiva» (Giovanni Paolo II), cioè una Chiesa capovolta,
secolarizzata, terrestre e sotterranea. Mediante la consacrazione
vissuta al suo Cuore Immacolato, la Vergine Madre, quale "Donna
della verità" (Giovanni Paolo II), ha condotto don Stefano a
una testimonianza eroica della verità, ed ha plasmato il suo cuore
secondo il Cuore di Gesù, e di Gesù Crocifisso. Con i suoi
innumerevoli viaggi, fatiche e sofferenze egli è stato chiamato a
formare il MSM sull'esempio dell'Apostolo Giovanni, che ha seguito
fedelmente il Maestro divino nella salita del Calvario ed è rimasto
sotto la sua croce, accanto alla Madre Addolorata.
UN
GRANDE APOSTOLO
DELLA VERITÀ E DELLA CARITÀ
DELLA VERITÀ E DELLA CARITÀ
Lasciandosi
muovere dallo Spirito della Verità e dell'Amore, il cristiano
cammina, in Cristo Crocifisso e Risorto, sulla strada centrale e
globale della verità e della carità. «In Cristo Gesù non è la
circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera
per mezzo della carità» (Gal 5,6). L'ottica soprannaturale della
fede illumina con la luce della verità divina la capacità
soprannaturale della volontà, la quale così guidata compie gli atti
della carità divina. Allora il cristiano, quale uomo interiore
(cuore), cammina e avanza in Cristo, sorretto al tempo stesso dalla
virtù soprannaturale della speranza. Nell'ordine dell'agire sono
però decisivi gli atti della virtù della carità, con i quali egli
sale in alto sul monte di Cristo Crocifisso e Risorto. Introducendo
la separazione tra la verità e la carità, il cristiano, quale uomo
interiore, esce dal Cuore di Cristo Crocifisso e Risorto (dal Regno
di Uno e Trino), dal Cuore della Madre nell'ordine della grazia e dal
cuore della Chiesa: precipita nel regno sotterraneo e nella schiavitù
del padre della menzogna.
«Per
camminare sulla mia strada non si può scendere al compromesso con il
male, perché essa si snoda solo sulla inimicizia fra queste due
opposte realtà. Mio Figlio Gesù diventa il segno di questa
contraddizione e vi è donato dal Padre per la salvezza e per la
rovina di molti. Oggi vivete tempi oscuri, perché si cerca di
giungere in tutti i modi al compromesso fra Dio e Satana; fra il bene
e il male; fra lo spirito di Gesù e lo spirito del mondo. Molti
corrono il pericolo di diventare vittime di questa generale
confusione ed anche nella mia Chiesa vorrebbe diffondersi un falso
spirito, che non è quello di Gesù Figlio di Dio. Come un invisibile
nube tossica si espande lo spirito di mescolanza fra Dio e il mondo,
e si giunge a togliere il vigore alla Parola di Dio, spogliando della
sua forza l'annuncio del Vangelo» (M. 8. 12. 1982).
«Annunciate
sempre con fedeltà e chiarezza il Vangelo che vivete. Il vostro
parlare sia: "Sì, sì; no no”; il resto viene dal Maligno»
(M. Segno di contraddizione, 2. 2. 1976).
«La
verità senza la carità e la carità senza la verità diventano
entrambe menzogna distruttiva» (Giovanni Paolo 11). Nel XX secolo è
continuata a ingrandirsi la più vasta e profonda città
dell'ambiguità e della confusione, che nel nostro secolo avanza
verso il suo culmine (cf. At 17: la famosa grande prostituta, la
città di Babilonia). Mediante il processo della secolarizzazione
della Chiesa, dopo il Concilio aumentava la confusione tra la verità
e la carità, come pure della loro separazione e contrapposizione; e
crescevano la confusione e il compromesso tra la verità e l'errore,
tra il bene e il male. Nel campo teologico questo processo, con un
falso aggiornamento, ha sovvertito le fondamentali verità della fede
cattolica, privandole del loro contenuto divino, universale e
immutabile. «Non si negano apertamente, ma si accolgono in
maniera equivoca giungendo nella dottrina al più grave compromesso
con l'errore che mai si sia compiuto» (M. 2. 2. 1976).
Certamente
don Stefano Gobbi non è stato un sacerdote del compromesso! Dalla
Condottiera celeste è stato formato a camminare sulla strada
centrale e universale della Verità e della Carità. In questo modo è
divenuto un grande Apostolo della verità e della carità. Egli si è
contrapposto con sorprendente fortezza allo "splendido e
babelico secolo XX" (Paolo VI) e al processo
dell'auto-demolizione della teologia e della Chiesa. Come ben deciso
avversario egli ha combattuto "l'errore che è una verità
parziale" (Pio XI), e la "falsità che è il marchio del
diavolo" (Benedetto XVI).
Don
Stefano Gobbi era convinto che Gesù Cristo avrebbe annunciato oggi
il Vangelo con la stessa chiarezza e fortezza con cui lo fece nel suo
tempo. Cercando di vivere il Vangelo «con la semplicità dei
piccoli, con l'ardore dei martiri, con la fedeltà di coraggiosi
testimoni» (M. 21. 1. 1984), don Stefano è divenuto un grande
Apostolo della seconda evangelizzazione, somigliante a San Giovanni
Paolo II. Chi sa quanto don Stefano ha contribuito alla
santificazione e alla salvezza dei membri del clero secolare e
religioso e dei fedeli laici? Solo il Cielo potrebbe fornirci la
giusta risposta.
«Come
Apostoli degli ultimi tempi, dovete annunciare con coraggio tutte le
verità della fede cattolica, proclamare con forza il Vangelo,
smascherare con decisione le pericolose eresie, che si travestono di
verità, per meglio ingannare le menti e così allontanare un grande
numero dei miei figli dalla vera fede» (M. 8. 6. 1991).
Nella
misura in cui un sacerdote (o un fedele laico) si lascia trasformare
dallo Spirito della Verità e dell'Amore in "una corona del
Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria", egli diviene
Apostolo degli ultimi tempi. Salendo nel Cuore della Donna vestita di
sole il monte di Cristo Crocifisso e Risorto, egli risplende sempre
più come una corona luminosa: come un'antenna spirituale riceve e
irradia la verità e la carità globali. Trasmette la luce della
verità con la forza e il calore della carità e può discernere,
sotto la veste della verità, gli errori gravi e le eresie
pericolose, ed è capace di smascherarle e di combatterle.
Don
Stefano Gobbi ci ha preceduti lungo questa ascensione dolorosa e
gloriosa, aprendo come un "alpinista" coraggioso un nuovo
sentiero sul monte magnifico del Cuore Immacolato di Maria: è emerso
così come un antesignano dell'era nuova. Quanto più è dimenticato
questo detto, comprovato dalla storia della Chiesa, tanto più noi
dobbiamo ricordarlo: «Tu sola (la Madonna hai distrutto tutte le
eresie nell'universo mondo».
La
testimonianza eroica alla verità, quindi all'integrità del deposito
divino della fede, è un'esigenza della carità sempre più urgente.
Essa però comporta l'accettazione generosa della Croce di Cristo:
del dolore dell'emarginazione e della persecuzione e, per alcuni del
martirio. Don Stefano è stato posto dalla Regina delle vittorie come
condottiero della sua schiera, cioè dei «sacerdoti umili e
coraggiosi: pronti a farsi deridere, pronti a farsi calpestarsi per
Me» (M. 1. 8. 1973). Con questa sua schiera l'umile Serva del
Signore vincerà la superba e potente schiera dei carrieristi miopi,
privi dell'ottica globale dell'eternità, cioè della fede.
IL
SOSTEGNO ORANTE DEI MONASTERI
Prima
di arrivare in automobile a don Adriano Menozzi, don Stefano Gobbi
era solito sostare a San Vito al Tagliamento presso il monastero
della Visitazione, entrato al completo nel Movimento. Egli vi
celebrava la Santa Messa, rinnovando con le monache la consacrazione
al Cuore Immacolato di Maria e parlando dei suoi viaggi e della
diffusione del MSM nella Chiesa. Chiedeva loro di sostenerlo nei
viaggi con la preghiera. Il monastero ha infatti pregato per lui, in
modo particolare durante i suoi viaggi all'estero. Egli ha contato
molto su questo sostegno orante ed è stato riconoscente al
monastero. Sappiamo però che sono stati molti monasteri che hanno
pregato per don Stefano e la sua missione.
Quasi
sempre don Stefano si è incontrato nel monastero anche con Sr. Maria
Consolata Taucer. Essa già prima di lui ha vissuto con tale
intensità e fiducia filiale la consacrazione al Cuore Immacolato di
Maria, da sembrare una lattante della Mamma celeste. Egli ha amato
scambiare con lei le esperienze spirituali e le opinioni sulla
situazione della Chiesa. Si sentiva confortato dalla vicinanza di
quest'anima, che era anche spiritualmente collegata con Sr. Paolina,
altra suora dotata di doni mistici.
Una
suora di questo monastero preparava ogni anno un santino con
un'immagine della Madonna, su cui era riportata una frase di un
messaggio del "Libro azzurro" in diverse lingue. Il santino
veniva in seguito distribuito ai partecipanti agli esercizi
spirituali del MSM a San Marino e, per alcuni anni ancora, a
Collevalenza. La frase costituiva per chi la riceveva un motto da
seguire fino all'anno seguente.
Sulla
scia di don Stefano è un bene che il MSM resti collegato
spiritualmente con diversi monasteri contemplativi, per indicare loro
la via della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e per
ricevere da loro un aiuto orante. E' la Donna vestita di sole che nel
suo Cuore materno costruisce quest'unione, tanto preziosa nel tempo
della più grande battaglia spirituale nella storia.
UN
NUOVO MONTE TABOR
Vivendo
la consacrazione al Cuore Immacolato della "Madre
dell'Eucaristia", don Stefano Gobbi è divenuto un innamorato di
Gesù eucaristico, perciò un`anima eucaristica". La Madonna
l'ha introdotto in un'intimità del tutto speciale con Gesù nascosto
sotto il bianco velo dell'Ostia consacrata, in cui egli ha raggiunto
il culmine della vita di consacrazione.
Don
Stefano è stato unito con un legame particolare a don Gino Salmaso,
pure lui un innamorato di Gesù eucaristico, e perciò un`anima
eucaristica". Per questo don Stefano volentieri si faceva
ospitare, durante la Settimana Santa e nel periodo natalizio, nella
canonica di don Gino a Rubbio (Vicenza) e in seguito a Capoliveri
(l'isola d'Elba, Livorno), dove ha ricevuto diversi messaggi,
pubblicati nel "Libro azzurro".
Come
poi non ricordare gli splendidi Cenacoli presieduti per molti anni da
don Stefano a Rubbio nel mese di agosto, prima della festa
dell'Assunta? A essi hanno partecipato un gruppo cospicuo di
sacerdoti del MSM e parecchie migliaia dei fedeli, venuti dalle varie
regioni d'Italia e saliti dalla pianura padana, dove dominava tanta
afa, all'aria pura e fresca di alta montagna. Per tutti, questi
Cenacoli sono stati un evento luminoso e un'esperienza trasformante.
Sotto quest'aspetto Rubbio, una piccolissima parrocchia quasi sulla
cima di un alto monte (circa 1100 m), che si erge sopra Bassano del
Grappa, è stato chiamato dalla Madonna "un nuovo Tabor".
Nella
prospettiva di questo "Monte della trasfigurazione" occorre
contemplare i due bellissimi messaggi eucaristici donati dalla
Madonna a Rubbio: "Madre dell'Eucaristia" (8. 8. 1986) e
"Madre dell'adorazione e della riparazione" (21. 8. 1987).
Tutto ciò sembra essere quasi una prefigurazione della nuova
era, perché dopo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, mediante
una trasfigurazione ad un alto livello del Cuore della "Madre
dell'Eucaristia", emergerà come mai prima la "Chiesa
eucaristica". La Chiesa, in cui sarà radunata l'umanità
superstite, come un'alta montagna luminosa, sarà infatti tutta e
perfettamente immersa nel Cuore eucaristico di Gesù e concentrata
nell'adorazione e glorificazione della santissima Trinità. Allora
«la civiltà dell'amore prevarrà nell'affanno delle implacabili
lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione
dell'umanità finalmente cristiana» (Paolo VI, Discorso nella Notte
Santa del Natale, 25. 12. 1975).
Il
Regno di Dio sarà da Dio «alla fine dei secoli ... portato anche a
compimento, quando apparirà Cristo, la nostra vita (cf. Col 3,4), e
la creazione "sarà lei pure liberata dalla schiavitù della
corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio"
(Rm 8,21). Perciò questo popolo messianico, benché non comprenda
attualmente tutti gli uomini e appaia talora come un piccolo gregge,
è tuttavia un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza
per tutto il genere umano» (Concilio Vaticano II, LG 9,2).
Don
Stefano Gobbi e don Gino Salmaso, quali montanari straordinari del
Cuore Immacolato della "Madre dell'Eucaristia", sono stati
antesignani di questa nuova "era eucaristica". Noi nel MSM
siamo chiamati a seguire con entusiasmo le loro orme. Verso la fine
della grande tribolazione e della persecuzione apocalittica (il terzo
segreto di Fatima non ancora pienamente compiuto, cf. Benedetto
XVI, Discorso a Fatima del 13 maggio 2010: «Si illuderebbe chi
pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa...»)
rimarrà forse soltanto una "parrocchia" a livello
dell'altopiano del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole. Tale
"piccolo gregge eucaristico" della Chiesa nel tempo finale
della transizione epocale sarà però un germe validissimo di unità,
di speranza e di salvezza per tutto il genere umano. Risplenderà
come un faro di luce durante un generale smarrimento e nella profonda
disperazione sarà portatore della beata speranza nell'avvento del
Regno glorioso ed eucaristico di Gesù.
«Oh,
dopo il mio trionfo, essi saranno luce per tutta la Chiesa; allora
si capirà quanto Io ho fatto in questi anni per voi» (M. I miei
messaggi, Santuario di Castelmonte, 9. 11. 1984).
Dopo
il trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole e dopo
una trasfigurazione epocale dell'umanità e della Chiesa, tutti
vivranno in un'alleanza globale rinnovata con la Madre della
Chiesa e con Gesù Cristo (con la Santissima Trinità). Tutti perciò,
come ha spiegato una volta don Stefano Gobbi, vivranno la
consacrazione al Cuore Immacolato della Mamma celeste. Allora davvero
il "Libro azzurro" sarà luce per tutta la Chiesa, e le
nuove generazioni di montanari spirituali capiranno quanto la Madre
nell'ordine della grazia ha operato in questi anni per la nostra
salvezza.
Quanto
don Stefano ha sofferto, dall'inizio della sua missione fino alla sua
morte, per affermare e difendere l'autenticità dei messaggi della
Madonna, e dunque la loro origine soprannaturale! Le sue parole poco
prima del passaggio all'eternità sono come il sigillo supremo e
definitivo: «Lascio come mio testamento spirituale tutto quanto è
scritto nel libro: Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna'; ed
attesto che l 'messaggi ivi contenuti sono stati ricevuti da me sotto
forma di locuzioni interiori» (Testamento Spirituale di don
Stefano Gobbi, 1. 1. 2011).
Analogamente
il MSM soffre e dovrà soffrire nella grande prova, mentre la Madre
dell'Agnello di Dio, Donna vestita di sole, aprirà sempre più nel
suo Cuore Immacolato ai suoi figli docili il libro sette volte
sigillato dell'Apocalisse. Essa lo ha già fatto con il "suo"
Papa Giovanni Paolo II nell'ultimo periodo del suo Pontificato, come
manifesta il suo insegnamento.
UN
GRANDE PROFETA
DEL SECONDO AVVENTO
DEL SECONDO AVVENTO
Il
santo Padre Giovanni XXIII, un mese prima dell'inizio del Concilio
Ecumenico Vaticano II, ha spalancato nel suo ispirato discorso un
orizzonte luminoso di speranza: «Siamo dunque, con la grazia di Dio,
al punto giusto. Le profetiche parole di Gesù, pronunciate in vista
del compiersi della finale consumazione dei secoli, incoraggiano le
buone e generose disposizioni degli uomini, in modo particolare in
alcune ore storiche della Chiesa, aperte ad uno slancio nuovo di
elevazione verso le cime più alte: "Levate capita vestra,
quoniam appropinquat redempio vestra: sollevate la testa, perché
è prossima la vostra liberazione" (Lc 21, 28)» (Radiomessaggio
a tutti cristiani, 11. 9. 1962). In seguito il Papa ha citato in
maniera abbreviata le parole di Gesù: quando vedete gli alberi
che già rimettono le foglie, voi conoscete da voi stessi che
s'appressa l'estate; allo stesso modo anche voi, quando vedete
avverarsi queste cose, sappiate che è vicino il regno di Dio (cf. Lc
21,29-31).
Papa
Giovanni XXIII si è riferito al discorso escatologico di Gesù
secondo Luca:
Lc
21,25-26: la tribolazione apocalittica;
Lc
21,27: la venuta del Figlio dell'uomo su una nube in potenza e gloria
grande;
Lc
21,28-31: le piante germogliano, ciò significa che la tribolazione
apocalittica è il preludio del ritorno di Cristo nella gloria.
E'
molto importante, anzi determinante, questa intuizione profetica: la
"finale consumazione dei secoli", che è poi stata chiamata
da Giovanni Paolo II la "fine dei tempi". Ancora prima di
lui, la Vergine Maria aveva dato, tramite Don Stefano, un messaggio
dal titolo "La fine dei tempi": «E' vicina la fine dei
tempi, con il ritorno di Gesù nella gloria. "Dalla pianta
deifichi, imparate questa parabola: quando i suoi rami diventano
teneri e spuntano le prime foglie, voi capite che l'estate è vicina.
Allo stesso modo, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che
la vostra liberazione è vicina". (Mt 24, 32-33)» (M. 31.
12. 1992).
Nella
prospettiva della finale consumazione dei secoli, San Giovanni XXIII,
quale Padre spirituale dell'ultimo Concilio, ha voluto che esso
assuma il ruolo di Giovanni Battista, e prepari la Chiesa (e tramite
essa l'umanità) alla venuta del Signore nella gloria. Il Concilio
infatti ha assunto e svolto al suo livello questo ruolo (cf. AG 1,3),
perché la venuta del Signore nella gloria è vicina (cf. GS 45,3).
Volendo
superare il grande Profeta Giovanni XXIII, e perciò lasciando da
parte il suo magistero, una corrente teologica ha fatalmente smarrito
la prospettiva della "finale consumazione dei secoli" ed ha
deviato in parziali interpretazioni del Concilio Universale Vaticano
II e del suo "aggiornamento evangelico" della Chiesa, che
culminerà nel "grande giorno del Signore": dopo di esso,
nella nuova era, come mai prima risplenderà il "Vangelo, sole
fulgente di dottrina celeste" (Giovanni XXIII). Di conseguenza
questa corrente capovolta, secolarizzata, terrestre e sotterranea, ha
dilaniato il Vangelo del Logos (della Sapienza) di Dio incarnato con
le nuove interpretazioni "scientifiche" (razionalistiche),
diffondendo eresie perniciose e gravi errori (cf. 2 Pt 2,1-3) e
provocando così la grande apostasia predetta da San Paolo (cf. 2 Ts
2,3): ciò costituisce il primo segno della fine dei tempi (cf. M.
31. 12. 1992).
San
Giovanni Paolo II (cf. il M. che si riferisce a lui: "Il Papa
della mia Luce", 13. 8. 1987) ha sviluppato in modo
straordinario l'insegnamento di Giovanni XXIII e quello del Concilio
sulla prossima venuta del Signore. Egli, quale grande Profeta del
secondo Avvento, ha preparato la Chiesa con un crescendo
inarrestabile, durante il suo Pontificato, alla venuta del Signore
nella gloria. Egli è stato un Precursore del Signore, camminando
sulla strada luminosa della consacrazione vissuta al Cuore della
Donna vestita di sole, e annunziando che "si avvicina l'ora del
parto per la Madre del nuovo Avvento".
Purtroppo
il suo magistero (come quello di Paolo VI) è stato emarginato dalla
corrente teologica sopra descritta. Giovanni Paolo II è stato un
Profeta, la cui voce è risuonata in un grande deserto. Essa,
infatti, è stata soverchiata dalle voci di una folla di falsi
profeti, le quali hanno addormentato una parte dei cattolici,
seducendoli con un aggiornamento secolaristico e conducendoli nella
notte polare del mondo moderno. Inoltre il frastuono soverchiante
delle mille voci dei famosi mezzi di comunicazione sociale, ovvero il
"suggestivo incantesimo delle immagini e dei suoni che
trasferisce il linguaggio dal regno del pensiero a quello dei
sensi" (Paolo VI), ha addormentato innumerevoli cattolici,
facendoli trasmigrare nella profonda e fredda notte polare del mondo
contemporaneo. Negando Dio e il suo regno, l'ateismo (il
materialismo, il secolarismo ...), infatti, distendeva "una
notte senza stelle sui destini umani" (Paolo VI).
«Sono
la Madre del secondo Avvento. Io vi preparo alla sua venuta. Io apro
la strada a Gesù che torna a voi nella gloria» (M. Madre del
secondo Avvento, Rubbio 1. 1. 1990).
«Il
mio Cuore Immacolato è la strada luminosa, che vi conduce al gioioso
incontro con Gesù, che sta per tornare a voi nella gloria. Allora
assecondate la mia pressante richiesta, che vi faccio per mezzo della
mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano e di questo mio piccolo
figlio, che ancora conduco in ogni parte del mondo, per portare tutti
alla consacrazione al mio Cuore Immacolato. Partecipate così al mio
materno disegno, che è quello di preparare i cuori e le anime a
ricevere il Signore che viene. (...)
Sono
stata scelta dalla Santissima Trinità a diventare la Madre del
secondo Avvento, e così mio compito materno è quello di preparare
la Chiesa e tutta l'umanità ad accogliere Gesù che torna a voi
nella gloria» (M. 8. 12. 1990).
Mediante
la consacrazione vissuta don Stefano Gobbi si è addentrato
profondamente nel mistero del Cuore Immacolato della Madre del
secondo Avvento: anch'egli è così divenuto un grande Profeta del
secondo Avvento. Contrapponendosi all'enorme folla dei profeti miopi,
egli è stato un Profeta lunghi-veggente, una "voce", che
si diffondeva in un deserto spaventoso.
E'
stato un grande merito di don Stefano 1' aver indirizzato la nostra
attenzione al magistero di Giovanni Paolo II, e l'aver accolto con
fede il suo annuncio profetico sul secondo Avvento. Con i suoi
innumerevoli viaggi, don Stefano ha diffuso quest'annuncio nella
Chiesa, mostrando che i messaggi della Madonna nel "Libro
azzurro" sono in piena sintonia con esso. Nella notte profonda
dell'incredulità e dell'apostasia da Gesù Cristo, egli ha acceso
ovunque la fiaccola della speranza messianica nel vicino ritorno del
Signore.
Sant'Agostino
d'Ippona (+ 430) ha predetto che, prima del ritorno di Cristo nella
gloria, si moltiplicheranno gli scandali nella Chiesa e i mali nel
mondo. Davvero, mentre si stava avvicinando la fine dei tempi, sono
aumentati gli scandali nella Chiesa e gli orrori nella notte profonda
del mondo.
Don
Stefano è stato pertanto trasformato dallo Spirito del Signore in
"una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato della Madre
del secondo Avvento". Egli ha contemplato stupefatto le
ricchezze e le meraviglie di questo Cuore, cioè la "Grotta
luminosa", in cui il Padre, per opera dello Spirito di Amore,
prepara la nascita del suo Figlio Gesù nella gloria. Lo testimoniano
i messaggi meravigliosi che egli ha ricevuto nel periodo dell'Avvento
e in quello natalizio.
Come
una Corona luminosa, egli ha irradiato una grande luce, con cui ha
invitato e chiamato tutti a consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria,
per entrare così nella "Grotta luminosa", che sempre più
risplende nel cielo come unico Segno, e per partecipare al materno
disegno di Maria e al mistero del ritorno glorioso del Signore alla
fine dei tempi.
«Il
mio tempo è giunto. Ormai siete chiamati a vedere le grandi
meraviglie del Signore nel trionfo del mio Cuore Immacolato» (M.
8.9. 1987).
In
tutto il mondo don Stefano ha contemplato le grandi meraviglie del
Signore, che Egli sta compiendo negli umili, nei piccoli, nei docili,
negli emarginati e nei perseguitati a causa della giustizia ... Con
essi la Mamma celeste si sta formando la sua schiera, come un
intreccio mirabile di corone luminose dell'Avvento, che essa pone
intorno al Cuore divino e umano del Signore della gloria. Don Stefano
ha affermato di aver visto questa schiera, e in essa ha intuito il
preludio del trionfo del Cuore Immacolato della Madre del secondo
Avvento. Con la Mamma celeste egli ha cantato con gioia il
"Magnificat" per le sorprendenti e stupende opere del
Signore.
Nell'ultimo
periodo della sua vita, don Stefano Gobbi ha ravvivato continuamente,
nei Cenacoli del MSM, l'attesa del vicino avvento glorioso di Cristo.
Seguendo i suoi passi, il MSM si è addentrato sempre più nella
Grotta luminosa e calda del Cuore Immacolato della Donna vestita di
sole, camminando nella notte del secondo Avvento verso il Natale di
Gesù nella gloria. Deve ora rallentarsi o, al contrario, accelerarsi
quest'avanzata stupenda e decisiva del MSM, mentre si sta avvicinando
la mezzanotte e il Natale di Gesù nella gloria?
d.
Ivan Pojavnik
COR
JESU ADVENIAT REGNUM TUUM! ADVENIAT PER MARIAM!
Collesano,
18 ottobre 2016
Carissimo
Padre Quartilio,
Come
avevamo promesso, nell'eventualità di procedimento di Causa di
beatificazione del nostro carissimo Sacerdote Don Stefano Gobbi,
vorrei dare la mia testimonianza di fatti avvenuti nella verità e
perché tutto sia soltanto per dare gloria a Dio, che tutto opera,
spesso attraverso strumenti umanamente inadatti.
Quante
circolari del Movimento Sacerdotale Mariano (M.S.M.) ho ricevuto da
lei, dietro incarico di Don Stefano! Forse lei a volte si è chiesto,
ma che ci sta a fare questa Santina? Chi l'ha portata in quest'ambito
prettamente sacerdotale? Ecco la mia piccola storia:
mi
avevano chiesto di pregare per due sacerdoti e mentre pregavo per
loro, la sera dell'Immacolata, l'8-12-1949, la Mamma mi manifestò il
Suo Immacolato Cuore e con locuzione interiore, maternamente mi
disse: «Abbi fiducia, c'è il mio Cuore Immacolato».
Da
quel momento ho compreso che, non solamente dovevo consacrarmi e
vivere io con questa fiducia, ma esortare quante più persone.
Nel
1964 mi fu affidata la «Peregrinatio Ma riae» e quindi
cenacoli e consacrazione delle famiglie al Cuore Immacolato.
Nel
1972, sentii interiormente con insistenza: «quello che, sorretta da
Me, hai cercato di fare, nello spirito del messaggio di Fatima, è
necessario che si faccia per i Sacerdoti» la mia sofferenza più
grande. Dicevo alla Mamma Immacolata, al Signore; io sono donna, non
so come corrispondere... «tormenta un Sacerdote»!
Non
avrei mai immaginato quello che accadde contemporaneamente a Fatima
l'otto maggio 1972 a Don Stefano Gobbi e che ben presto
l'avrei conosciuto. Interiormente sentivo che era qualcosa di grande
che veniva richiesto e che la Mamma Immacolata preparava tante altre
piccole anime nel silenzio e nel nascondimento.
Quando
Don Stefano Gobbi nel 15 dicembre del 1972 diede notizia
sull'Osservatore Romano del sorgere del Movimento Sacerdotale
Mariano, Padre Emanuele Dispensa, Sacerdote della mia parrocchia,
Rettore della Chiesa di S. Domenico, diede la sua adesione al M.S.M.
e mi diede il giornale. Io ringraziai e subito compresi che quello
era il grande progetto che il Signore voleva realizzare per il bene
dei Sacerdoti, della Chiesa, dell'umanità. Piuttosto restia a farmi
conoscere, per quell'occasione invece, presi un piccolo biglietto e
lo spedii a quel Sacerdote sconosciuto, Don Stefano Gobbi, per
incoraggiarlo a proseguire perché il Signore avrebbe compiuto la sua
opera e la materna assistenza del Cuore Immacolato di Maria non
sarebbe mai venuta meno. Don Stefano rispose con una lettera come a
persona direi conoscente. Da questo inizio fino alla sua dipartita in
cielo, nel Cuore Immacolato di Maria, siamo stati in continua unione
di santi ideali per compiere la volontà del Padre e corrispondere a
tutte le richieste di preghiera, sofferenza e possibilità di
raggiungere quanti più Sacerdoti, affinché potessero esperimentare
il dono grande di vivere come veri figli di Maria e divenire sempre
più somiglianti al suo Figlio Gesù Eterno Sacerdote. Intanto mentre
il M.S.M. inizialmente era esclusivamente per i Sacerdoti, io
piccola, nascosta ero pienamente coinvolta e più tardi i laici
avrebbero formato il Movimento Mariano. Nel novembre del 1974 quando
Don Stefano venne in Sicilia, direttamente a Collesano per la
conclusione della «Peregrinatio Mariae», arrivò accompagnato da
padre Patrizio Gariboli, francescano dei Frati Minori, il quale aveva
già dato la sua adesione al M.S.M., aveva partecipato al cenacolo di
S. Vittorino, era stato nominato responsabile regionale per la
Sicilia. Questo sacerdote fu sempre vicino a Don Stefano nei vari
spostamenti per i cenacoli, lavorò intensamente per il M.S.M. quasi
fino alla morte (prevista da Don Stefano) e fu lui a far conoscere il
M.S.M. al confratello padre Gabriele Maria Allegra, il quale nella
lontana Cina, tradusse in lingua cinese il primo opuscoletto del
M.S.M. e Don Stefano ne fu entusiasta! [P. Gabriele Maria Allegra
tradusse la Bibbia in cinese e morì il 26 gennaio 1976, venendo
beatificato il 29 gennaio 2012 a Catania.]
Prima
di venire in Sicilia, Don Stefano mi aveva scritto una lettera
incaricandomi di preparare un cenacolo per i Sacerdoti: cosa potevo
fare? Comunicai il tutto al padre francescano P. Patrizio Gariboli e
così con inviti personali, la Mamma Immacolata chiamò diocesani,
salesiani, francescani, rinnovati ecc... Il 19 novembre 1974 tutti
per il primo cenacolo del M.S.M. di Sicilia, al santuario mariano di
Gibilmanna! Ma per quanti si doveva preparare il pranzo? Nessuno
sapeva il numero degli eventuali partecipanti, allora ho chiesto a
Don Stefano e lui mi rispose con sicurezza: per 25 sacerdoti;
effettivamente la Mamma Immacolata ne chiamò 25. Ricordo ancora la
gioia fraterna di questi sacerdoti! Nei primi anni Don Stefano veniva
due volte l'anno a Collesano e da questo sperduto paesino ci si
muoveva per i vari cenacoli sempre numerosi, partecipati con
entusiasmo ed in diversi luoghi realizzati mensilmente.
Intanto
vorrei semplicemente trascrivere qualche stralcio di scritti e
discorsi di Don Stefano.
Lourdes,
29 giugno 1974
Cara
Santina, ti mando il mio affettuoso saluto e la mia benedizione. Il
Movimento Sacerdotale Mariano si sta ovunque diffondendo. Dovrò
venire in Sicilia, perché la Madonna lo vuole. Prega tanto per
me.
Don
Stefano Gobbi
Milano,
1 luglio 1977
Santina,
sorellina carissima nel Cuore Immacolato della Nostra Mamma
Celeste... ora interiormente sento la fretta della nostra Mamma del
cielo: fretta di radunare tutti i suoi figli prediletti, soprattutto
la fretta di renderli tutti secondo i desideri e il disegno del suo
Cuore Immacolato. È a questo punto che satana si scatena con
l'azione di disturbo di cui tu stessa mi parli... tentazioni... Il
rimedio mi pare quello che la Mamma fa così tanto sentire nel tuo
animo: la fiducia continua, l'abbandono completo nel Suo Cuore
Immacolato. Una fiducia che Mamma vuole eroica che
spingerà la Mamma al suo ultimo e decisivo intervento. E poi la
sofferenza e la preghiera in umile e ,generosa offerta di vittima. Ed
è qui che ti confermo la realtà che ancora hai intuito nel mio
disegno attuale e futuro. Mai come in questi giorni Gesù mi fa
sentire di offrirmi al Suo Amore misericordioso, perché in me riviva
tutti i dolori della sua Passione così da aiutare tutti e portare
tutti i Sacerdoti del M.S.M. ad essere completamente quello che
la Mamma Celeste desidera: solo così sarà realizzato il suo
Movimento! Per questo sempre più accentuata si fa l'azione di
Gesù in me e pur nella mia piccolezza e miseria, devo sempre più
abbandonarmi alla sua azione purificatrice e santificante. Il
Crocifisso: il vertice della mia vocazione; essere crocifisso vivente
il culmine della mia missione per tutto il M.S.M.. In questa
opera dolorosa Ti chiedo di essermi sempre accanto con la tua
preghiera, la tua sofferenza, la tua offerta di vittima scelta
dalla Mamma anche per me... ti benedico. Nel Cuore Immacolato della
Mamma Celeste.
Don
Stefano Gobbi
Milano,
13 marzo 1975
Carissima
Santina... ora ti accludo le due circolari per l'incontro di Catania
e di Bagheria.
Bisogna
pregare, pregare molto. Pensa tu di raggiungere quelli che ti sono i
più disponibili assecondando quanto il Cuore Immacolato ti
suggerisce. Io ho prenotato per circa 50 sacerdoti... la Mamma li
farà venire.
Per
tutto quello che fai ti benedico. Nel Cuore Immacolato di Maria.
Don
Stefano Gobbi
Martedì
20 maggio 1975 - Collesano
Partiamo
da Collesano per partecipare al cenacolo del M. S. M. presso il
villaggio «La Madonnina» di Mons. Buttitta, parroco del Santo
Sepolcro, in Bagheria, in località «Traversa», dove erano accolti
bambini in difficoltà, sacerdoti ed a volte Vescovi per incontri di
spiritualità, per motivi diversi, avevo accettato la proposta di
realizzare il cenacolo in quelle zone. Mentre c'inoltravamo in
macchina pregando, Don Stefano stranamente comincia a dirmi: come ti
è venuto in mente di preparare un cenacolo qui, non vengono
macchine, sembra deserto, oggi andrà male... Era l'ora della fiducia
eroica e la paura per un momento aveva preso il sopravvento! Io ho
fatto silenzio. Appena arrivati, come solevo sempre fare, sono andata
subito davanti a Gesù Eucarestia e Don Stefano ad incontrare i
sacerdoti. Prima del pranzo venne a dirmi: sai vi sono cinquanta
sacerdoti e tre vescovi: Mons. Rizzo, Mons. Mingo e Mons. Cassisa,
vescovo della mia diocesi di Cefalù. (E' la Mamma che porta avanti
tutto, a noi solamente rimane la piccolezza e spesso nel buio più
doloroso, una fiducia veramente eroica).
Tutto
è documentato da foto, anche nel cenacolo di Catania (15-5-75)
presenti parecchi sacerdoti ed un Vescovo.
N.B.
Nei cenacoli di Siracusa, quando era possibile partecipava Mons.
Calogero Lauricella, precedentemente vescovo di Cefalù. Aveva dato
la sua adesione al M. S. M.
Fatima
2 luglio 1979
Cenacolo
internazionale di 400 sacerdoti del M. S. M. di 35 nazioni. Per
volontà del Signore, espressa con insistenza da Don Stefano, sono
stata eccezionalmente con i sacerdoti a Fatima. Parlando ai sacerdoti
Don Stefano ha detto: Fatima è altare del mondo.
Abbiamo
un mondo che si è ribellato a Dio. Il mondo deve essere ricondotto
alla luce, alla vita, al motivo per cui è stato creato: la gloria di
Dio. Attraverso ciascuno di noi la Mamma, deve poter dire, Magnificat
anima mea Dominum. La salvezza di questo mondo passa attraverso
ciascuno di noi.
Ciascuno
di noi è chiamato ad essere un seme che deve marcire e morire perché
la Chiesa rifiorisca e risplenda... Il M. S. M. è nato a Fatima
1'8-5-1972. Noi quando vogliamo fare qualcosa scegliamo gli strumenti
più perfetti, la Madonna sceglie i meno adatti per darci la prova
che è Lei ad agire... intercalando, riferendosi a se stesso si e
quasi definito: un bambino che ha paura di tutto. Perché il
M. S. M. sorge nel 1972? Perché ci inoltriamo nei tempi della
battaglia decisiva, e noi siamo figli della tempesta, non figli della
quiete. Dal 1972 incomincia il tempo di satana, delle più grandi
prove...
Vescovo
di Leiria. Primo mio compito fare di Fatima un centro di
irradiazione spirituale per tutti i sacerdoti del mondo. Per la
salvezza del mondo è necessaria la santità sacerdotale.
Convertitevi, ritornate più santi. Cova d'Iria luogo di conversione
per i sacerdoti. Tutti dobbiamo convertirci.
Messina,
17-2-1978 [dal diario di Don Stefano]
«Ho
voluto che fosse con voi Santina, questa mia figlia prediletta, che
in certo modo per voi ha rappresentato me stessa: la mia presenza
accanto a Gesù da tutti abbandonato ... Benedico Santina che ormai
realizza la sua missione di essere Maria accanto ai miei sacerdoti».
A
Messina siamo stati ospitati all'Ignatianum, presso i Gesuiti dove
faceva parte della comunità fratello Antonio Richiusa il quale fin
dall'inizio del M. S. M. collaborò con la preghiera e la sua
incisiva azione alla diffusione di stampa e soprattutto nel
comunicare il suo intenso amore per il Cuore Immacolato di Maria.
Collesano,
6 marzo 1994
Lettera
di Don Angelo Onorato ai parrocchiani in occasione di un cenacolo del
M. S. M.:
«Ancora
una volta Don Stefano Gobbi, domenica 13-3, alle ore 16,30, sarà
nella nostra Basilica, per guidare un cenacolo di preghiera... tra i
cenacoli da tenersi a Caltanissetta, Catania, Enna, Siracusa e a
Palermo... anche Collesano. Ritengo grazia di Dio, particolare favore
della Madonna, privilegio per la nostra Parrocchia per la
realizzazione di un cenacolo... grazia di cui il Signore ci chiederà
conto!...» Cordialmente. Il parroco sac. Angelo Onorato.
N.B.
Parole che esprimono la grande stima verso un confratello sacerdote
di spiritualità non comune.
Collesano,
Basilica S. Pietro 13 marzo 1994
Cenacolo,
ore 16,30. Don Stefano Gobbi parlando del M. S. M. ha detto: Il M.
S. M. è nato a Fatima in data 8-5-1972. La Mamma Immacolata mi
ha chiesto di pregare. Soffrire, offrire, tacere. Nel 1973,
l'edizione dell'opuscolo. Collesano: il cuore da cui è partito
questo movimento sacerdotale. Richieste della Madonna:
consacrazione al Cuore Immacolata di Maria. Glorificare il
Signore facendo la sua volontà... Il posto che si occupa non conta
niente, stare con amore dove il Signore ci mette... Fedeltà al Papa,
al magistero della Chiesa, ai vescovi ed ai sacerdoti uniti al
Papa... problemi nella famiglia... L'Europa è pronta per il suo
castigo... diffondere i cenacoli familiari. Far conoscere sempre di
più i tesori di grazia del Cuore Immacolato di Maria.
Io
avrei tanto da raccontare di Don Stefano, dopo quarant'anni di
spirituale comunione nel M. S. M. posso testimoniare nei tanti viaggi
di cenacoli la sua incessante preghiera... se qualcuno faceva qualche
osservazione non necessaria, la sua risposta era: «si, va bene, ma
ora preghiamo!» Dopo ogni rosario sempre la preghiera per il Papa ed
il canto: tempora bona veniant. Pax Christi veniat.. Nel suo
ministero sacerdotale si avvertiva l'amore per l'Eucarestia, per la
celebrazione della S. Messa, del soprannaturale che lo legava al
Cuore Immacolato di Maria... e che si riversava su persone riportate
alla grazia e spiritualmente convertite... quanti episodi nel corso
di tutti questi anni! Ma tutto ciò dava grande fastidio a satana. Un
giorno Don Stefano mi raccontò che mentre pregava il Rosario
camminando, vide venirgli incontro un demonio sotto l'aspetto di una
bestia strana. Mi disse: ho avuto veramente paura, ma quando mi fu
vicino gli diedi un colpo con il mio Rosario: subito si rimpicciolì
e si allontanò. La Mamma Immacolata lo custodiva sempre e lo
difendeva da tanti pericoli e Don Stefano faceva sempre riferimento a
Lei ed ogni bene lo attribuiva a Lei. Così, pur avendo una fragile
natura, con un temperamento non facilmente adatto a quanto fa
chiamato ad operare, fu pauroso come un fanciullo e nel medesimo
tempo intrepido, deciso, inarrestabile. Stanco a volte, ma senza
dimostrarlo, sofferente, ma senza lamentarsi, pronto ad ogni
situazione sconosciuta, fidandosi sempre della Mamma, rifugiato nel
Suo Cuore Immacolato, sobrio, povero, puro, mite, umile; tutto per
grazia e per una qualsiasi tangibile assistenza da parte della Mamma
Immacolata. Fu senza esibizionismo, un sacerdote che viveva
soffrendo, quanto diceva ad altri esortando con passione ad amare
Gesù Eucarestia ed il Cuore Immacolato di Maria, quasi volendone
affrettare il trionfo perfetto a Fatima. A proposito di Fatima
quando Papa Benedetto XVI consacrò tutti i sacerdoti al Cuore
Immacolato di Maria, Don Stefano mi disse: sento che ormai la mia
missione sulla terra è finita e veramente fu così. Il suo amore per
la Chiesa e per il Papa era stato grande ed il 29 giugno 2011 festa
di S. Pietro, la Mamma Immacolata Lo racchiuse definitivamente nel
suo Cuore per portarlo in Cielo. Prima di terminare vorrei chiarire
qualcosa circa la strofetta riguardante i sacerdoti, nell'inno del M.
S. M. Fu quasi all'inizio dei cenacoli in Sicilia. Mentre andavamo in
macchina pregando e cantando, ho fatto osservare a Don Stefano che
mancava qualcosa riguardo ai sacerdoti. Don Stefano mi rispose:
scrivila tu. Io subito senza riflettere scrissi le parole che
spontaneamente affiorarono alla mia mente, rileggendo, la parola
"somiglianti", mi lasciava perplessa, Don Stefano mi disse:
va bene così. Sono cosciente che tutto è venuto dal Cuore
Immacolato di Maria. Io sono stata semplicemente la penna e un
umilissimo strumento della Mamma Immacolata. Soltanto a Lei la lode,
il ringraziamento, con l'augurio che le note di questo canto, possano
innalzarsi verso il cielo per implorare misericordia su tutti i
Sacerdoti del mondo affinché per l'avvento del Regno di Cristo,
possano divenire santi e santificatori.
In
fede
Santina
Raimondo
«I
Sacerdoti a te consacrati
guarda con amore,
stringili al tuo Cuore
falli somiglianti al tuo figlio Gesù»
guarda con amore,
stringili al tuo Cuore
falli somiglianti al tuo figlio Gesù»
Collesano,
18-10-2016
Diocesi
di Cefalù (PA)
Nel
mio piccolo bagaglio di ricordi mi considero anche io un povero
testimone dell'opera del movimento sacerdotale mariano e delle sue
origini e radici tra le mura della Parrocchia San Pietro di
Collesano. Questo perché io sono nato e cresciuto a Collesano. Ho
avuto modo anche io prima come giovane di Azione Cattolica e poi come
seminarista di partecipare e ascoltare don Stefano in alcuni
cenacoli. Il suo cuore era un riflesso della Luce dell'Amore che
sgorga dal Cuore di Gesù e di Maria Sua Madre, Madre dei presbiteri
e dell'umanità intera.
Il
parroco
Collesano,
14-10-2016
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C'è
meno preghiera che mai, più peccato che mai, ancora peggio,
l'indifferenza come il peccato non esistesse più, e perciò abbiamo
dato tanto potere al “padre della menzogna”, Satana (Gv 8,44). In
particolare Satana ha più potere di “mascherarsi come un angelo
di luce” (2Cor 11,14), per offrire le sue belle bugie mortali
come fossero “la verità che ci fa liberi” (Gv 8,32)!
Perciò
è molto importante in questi tempi di grande confusione,
quando perfino i vescovi cattolici non sono più d’accordo in
quanto riguarda le cose fondamentali della fede e della morale, di
non soltanto pregare molto e di studiare il Catechismo della Chiesa
Cattolica degli adulti, ma di tenere i nostri occhi aperti per non
cadere nelle belle bugie di Satana presentate come fossero la
Verità!!!
PER
GLI AGGIORNAMENTI sugli inganni fondamentali, nascosti e mascherati
del antico serpente, visitate uno dei miei siti indici per vedere gli
ultimi articoli più importanti:
(e
anche I DOCUMENTI DELLA APPROVAZIONE ECCLESIASTICA della
TESTIMONIANZA di GLORIA POLO).
Don
Jo (Joseph) Dwight
Don
Jo (Joseph) Dwight con Don Stefano Gobbi nella sacristia a
Collevalenza, Italia, il 24 marzo 2011, dopo aver concelebrata la
Santa Messa insieme.
1 commento:
MERAVIGLIOSO PADRE STEFANO OGNI ANNO AD APRILE INCONTRATO AL SANTUARIO DI POMPEI...LA MIA PRIMA NIPOTINA MARIA E' NATA IL 22 MARZO 2011, IL 22 MARZO NACQUE STEFANO GOBBI...GRAZIE, AVE MARIA SEMPRE !
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