Il
Grande Dono della Croce
Cari amici,
Cristo poteva
scegliere tanti modi per noi di arrivare a paradiso; nella sua
sapienza infinita, ha scelto la croce. Oggi quasi tutti vogliono un
cristianesimo senza la croce. Il modo in cui reagiamo e agiamo con la
croce nelle nostre vite determinerà il nostro destino eterno.
Nessuno vuole soffrire. Perfino Cristo stesso ha detto al Padre:
"Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia
fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42).
Per tanti anni ho avuto
l’abitudine di fare gli appunti quanto ho trovato i brani
interessanti or importanti dalla Sacra Scrittura, dai documenti della
Chiesa, dai scritti dei santi e anche da altri fonti. In questo
articolo ho messo insieme alcuni di questi brani del grande dono
della croce per ognuno di noi, e anche le considerazioni personali,
per aiutarci ad arrivare alla felicità vera e duratura con Gesù,
Mary e tutti i santi in cielo.
Cristo crocifisso è
al centro dell’universo. La croce nelle nostre vite determinerà
il successo o il fallimento. Tutto dipende come ci confrontiamo con
la croce: se ribelliamo contro la croce, o se facciamo un atto di
fede, gratitudine e arrenderci a Dio per la croce come Santa Therese
e tutti i santi hanno fatto.
Il discorso è quale
direzione stiamo andando: verso calvario con Gesù o scivolando
più lontano da calvario. Ognuno di noi abbiamo ricevuto una
diversità di grazie e anche una chiamata diversa, una vocazione
individuale. Ognuno di noi siamo ad un certo punto sulla strada della
vita. Ma a qualsiasi punto, con qualsiasi vocazione, c’è sempre la
libertà di andare avanti o indietro.
Quando la croce entra
nella nostra vita, alcuni cristiani brontolano e si lamentano, e
cercano altre persone di approvare questo rifiuto della croce che Dio
manda. Altre persone cercano Dio per il significato e l’aiuto con
la croce.
Niente succede per
caso. Dio, nella sua provvidenza amorosa per ognuno di noi
permette le cose apparentemente non giuste di succedere a noi per il
nostro vero bene. Ma siamo liberi di diventare figli fiduciosi e
grati o persone ribelli. Quelli che hanno mantenuti la loro fede,
perseverando nella preghiera, sanno e credono che tutto ciò che Dio
manda o permette è per il nostro bene. Quelli veramente innamorati
con Cristo crocifisso, come San Paolo e tutti i santi, si rendono
conto che nonostante che la croce in se non è un bene, Cristo nella
sua sapienza infinita ha scelto la croce come lo strumento della
salvezza per acquistare un bene più grande. I santi si fidano a Gesù
che condivide con noi un piccolo pezzo della sua croce per offrirci
l’opportunità di accettare e abbracciare liberamente la nostra
croce, preparata precisamente per ognuno di noi, per realizzare un
bene molto più alta. Quelli che si fidano di se stessi invece di
Gesù e che non vedono con gli occhi di fede che Gesù ci da’ nel
suo amore, nella sua misericordia e nella sua provvidenza divina,
rifiutano il grande dono della croce, “la pietra che i costruttori
hanno scartata” (Mt 21,42; Atti 4,11; Sal 118,22). È impossibile
di superare la schiavitù al nostro egoismo senza accettare e
abbracciare il dono della sofferenza che Dio ci offre.
Quando un cristiano
segue Gesù con la croce, si rende conto quanto c’è da fare
per imitare Gesù, e si cresce in umiltà. Invece quando non si
segue Gesù con la croce, si finisce di mettersi come modello per
gli altri e si va in giro per mettere gli altri apposto secondo se
stesso come il modello. Le persone che seguono Gesù con la propria
croce vedono le cose e le situazione da punto di vista di Dio invece
dalla loro proprio punto di vista chiusa.
Quando una persona
non vuole accettare la croce che Dio ha dato nella Sua misericordia e
amore per questa persona, si cerca di buttare via la sua croce e
spesso si sostituisce questa croce con qualcosa che fa male a se
stessa e agli altri. Un modo di buttare via la propria croce è di
focalizzare l'attenzione sui i peccati degli altri, quelli vicini e
quelli di cui si leggono nei giornali, mentre diventando sempre più
cieco ai propri peccati. Un altro esempio fondamentale, in
particolare nei nostri tempi della rivoluzione sessuale, è di
lasciare la moglie o lasciare il marito, senza considerare le
conseguenze per gli altri, in particolare per i figli e per le
persone e per la società intorno a noi. Quando una persona non vuole
accettare la sua croce da Dio ma non può liberarsi da questa croce,
spesso si finisce a brontolare e lamentarsi e fare la lagna come
leggiamo nell’Antico Testamento con gli Israeliti. Questo modo di
fare normalmente aumenta la sofferenza ed i problemi psicologici; la
confessione costa molto meno che i psichiatri. E quelle persone
vicine che non vogliono incoraggiare questa autocommiserazione sono
accusate di non amare, e sono trattate male e criticate da questa
persona. C’è il detto: “La miseria vuole la compagnia”. Certo,
bisogna distinguere fra il consolare che edifica e incoraggia una
persona che soffre e che vuole andare avanti, e il consolare che non
aiuta ad andare avanti e a maturare come un cristiano ma di aumentare
l’autocommiserazione. Bisogna anche distinguere fra le persone che
soffrono per gli altri e stano cercando di perseverare, e le persone
che non vogliono soffrire per gli altri.
Uno dei modi principali
di evitare le nostre croci, soprattutto oggi in un atmosfera di quasi
totale relativismo, è di abbracciare la filosofia di vita per
facile: “Occhio non vede, cuore non duole”! Forse non
duole al momento per evitare la Verità scomoda and le nostre
responsabilità, ma dopo c’è un prezzo da pagare qui sulla terra e
poi ancora peggio, dopo la morte!
Un famoso psicologo,
Carl Jung, ha spiegato che in fondo ai problemi psicologici sono i
problemi spirituali. La grande maggioranza dei psicologi oggi non
credono in Dio e non pregano. E perciò offrono soltanto le soluzioni
umani, non divini. E alla fine è sempre peggio, perché ci portano
non verso Dio con la croce, ma verso il mondo; il principe del mondo
è Satana (Gv 12,31; 14,30). Se si dice di NO a Dio che ci ha creati
e ci da’ le sue legge per amore e per il nostro vero bene,
chiaramente ci saranno le conseguenze negative.
E' difficile arrivare
a paradiso! E' impossibile di seguire Gesù senza l'aiuto di
Gesù. Quando i discepoli “rimasero stupefatti”, e perfino
“ancora più sbigottiti” Gesù non ha offerto i compromessi o le
scuse per loro, come fanno tantissimi preti e vescovi (e psicologi)
oggi come salvatori falsi, ma ha detto: “Impossibile presso gli
uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio”
(Mc 10,23-27).
I santi dicono: “Chi
prega, si salva; chi non prega, si danna”! Quando non si prega,
dopo, è impossibile di superare le tentazioni, e si dice: non c'è
la faccio!
Gli atletici che non si
allenano durante la settimana automaticamente perdono la partita
domenica. Chi non si allena con la preghiera ed i sacrifici
continuamente, automaticamente perde la partita eterna!
Satana ci dice la
bella bugia che paradiso è automatico. La verità è che
l'inferno è automatico. Per arrivare ad un posto così meraviglioso,
paradiso, crediamo che non bisogna lavorare, faticare, studiare e
sudare e perfino dare la vita terrena per un futuro eterno così
bello? “Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una
LOTTA TREMENDA contro le potenze delle tenebre” (CCC 409).
Oggi, dopo la
promozione fortissima di femminismo secolare, in tantissime famiglie,
MANCANO UN BUON PADRE CRISTIANO, che vive secondo la sua
vocazione da Dio come il capo della famiglia (e perciò le grazie
della sua vocazione se lui prega), per dare un buon esempio ai figli,
soprattutto negli anni della formazione dalle età 0 a 12, di
sacrificarsi per la sua moglie, la famiglia e per la società, come
ha fatto Gesù per la sua Sposa, la Chiesa. La vocazione del padre
della famiglia non è soltanto di provvedere le cose materiale ma
soprattutto di proteggere spiritualmente dalle numerosissime e
potenti trappole del lupo, del diavolo, oggi. Manca oggi la voce che
dice “NO” alle cose che fa tanto male a noi stessi, alla famiglia
e alla società, con il rischio di essere criticato e deriso da tutte
le parte. 100 anni fa c’erano le voci di dire di “NO” a ciò
che oggi è normale sulla televisione, che fa tantissimo male alle
persone, alle famiglie e alla società. Oggi non è “politicamente
corretto” di spiegare la falsa libertà che fa tantissimo male a se
stesso ed agli altri; questa falsa libertà ci dice che possiamo fare
come vogliamo noi senza cercare di scoprire se quello che facciamo
può avere le conseguenze secondarie e nascoste negative per gli
altri. La Massoneria ha faticato molto di promuovere “politicamente
corretto” così non cerchiamo il corretto secondo Dio ma secondo
quelli che sono in potere su questa terra. Satana è “il principe
del mondo” (Gv 12,31; 14,30)! Questo è simile ai SACERDOTI OGGI
CHE PREDICANO IL VANGELO INTERO e tutti gli insegnamenti del
magistero della Chiesa che sono etichettati come rigidi, antiquati,
insensibili, deficienti nella compassione, creano divisioni, seminano
discordia, moralisti, integralisti! Mentre allo stesso tempo i
sacerdoti che mantengono un silenzio colpevole, quelli che dicono
quello che credono che le persone vogliono sentire, sono considerati
benevoli, comprensivi, simpatici, sensibili pastoralmente e
misericordiosi (Lc 6,26)! Ma questo modo di fare non è la
misericordia vera! QUESTO E’ AMORE FALSO, compassione
MALCONSIGLIATA, che non conduce a paradiso per l’eternità!?! Amore
vero vuol dire di volere il maggior bene possibile per l’altra
persona; di aiutare le persone di arrivare alla felicità eterna è
molto più importante che la felicità terrena che finisce alla
morte. Amore vero vuol dire soprattutto di aiutare le persone di
tenere lo sguardo a Gesù e Maria, non a se stesso, per arrivare alla
felicità eterna. Tantissimi cristiani oggi, circondati e plagiati
della mentalità di oggi, promossa fortemente dai mass media, offrono
amore umano in cui l’unica cosa che conta è di stare bene qui
sulla terra durante questa vita molta corta! Oggi, non soltanto
tantissimi laici, ma tantissimi preti e vescovi non credono più che
il diavolo e l’inferno esistono, che è esattamente ciò che Satana
vuole come spiega Padre Gabriele Amorth e tanti altri esorcisti (“Una
Lettera Aperta ad un Sacerdote Confratello”;
http://testim-polo.blogspot.com/2009/05/open-letter.html)!
Ecco la mentalità di oggi di poter fare come ti pare senza badare
alle conseguenze e senza nessuna responsabilità verso Dio e verso
gli altri.
Si dice che il primo
comandamento del diavolo è: “Non deve soffrire!” Satana deve
eliminare la croce, la via a paradiso! Oggi non c’è fiducia in
Gesù che dice di prendere la tua croce e seguiMi; c’è invece la
fiducia in se stesso, nella scienza, nel mondo. Siamo così
totalmente circondato da questa mentalità oggi che quelli che
incoraggiano con il loro esempio e con le loro parole di seguire Gesù
con la croce verso Calvario per arrivare alla risurrezione sono molto
criticati e giudicati e emarginati. Ecco perché poche persone oggi
sono disponibili di soffrire per poter viver il Vangelo di amare Dio
e di amare il prossimo. Perciò la Madonna a Fatima ci dice di
offrire le nostre preghiere ed i nostri sacrifici per i poveri
peccatori prima che cadono nell’inferno perché non c’è nessuno
che prega per loro e offre sacrifici per loro. Poche persone oggi
sono disponibili di fare come Gesù sulla croce per offrire le grazie
della vera conversione che vuole dire cambiare la propria vita
secondo il Vangelo spiegato dal Catechismo della Chiesa Cattolica
degli adulti.
Siamo create da Dio di
desiderare la felicità. Perciò se abbiamo la fede che le
sofferenze che Dio ci manda è per il NOSTRO BENE PIÙ GRANDE, e
se siamo fedeli e generosi, accettiamo la sofferenza. Riposiamo non
per fuggire dalla sofferenza ma per prendere di nuovo la forza per
continuare di andare avanti con la nostra croce, di negare noi stessi
per amare Dio e il prossimo.
- - -
La Bibbia ci offre
gli esempi dei brontoloni e i guai che hanno arrecato su se
stessi e sugli altri.
Una semplice passeggiata
attraverso la storia degli Israeliti mentre andavano via dal Egitto e
gironzolavano nel deserto per 40 anni è carico di tali esempi. Ne
gradiamo alcuni.
Gli Israeliti:
Esodo 15,22-27. Soltanto
tre giorni dopo erano salvati miracolosamente per il Mare Rosso
aperto, gli Israeliti hanno brontolato contro Mose a causa della
mancanza di acqua.
Esodo 17,1-7. Di nuovo,
la comunità Israelita ha litigato con Mose perché non c’era acqua
da bere. Mose li ha avvertito che mettevano il Signore alla prova.
Invece di ascoltare, comunque, le persone hanno continuato a
brontolare contro Mose. Ignorando il fatto che Mose ha seguito
gli istruzione di Dio, lo hanno accusato falsamente di portare via da
Egitto per morire.
Numeri 11, 1-3. Un anno
in viaggio (Numeri 10,11), si trova di nuovo le persone lamentandosi
delle difficoltà. Dio lo ha sentito ed è diventato arrabbiato.
Quanto arrabbiato? Il fuoco dal Signore ha bruciato fra loro e
perfino ha consumato le periferie del campo! Era soltanto dopo
Mose ha pregato che il fuoco si è diminuito.
Numeri 11,4-35. La gente
raccogliticcia con loro ha cominciato a bramare altri cibi e ha
causato gli Israeliti di cominciare a gemere per la carne, il
pesce e la verdura. (“La gente raccogliticcia si riferiece alle
persone non Israeliti che hanno seguito gli Israeliti fuori dal
Egitto.). Questo gemere è venuto dalle persone in ogni famiglia!
Numeri 14. Tutti gli
Israeliti hanno brontolato contro Mose e contro Aronne perché 10
fra gli 12 uomini mandate per controllare la terra promessa sono
tornati con un atteggiamento negative e senza fede nel potere di Dio
di poter fare ciò che ha promesso. Di nuovo, hanno desiderato che
fossero morti in Egitto o nel deserto. Hanno cominciato a complottare
di scegliere un altro capo fra loro.
Numeri 16. Core,
Datan e Abiram sono diventati insolenti e si sono alzati contro Mose.
Hanno presero 250 membri del consiglio (capi ben conosciuti nella
comunità) e insorsero contro Mose e Aronne come gruppo. Hanno
dichiarato che tutta la comunità era ugualmente santa come Mose e
Aronne, insinuando che Aronne non è stato nominato veramente da Dio
di essere il sacerdote. Hanno accusato Mose di cercare di farli
schiavi e di non realizzare le sue promesse. Dio ha preparato di
distruggere tutta l’assemblea, ma Mose ha pregato con Dio di punire
soltanto i peccatori. Core, Datan e Abiram, insieme con le loro
famiglie intere e tutte le loro cose, erano inghiottii dalla terra. E
gli 250 membri del consiglio che hanno ribellato erano consumati dal
fuoco dal Signore. Nonostante questo, proprio il giorno dopo, tutta
la comunità ha borbogliato con Mose e Aronne, accusando li di avere
ammazzato le persone del Signore! Dio ha mandato subito la peste alle
persone. Secondo gli istruzione di Dio. Aronne ha offerto l’incenso
e fatto espiazione per il popolo, fermando la peste, ma non prima che
ancora 14.700 persone sono morte.
Numeri 21,4-9. “Poi
gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare
Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il
viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: "Perché ci
avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto?
Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo
cibo così leggero". Allora il Signore mandò fra il popolo
serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero
d'Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: "Abbiamo
peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te;
prega il Signore che allontani da noi questi serpenti". Mosè
pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: "Fatti un
serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso,
lo guarderà resterà in vita". Mosè allora fece un serpente di
rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno,
se questi guardava il serpente di rame, restava in vita”.
Gli Israeliti non
sopportarono il viaggio ed il “cibo leggero”, una croce leggera.
Ma Dio non soltanto ha mandato “serpenti velenosi i quali mordevano
la gente e un gran numero d'Israeliti morì”, ma ha offerto la
soluzione “un serpente e mettilo sopra un'asta”, che ha
prefigurato il futuro Messia sulla croce (Gv 3,13-17), cioè,
una croce, una sofferenza, molto più grande.
Salmo 106. Questo
Salmo offre un riassunto della storia d’Israele, anche la loro
ribellione e il loro brontolare. Qui si può trovare il brontolare e
le sue conseguenze brutte “in poche parole”.
I brontoloni nel
Nuovo Testamento:
Gli esempi di brontolare
certamente non sono limitati al Vecchio Testamento. Ci sono alcuni
esempi e comandi nel Nuovo Testamento che riguardano il brontolare.
Matteo 20,1-16. Nella
parabola di Gesù dei operai nella vigna, hanno brontolato quando
hanno ricevuto esattamente ciò che era promesso e che si sono
accordato quando hanno preso il lavoro. Gesù ci spiega che il
brontolare è uguale a dire che Dio non è giusto e non ha il diritto
di fare come Dio decide.
Luca 5,30. I Farisei e
gli insegnati della legge si sono brontolati quando Gesù ha
mangiato con i pubblicani e i peccatori.
Giovanni 6,41-70. Gli
Ebrei hanno brontolato di Gesù dicendo che Lui è venuto dal cielo.
Gesù li ha detto di smettere di brontolare fra di loro.
Questo ha portato ad una polemica fra gli Ebrei e eventualmente ai
discepoli a brontolare e molti dei suoi discepoli si tirarono
indietro e non andavano più con Lui. Un po’ delle lamentele fanno
grande conseguenze. Ascoltando alle lamentele fuori del gruppo può
portare a brontolare dentro il gruppo, e eventualmente alla disunità.
1 Corinzi 10,10. San
Paolo ci comanda, “Non mormorate.”
Filippesi 2,14. San
Paolo ci comanda, “Fate tutto senza mormorazioni e senza
critiche.”
Giacomo 5,9. San Giacomo
ci comanda, “Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri”. Se
lamentiamoci, la pena è che saremo giudicati.
1 Pietro 4,9. “Praticate
l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare”.
Giuda. Questo libro è
di quelli che si sono associate fra i cristiani ma in realtà sono
empi che cambia la grazia di Dio nel permesso di immoralità. Sono
identificati come brontoloni e criticoni che seguono i loro desideri
malvagi, si vantano di se stessi, e adulano gli altri per il loro
proprio vantaggio.
La Conclusione:
Attraverso questa
esame delle Scritture, possiamo vedere come la mormorazione può
cominciare da poco ma finire di avere gli effetti molto grandi e
molto male. Possiamo facilmente identificarci con alcuni di
questi esempi. Può sembrare così normale di brontolare. Possiamo
perfino ingannarci nel pensare che abbiamo bisogno di brontolare o
perfino di credere che abbiamo il diritto di brontolare. Ma il fatto
in questione è che Dio non vuole che ci brontoliamo. Lui vuole che
condividiamo i nostri problemi con Lui, ma è tutto nell’attitudine.
Pensate degli Israeliti. C’era mai un esempio in qualsiasi caso che
abbiamo visto in cui hanno prima chiesto Dio per ciò che avevano
bisogno o desiderato? No, in ogni caso, si sono brontolati prima,
seconda, e l’ultima. E dopo le prime volte, la punizione è venuto
per le loro mormorazioni.
Nonostante che Dio è
molto paziente e amoroso, la Scrittura ci fa capire chiaramente che
c’è un limite alle mormorazioni che Lui sopporterà prima che ci
saranno le conseguenze serie. Può essere i brontoli individuali,
brontoli della famiglia, brontoli della comunità, o i brontoli
“ufficiali” di massa, ma è tutto peccato e non accettabile negli
occhi di Dio. Ogni volta che brontoliamo, ci inciampiamo. Ancora
peggio, ogni volta che ci brontoliamo, facciamo nella presenza di
almeno un’altra persona. E, come vediamo negli esempi messo davanti
nella parola di Dio, questo porta alti di diventare
“desensibilizzati” delle mormorazioni. Ben presto, abbiamo
causato qualcun altro a brontolare e di inciamparci. E poi loro “si
contagiano” qualcun altro con il peccato di brontolare, e così via
si dilaga la peste della mormorazione e delle conseguenze di vasta
portata.
Come gli Israeliti erano
istruiti in Esodo capitolo 15, saremo sapienti di seguire I
comandi semplici di Dio di (1) ascoltare la voce di Dio; (2) fare
il giusto negli occhi di Dio, e (3) stare attenti e tenere I Suoi
comandamenti e I Suoi decreti. Se facciamo così, riusciremo a non
brontolare e di non inciamparci.
Un buon esempio
nell’Antico Testamento di uno che ha accettato e ha abbracciato
bene le sofferenze che Dio lo ha mandato era Giuseppe di Egitto.
Giuseppe era rifiutato dalla sua famiglia, buttato nel fosso, venduto
nella schiavitù, accusato falsamente di stupro dalla moglie del suo
padrone, imprigionato. Ha aiutato le persone nel prigione, ma senza
nessuna ricompensa. In mezzo a questa storia c’è una frase, e
questa è per noi: “Il Signore fu con Giuseppe” (Gen 39,2).
Quando stiamo
attraversando le sofferenze, Dio è con noi, quando la
sofferenza è per il suo disegno e scopo di venire fuori nella nostra
vita.
Dopo Giuseppe è portato
fuori dalla prigione, ed è elevato in una posizione alta per
l’Egitto a quel tempo.
Mentre Giuseppe sta
attraversando questo processo da Dio, che cosa era l’atteggiamento
di Giuseppe? Giuseppe non imprecato il fatto che i suoi fratelli
lo hanno abbandonato ed era buttato in prigione. Lui non ha imprecato
il fatto che era accusato di stupro. Non ha imprecato questo e non ha
coltivato rancore. Quando cominciamo a coltivare risentimento,
comincia a crescere in noi, cresce letteralmente. E come cresce?
Continuiamo ad enumerarlo, lo diciamo continuamente nelle nostre
menti. E ciò che era una piccola cosa, improvvisamente viene
questo gigante nelle nostre vite, questo gigante di non perdonare, o
di risentimento, o l’ammarezza. Può inghiottirci e soffocare la
vita in noi. Ma Giuseppe non lo coltiva, non lo ha imprecato e non lo
enumera. Che cosa fa? Lo disperde a Dio. Giuseppe si fida di Dio più
di se stesso. E che cosa fa Dio? Dio lo rovescia. Ciò che poteva
essere un ostacolo nella sua vita, diventa un passatoio nella propria
cosa che Dio lo preparava da fare che era di sfamare il suo popolo
nel tempo di fame.
Ma vedete il processo
che doveva passare. Era giusto? No, non era giusto. La vita non è
giusta. Dio è giusto. Ma mentre ha partecipato di ciò che
attraversava, era uno in preparazione che darebbe
letteralmente la vita alla sua propria famiglia che lo ha rifiutato e
lo ha venduto nella schiavitù.
Giuseppe ha avuto due
figli; uno si chiamava Manasse. È qui il punto dove Giuseppe ha
permesso le sue sofferenze di essere adempiute nel disegno perfetto e
lo scopo di Dio. Manasse vuol dire: “perché Dio mi ha fatto
dimenticare ogni affanno” (Gen 41,51). Ha dimenticato i suoi
problemi del passato; ha dimenticato la difficoltà che è successo.
Soltanto Dio può farci dimenticare a quel livello.
L’altro figlio di
Giuseppe, Efraim, vuol dire: “Dio mi ha reso fecondo nel paese
della mia afflizione” (Gen 41,52). Quando rivediamo le nostre
vite, alcuni dei momenti più difficili, i momenti di grande
sofferenze, mentre guardiamo indietro, possiamo vedere come lo
Spirito del Signore, come la mano del Signore, ci portava in questi
tempi per perfezionarci, per confermarci, per stabilirci, per
rinforzarci, per sviluppare carattere in noi, per preparaci per il
lavoro che il Signore ha preparato per noi da fare.
“Siamo infatti opera
sua, create in Cristo Gesù per le opera buone che Dio ha predisposto
perché noi le praticassimo” (Ef 2.10).
“Sempre infatti, noi
che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché
anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di
modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita” (2Cor
4,11-12).
“Chi ci separerà
dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia,
la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio
come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi
siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono
infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati,
né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità,
né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in
Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,35-39).
San Paolo è un uomo
libero perché è pronto di morire per Gesù, e perciò nessuno può
togliere la sua pace interiore. Paolo si fida totalmente
nell’amore e la provvidenza di Dio. Il più che arriviamo a questa
maturità cristiana, il più che non siamo preoccupati del futuro o
“la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità,
il pericolo, la spada”! Se non andiamo in questa direzione di
maturità, quando la croce arriva nelle nostre vite, brontoliamo,
come Dio avesse fatto uno spaglio nel mandarci il dono della croce, e
anche sempre più ansia e meno pace interiore! La scelta è la nostra
in che direzione vogliamo andare: più fiducia nella nostra
intelligenza e sapienza umana, o più fiducia in Dio!
E una delle opera più
grande che possiamo fare qui sulla terra è di pregare ed offrire i
nostri sacrifici per le anime, per la salvezze delle alter persone,
specie quelli che sono affidate a noi, sia I nostri figli, I nostri
cari, la nostra famiglia, la famiglia estesa. Abbiamo un dovere
sacro, abbiamo una fiducia sacro di portarli al Signore ogni giorno
nelle nostre preghiere, soprattutto davanti al Santissimo Sacramento
e nelle nostre Rosari Santi.
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Qui ci sono alcuni
brani dalla Sacra Scrittura, dai documenti della Chiesa, dai scritti
dei santi ed anche da altri fonti.
“Allora Gesù disse ai
suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi
se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà
salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita
per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se
guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che
cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il
Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi
angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni" (Mt
16,24-28; Lc 9,23).
“E mentre i Giudei
chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo
Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani;
ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo
Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è
stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è
debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,22-25).
La Sapienza Papale: “La
preghiera unita al sacrificio costituisce la forza più potente nella
storia umana.” – Papa Giovanni Paolo II.
“Da allora Gesù
cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a
Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi
sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo
giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare
dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà
mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me,
satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma
secondo gli uomini!". (Mt 16,21-23).
Quando i discepoli
“rimasero stupefatti”, e perfino “ancora più sbigottiti” con
le parole, senza compromessi, di Gesù, all’inizio del loro camino
con Gesù, Gesù non ha fatto come gli uomini (i fifoni) che vediamo
sulla TV oggi. Invece Gesù ha detto: “Questo è impossibile
presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile
presso Dio” (Mc 10,23-27).
“LA SOFFERENZA È
IL TESORO PIÙ GRANDE CHE CI SIA SULLA TERRA. Essa purifica
l'anima. Nella sofferenza conosciamo chi ci è veramente amico. Il
vero amore si misura col termometro della sofferenza. Gesù, Ti
ringrazio per le piccole croci quotidiane, per le contrarietà che
incontro nelle mie iniziative, per il peso della vita comunitaria,
per l'interpretazione distorta delle mie intenzioni, per le
umiliazioni che provengono dagli altri, per il comportamento aspro
verso di noi, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e
per le forze che vengono meno, per il ripudio della mia volontà, per
l'annientamento del proprio io, per il mancato riconoscimento in
tutto, per gli impedimenti posti a tutti i miei progetti. Ti
ringrazio, Gesù, per le sofferenze interiori, per l'aridità dello
spirito, per le paure, i timori e i dubbi, per il buio fitto e le
tenebre interiori, per le tentazioni e le diverse prove, per le
angosce che è difficile descrivere, e soprattutto per quelle in cui
nessuno ci capisce, per l'ora della morte, per la dura lotta che la
precede e per tutta la sua amarezza. Ti ringrazio, Gesù, che hai
bevuto il calice dell'amarezza, prima di porgerlo a me raddolcito.
Ecco, ho accostato le mie labbra al calice della Tua santa volontà.
Avvenga di me secondo il Tuo volere; avvenga di me ciò che ha
stabilito la Tua sapienza fin dall'eternità. Desidero bere fino
all'ultima stilla il calice della predestinazione, non voglio
indagare su questa predestinazione, nell'amarezza c'è la mia gioia,
nella disperazione la mia fiducia. In Te, o Signore, quello che ci dà
il Tuo Cuore paterno è tutto buono; non preferisco le gioie alle
amarezze, né le amarezze alle gioie, ma Ti ringrazio di tutto, o
Gesù. La mia delizia consiste nello stare a contemplarTi, o Dio
incomprensibile. È in un'esistenza misteriosa che si aggira il mio
spirito, poiché è là che sento di essere a casa mia. Conosco bene
la dimora del mio Sposo. Sento che in me non c'è nemmeno una goccia
di sangue che non arda d'amore per Te. Bellezza eterna, chi Ti
conosce una sola volta, non può più amare nessun'altra cosa. Sento
la voragine insondabile della mia anima, e che niente può colmarla,
all'infuori di Dio. Sento che sprofondo in Lui, come un granellino di
sabbia in un oceano senza fondo” (Diario di Santa Faustina, no.
342-343; 774).
“Oh se i mortali
conoscessero che gran cosa è la grazia, quanto è bella, quanto
nobile e preziosa, quante ricchezze nasconde in sé, quanti tesori,
quanta felicità e delizie! Senza dubbio andrebbero essi stessi
alla ricerca di fastidi e pene; andrebbero questuando molestie,
infermità e tormenti invece che fortune, e ciò per conseguire
l’inestimabile tesoro della grazia. Questo è l’acquisto e
l’ultimo guadagno della sofferenza ben accettata. Nessuno si
lamenterebbe della croce e dei dolori, che gli toccano in sorte, se
conoscesse con quali bilance vengono pesati nella distribuzione fra
gli uomini” (Santa Rosa da Lima; Ufficio delle Letture; 23
agosto).
“Oh, se l’anima
riuscisse a capire che non si può giungere nel folto delle ricchezze
e della sapienza di Dio, se non entrando dove più numerose sono le
sofferenze di ogni genere riponendovi la sua consolazione e il suo
desiderio! Come chi desidera veramente la sapienza divina, in
primo luogo brama di entrare veramente nello spessore della croce!
Per questo san Paolo ammoniva i discepoli di Efeso che non venissero
meno nelle tribolazioni, ma stessero forti e radicati e fondati nella
carità, e così potessero comprendere con tutti i santi quale sia
l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità e conoscere
l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza per essere ricolmi
di tutta la pienezza di Dio (cfr. Ef 4,17). Per accedere alle
ricchezze della sapienza divina la porta è la croce. Si tratta di
una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono
molti coloro che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo”
(San Giovanni della Croce; Ufficio delle Letture; 14 dicembre).
La croce è Gloria di
Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e
inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la
sintesi completa della sua passione. Per convincerti che la croce è
la gloria di Cristo, senti quello che egli dice: “Ora il figlio
dell’uomo è stato glorificato e anche Dio è stato glorificato in
lui, e lo glorificherà subito” (Gv 13,31-32)” (Dai ‘Discorsi’
di sant’Andrea di Creta, vescovo; 14 Settembre; Ufficio delle
Letture).
Crediamo di arrivare
alla gloria di paradiso senza seguire Gesù con la croce?
“Ho imparato adesso
che mentre quelli che parlano dei loro miserie normalmente si
soffrono, quelli che rimangono in silenzio soffrono di più.”
“Dio ci permette di
sperimentare i punti bassi della vita per insegnarci le lezioni che
non potremo imparare in un altro modo.”
“Il dolore insiste di
prestarlo attenzione. Dio ci bisbiglia nei nostri piaceri, ci parla
nelle nostre coscienze, ma grida nei nostri dolori. È il suo
megafono per svegliare un mondo sordo.”
- C.S. Lewis
“Oggi ho udito queste
parole: «Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i
fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia Misericordia.
Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e
stringerla al Mio Cuore misericordioso. FACCIO USO DEI CASTIGHI
SOLO QUANDO ESSI STESSI MI COSTRINGONO A QUESTO; la Mia mano
afferra malvolentieri la spada della giustizia. Prima del giorno
della giustizia mando il giorno della Misericordia». Ho risposto: «O
mio Gesù, parla Tu stesso alle anime, poiché le mie parole non
hanno importanza» (Diario di Santa Faustina, no. 1588).
“Gesù si è lamentato
per il gran dolore che gli procura l'infedeltà delle anime elette:
«Ed ancora di più ferisce il Mio Cuore la loro mancanza di fiducia
dopo la caduta. Se non avessero sperimentato la bontà del Mio Cuore,
ciò Mi addolorerebbe di meno». Ho visto la collera di Dio sospesa
sulla Polonia. Ed ora vedo che, se Iddio colpisse il nostro paese
coi più grandi castighi, ciò sarebbe ancora una grande Misericordia
da parte Sua, poiché per delitti così gravi potrebbe punirci
con la rovina eterna. Rimasi terrorizzata quando il Signore scostò
appena un poco il velo. Ora vedo chiaramente che le anime elette
sostengono l'esistenza del mondo, fino a quando la misura [di
giustizia] sarà colma” (Diario di Santa Faustina, no. 1532-1533).
No dolore no guadagno;
no croce no corona!
Alleluia, caro Don _____
! La nostra grande vocazione di condividere con Gesù tutto, anche la
sua passione e crocifissione! Ma dopo c'è la vera risurrezione
eterna, la vera PASQUA! Non c’è la risurrezione senza la
crocifissione; non c’è la Pasqua senza il Venerdì Santo!
La Vera Pasqua!
La Madonna non solo
indica ai suoi figli prediletti (i sacerdoti) la strada da
percorrere, ma dona anche la medicina di cui tutti abbiamo tanto
bisogno, in questi tempi in cui, col tanto male che ci circonda,
specie con i peccati impuri, satana miete tantissime vittime. Ella ci
dona il rimedio per guarire da queste ferite che, specialmente nelle
anime sacerdotali, spengono ogni virtù.
“Datemi tutto il
vostro dolore. Oggi sono le incomprensioni, gli attacchi, le calunnie
di vostri fratelli. Domani saranno le persecuzioni, la prigionia,
le condanne da parte degli atei e dei nemici di Dio che vedranno in
voi gli ostacoli necessariamente da eliminare. Camminate con Me e
seguitemi sulla strada di mio Figlio Gesù. Sulla strada del
Calvario, sulla strada della Croce. Mai come in questi momenti deve
essere da voi vissuta fino in fondo quella che è la vocazione di
ogni cristiano: “Chi vuole venire dietro a Me rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua”. Seguitemi, figli prediletti: oggi
è necessario che seguiate vostra Madre, se volete percorrere senza
paura la via di mio Figlio Gesù” (La Madonna a Don Stefano Gobbi;
28 maggio 1976). (“Ai Sacerdoti Figli Prediletti della Madonna”;
http://madonna-sacerdoti.blogspot.it/).
“Gesù non ci chiede
per grandi successi: solo il arrenderci e gratitudine.” –
Santa Therese di Lisieux
“Così l’acqua
senza la predicazione della croce del Signore non serve a nulla per
la salvezza. Ma quando è stata consacrata dal mistero della
croce che salva, allora è disposta per servire da bagno spirituale e
da coppa di salvezza” (Sant’Ambrogio; TO15, martedì; Ufficio
delle Letture).
p 467b
"... La dolce
Croce sarà il riparo dei cristiani ... la Croce sarà così
luminosa che in pieno giorno sarà più splendente del sole; nella
notte Essa non si spegnerà, si allungherà ad una distanza immensa
... Una nube rossa e un rombo di tuono attraverserà tutto il cielo
... a causa delle espiazioni che mi sono offerte Io ritardo il
disastro." - 21 novembre 1912, messaggio di Gesù a Maria
Giulia Jahenny, Blain in Francia (stigmatista).
"Prima della grande
tribolazione ci sarà un segno. Vedremo nel cielo una grande croce
rossa in una giornata di cielo sereno, senza nuvole. Il colore
rosso rappresenta il Sangue di Gesù che ci ha redenti e il sangue
dei martiri scelti da Dio nei giorni di buio. Questa croce verrà
vista da tutti: cristiani, pagani, atei, ecc. ed anche da tutti
coloro che sono "preparati" (ci sono persone che pur non
avendo mai sentito parlare del Vangelo hanno la voce di Dio impressa
nel santuario delle loro coscienze) i quali saranno guidati da Dio
verso Cristo. Essi riceveranno la grazia di interpretare il
significato della croce." - 11 settembre 1987, resoconto
scritto da Fra’
David Lopez sulle rivelazioni della Madonna da lui ricevute a
Medjugorje
“Scrivi questo: prima
di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia. Prima
che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo
segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande
oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno
della Croce e dai fori, dove furono inchiodati i piedi e le mani del
Salvatore, usciranno grandi luci che per qualche tempo
illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima dell'ultimo
giorno” (Diario di Santa Faustina, no. 83).
“Partecipate al mio
dolore, figli miei prediletti. Nell’ora in cui il mondo tutto è
stato redento e purificato per sempre, il Padre ha accolto il dolore
divino del Figlio e il mio umano dolore di Madre. La vostra
sofferenza, figli, serve già alla purificazione della terra. Se il
castigo verrà, sarà solo per un’ultima e grande richiesta di
sofferenza per il rinnovamento del mondo e la salvezza di tanti miei
poveri figli. Ma nulla serve tanto per il trionfo del mio Cuore
Immacolato, quanto un cuore Sacerdotale che soffre. In voi, figli, è
Gesù che continua la sua missione purificatrice. È solo il suo
Sangue che può lavare tutto il male, tutto l’odio, tutto il
peccato del mondo. Per questo, ora che è giunto il momento della
purificazione, sarete chiamati sempre più a soffrire. Per voi,
figli, questa è l’ora della Croce. Ma soffrirete con Me, con la
vostra Mamma che vi ha generati sotto la Croce. Con Me sempre, nel
presente che il Padre vi dona: ad offrire e a soffrire sul Cuore
della vostra Mamma Addolorata” (La Madonna a Don Stefano Gobbi; 15
settembre 1975).
"La loro solo
preoccupazione è esclusivamente rivolta verso i problemi sociali, e
si dimentica che Gesù é morto sulla Croce ed è risorto per
ottenerci il grande dono della Redenzione e per salvare
le anime. Così viene sempre più diffuso l'insegnamento della
teologia della liberazione che è un vero tradimento di Cristo e del
Vangelo" (La Madonna a Don Stefano Gobbi; 25 febbraio 1988).
“Ma sia lungi da voi
l’appartenere al numero di coloro che hanno case quiete,
tranquille e sicure, mentre la verga del Signore non è su di
loro: trascorrono la vita nella prosperità e in un attimo
scenderanno all’inferno.” (San Raimondo di Penafort; breviario, 7
gennaio).
Suor Maria Gabriella (in
purgatorio) ha comunicato a Suor Maria della Croce: “Ahimé!
quante vite appaiono piene di opere buone e, alla morte, ne saranno
vuote... perché tutte quelle cose buone in apparenza, tutte
quelle azioni clamorose, tutta quella condotta che sembrava
irreprensibile, tutto questo non ha avuto Gesù solo quale fine. Si
voleva far figura, brillare, passare per esatto osservante degli
obblighi della Religione, per una Religiosa fedele alla regola, ecco
il solo movente di tante esistenze. E nell'altra vita, qui, quale
delusione! Se sapeste quante poche persone agiscono per Dio solo,
quante poche compiono tutte le loro azioni per Dio solo... Ahimè!
quanti rimpianti ci si prepara per il punto di morte, allorché non
si sarà più accecati, ahimè! Se si riflettesse qualche volta
all'eternità! Che cos'è la vita paragonata a quel giorno che
non avrà sera per gli eletti, a quella sera che non avrà giorno per
i malvagi? Si ama tutto sulla terra, ci si affeziona a tutto, eccetto
a Colui che unico dovrebbe avere il nostro affetto ed al quale noi lo
neghiamo. Il Gesù del tabernacolo attende cuori che Lo amino e
non ne trova. Appena uno su mille che Lo ama come si dovrebbe
amarLo! AmateLo voi; risarciteLo di questa indifferenza tanto
colpevole che c'è nel mondo!”
(8 dicembre 1879; Un
Manoscritto sul Purgatorio; http://purgatorio-mano.blogspot.com).
“In un dato momento ho
compreso quanto non piaccia a Dio un'azione anche la più lodevole,
se non ha il sigillo della retta intenzione. Tali azioni
spingono Dio più che alla ricompensa, al castigo. Che nella nostra
vita ce ne siano il meno possibile, anzi nella vita religiosa non ce
ne dovrebbero essere affatto. Con identica disposizione accetto la
gioia come la sofferenza, la lode come l'umiliazione. Ricordo che sia
l'una che l'altra sono passeggere. Cosa m'importa di quello che
dicono di me? Da tempo ormai ho rinunciato a tutto ciò che riguarda
la mia persona. il mio nome è ostia, cioè vittima, non a parole, ma
nei fatti, nell'annientamento di me stessa, per essere simile a Te
sulla croce, o buon Gesù e mio Maestro” (Diario di Santa Faustina,
no. 484-485).
"Molti si
comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però
sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre,
si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle
cose della terra" (Fil 3,18-19).
“Egli infatti proprio
per confortare il tuo cuore venne a patire, venne a morire, venne ad
essere coperto di sputi, venne ad essere coronato di spine, venne a
subire gli insulti e, in fine, venne a farsi inchiodare in croce.
Tutto questo egli l’ha sofferto per te, e tu nulla. L’ha
sofferto non per il suo vantaggio, ma per il tuo. Ma che razza di
pastori sono invece quelli che, temendo di offendere gli
uditori, non solo non li preparano alle tentazioni future, ma anzi
promettono loro la felicità di questo mondo, felicità che Dio non
promise neppure al mondo stesso!...” (Discorso sui pastori di San
Agostino; Ufficio delle Letture, 24 TO, venerdì).
“Quella somma
sapienza che fiorì dalla croce rese vana la superba sapienza del
mondo e la sua arrogante stoltezza. I beni di ogni genere, che ci
vennero dalla croce, hanno eliminato i germi della cattiveria e della
malizia … Della croce tutti gli apostoli si sono gloriati, ogni
martire ne venne coronato, e ogni santo santificato” (Discorsi di
san Teodoro Studita, abate; Pasqua, Sett. 2, Venerdì).
“O Gesù Ostia,
se non mi sostenessi Tu, non saprei resistere sulla croce …”
(Diario di Santa Faustina, no. 1620).
“Sulla terra Gesù
crocifigge maggiormente l'anima che Egli più ama, ma la croce
inviata da Dio ha sempre delle DOLCEZZE unite alla sua amarezza. Non
è lo stesso per le croci che ci arrivano per colpa nostra: queste
contengono solo AMAREZZA” (maggio 1886; Un Manoscritto sul
Purgatorio; http://purgatorio-mano.blogspot.com).
Cardinale Palazzini ha
scritto di Santa Veronica Giuliani: “Quello di Veronica è un
grande messaggio profetico che sembra proprio riservato ai nostri
tempi: per correggere pericolose deviazioni di chi va alla ricerca di
un Cristianesimo senza la Croce, di chi si adagia voglioso
nell’abbondanza dei quei beni di consumo di cui Cristo ha predicato
la moderazione per tutti, e la rinuncia per i forti”.
É veramente difficile
per i sacerdoti oggi di offrire “la Verità” che ci “farà
liberi” (Gv 8,32; Ger 6,16), perché tantissime persone sono
abituate ormai di un cristianesimo senza la croce. Secondo PAPA
PAOLO VI la tentazione forse più aggressiva del nostro tempo,
che intende “svuotare la Croce di Cristo” (1Cor 1,17), è
“l’edonismo, cioè il benessere, il divertimento, il piacere, la
licenziosità, il vizio, sollevati all’onore abusivo di finalità
primarie del’umana esistenza” (Catechesi, 26-11-1975).
“The
maximum cupidity of the demons is deception. In fact they succeed to
possess only those who they seduce with
the lie” (Saint Augustine; The City
of God, 4:32).
“Senza dubbio ogni
azione di Cristo è fonte di gloria per la Chiesa cattolica; ma la
croce è la gloria delle glorie. E’ proprio questo che diceva
Paolo: Lungi da me il gloriarmi se non nella croce di Cristo (Gal
6,16). … Non dobbiamo vergognarci dunque della croce del Salvatore,
anzi gloriamocene. Perché se è vero che la parola “croce” è
scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani, per noi è fonte di
salvezza. Se per quelli che vanno in perdizione è stoltezza, per noi
che siamo stati salvati, è fortezza di Dio. Infatti non era un
semplice uomo colui che diede al vita per noi, bensì il Figlio di
Dio, Dio stesso, fattosi uomo. … Perciò la croce non sia per te
fonte di gaudio soltanto in tempo di tranquillità, ma confida che lo
sarà parimenti nel tempo della persecuzione. Non ti avvenga di
essere amico di Gesù solo in tempo di pace e poi nemico in tempo di
guerra” (Dalle “Catechesi” di san Cirillo di Gerusalemme,
vescovo; TO 4; giovedì).
Padre Benedetto Groschel
ha detto: “Amate Gesù quanto tale amate un mendicante sgraziato
che avete fatto tutto per aiutare.”
“Devo cercare la
compagnia delle suore che secondo la mia natura mi piace di meno.”
– Santa Therese di Lisieux
“Ad un tratto il
Bambino scomparve dalle braccia della Madonna e vidi l'immagine viva
di Gesù crocifisso. La Madonna mi disse di comportarmi come Lui,
che, nonostante le gioie, aveva sempre guardato intensamente la
croce ed aggiunse che le grazie che Iddio mi concedeva non erano
soltanto per me, ma anche per le altre anime” (Diario di Santa
Faustina, no. 561).
“Il mio sacrificio
è niente per se stesso, ma quando l'unisco al sacrificio di Gesù
Cristo, diviene onnipotente ed ha la forza di placare lo sdegno di
Dio. Iddio ci ama nel Figlio Suo. La dolorosa Passione del Figlio
di Dio è una continua invocazione che attenua la collera di Dio”
(Diario di Santa Faustina, no. 482).
“Questa azione voglio
oggi esercitarla attraverso di voi, miei figli prediletti. Per questo
ho voluto ritirarmi nel deserto della vostra vita, dove ho posto il
mio sicuro rifugio. In esso vi formo da Mamma, perché, attraverso di
voi, possa compiere la grande opera di corredenzione. Così vi
chiamo alla preghiera, alla perfetta offerta, alla sofferenza, alla
vostra personale immolazione. Vi conduco sulla via della Croce e
dolcemente vi aiuto a salire il Calvario per trasformarvi tutti in
ostie gradite al Padre, per la salvezza del mondo. È il tempo della
mia azione silenziosa. Nel deserto della vostra vita compio ogni
giorno il grande prodigio di trasformarvi sempre più, finché Gesù
Crocifisso possa essere rivissuto da ciascuno di voi" (La
Madonna a Don Stefano Gobbi; 13 luglio 1980).
“Sono la vostra Madre
Addolorata. La spada, che trafisse il mio Cuore sotto la Croce,
continua a ferirmi per la grande sofferenza che ora sta vivendo la
Chiesa, Corpo mistico del mio Figlio Gesù. Tutte le sofferenze della
Chiesa sono nel mio Cuore Immacolato e Addolorato. È così che
ancora oggi adempio al mio compito materno, generando nel dolore
questa mia Figlia ad una nuova vita. Per questo diventa sempre più
importante la funzione della Madre nel momento presente della sua
dolorosa purificazione. Tutte le sofferenze del Papa, dei Vescovi,
dei Sacerdoti, delle anime consacrate, dei fedeli sono racchiuse nel
mio Cuore di Mamma. Anch’io partecipo, nel vivere con voi queste
ore di grande dolore. È la passione di mio Figlio che continua
nel suo Corpo mistico. Oggi con Lui per la Chiesa rivivo le
stesse ore del Getsemani, del Calvario, della crocifissione e della
sua morte. Abbiate fiducia e pazienza; abbiate coraggio e speranza.
Presto dal nostro dolore sorgerà una nuova era di Luce. La Chiesa
rifiorirà, sotto il potente influsso dell’amore di Dio” (La
Madonna a Don Stefano Gobbi; 15 settembre 1980).
“Vivete assieme a Me
ogni giorno, per essere confortati nel portare la vostra Croce e
nel seguire Gesù fino al Calvario” (La Madonna a Don Stefano
Gobbi; 1 aprile 1988).
“Quanto bene ti vuole
questo mio figlio prediletto! È uno tra i più grandi doni che Io ti
faccio e Io capirai più avanti. Sarà chiamato a consumarsi sulla
croce di un vero martirio: un martirio di amore e di dolore, che
Io renderà copia vivente di mio Figlio Crocifisso. Non si turbi per
le difficoltà dell’ambiente: sono permesse da Dio per la sua
santificazione. Dica sempre il suo “sì” generoso e totale: mi è
tanto necessario e gradito” (La Madonna a Don Stefano Gobbi; 21
giugno 1974).
“Così con uno, così
con tutti i Sacerdoti del mio Movimento. Tutti bimbi nutriti,
baciati, accarezzati e cullati da Me. Perché Io possa adagiarli
tutti con tanto amore sul legno della loro croce. Io li devo
preparare a questo ineffabile e doloroso momento: dovranno come
mio Figlio Gesù essere immolati sulla croce per la salvezza del
mondo. Si affidino perciò a Me come bambini: il Cuore della loro
Mamma sarà l’altare su cui si immoleranno, vittime gradite a Dio,
per il suo trionfo” (La Madonna a Don Stefano Gobbi; 19 novembre
1974).
28 marzo 1975; Venerdì
Santo; La via della Croce:
“Ecco perché oggi ti
ho voluto in questo luogo, lontano da ogni preoccupazione e attività,
per restare solo con mio Figlio Gesù. La strada su cui voglio
condurre i miei figli prediletti, i Sacerdoti consacrati al mio Cuore
Immacolato e del mio Movimento, è quella della Croce. Sulla Croce
li voglio tutti con mio Figlio, nella preghiera e nella sofferenza.
Questa è stata la via percorsa da Gesù per compiere la Redenzione e
per salvare tutti gli uomini. Questa è la via che devono percorrere
i Sacerdoti chiamati a formare la mia schiera, affinché gli uomini
redenti da mio Figlio, ma a Lui strappati da Satana, possano ancora
oggi essere salvati, attraverso uno speciale intervento di questo mio
materno Cuore. La via della Croce, miei piccoli figli, è la sola via
che ho tracciato per voi, perché è quella che, col Figlio Gesù, la
vostra Mamma per prima ha percorso. Percorretela senza paura, perché
sarete condotti per mano da Me, rincuorati dal mio affetto di Mamma.
Percorretela con Me, nel mio Cuore Immacolato; accanto alla vostra
croce sentirete così la presenza della Mamma che vi conforterà e vi
aiuterà. Questa via deve essere percorsa da voi, perché solo
così potrete essere in tutto simili a mio Figlio Gesù. Mio
compito è quello di rendervi in tutto simili a Lui. Dopo avervi
distaccato da tutto per essere pronti a fare la volontà del Padre,
dopo avervi resi solo bambini per farvi Sacerdoti secondo il Cuore di
Gesù, è giunta l’ora in cui siete chiamati a salire con Lui il
Calvario. È l’ora del Calvario questa per la mia Chiesa, per il
Santo Padre, per tutti i Sacerdoti che vogliono essere fedeli a mio
Figlio e al Vangelo. Ma è anche, figli prediletti, la vostra ora
più bella, per la quale da tanto ho preparato ciascuno di voi.
Dite con Me: “Sì, Padre, la tua volontà sia fatta”. Anche se
questa è l’ora delle tenebre, voi siete da Me chiamati a
riflettere la luce del volere e del disegno del Padre. Sarete
chiamati a dare testimonianza della paternità e dell’amore
misericordioso di Dio. Questa è dunque la vostra ora e per questo
perciò vi chiamo solo alla preghiera, alla sofferenza, alla vostra
totale immolazione. Dimenticate ogni altra preoccupazione ed
affidatevi a Me, ed assecondate con il vostro grande amore il disegno
del mio Cuore Immacolato” (La Madonna a Don Stefano Gobbi; 28 marzo
1975).
“Cristo Gesù, il
quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro
geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino
alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,5-8).
“Ora, infatti, più
nobile è la gerarchia dei leviti, più augusta la dignità dei
presbiteri e più santa l’unzione dei vescovi, perché la tua
Croce, sorgente di tutte le benedizioni, è causa di tutte le
grazie. Per essa viene elargita ai credenti la forza nella loro
debolezza, la gloria nell’umiliazione, nella morte la vita”
(Ufficio delle Letture; Dai ‘Discorsi’ di san Leone Magno, papa;
Quaresima, 5 sett., martedì).
Chiara Lubich ci dice
che la sofferenza è la presenza personale di Gesù crocifisso nelle
nostre vite!
Chiara
Lubich: “Ho un solo Sposo sulla terra”
Una preghiera da lei
scritta il 20 settembre 1949, al culmine di un periodo molto
particolare della sua vita e della storia del Movimento dei Focolari.
Durante l’estate
del 1949, Chiara
Lubich, con i suoi 29 anni, vive un’esperienza di luce e di
vita. Lasciare quel “paradiso”
in montagna non è facile, ma avverte che Dio la vuole immersa
nei dolori dell’umanità, “prosciugando l’acqua della
tribolazione” in quelli che più soffrono. È con quello spirito
che scrive di getto:
«Ho un solo Sposo
sulla terra: Gesù
Abbandonato: non ho altro Dio fuori di Lui.
In Lui è tutto il Paradiso con la Trinità e tutta la terra con l’Umanità.
Perciò il suo è mio e null’altro.
E suo è il Dolore universale e quindi mio.
In Lui è tutto il Paradiso con la Trinità e tutta la terra con l’Umanità.
Perciò il suo è mio e null’altro.
E suo è il Dolore universale e quindi mio.
Andrò per il mondo
cercandolo in ogni attimo della mia vita.
Ciò che mi fa male è mio.
Mio il dolore che mi sfiora nel presente. Mio il dolore delle anime accanto (è quello il mio Gesù). Mio tutto ciò che non è pace, gaudio, bello, amabile, sereno…, in una parola: ciò che non è Paradiso. Poiché anch’io ho il mio Paradiso ma è quello nel cuore dello Sposo mio.
Non ne conosco altri.
Ciò che mi fa male è mio.
Mio il dolore che mi sfiora nel presente. Mio il dolore delle anime accanto (è quello il mio Gesù). Mio tutto ciò che non è pace, gaudio, bello, amabile, sereno…, in una parola: ciò che non è Paradiso. Poiché anch’io ho il mio Paradiso ma è quello nel cuore dello Sposo mio.
Non ne conosco altri.
Così per gli anni
che mi rimangono: assetata di dolori, di angosce, di
disperazioni, di malinconie, di distacchi, di esilio, di abbandoni,
di strazi, di… tutto ciò che è lui e lui è il Peccato,
l’Inferno.
Così prosciugherò
l’acqua della tribolazione in molti cuori vicini e – per la
comunione con lo Sposo mio onnipotente – lontani.
Passerò come Fuoco
che consuma ciò che ha da cadere e lascia in piedi solo la
Verità.
Ma occorre esser come Lui: esser Lui nel momento presente della vita».
Ma occorre esser come Lui: esser Lui nel momento presente della vita».
Da: Chiara
Lubich, Il
grido, Ed.
Città Nuova (Pag. 56 – 57)
“Su questa terra
ognuno ha la sua croce. Ma dobbiamo agire in modo tale, che non
siamo il cattivo ma il buon ladrone” – Santo Padre Pio.
Papa Giovanni Paolo II
ci ha avvertito nel 1976: “Noi siamo di fronte oggi al più grande
combattimento che l’umanità abbia mai visto. NON CREDO CHE LA
COMUNITÀ CRISTIANA L’ABBIA COMPRESO TOTALMENTE. Siamo OGGI di
fronte alla LOTTA FINALE fra la Chiesa e l’anti Chiesa, fra il
Vangelo e l’anti Vangelo”.
Papa Giovanni Paolo
II ha detto ad un gruppo a Fulda, Germania in novembre 1980,
parlando dei segreti di Fatima, che: “Dobbiamo essere preparati a
soffrire presto grande tribolazioni che ci esigerà la disposizione
di sacrificare perfino la nostra vita per Cristo. Attraverso le
vostre e le mie preghiere, è ancora possibile di diminuire la
tribolazione (predetta da Fatima), ma non è più possibile di
evitarla, perché soltanto in questa maniera la Chiesa può essere
rinnovata effettivamente. Quante volte è stato compiuto il
rinnovo della Chiesa con il sangue. Non sarà diversa questa
volta.”
Presto Non Più
l’Eucaristia!
- - - - - - -
Coraggio amici. Gesù e
Maria sono più vicino a noi quando siamo in grande sofferenze se
continuiamo a pregare e non perdere la speranza. I prossimi anni
saranno più difficile che in qualsiasi altro momento della storia
umana. Noi siamo la “generazione” (Mt 24,34) di cui Gesù ha
parlato: “Poiché vi sarà allora una tribolazione
grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo
fino a ora, né mai più ci sarà” (Mt 24,21)! Non dobbiamo
trascurare le cose semplici che abbiamo imparato da bambini: una
buona confessione mensile con un esame di coscienza basata su il
Catechismo della Chiesa Catolica degli adulti (non la TV), la Santa
Messa ogni domenica, e di pregare il Santo Rosario ogni giorno e di
cercare di vivere ciò che preghiamo.
Dio vi benedica!
Don Jo (Joseph) Dwight
- - -
P.s.
C'è meno preghiera
che mai, più peccato che mai, ancora peggio, l'indifferenza come
il peccato non esistesse più, e perciò abbiamo dato tanto potere al
“padre della menzogna”, Satana (Gv 8,44). In particolare Satana
ha più potere di “mascherarsi come un angelo di luce”
(2Cor 11,14), per offrire le sue belle bugie mortali come fossero “la
verità che ci fa liberi” (Gv 8,32)!
Perciò è molto
importante in questi tempi di grande confusione, quando
perfino i vescovi cattolici non sono più d’accordo in quando
riguarda le cose fondamentali della fede e della morale, di non
soltanto pregare molto e di studiare il Catechismo della Chiesa
Cattolica degli adulti, ma di tenere i nostri occhi aperti per non
cadere nelle belle bugie di Satana presentate come fossero la
Verità!!!
PER GLI AGGIORNAMENTI
sugli inganni fondamentali, nascosti e mascherati del antico
serpente, visitate uno dei miei siti indici per vedere gli ultimi
articoli più importanti:
(e anche I DOCUMENTI
DELLA APPROVAZIONE ECCLESIASTICA della TESTIMONIANZA di GLORIA POLO).
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