21 novembre 2015

Protestantizzazione Messa



La Protestantizzazione Progressiva della Messa Cattolica




Negli Esercizi Spirituali Internazionali, a Collevalenza – Santuario dell’Amore Misericordioso (di Madre Speranza), 21-27 giugno 2015, Père Laurent Larroque ha offerto a più di 200 sacerdoti e più di 10 vescovi del Movimento Sacerdotale Mariano queste parole in una meditazione.




GESÙ NELL'EUCARISTIA (2):
PROTESTANTIZZAZIONE O ADORAZIONE


Questa mattina (http://cibo-spir.blogspot.it/2015/11/attacco-alleucaristia.html) ho parlato dei quattro attacchi individuati da don Stefano contro Gesù nell'Eucaristia: contro la fede nella Sua Presenza reale, e dunque contro l'adorazione e contro l'attenzione al tabernacolo; poi le tante comunione senza lo stato di grazia, che sono sacrilegi, e finalmente l'attacco contro la dimensione sacrificale della Messa, che porterà l’"abominio della desolazione" dentro il tempio santo di Dio, come predetto dalla Sacra Scrittura, quando si tratta della fine dei tempi. Tutto questo deve accadere prima del ritorno di Gesù nella Gloria per instaurare il suo Regno, che sarà anche un regno Eucaristico su tutta la terra, "nuova terra e nuovi cieli".


Prima di parlarvi della adorazione e di questa nostra speranza invincibile nel trionfò finale di Gesù e di Maria, ritorno sull'ultimo punto: l'attacco contro il carattere sacrificale della Messa. Il nostro libro ci dice che si sviluppa come una protestantizzazione progressiva della Messa.
E per capire bene cosa c'è dietro questo concetto di "protestantizzazione", dobbiamo rivedere questo fatto nell'ambito filosofico più generale.
Maria, nel Suo Libro (cfr. il messaggio del 17 giugno 1989, sul "666") dice che i filosofi, con lo scientismo e il razionalismo (cioè dando valore esclusivo o per lo meno esagerato alla scienza e alla ragione umana) hanno provocato tutto un processo storico di pensiero che ha portato alla nostra mentalità moderna. E Maria vede che il protestantesimo, coi suoi principi, quello della "Sola Scrittura" (cioè: negando il valore del Magistero e della Tradizione come fondamentali per la fede) e quello del "libero arbitrio" (cioè: che - come dice Maria - «ciascuno è libero di leggere e di comprendere la Sacra Scrittura secondo la sua personale interpretazione»), è diventato uno strumento di questo razionalismo, che ha portato - come dicevo nella mia prima meditazione - al soggettivismo e al relativismo: cioè, a pretendere che non c'è la verità oggettiva, non c'è la verità assoluta su questa terra; e dunque, non c'è una Rivelazione oggettiva di Dio, e soprattutto, non c'è nessuna possibilità di conoscere Gesù attraverso la soggettività della Chiesa primitiva (per di più: Matteo, Marco, Luca e Giovanni, sono considerati come autori sconosciuti di questa Chiesa primitiva, come malati del nostro soggettivismo, cioè incapaci di raccontare il vero che hanno visto e saputo su Gesù).


«Questa situazione, penetrata profondamente nella coscienza collettiva della Cristianità penetrata specialmente in tanti professori di seminario, e dunque in tanti seminaristi] è drammatica per la fede», dice Benedetto XVI nella sua Introduzione (Premessa) al suo "Gesù di Nazareth".


A questo proposito io amo ricordare la frase di Gesù alla fine del suo ministero pubblico nel Vangelo di Giovanni (12,48): «Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno». Non siamo noi a giudicare la Parola di Gesù: è la Parola di Gesù che ci giudica e che ci giudicherà all'ultimo giorno, che l'abbiamo creduta o che l'abbiamo messa in dubbio nella nostra vita.


Poi, ovviamente, se non si sa niente di sicuro su Gesù e sulle sue Parole e azioni - come dicono tanti professoroni di oggi e come scrivono tante introduzioni ufficiali ai Vangeli nelle nostre Bibbie - allora è ovvio che l'Eucaristia non potrà più essere un mistero da credere con la gioiosa certezza assoluta della fede. Eppure, "nil hoc verbo veritatis verius..."


Ora, facendo un passo in più nel mio ragionamento, mi servo delle Encicliche di Giovanni Paolo II, Centesimus Annus (1991) e Evangelium Vitae (1995). Maria ci dice, appena dopo la Evangelium Vitae: «Le sue lettere encicliche (di Santo Giovanni Paolo II) sono veri fari di luce, che scendono dal cielo, nella tenebra profonda che avvolge tutto il mondo». (13 maggio 1995)


Questo soggettivismo e questo relativismo, che negano la possibilità della verità per l'uomo hanno una conseguenza pratica. Questa negazione della verità è anche una delle basi del liberalismo (se tutto è opinione, allora tutto è permesso, io posso fare ciò che voglio). Ma il liberalismo sfocia nel suo contrario, nel totalitarismo: cioè, si voleva la libertà, e invece viene la dittatura. Perché questa deriva totalitaria del liberalismo? Giovanni Paolo II spiega che là dove non c'è più in mezzo agli uomini il riferimento alla verità assoluta ed universale che procede da Dio, per mezzo della sua Rivelazione, allora il campo è libero per tutti i totalitarismi, come lo ha mostrato il XX° secolo:
«Il totalitarismo nasce dalla negazione della verità in senso oggettivo: se non esiste una verità trascendente, obbedendo alla quale l'uomo acquista la sua piena identità, allora non esiste nessun principio sicuro che garantisca giusti rapporti tra gli uomini. (...) Se non si riconosce la verità trascendente, allora trionfa la forza del potere, e ciascuno tende a realizzare fino in fondo i mezzi di cui dispone per imporre il proprio interesse o la propria opinione, senza riguardo ai diritti dell'altro. Allora l'uomo viene rispettato solo nella misura in cui è possibile strumentalizzarlo per un'affermazione egoistica. La radice del moderno totalitarismo, dunque, è da individuare nella negazione della trascendente dignità della persona umana, immagine visibile del Dio invisibile...» (Centesimus Annus 44: Cfr. Veritatis Splendor 99, e CCC 2244).


E’ questo il fondamento dell'uguaglianza fondamentale di tutti gli uomini: l’ultimo poveraccio del fondo del barrio di una "smoky mountain" delle nostre grande città ha la stessa dignità di me e del Presidente della Repubblica. Ma se lui non è più considerato un figlio di Dio come me, allora non ho più il fondamento per rispettarlo. Senza Dio, la vita degli uomini diventa rapidamente una anticamera dell'Inferno. Ha scritto il Papa Giovanni Paolo II:


«L'umanità di oggi ci offre uno spettacolo davvero allarmante, se pensiamo non solo ai diversi ambiti nei quali si sviluppano gli attentati alla vita, ma anche alla loro singolare proporzione numerica, nonché al molteplice e potente sostegno che viene loro dato dall'ampio consenso sociale, dal frequente riconoscimento legale, dal coinvolgimento di parte del personale sanitario.
Come ebbi a dire con forza a Denver, in occasione dell'VIII Giornata Mondiale della Gioventù, «con il tempo, le minacce contro la vita non vengono meno. Esse, al contrario, assumono dimensioni enormi. Non si tratta soltanto di minacce provenienti dall'esterno, di forze della natura o dei "Caino" che assassinano gli "Abele"; no, si tratta di minacce programmate in maniera scientifica e sistematica. Il ventesimo secolo verrà considerato un'epoca di attacchi massicci contro la vita, un'interminabile serie di guerre e un massacro permanente di vite umane innocenti. I falsi profeti e i falsi maestri hanno conosciuto il maggior successo possibile». (...) Siamo in realtà di fronte a una oggettiva “congiura contro la vita"...» (Evangelium Vitae 17).


Il ventesimo secolo sarà stato il secolo del grande successo dei falsi profeti... Ora, possiamo dire che siamo stati guariti di questo liberalismo che porta a l'egoismo sfrenato? Possiamo dire che l'umanità veramente ha aperto gli occhi per rendersi conto della falsità di questo sistema razionalista, relativista, che produce finalmente dei totalitarismi? No, possiamo piuttosto dire che ci avviamo verso un liberalismo-totalitarismo mondiale man mano che progredisce la globalizzazione del mondo. È la grande Babilonia della terra intera che si è come unificata per congiurare contro Dio e contro il suo Cristo, come dice il Salmo 2,1-3:
«Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra, e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Cristo (cioè, Gesù): "Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami"».


Maria ci parla di questa concertazione di tutto il mondo profetizzata dal Salmo 2. È molto importante sottolineare che il pensiero di questa congiura mondiale non è una “teoria” o una ''tesi" stravagante che si deve subito ridicolizzare: è una profezia della Parola di Dio, citata ripetutamente nel Libro dell'Apocalisse. E’ la Babilonia di tutto il mondo, perché tutto sia secondo i progetti di Satana: «All’arcangelo Michele è affidato il compito di condurre alla battaglia le schiere degli Angeli e dei miei figli fedeli contro le agguerrite armate di Satana, del male, delle forze sataniche e massoniche, ormai organizzate a livello mondiale in una sola grande potenza, per mettersi contro Dio e contro il suo Cristo». (29 settembre 1994)


La Madonna ci parla del tentativo di formare un tipo di fraternità universale, di religione mondiale, al momento in cui il Papa Giovanni Paolo II aveva riunito differente religioni ad Assisi, per pregare per la pace, ciò che si è chiamato dopo «lo spirito di Assisi».
«Il tentativo di raccogliere tutte le religioni, anche quelle che adorano dèi falsi e bugiardi, nella prospettiva di una unione religiosa mondiale per la difesa dei valori umani, è vano, pericoloso e non conforme al desiderio del mio Cuore Immacolato. Esso può, anzi, condurre all’aumento della confusione, alla indifferenza religiosa ed a rendere persino più difficile il conseguimento della vera pace». (27 ottobre 1986)


Maria dice: pregare per la Pace, sì! Ma anche andare ad annunciare il Vangelo, perché "non c'è altra Nome dato agli uomini” per essere salvati se non il solo Nome di Gesù Cristo. Questa affermazione di San Pietro (Atti 4,12), la dobbiamo ripetere con il coraggio dei martiri davanti al sinedrio moderno della dittatura del relativismo, che ci dice: «Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell'uomo!» (Atti 5,28).


Nella grande assemblea fraterna universale, qua i buddisti, i musulmani, i protestanti, la massa cattolica non più cattolica, e là il piccolo resto dei "resistenti" cattolici, preso di mira dal sinedrio moderno, perché non crede a questa fraternità universale che si fa a prezzo della Verità di Gesù (Cf. CCC 675), il solo Nome dato agli uomini per essere salvati. Sarà un piccolo resto, il "piccolo gregge", che non deve temere, dice Gesù, perché il Padre si è compiaciuto di dargli il Regno... (Lc 12,32).


«Rimarrà fedele solo quel piccolo resto che, in questi anni, accogliendo il mio materno invito, si è lasciato racchiudere dentro il rifugio sicuro del mio Cuore Immacolato. E sarà questo piccolo resto fedele, da Me preparato e formato, che avrà il compito di ricevere il Cristo che tornerà a voi nella gloria, dando così inizio alla nuova era che vi attende». (13 maggio 1991)


Cioè: abbiamo una grande responsabilità davanti a Gesù, a Nome di Maria, noi, del M.S.M.: siamo quelli incaricati di rispondere al dubbio di Gesù : «Quando il Figlio dell'uomo tornerà, troverà la Fede sulla terra?» (Lc 18,8): con Maria, per mezzo di Maria, grazie a Maria ed al SUO Movimento, sarà questo piccolo resto fedele, tutto custodito nel suo Cuore Immacolato, per mezzo della sua Consacrazione vissuta, che potrà rispondere: "sì, Gesù, siamo qui che ti aspettavamo!" E sarà un indicibile momento di gioia dopo tante prove.


Spesso la dittatura di questo sinedrio farisaico, entrato persino nella Chiesa, prende a sassate i poveri sacerdoti che parlano chiaro sulle verità della fede cattolica e sulla morale dei Dieci Comandamenti, accusandoli di essere troppo conservatori, troppo rigidi, troppo chiusi al progresso, all'ecumenismo, di essere o intregristi o integralisti, per lo meno fondamentalisti e tradizionalisti. Con lo Spirito Santo, il nostro Divino Consigliere e difensore contro l'Accusatore, vogliamo ancora ripetere davanti al mondo intero, opponendoci al relativismo regnante: «Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori [cioè massoni di un nuovo ordine mondiale ponendo Gesù, la Pietra Angolare, al lato], è diventata testata d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (Atti 4,11-12).


E saremo forse anche condannati da questo sinedrio come nemici della grande fraternità universale, reputata "di spirito ecumenico”, che si sarà costituita dietro l’anticristo.


In questo tipo di umanità mondializzata, coloro che vorranno agganciarsi alla fede in Gesù, specialmente a causa della Sua Presenza reale nelle Ostie consacrate, rischieranno un giorno di passare agli occhi del mondo, formattato secondo un unico modo di pensare, grazie a tutti i mezzi di comunicazione sociale, come dei nemici di Dio e degli uomini. Cfr. Gv 15,25-16,4:
«Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Consolatore (=Avvocato) che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato».


Nel giorno del martire San Giosafat, Maria, alludendo a questo passo evangelico, dice che succederà anche all'interno della Chiesa, dove ci sarà una persecuzione di tipo nuovo, ancora mai conosciuta nel corso della sua storia...


«Sarete perseguitati. Anzi coloro che vi ostacolano, che vi calunniano, che vi disprezzano, che vi emarginano, che vi perseguitano crederanno di fare cosa gradita al Padre Celeste e persino a Me, vostra Mamma Immacolata. Questo fa parte del tempo tenebroso che vivete». (12 novembre 1988)


Questo, purtroppo, dice Lei, "fa parte del tempo tenebroso che state vivendo". Riflettiamo! Se siamo in mezzo a delle tenebre, non dobbiamo dire troppo presto: "io vedo”, per accusare, condannare: potrebbe essere vedere male, anche in buona fede, e si potrebbe condannare degli innocenti. Per questo, che nessuno dica troppo presto "io vedo e io condanno!" Nella fine del Capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, che racconta la guarigione del cieco nato, con la chiusura volontaria in mala fede dei farisei, Gesù dice che è venuto per questo giudizio: perché coloro che non vedono vedano finalmente, come il cieco nato, e perché coloro che dicono che vedono, come i farisei, finalmente diventano ciechi! Perché hanno voluto loro stessi accecarsi! Dunque, anche tra sacerdoti, e anche tra sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano, che ciascuno di noi faccia attenzione al modo con il quale vede e giudica gli altri! Che ciascuno di noi sia attaccato con grande cautela all'amore alla verità, e non all'amore alle sue proprie vedute, ai suoi propri modo di pensare e di vedere, che potrebbero anche esse "far parte del tempo tenebroso che viviamo". San Paolo aveva già ammonito i cristiani di Roma di cessare di giudicarsi gli uni gli altri:


“Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, poiché sta scritto: Come è vero che io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua renderà gloria a Dio.
Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.
Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me.” (Rm 14,10-13; 15,1-3).


Io penso che sarà meglio sopportare nel silenzio gli insulti di quelli che ci "scacceranno dalle sinagoghe" e tratteranno il nostro nome come infame pensando rendere un culto a Dio (cfr. Gv 16,2-3) , mentre non meriteremo niente di tutte queste cose. Ricordiamo ciò che la Madonna aveva espressamente domandato a Don Stefano: "pregare, soffrire, offrire, tacere".


«Amate i vostri nemici; pregate per i vostri persecutori (Mt 5.44); fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano» (Le 6,27-28), «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi» (Mt 5,11- 12). Maria dice:
«Con i più piccoli ottengo ogni giorno la mia vittoria su Satana ed il suo potente esercito del male, sulle forze sataniche e massoniche organizzate contro Dio, perché conduco i miei figli sulla strada della fede eroica, della sicura speranza e dell’amore perfetto». (8 settembre 1994)


Vivere le tre virtù teologale. Vivere della fede in Gesù e secondo i comandamenti di Dio (cfr. Ap 12,17). Niente di più semplice. Ma niente di più difficile in questo nostro tempo. Per questo, quelli che non si consacrano e vivono la loro consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, non resisteranno davanti alla forte corrente di apostasia e ribellione generale contro Dio e contro il Suo Cristo.


Dunque, sono ripartito dal messaggio del 17 giugno 1989, per andare alle radici dei nostri mali moderni, che sbocceranno nel mistero dell'Anticristo: razionalismo, protestantesimo, soggettivismo, relativismo, liberalismo e falso ecumenismo, e tutto questo sboccerà nel più globale e assoluto totalitarismo della storia, sotto la guida del falso profeta per eccellenza, l'Anticristo in persona. Io ripeto che non so chi è, e non voglio fare dei nomi. E un mistero davanti al quale è meglio dire "io non vedo, e chiedo umilmente la luce, più luce", che dire "io vedo e condanno". Detto questo, io penso sinceramente che tutto è pronto ormai per la comparsa nel mondo attuale di questa figura del falso profeta per eccellenza, come lo chiama Ap 13,11, ossia l'anticristo vedendolo addirittura come una figura di agnello.


L'Apocalisse chiama l'anticristo "il falso profeta", non lo chiama “anticristo", per dare piuttosto una della sue caratteristiche principale: sarà un falso profeta, sembrerà dolce e inoffensivo come un agnello... Che cosa ha detto Gesù su questo punto dei falsi profeti? Ha detto: riconoscerete l'albero alle sue foglie, cioè alle sue parole? No! Le parole possono apparire molto buone! Lo riconoscerete ai suoi frutti, cioè i fatti. Frutti cattivi, albero cattivo (Mt 7,15-20). Per esempio, il marxismo ha prodotto milioni e milioni di morti, forse dovrebbe bastare adesso per cessare di credere in questo falso messianismo, dopo tante false belle parole e dottrine per la salvezza dei poveri! Eppure tanta gente promuove ancora questo falso messia di morte... E sarà così del "messia" che proporrà adesso il mondo organizzato come una sola cosa contro Dio e contro il vero ed unico Messia di Dio, Gesù il Messia, Gesù Cristo. Sarà un agnello che sotto la maschera di una cosiddetta universale fraternità porterà tanti milioni alla morte...


Ed io voglio parlare qui specialmente del punto focale di tutta questa falsità, che sarà APOSTASIA DALLA VERITA’: Gesù nell'Eucaristia. Ritorno dunque al mio punto di partenza (il messaggio del 31 dicembre 1992, "quarto segno della fine dei tempi. l'abominio della desolazione"): che cosa significa, in questo ambito secolare, "epocale" come ci diceva don lvan, la "protestantizzazione della Messa"?


La protestantizzazione progressiva della Messa è un modo di ridurre la messa al ricordo della Santa Cena del Giovedì Santo, come fanno i protestanti, senza più nessuna dimensione del Venerdì Santo.


Ora la Messa è il grande Mistero che comprende tutta la Pasqua del Signore, non soltanto il ricordo della Istituzione dell'Eucaristia. "O sacrum Convivium, canta la Chiesa con questa antifona composta da San Tommaso di Aquino, o sacrum Convivium in quo Christus sumitur; recolitur memoriae passionis ejus; mens impletur gratiae; et futurae gloriae nobis pignus datur": O banchetto sacro, nel quale si assimila il Cristo, si fa memoria della sua passione (passato); lo spirito nostro è riempito della grazia (presente); e ci è dato il pegno, le primizie della gloria futura (futuro).


O ancora, come diciamo dopo la Consacrazione, adorando e acclamando Gesù qui realmente presente: "E’ grande, il mistero della fede! Noi proclamiamo la tua morte (passato), o Gesù, celebriamo la tua risurrezione (presente), nell'attesa della tua venuta nella Gloria (futuro): questa distinzione tra passato, presente, e futuro è solo per la nostra comprensione umana, perché in fatti, nel mistero dell'Eucaristia, c'è tutto il mistero della Pasqua, tutto il passato del Sacrificio, tutta la grazia della Risurrezione, e tutto la gloria che deve manifestarsi un giorno, tutto è presente nel mistero che è qui davanti a noi: in realtà, non c'è più passato ne futuro, tutto Cristo è qui presente davanti a noi. Tutto il Mistero di Dio è presente nel Mistero di Cristo; e tutto il mistero di Cristo è presente nella sua Eucaristia, tutta la sua vita in tutti i suoi misteri (per questo celebriamo la messa per Natale come per Pasqua come per tutti i momenti dell’anno liturgico), tutta la sua morte in croce è presente, tutta la sua risurrezione, e tutta la sua gloria futura, anche se ancora nascosta ai nostri occhi.


La protestantizzazione progressiva della messa, con i suoi antecedenti filosofici di razionalismo, di soggettivismo, di relativismo - malattie dello spirito che ci hanno tutti avvelenati, anche se non ce ne accorgiamo - appiattisce tutto il mistero. E si avvicina a noi non come una gran bestia apocalittica, ma, come dice il Libro dell'Apocalisse (13,11) sotto la veste di un agnello inoffensivo. Gesù ci ha già detto (Mt 7,15), e san Paolo ce lo ripete nel suo testamento (Atti 20,29-30): il falso profeta si avvicina sotto veste e faccia di agnello. Ma è soltanto una maschera. Dietro c'è un lupo: lui, ed altri, come dice Maria «faranno di tutto per distruggere la Chiesa»...


«Questa è l’ora di Satana e del suo grande potere. È l’ora delle tenebre! (...)Quanti di questi miei poveri figli ancora oggi abbandonano la Chiesa, o la criticano e la contestano, o addirittura la tradiscono e la consegnano nelle mani del suo Avversario!
Con un bacio, Giuda, tradisci il Figlio dell’Uomo?”. Anche voi oggi con un bacio tradite la Chiesa, figlia della vostra Mamma Celeste!...
Ancora ne fate parte e per essa vivete, ne esercitate i ministeri, spesso ne siete persino i Pastori. Ogni giorno rinnovate il Sacrificio Eucaristico, amministrate i Sacramenti, diffondete il suo annuncio dì salvezza...
Eppure alcuni di voi la vendono al suo Avversario e la colpiscono al cuore, perché corrompono la Verità con l’errore, giustificano il peccato e vivono secondo lo spirito del mondo, che entra così per mezzo vostro nel suo interno, minacciandone la sua stessa vita.
Con un bacio, sì, voi stessi miei poveri figli, ancora oggi, tradite e consegnate nelle mani dei suoi nemici la mia Chiesa.
Così anch’Essa presto SARÀ DA VOI TRASCINATA DAVANTI A CHI FARÀ DI TUTTO, PERCHÉ SIA STERMINATA. Sarà nuovamente condannata e perseguitata. Dovrà ancora versare il suo sangue. Sacerdoti consacrati al mio Cuore Immacolato, figli prediletti che sto raccogliendo da ogni parte del mondo per formare con voi la mia schiera: se questa è l’ora delle tenebre, questa deve essere anche la vostra ora. L’ora della vostra Luce, che dovrà risplendere sempre di più». (19 marzo 1978)


Quale luce? La luce della Verità del Vangelo. In mezzo a un scisma divenuto universale, nell'allontanamento generale della verità della fede, si tratta solo di restare cattolici.


«Lo scisma verrà compiuto nel generale allontanamento dal Vangelo e dalla vera fede. In essa (la Chiesa) entrerà l'uomo iniquo, che si oppone a Cristo, e che porterà al suo interno l'abominio della desolazione, dando così compimento all'orribile sacrilegio, di cui ha parlato il profeta Daniele». (Mt 24,15)


Nella "costanza dei santi", come dice Ap 14,12 - riprendendo Ap 12,17, cioè la conclusione di Ap 12, che descrive la grande lotta tra la Donna vestita di Sole e il Dragone Rosso - SI TRATTA SOLO DI CONSERVARE I DIECI COMANDAMENTI E LA FEDE IN GESÙ.


Questo nell'Apocalisse (Ap 12,17) è chiamato "possedere la testimonianza di Gesù", perché è possedere dentro di noi lo Spirito Santo, che Gesù chiama lo "Spirito di Verità", perché testimonia della Verità di Gesù, di Gesù-Verità dentro di noi. Non è una opinione umana, ed è per questo che nessuno potrà intimidirci con gli insulti di "intollerante" o di "fondamentalista" se noi continuiamo a dire che Gesù nell'Eucaristia è una verità assoluta davanti alla quale tutti gli uomini e tutti gli angeli devono piegare il ginocchio.


"La costanza dei santi”, domandata nel Libro dell'Apocalisse, è il titolo del messaggio del 15 agosto 1989, "Possedere la testimonianza di Gesù" è il titolo del messaggio del 28 giugno 1989. E il 2 ottobre 1992 c'è tutto una ripresa di Ap 14: dopo l'annuncio dei tre angeli della fine dei tempi, è detto quasi la stessa cosa detta in Ap 14:
«In questo tempo ultimo della grande tribolazione, annunciato come quello della fine della iniquità, della sconfitta di Satana e del castigo degli empi, viene messa a dura prova la costanza di quelli che appartengono al Signore, mettono in pratica i comandamenti di Dio e rimangono fedeli a Gesù. (…)
In questi tempi burrascosi, in cui Satana domina con tutta la sua potenza tenebrosa, è compito degli Angeli di luce del mio Cuore Immacolato quello di condurvi sul cammino della costanza e della fedeltà a Gesù, nell’osservanza dei comandamenti di Dio e nell’esercizio di tutte le virtù». (2 ottobre 1992)


In questi tempi burrascosi, in cui Satana domina con tutta la sua potenza tenebrosa di un apparente agnello, che è solo una maschera, dietro la quale il più grande lupo di tutta la storia farà di tutto per distruggere la Chiesa.


Redemptionis Sacramentum (8) cita tutto il passo dell'Enciclica di Giovarmi Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, 10: «Si deve, inoltre, notare con grande amarezza la presenza di «iniziative ecumeniche che, pur generose nelle intenzioni, indulgono qua e là a prassi eucaristiche contrarie alla disciplina nella quale la Chiesa esprime la sua fede». Il dono dell’Eucaristia, tuttavia, «è troppo grande per sopportare ambiguità e diminuzioni». È, pertanto, opportuno correggere e definire con maggiore accuratezza alcuni elementi, di modo che anche in questo ambito «l’Eucaristia continui a risplendere in tutto il fulgore del suo mistero"».


Con la scusa di entrare in una più grande comunione fraterna con i nostri fratelli separati protestanti, sotto il buon pretesto dell'ecumenismo, si può così arrivare a l'orribile sacrilegio, a rinnegare la Presenza reale di Gesù nella sua propria Chiesa, a buttare via la Pietra Angolare che Dio ha posto e che nessuno può permettersi di scartare (1Cor 3,11), e soprattutto, a mescolare messa cattolica e cena protestante, in tal modo che scomparirà il vero Sacrificio di Gesù. Il Sacrificio di Gesù, rinnovato sull'altare, è ciò che ritiene ancora un può il grande potere di Satana su questa terra. Maria ci ripete spesso che la santa Messa ha un grande potere per applicare il mistero della Redenzione, per purificare di nuovo una massa infinita di peccati, e ridare sempre tante effusioni di grazie da parte della Santissima Trinità.


«Oh! quale peso ha la Santa Messa nel compensare e nel distruggere il male, che ogni giorno si compie a causa di tanti peccati e di un così vasto rifiuto di Dio ». (28 novembre 1979)
«Mi unisco ad ogni santa Messa che viene celebrata, per offrire al Padre Celeste il Sangue prezioso del figlio Gesù, che per voi ancora si immola e si sacrifica su ogni Altare della terra. È solo il suo Sangue divino, sparso per voi, che può lavare tutto il male, il peccato, l’odio, l’impurità, la iniquità che ricoprono il mondo». (31 dicembre 1988)


Ma dal momento dell'abolizione più o meno totale del Sacrificio della Santa Messa Cattolica, allora non ci sarà più, per un tempo, niente che impedisca a Satana di agire su questo mondo per ridurlo nel suo tenebroso potere.


«...per un momento il Signore permetterà che la Chiesa sia come da Lui abbandonata». (Cf: 10 feb. 1978; 19 dic. 1973; 23 feb. 1974; 18 ott. 1975; 8 dic. 1980) ma non abbiamo paura, perché questo entra nel piano misterioso di Dio, come la Croce.


Badiamo solo che il compimento del mistero dell'Anticristo non sarà come una cosa grossolana, molto evidente. Si fa progressivamente, con sottili cambiamenti nel modo di rispettare sempre meno il mistero dell'Eucaristia, in maniera subdola, ma che Maria ci ha aiutato in questi anni ad afferrare. E’ una dissacrazione progressiva che è entrata nel Tempio Santo di Dio, come diciamo nel nostro Atto di Consacrazione, che ha toccato tanti nostri fratelli sacerdoti, e che ci ha qua e là spesso scombussolati anche noi, ma davanti alla quale dobbiamo permanere, grazie a questa nostra Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, resistenti fedeli e saldi e gioiosi nella vera fede e nella vera liturgia, senza attaccarsi a delle cose secondarie di sensibilità liturgica, per concentrarsi su ciò che è l'essenziale: Gesù realmente presente al Sacrificio Suo sui nostri altari, agendo in noi, sacerdoti suoi, in Sua Persona, per poter dire, attraverso la nostra voce: "Questo è il Mio Corpo donato, questo è il Mio Sangue versato". Anche se dobbiamo conformare totalmente la nostra vita al mistero che celebriamo, come abbiamo promesso il giorno della nostra ordinazione... E di nuovo, il 13 luglio 1978:
«Siete chiamati a diventare sempre di più gli apostoli e i nuovi martiri di Gesù presente nell'Eucaristia» (13 luglio 1978)


Poi, non abbiamo paura, perché questo terribile momento durerà poco. Tre anni e mezzo, dice la Scrittura, che Maria ci fa prendere letteralmente in questo messaggio del 31 dic. 1992. Poi, non temiamo, perché Maria ci dice che più i tempi si faranno decisivi, forti, duri, tenebrosi, più Lei si farà presente, anche in maniera straordinaria, per mostrarci il cammino.
«La mia luce diventerà sempre più forte, quanto più entrerete nei momenti decisivi della battaglia. Alla fine la vittoria sarà della vostra Mamma Immacolata, che, con il sue piede verginale [formato dal calcagno che siamo noi: “formate il mio calcagno, cioè la parte più debole e fragile di Me stessa”, 28 giugno 1989], schiaccerà la testa del serpente e, con le sue mani, legherà il grande drago, perché venga così reso impotente e non possa più nuocere nel mondo». (8 dicembre 1993)


NEL FRATTEMPO, CHE DOBBIAMO FARE?
«Poiché questa per voi è l’ora della purificazione è soprattutto per voi l’ora della sofferenza.
Di questa forse avete paura? Ma se per questa ora il Padre dall’eternità uno per uno vi ha chiamati? Ma se per questa ora la vostra Mamma del Cielo da tanto vi ha scelti e vi ha preparati?... Vivete dunque nella serenità del vostro spirito e senza paura, pur fra le inquietudini e le minacce del vostro tempo. Per questo vi ripeto: non guardate sempre al futuro cercando cosa avverrà. Vivete solo l’attimo presente con tutta la vostra fiducia e il vostro abbandono in questo mio Cuore». (4 dicembre 1976)


Fiducia, preghiera, soffrire, offrire, tacere, aspettare adorandolo la Glorificazione Eucaristica di Gesù nella Sua presenza Reale, che ci lascerà tutti pieni di stupore paradisiaco e meravigliati di questo miracolo permanente e visibile a tutti, al punto di rinnovare le strutture stesse del mondo, formando nuovi cieli e nuova terra.



Padre Laurent Larroque

- - -



Per leggere la prima meditazione di Père Laurent Larroque su questa tema, visitate:


L’Attacco Sottile e Potente all’Eucaristia


06 novembre 2015

Attacco all'Eucaristia


Cari membri del Cammino Neocatecumenale,


Dopo aver servito voi per dieci anni, celebrando due Sante Messe con voi ogni sabato sera, e anche tante celebrazioni penitenziali, vorrei offrirvi una meditazione offerta da un Sacerdote, Père Laurent Larroque, a più di 200 sacerdoti e più di 10 vescovi negli Esercizi Spirituali Internazionali del Movimento Sacerdotale Mariano, a Collevalenza – Santuario dell’Amore Misericordioso (di Madre Speranza), 21-27 giugno 2015.
Si può considerare questa meditazione come una continuazione del mio articolo:
La Messa Neocatecumenale”:







L’Attacco Sottile e Potente all’Eucaristia






GESÙ NELL'EUCARISTIA (1)


Nella mia prima circolare (anno 2014), dicevo, riprendendo il pensiero di don Stefano, che siamo davanti a quattro problemi contro Gesù nell'Eucarestia, problemi che si possono anche chiamare attacchi contro Gesù nell'Eucarestia: veri attacchi e non solo problemi, nel corso dei tempi che viviamo: 1) contro la presenza reale di Gesù nell'Eucarestia; 2) di conseguenza, contro i segni attorno a Gesù nel Tabernacolo, segnati da grande trascuratezza, e contro i tempi di adorazione pubblica di Gesù Eucaristia nell'ostensorio, segnati da grande scarsità; 3) contro la Comunione eucaristica in stato di grazia, con un dilagare crescente di Comunioni in stato di peccato mortale, commettendo così sacrilegi contro Gesù Eucaristia; e infine 4) molto sottile ma molto determinato, contro lei natura sacrificale della Messa.


In contrattacco, la Madonna, nel suo Libro, per aiutarci ad essere il piccolo gregge dei fedeli nella vera fede in Gesù Eucaristia, compie, mi sembra, tre cose: 1) Ci apre gli occhi su questa crisi nei quattro settori: 2) Ci dà la soluzione con i suoi tre bellissimi messaggi eucaristici, "di una bellezza incomparabile", come soleva dire don Stefano: la soluzione è l'adorazione, nell'attesa del ritorno di Gesù nella Gloria; e, appunto, 3) Ci apre il cuore alla speranza, facendoci capire quanto il vicino ritorno di Gesù nella gloria sarà anche, ed è molto logico, la glorificazione della sua Presenza reale nella Eucaristia.


In queste mie quattro meditazioni, riprendo con voi questi tre aspetti. Da più di un anno sto girando il mondo, con grande gioia, per parlare di queste cose e ho avuto modo di approfondirle sempre di più, citando quasi sempre gli stessi messaggi. Prima cito e poi commento.




Presenza reale


“… il mio Cuore di Mamma viene nuovamente lacerato dal vedere come, anche fra i Sacerdoti, si diffondono dubbi sulla divina presenza di mio Figlio Gesù nel mistero dell’Eucaristia. E così si propaga l’indifferenza verso il Sacramento Eucaristico, si spegne l’adorazione e la preghiera, aumentano ogni giorno i sacrilegi di chi vi si accosta in stato di peccato mortale. Purtroppo anche fra i Sacerdoti aumentano coloro che celebrano l’Eucaristia e non vi credono più. Da alcuni di essi si nega la presenza reale di mio Figlio Gesù; da altri la si vuole limitare al solo momento della celebrazione della santa Messa; da altri ancora la si riduce ad una presenza solo spirituale e simbolica. Questi errori tendono a diffondersi, nonostante la dottrina sia stata chiaramente riaffermata dal Magistero, soprattutto dal Papa. Verrà il tempo in cui, purtroppo, questo errore sarà ancor più seguito; nella Chiesa quasi si spegnerà il profumo della adorazione e del santo Sacrificio. Giungerà così al culmine quell’abominio della desolazione che è già entrato nel Tempio santo di Dio.” (24 dic. 1977)


Alcuni sacerdoti negano la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia. Sono divenuti protestanti, anche se hanno ancora un posto nella Chiesa cattolica. Altri, più sottilmente, credono nella presenza reale, ma soltanto per la durata della Messa! L’altro giorno, in Costa Rica, stavo lì a dare la mia meditazione davanti a un gruppo di Apostoli del Movimento, e una delle suore che ci ospitavano e che ascoltava, si alza per dare la sua testimonianza: c'è tale tipo di gruppo di preghiera, che potrebbe essere anche un potente movimento nella Chiesa, che dà veramente l'impressione di essere rientrare in questo caso... Sembra che non hanno mai bisogno di celebrare in una chiesa; e anche se celebrarlo in questa cappella dove c'è il Santissimo, sembra che non ne tengano conto. Portano la loro tavola, che mettono davanti all'altare; portano il loro proprio tipo di pane azzimo, e alla comunione, consumano sempre tutto senza mai nessuna riserva di Ostie consacrate da porre nel Tabernacolo. Non solo non fanno mai uso del Tabernacolo, ma anche se c'è, la suora deve ripetere loro: "guardate, qui, c'è il Santissimo, per favore, un minimo di gesti di attenzione...".


"Apriamo gli occhi, fratelli miei - ho detto ai fedeli un po' dappertutto - perché sembra veramente che dilaghi molto in tutta la Chiesa questo modo di fare, che pare corrispondere all'eresia di cui parla la Madonna: alcuni riducono la Presenza reale solo alla durata della Messa...".


Altri riducono la presenza di Gesù a una presenza solo spirituale e simbolica. Come se Gesù avesse detto: "questo è il simbolo del mio Corpo". Gesù, che è la Parola di Dio, e che sta per morire, dandoci la testimonianza suprema del suo Amore e della sua Potenza, avrebbe potuto dircelo, se sapeva che era solo sua presenza simbolica! "Questo è una cosa troppo incredibile da credere, amici miei, allora non temete, ve le dico subito: questo è solo una presenza simbolica mia in mezzo a voi”! Invece no! Gesù, Parola di Dio, non ha detto così; ha detto: "Questo è il Mio Corpo".


Già Egli aveva scandalizzato tutti per annunciare che avrebbe dato la propria carne da mangiare e il suo sangue da bere... La Parola di Dio in Persona sa che cosa dice, no? "lo, il Signore, dico e faccio", come dice in Ez 37,14, quando risuscita tutta una schiera di morti. E’ l'Onnipotente! Non c'è limite alla sua potenza di fare come dice! Così già alla creazione: "che sia fatta la Luce! E fu fatta la Luce". "Questo è il mio Corpo!" E questo è il suo Corpo. "Le mie parole sono spirito e vita". Se qualcuno è piccolo, entrerà nel mistero; se è un grande sapiente e un intelligente, gli sarà nascosto il mistero.


Mi piace citare qui la strofa dell’“Adoro te devote, latens Deitas": Visus, tactus, gustus, in te fallitur; -- Sed auditu solo tuto creditur: Credo quidquid dixit Dei Filius -- Nil hoc verbo veritatis verius. Il vedere, il toccare, il gustare non servono li niente davanti a Gesù Eucaristia; ma avendo sentito con le orecchie, io credo tutto: sì, veramente, anche se non sento niente con gli altri sensi, io credo tutto con il sentire il suono della Parola del Figlio di Dio, Verbo incarnato che ha detto: "questo è il Mio corpo". Non c'è parola più vera che questa parola del Figlio di Dio. E’ una certezza assoluta. Anche se si va contro la dittatura attuale del relativismo, dove si dice che non è possibile avere delle certezze assolute (relativo è il contrario di assoluto). In questa dittatura, colui che ha delle certezze assolute può essere accusato di fanatismo... Nil hoc verbo veritatis verius! E’ una gioiosa certezza assoluta! Anche se devo morire martire sotto questa dittatura!


"Ridurre la presenza di Gesù a una presenza solo spirituale e simbolica" viene dal razionalismo (nato, come spiega Maria nel suo Libro, come conseguenza dei protestantesimo): volere mettere la religione nei limiti della ragione. Volere spiegare la Parola di Dio con le sole forze della ragione umana; forza molto bella, ma molto limitata per capire l'infinito mistero di Dio: come - così don Stefano - non si può mettere l'oceano in una vasca da bagno! Il razionalismo procede dalla superbia, ed è, come spiega Maria, l'atteggiamento meno indicato per avvicinarsi al mistero di Dio, e specialmente al mistero di Dio nasco­sto, la "manna nascosta", l'Eucaristia. Poi continua la Madonna:
Questi errori tendono a diffondersi, nonostante la dottrina sia stata chiaramente riaffermata dal Magistero, soprattutto dal Papa.”


Nel 1977 il Papa è il Beato Paolo VI. Aveva pronunciato una bellissima «Professione di Fede», il «Credo del Popolo di Dio», nella festa dei Santi Pietro e Paolo, 29 giugno del 1968. E Maria ci ha detto così:
«Recitate spesso la professione di fede, composta dal mio primo figlio prediletto Papa Paolo VI (29 giugno 1968) in previsione di questi difficili momenti». (3 dic. 1986, 340,h)


Non solo “leggetela al pieno una volta nella vita", ma "recitate spesso" questa professione di fede di Paolo VI, perché non solo è la pura dottrina della fede, ma di più, cerca di smascherare gli errori del no­stro tempo, specialmente il razionalismo, che ha portato al soggettivismo e al relativismo (che è diventato oggi questa "dittatura del relativismo" come ha detto il Card. Ratzinger la vigilia della sua elezione).


Forse devo qui dare la definizione di questi concetti:
Soggettivismo = la verità non può essere oggettiva, viene data solo in parte al soggetto umano, all'uomo limitato nella sua capacità di capire; non c'è verità oggettiva, ma solo opinioni diverse (da rispettare per tolleranza...); dunque non c'è una Rivelazione di Dio valida per tutti; ciascuno dunque si deve arrangiare con questa Rivelazione.
Relativismo = non si può dire che c'è una verità assoluta; la verità è conosciuta solo in parte, e chi dice che essa può essere conosciuta con certezza va denunciato come un pericoloso fanatico (nessuna tolleranza per i nemici della tolleranza! - dittatura del relativismo).


Io riporto qui (senza leggere tutto) i due chiari paragrafi di Papa Paolo VI sull'Eucaristia nella sua "Professione di Fede":
Noi crediamo che la Messa, celebrata dal Sacerdote che rappresenta la persona di Cristo in virtù del potere ricevuto nel sacramento dell’Ordine, e da lui offerta nel nome di Cristo e dei membri del suo Corpo mistico, è il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari. Noi crediamo che, come il pane e il vino consacrati dal Signore nell’ultima Cena sono stati convertiti nel suo Corpo e nel suo Sangue che di lì a poco sarebbero stati offerti per noi sulla Croce, allo stesso modo il pane e il vino consacrati dal sacerdote sono convertiti nel Corpo e nel Sangue di Cristo gloriosamente regnante nel Cielo; e crediamo che la misteriosa presenza del Signore, sotto quello che continua ad apparire come prima ai nostri sensi, è una presenza vera, reale e sostanziale (Cfr. Dz.-Sch. 1651) (https://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/homilies/1968/documents/hf_p-vi_hom_19680630.html).


Pertanto Cristo non può essere presente in questo Sacramento se non mediante la conversione nel suo Corpo della realtà stessa del pane e mediante la conversione nel suo Sangue della realtà stessa del vino, mentre rimangono immutate soltanto le proprietà del pane e del vino percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosa è chiamata dalla Chiesa, in maniera assai appropriata, transustanziazione. Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il Sangue adorabili del Signore Gesù ad esser realmente dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino (Cfr. Dz-Sch. 1642, 1651-1654; Paolo VI, Enciclica Mysterium Fidei), proprio come il Signore ha voluto, per donarsi a noi in nutrimento e per associarci all'unità del suo Corpo Mistico (Cfr. Summa Theologica 111, 73, 3).


L'unica ed indivisibile esistenza del Signore glorioso nel Cielo non è moltiplicata, ma è resa presente dal Sacramento nei numerosi luoghi della terra dove si celebra la Messa. Dopo il Sacrificio, tale esistenza rimane presente nel Santo Sacramento, che è, nel tabernacolo, il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese. Ed è per noi un dovere dolcissimo onorare e adorare nell'Ostia santa, che vedono i nostri occhi, il Verbo Incarnato, che essi non possono vedere e che, senza lasciare il Cielo, si è reso presente dinanzi a noi».




Tabernacolo


Ci sono qui dei punti che devo sottolineare: dice Papa Paolo VI: "il tabernacolo è il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese"... Quanto fa soffrire allora questa moda oggi molto diffusa di porre Gesù Eucaristico non più solamente in un angolo della chiesa, ma ancor più: porlo fuori della sua chiesa, in una cappella della adorazione, con la scusa di proteggerlo e adorarlo meglio! Non è vero!
Per me questa moda - che non si sa da dove viene -, questo modo di mettere Gesù al lato, è il mistero dell'anticristo in atto: volere Gesù fuori della sua chiesa per mettersi al suo posto. Non si può entrare in certe chiese senza avere questa pessima impressione "hanno tolto Gesù per mettere l'uomo al suo posto!". E di fatto, mentre il tabernacolo è introvabile nelle chiesa, perché è in una cappella all'ingresso della chiesa, quasi fuori della sua Chiesa, si vede invece il seggio del celebrante come un trono di pietra, in alto su basi solide, come per dire: adesso l'uomo regna nella Chiesa, e la pietra di base, cioè il tabernacolo, è stata scartata dai costruttori. E il tempio di Dio si trova vuoto di Dio stesso! Una volta sono anche entrato in una chiesa, vuota del suo tabernacolo. Cercandolo, entro nella sagrestia, e lì in fondo, dov'è scritto "uscita", ho trovato finalmente la piccola cappella del Santissimo. Per me fu tutto un simbolo per dirmi: "ti hanno fatto fuori della tua Chiesa, o Gesù!". Dovevo incontrare l'arcivescovo della città, e non ho potuto non parlargli di questa moda nella chiesa. Mi ha risposto: si. è vero, non capisco nemmeno io questa moda, che va contro le disposizioni della disciplina eucaristica della Chiesa, scritte nella Istruzione della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti «Redemptionis Sacramentum», del 25 marzo 2004. Allora sono andato a verificare, e di fatto è detto così:


[130.] “ “Secondo la struttura di ciascuna chiesa e le legittime consuetudini locali, il Santissimo Sacramento sia conservato nel tabernacolo in una parte della chiesa di particolare dignità, elevata, ben visibile e decorosamente ornata”, nonché, in virtù della tranquillità del luogo, dello spazio davanti al tabernacolo e della presenza di panche o sedie e inginocchiatoi, “adatta alla preghiera".” Cfr. anche CIC 938,2: “Il Tabernacolo... sarà posto in un luogo... notevole, visibile, ornato con decoro, idoneo alla preghiera”. Dunque non una chiesa dove si deve passare dalla sagrestia, con la parola "uscita", per finalmente trovare Gesù nel Tabernacolo... la Madonna dice:
Gesù nella Eucaristia tornerà ad essere il centro delle vostre riunioni ecclesiali, perché la Chiesa è il suo tempio, la sua casa che è stata costruita, soprattutto, perché possa rifulgere in mezzo a voi la sua divina presenza. Figli prediletti, purtroppo in questi tempi la tenebra ha oscurato anche il Tabernacolo: attorno vi è tanto vuoto, tanta indifferenza, tanta negligenza Ogni giorno aumentano i dubbi, le negazioni e i sacrilegi.
Il Cuore Eucaristico di Gesù è nuovamente ferito dai suoi, nella sua Casa, nello stesso luogo ove ha posto la sua divina dimora fra voi.
Tornate ad essere gli adoratori perfetti, i ministri ferventi di Gesù Eucaristico che, per mezzo di voi, ancora si rende presente, ancora si immola e si dona alle anime. Portate tutti a Gesù nella Eucaristia: alla adorazione, alla comunione, ad un amore più grande (14 giugno 1979)
Gesù oggi viene circondato dal vuoto, formato specialmente da voi Sacerdoti che, nella vostra azione apostolica, girate spesso inutilmente e molto alla periferia, andando verso le cose meno importanti e più secondarie, dimenticando che il centro della vostra giornata sacerdotale deve essere qui, davanti al Tabernacolo, dove Gesù è presente e viene custodito soprattutto per voi.
È circondato anche dalla indifferenza di tanti miei figli, che vivono come se Lui non ci fosse, e, quando entrano in Chiesa per le funzioni liturgiche, non si accorgono della Sua divina e reale presenza fra voi.
Spesso Gesù Eucaristico viene messo in un angolo sperduto, mentre deve essere posto al centro della Chiesa, deve essere posto al centro delle vostre riunioni ecclesiali, perché la Chiesa è il Suo tempio, che è stato costruito prima per Lui e poi per voi.
Amareggia profondamente il mio Cuore di Mamma il modo con cui Gesù, presente nel Tabernacolo, viene trattato in tante chiese, dove è riposto in un cantuccio, come fosse un oggetto qualsiasi da usare per le vostre riunioni ecclesiali.” (8 agosto 1986)




Sacrilegi


Aiutate tutti ad accostarsi a Gesù Eucaristico in maniera degna, con il coltivare nei fedeli la coscienza del peccato, con l’invitarli a presentarsi alla Comunione sacramentale in stato di grazia, con l’educarli alla confessione frequente, la quale diventa necessaria, a chi si trova in peccato mortale, per ricevere l’Eucaristia.


Figli prediletti, fate argine al dilagare dei sacrilegi: mai come in questi tempi si fanno tante comunioni e in maniera tanto indegna. La Chiesa è intimamente ferita dalla diffusione delle Comunioni sacrileghe. È giunto il tempo in cui la vostra Mamma Celeste dice: basta.” (14 giugno 1979)


Giovanni Paolo II, in Ecclesia de Eucharistia, 36, cita San Paolo e San Giovanni Crisostomo (http://www.vatican.va/holy_father/special_features/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_20030417_ecclesia_eucharistia_it.html):
«Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice» (1 Cor 11,28). San Giovanni Crisostomo, con la forza della sua eloquenza, esortava i fedeli: « Anch'io alzo la voce, supplico, prego e scongiuro di non accostarci a questa sacra Mensa con una coscienza macchiata e corrotta. Un tale accostamento, infatti, non potrà mai chiamarsi comunione, anche se tocchiamo mille volte il corpo del Signore, ma condanna, tormento e aumento di castighi».


E poi il Papa cita il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 1385; l'ho già citato nella mia prima circolare): « In questa linea giustamente il Catechismo della Chiesa Cattolica stabilisce: « Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla comunione ». Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha concretizzato la severa ammonizione dell'apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dell'Eucaristia, « si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale"».


Che cosa ha detto san Paolo? «Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice, perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (1Cor 11,28-29).


Il Concilio di Trento concretizza questa severa ammonizione di San Paolo dicendo che non ci si può comunicare in stato di peccato mortale, se no, non solo non si riceve nessuna grazia, ma si commette un peccato di più, quello del sacrilegio. E il Papa Giovanni Paolo II, con coraggio, dice: «desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma» secondo la quale "si deve premettere la con­fessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale".


E’ vero che al livello pastorale, dobbiamo dire queste cose con cautela, con amore, per non far fuggire la gente, o per non farsi bastonare da qualche autorità della chiesa, che potrebbe accusarci di essere pastori cattivi e rigoristi. Io ho imparato per esempio ad avvertire la gente appena prima della comunione, per non prendere la gente a rovescio psicologicamente, senza lasciare il tempo di riflettere per conto loro: se devo parlare di queste cose è perché sento che ce ne sono tanti che potrebbero accostarsi alla comunione mentre sembrano così lontano dalla Chiesa, allora parlo di queste cose all'omelia, con chiarezza, senza essere troppo vago, se no, non capiscono niente, ma anche con carità per fare capire il mio punto di vista.


Poi l'enciclica prosegue (n° 37): «L'Eucaristia e la Penitenza sono due sacramenti strettamente legati». Così io leggo l'ingiunzione di Gesù a Pietro: «Se io non ti lavo, tu non avrai parte con me» (Gv 13,8), cioè: Se non c'è la confessione, non ci può essere la comunione. Soprattutto se uno dice: "io mi confesso direttamente a Dio”! Ah si? Allora vai a comunicare direttamente a Dio!


Poi c'è il problema dei divorziati già sposati in chiesa che vorrebbero accostarsi alla comunione. Sappiamo che se vogliono comunicare, o ci vuole prima una dichiarazione ufficiale, canonica, della nullità di un matrimonio precedente, o si deve vivere come fratelli e sorelle... cioè intraprendere un cammino di penitenza. Sarebbe la linea evangelica, perché nel Vangelo su questo problema Gesù è stato molto chiaro: chiama adulterio il secondo matrimonio (Mc 10,11-12). Nella Familiaris Consortio Papa Giovanni Paolo già da tempo (1981) ha dato dei paragrafi chiari ed evangelici su questo tenta (no. 84):
«La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall'Eucaristia. C'è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all'Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio.


La riconciliazione nel sacramento della penitenza - che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico - può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l'indissolubilità del matrimonio. Ciò comporta, in concreto, che quando l'uomo e la donna, per seri motivi - quali, ad esempio, l'educazione dei figli - non possono soddisfare l'obbligo della separazione, “assumono l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi"».


Dunque, ci sono delle situazioni soggettivamente differenti, con gradi di colpevolezza o di giustizia, che devono essere presi in considerazioni da noi, pastori; però, spero che la legge, che è la stessa per tutti, sia chiara almeno per noi sacerdoti. Situazione soggettiva non deve diventare soggettivismo, cioè come se fosse lasciato alla mia discrezione di sacerdote la possibilità di dare o meno la comunione, in segreto, per esempio. La situazione dei divorziati risposati è oggettivamente una situazione che rende impossibile la comunione eucaristica, anche se sono molto bravi per altri aspetti.


"Vige e vigerà sempre nella Chiesa questo tipo di norma" dice San Giovanni Paolo II: non si può cambiare la sostanza dei sacramenti dell'Eucaristia e del Matrimonio. Non è la Chiesa che deve convertirsi al mondo, è il mondo che deve convertirsi e credere al Vangelo.




Dimensione sacrificale della Messe


Sono sempre accanto a voi quando celebrate il Sacrificio della Santa Messa, che rinnova quello compiuto da Gesù sulla Croce.
Con Gesù che, per mezzo di voi, compie oggi il suo Sacrificio, lo sono sempre accanto ad ogni Altare per offrire con voi al Padre celeste, sul mio Cuore Immacolato, la Vittima preziosa della nostra redenzione.
Oggi è necessario mettere in maggiore luce il valore della Santa Messa come Sacrificio che rinnova, in maniera incruenta ma vera, quello compiuto da Gesù sul Calvario.” (5 luglio 1984)


"Oggi è necessario mettere in maggiore luce il valore della Santa Messa come..." cena? o come Sacrificio? Da 50 anni, i catechismi che ho avuto modo di utilizzare in Francia, tutti senza eccezione valorizzano l'aspetto di cena e minimizzano fino alla scomparsa totale la dimensione sacrificale della Messa. Già 20 anni fa, facendo un corso alle catechiste, avevo preso il CCC sull'Eucaristia, che sviluppa come è giusto la dimensione sacrificale della Messa, e ho avuto delle catechiste che si sono ribellate perché non parlavo abbastanza della messa come momento fraterno e festivo... Riprendo Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, 10, citato nelle due mie circolari:
«Si aggiungono, nell'uno o nell'altro contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento. Emerge talvolta una comprensione assai riduttiva del Mistero eucaristico. Spogliato del suo valore sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e il valore di un incontro conviviale fraterno».


E questo si vede purtroppo molto spesso. Tutto sembra combinato per fare della Messa un tipo di "one-man-show" del celebrante, con tanti interventi che prolungano molto la Liturgia della Parola, qualche volta molto rumorosi, per poi ridurre il momento della Consacrazione al minimo. Mi sembra strano anche il fatto di alcuni celebranti che, dopo le parole della Consacrazione, non alzino l'ostia sopra di loro: solo alla loro altezza, come per dire che Gesù Eucaristia non è da elevare tanto... E poi talmente in fretta che sembra veramente che si vuole maltrattarlo... Ma non si deve giudicare; alcuni potrebbero fare lunghe genuflessioni ed essere dei puri attori di cinema...


Se si perde la dimensione sacrificale della Messa, allora si perde la dimensione sacrificale del Sacerdozio, e del Battesimo.


Se la Messa non è più il Sacrificio di Gesù, allora non è più il centro della vita del Sacerdote, che deve vivere, come ha promesso alla sua ordinazione, conformando la sua vita alla Croce del Signore, cioè facendo della Messa il centro della sua vita sacrificata per Gesù e per le anime. Se per il Sacerdote non è più il modo di dire con Gesù "questo è il mio corpo sacerdotale offerto nello stesso momento e nello stesso movimento dell'offerta di Gesù al Padre suo", allora tutto è vuoto di senso. E’ l'abomino della desolazione.


Se la messa non è più il Sacrificio di Gesù, allora non è più il centro della vita del battezzato, del cristiano, l'offertorio non è più offrire la sua vita con Gesù... Qualche volta si vedono all'offertorio delle danze, portando tutti i frutti della terra; va bene, però, ho paura che questo sia fatto perdendo di vista il vero senso dell'offertorio, dell'unione della nostra vita al Sacrificio di Gesù.


Ogni vita è una Messa, e ogni anima è una ostia, diceva Marthe Robin. Questo non si può perdere di vista senza perdere tutto il cristianesimo. Cioè sarebbe l'abominio della desolazione.


Penso alla scena di Isacco che va col padre Abramo verso il luogo del sacrificio (Gn 22): "Padre", dice lui. "Sì, figlio mio, dimmi" "Io vedo bene il legno per il fuoco, e il coltello... Ma non vedo l'agnello per il sacrificio...". Allora si può immaginare il povero padre che alza gli occhi angosciosi al Cielo chiedendo l'aiuto di Dio... Ed io immagino che si attua allora la parola che dirà un giorno Gesù: "Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò" (Gv 8,56). Allora si gira verso il figlio: "Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!". Sarà Gesù... Ed ecco che arriva finalmente Giovanni Battista, dopo tanti secoli, mostrando Gesù: “Ecco l'agnello di Dio, ecco l'agnello promesso, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv 1,29).


Noi diciamo al Gloria e un po' prima della Comunione: «Agnello di Dio, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi...». Qualche volta siamo talmente abituati a queste parole che non badiamo più a chi stiamo parlando... Gesù, l'Agnello di Dio preannunciato dal Padre da tanti secoli, «predestinato già prima della fondazione del mondo», come dice san Pietro (1Pt 1,20), è colui che si dà a noi nel sacrificio di Se stesso in ciascuna Messa. E l'Ostia consacrata è ostia perché vuol dire vittima. Non è un tipo di pane...


E noi, sacerdoti, che cosa diciamo, allora? Siamo dei nuovi Giovanni Battista: prendiamo l'ostia e diciamo: "Eccolo! Ecco l'Agnello di Dio stabilito prima del mondo per mantenere il mondo nell'esistenza, ecco colui che con il suo Sacrificio redime il mondo”; senza di lui, senza la Messa, senza il sacerdote, il mondo non ha più nessun senso, nessuna ragione di esistere ancora! E che cosa dice ancora Giovanni Battista? "O umanità, io ti chiamo, vieni al tuo Sposo. Chi ha la sposa è lo Sposo divino. Chi ha la sposa, cioè l'umanità, è lo Sposo, cioè Gesù, Dio che è venuto a sposare l'umanità. Ma io, sacerdote, sono l'amico dello Sposo, ed esulto di gioia nell'ascoltare la voce dello Sposo, quando chiama l'umanità a dirgli di sì, per divenire la sua Sposa. (Perché non si può avere un matrimonio senza un sì reciproco).


Il sì di Gesù è la sua Incarnazione fino al dono di sé sulla Croce. Il sì dell'umanità è la fede in Lui, nel Suo Amore totale e fedele. E questo lo fa essendo l'Agnello immolato per la Redenzione del mondo. Ed è questa la mia gioia, dice Giovanni Battista (Gv 3,29); ed è la mia gioia, dice il sacerdote, portare l'umanità al Suo Sposo mediante la fede, e la mia gioia è completa così: specialmente quando mostro all'umanità, che si tiene qui davanti a me alla Messa, l'Ostia consacrata dicendo alla Sposa: ecco, io l'amico dello Sposo, ti dico che sei beata per le tue nozze con Gesù: ecco l'Agnello di Dio, beati gli invitati al grande eterno banchetto delle Nozze dell'Agnello! Ed io, sacerdote, trovo la mia gioia completa così, nel mio essere amico dello Sposo. Non ho bisogno di andare a trovare altre gioie nel mondo, nel piacere al mondo, nel cercare la vana gloria del mondo, o ancora nell'alcol, o nei divertimenti, nelle compensazioni diversamente lecite o totalmente fuori strada... La mia gioia è completa a essere un nuovo Giovanni Battista che mostra l'Agnello di Dio, fino alla testimonianza suprema.


Poi aggiungo, come diceva don Stefano: non meravigliatevi se Satana è riuscito a vagliarvi, a mordere il tallone di Maria che siamo noi, facendoci cadere nelle sue insidie. Non scoraggiatevi. Venite alla confessione e ripartite più sicuri della misericordia dell'Amico nostro, per essere ancor più misericordiosi nei confronti delle nostre pecore.


Tutto questo per dirvi che alla Messa, come Sacrificio, noi viviamo il nostro proprio mistero, invitando tutti alle Nozze dell'Agnello, e trovando la nostra gioia nel sacrificio di noi stessi insieme a Lui: "La umanità ti appartiene, Gesù; tu me l'hai affidata, però, tu deve crescere nel loro cuore, e io invece diminuire, nella gioia di vedere l'umanità andare a te" "Oggi è necessario mettere in maggiore luce il valore della Santa Messa, (il valore del Sacerdozio, il valore del Battesimo) come Sacrificio".


Nella Eucarestia Gesù Cristo è realmente presente col suo Corpo glorioso e la sua divinità. Allora la massoneria ecclesiastica, in tante e subdole maniere, cerca di attaccare la pietà ecclesiale verso il Sacramento della Eucarestia. Di essa valorizza solo l’aspetto della Cena, tende a minimizzare il suo valore sacrificale, cerca di negare la reale e personale presenza di Gesù nelle Ostie consacrate.
Per questo si sono gradualmente soppressi tutti i segni esterni, che sono indicativi della fede nella presenza reale di Gesù nella Eucarestia, come le genuflessioni, le ore di adorazione pubbliche, la consuetudine santa di circondare il Tabernacolo di luci e di fiori.” (13 giugno 1989)


Grazie, Maria, di aprirci gli occhi su questi problemi: non sono questioni di gusto o sensibilità liturgica nella Chiesa; no, sono un vero attacco contro l'Eucaristia, tutte queste mode di mettere Gesù da parte; di mettere il tabernacolo a lato e spesso più basso della sede del celebrante (che è messa spesso al centro, grande e grossa come per un principe); di fare le ostie brune invece che bianche; (li farle friabili invece che compatte, con sempre tanti frammenti di cui nessuno si cura; di prendere ostie grandi che poi bisogna dividere, con tanti inconvenienti. Poi io soffro, in tante Messe che vivo girando il mondo, della semplificazione sistematica dell'offertorio, o delle purificazioni dopo la comunione: anche li, un modo di disprezzare i segni di rispetto a Gesù Eucaristico. Bisognerebbe rileggere bene e ubbidire alla Redemptionis Sacramentum della Congregazione per il Culto Divino, 2004.


Se uno vuole farla rispettare: genuflessioni ecc., si fa facilmente etichettare di tradizionalista, integralista, di ritardato, di retrogrado... Ci vuole il Difensore per non lasciarsi turbare da tutte queste accuse!


Sapete che accusatore si dice satana nella bibbia; che Difensore (Avvocato della difesa) è il nome che Gesù dà allo Spirito Santo nel discorso dopo l'ultima cena, quando annuncia l'odio del mondo contro i discepoli... Non si tratta più di gusti o sensibilità liturgiche, si tratta del grande attacco escatologico della fine dei tempi! Questa è una convinzione che ho cercato di presentare nella mia Circolare 2015:
L’anticristo deve sostituirsi al vero Cristo nella Chiesa. Dove è "lo stesso Cristo, nostra Pasqua" (CCC 1324) nella Chiesa? Nell'Eucarestia. Dunque la lotta si focalizza sul Mistero dell'Eucarestia. In 2Ts 2,3-4 si legge che l'anticristo «s'innalzerà sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto», cioè sopra l'Eucarestia. Non lo fa mai chiaramente, ma sempre con subdole ambiguità, sicché alla fine l'anticristo riuscirà ad «abolire il sacrificio» (Dn 12,11).


“Accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena, cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena”. (31 dic. 1992, 485,g)


Vale la pena riprendere tutto il paragrafò nel Libro nostro:
- IL QUARTO SEGNO (DELLA FINE DEI TEMPI) È L’ORRIBILE SACRILEGIO, compiuto da colui che si oppone a Cristo, cioè dall’anticristo. Entrerà nel tempio santo di Dio e siederà sul suo trono, facendosi adorare lui stesso come Dio. [La Madonna cita San Paolo:] “Costui verrà a mettersi contro tutto ciò che gli uomini adorano e chiamano Dio.
[Che cosa gli uomini adorano e chiamano Dio, se non Gesù nell'Eucarestia? Per me San Paolo annuncia l'attacco della fine dei tempi contro l'Eucaristia].
Il malvagio verrà con la potenza di Satana, con tutta la forza di falsi miracoli e di falsi prodigi. Userà ogni genere di inganno maligno per fare del male”. (2 Ts. 2,4-9) [Gesù stesso ne parla:]
Un giorno vedrete nel luogo santo colui che commette l’orribile sacrilegio. Il profeta Daniele ne ha parlato. Chi legge [Daniele]cerchi di comprendere”. (Mt. 24,15)
Figli prediletti, per capire in che cosa consiste questo orribile sacrilegio, leggete quanto viene predetto dal profeta Daniele.
Và, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine. Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi continueranno ad agire empiamente. Nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le comprenderanno.
Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni”. (Dn. 12, 9-12)
[Poi la Madonna spiega il senso delle profezie di Daniele:]
La Santa Messa è il sacrificio quotidiano, l’oblazione pura che viene offerta al Signore in ogni parte, dal sorgere al tramonto del sole.
(Anche qui, la Madonna si riferisce a un passo della Bibbia, Ml 1,11. ripreso nella Preghiera Eucaristica N° 3]
Il sacrificio della Messa rinnova quello compiuto da Gesù sul Calvario. Accogliendo la dottrina protestante, [qui viene la scusa del valore dell'Ecumenismo], si dirà che la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena, cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della santa Messa.
[E nessuno ci vedrà niente di male, perché siamo tutti come accecati da tante cattive abitudini e modi di pensare, che tutti troveranno questo bene!]
In questa abolizione del sacrificio quotidiano CONSISTE L’ORRIBILE SACRILEGIO compiuto dall’anticristo, la cui durata sarà di circa tre anni e mezzo, cioè di milleduecentonovanta giorni. (31 dic. 1992, 4° segno)


Meno male; dice Maria che questo tempo di abominio non durerà tanto tempo. Tempo duro, ma tempo effimero. E io interpreto: dopo, si compiranno tutte le promesse di Fatima, e tutte le promesse della Bibbia: il trionfa del Cuore Immacolato di Maria, e il ritorno di Gesù nella Gloria, glorificando anche la sua Presenza reale nelle Ostie Consacrate in tutti i Tabernacoli della terra, ad ammirazione di coloro che vedranno Colui che hanno trafitto.


«Attenzione! Gesù Cristo viene tra le nubi e tutti lo vedranno, anche quelli che lo uccisero; i popoli della terra saranno sconvolti. Sì, amen. Io sono il Primo e l’Ultimo, dice Dio, il Signore che è, che era e che viene, il Dominatore di tutto l’universo». (22 nov. 1992)


Ma prima, quelli che si opporranno a questa pseudo-riconciliazione fraterna universale, che sedurrà l'umanità intera - perché pochi avranno gli occhi aperti per vedere che si tratta di sacrificare la verità di Gesù Eucaristia (cfr. CCC 675), vedere che si tratta della grande apostasia anticristica - saranno considerati i nemici dell'Ecumenismo, i nemici della fraternità, i nemici dell'umanità riconciliata.


«Siete chiamati a diventare sempre più gli apostoli e i nuovi martiri di Gesù presente nell’Eucaristia. Per questo deve aumentare la vostra riparazione, la vostra adorazione, la vostra vita di pietà. Il Cuore Eucaristico di Gesù farà cose grandi in ciascuno di voi.» (13 luglio 1978)


Ho citato già due volte nelle mie due circolari questa frase di Giovanni Paolo Il, ma è così attuale che la riprendo adesso: «L'Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare ambiguità e diminuzioni» (Ecclesia de Eucharistia,10).


L'istruzione «Redemptionis Sacramentum», 11. cita anche Ecclesia de Eucharistia, 52: Il Mistero dell'Eucaristia «è troppo grande perché qualcuno possa permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non ne rispetterebbe il carattere sacro e la dimensione universale". Chi al contrario, anche se Sacerdote, agisce così, assecondando proprie inclinazioni, lede la sostanziale unità del rito romano, che va tenacemente salvaguardata, e compie azioni in nessun modo consone con la fame e sete del Dio vivente provate oggi dal popolo, né svolge autentica attività pastorale o corretto rinnovamento liturgico, ma priva piuttosto i fedeli del loro patrimonio e della loro eredità. Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo rinnovamento, ma ledono il giusto diritto dei fedeli all'azione liturgica che è espressione della vita della Chiesa secondo la sua tradizione e la sua disciplina. Inoltre, introducono elementi di deformazione e discordia nella stessa celebrazione eucaristica che, in modo eminente e per sua natura, mira a significare e realizzare mirabilmente la comunione della vita divina e l'unità del popolo di Dio. Da essi derivano insicurezza dottrinale, perplessità e scandalo del popolo di Dio e, quasi inevitabilmente, reazioni aspre: tutti elementi che nel nostro tempo, in cui la vita cristiana risulta spesso particolarmente difficile in ragione del clima di "secolarizzazione", confondono e rattristano notevolmente molti fedeli». (cfr. stessa Congregazione, Istruzione Inaestimabile donum, 1980).


Contro questo clima di confusione e di tristezza, Maria ci dà una grande luce e una grande gioia: il suo Movimento! E le sue promesse ci danno una grande e potente speranza, superiore a tutti i motivi umani di disperare: Gesù sta per glorificare, e lo farà "adesso", la Sua Presenza reale nell'Eucaristia!


Père Laurent Larroque


- - -


Per leggere la seconda meditazione di Père Laurent Larroque su questa tema, visitate:
La Protestantizzazione Progressiva della Messa Cattolica